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« Energia.... un pensiero che mi travolge »

Energia

Post n°9 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da massi_57
 
Foto di massi_57

Le stelle sono lì a dimostrare che all'origine di tutto vi è un'energia che tende a trasformarsi in materia, essendo essa stessa materia autorigenerante, eternamente produttiva proprio in forza di questa propulsione infinita, autocomburente.

I tempi in cui l'energia viene meno sono talmente lunghi da risultare del tutto impercettibili alla coscienza umana. Il concetto di "infinito" ci è dato proprio dal fatto che non abbiamo gli strumenti per misurarlo: è piuttosto una percezione interiore, una convinzione dell'animo, una fonte indimostrabile di sicurezza.

I pianeti sono stati prodotti dalle stelle, anzi, essi stessi contengono nel loro nucleo una porzione di energia stellare (di cui ci rendiamo conto con le eruzioni vulcaniche, i geyser, i terremoti...): è un magma incandescente che rende vivo il nostro pianeta, che ci fa capire la sua origine ignea, e che gli impedisce di raffreddarsi completamente, definitivamente.

E' il freddo che rende possibile all'energia infuocata di materializzarsi in qualcosa. Tutto l'universo è un continuo scontro di forze opposte che creano nuovi elementi. Sono forze che pur essendo opposte si rispettano, come se una avesse bisogno dell'altra. E quanto viene da loro prodotto, assume forme diversissime, proprio perché materia ed energia sono eterne e infinite, con illimitate combinazioni di forme nel tempo e nello spazio.

Forse la cosa più singolare non è tanto questo processo osmotico, di simbiosi perenne e costruttiva tra materia ed energia, quanto piuttosto l'intelligenza che permette il formarsi di tutto ciò. L'intero universo sembra essere dotato di una razionalità stupefacente.

Si pensi solo al fatto che la distanza del Sole dalla Terra doveva sin dall'inizio esser tale da permettere il formarsi di un'esistenza vitale. Se il Sole fosse stato più grande o più piccolo, la distanza avrebbe dovuto essere minore o maggiore, ma quali ne sarebbero state le conseguenze? Che vita c'è negli altri pianeti del nostro sistema solare? Nulla di nulla.

Certo, la distanza non è sempre uguale (lo vediamo dall'alternarsi delle stagioni) e tuttavia essa si mantiene entro un range accettabile, abbastanza definito, sufficientemente regolare da permetterci di sopravvivere in condizioni che possono andare da un -40°C a un +40°C (anche se si sono toccati dei picchi inverosimili: in Libia i 58° sopra e in Antartide i 92° sotto).

Questo vuol dire che esiste un margine di tolleranza oltre il quale non si può andare. E così è in tutte le cose, dalle più semplici alle più complesse.

I prodotti della libertà possono essere infiniti, ma la loro vivibilità, la loro esperibilità, può avvenire solo entro una certa limitatezza, che può essere anche molto ampia, ma che non è infinita, illimitata. Oltre un certo livello si produce qualcosa di distruttivo, dopodiché inizia una ricostruzione che si pone a livelli diversi, che genera nuovi limiti, più rigorosi, più stretti, proprio perché si teme di dover ripetere gli stessi errori.

La libertà non può essere distrutta, ma può le può essere impedito, col cattivo esercizio delle sue facoltà, di manifestarsi in maniera adeguata, conforme a natura.

Si ha insomma la netta impressione che l'Universo sia un unicum, un tutto unico, in cui l'essere umano è parte organica, costitutiva. Noi non siamo solo un prodotto dell'Universo, ma anche la sua essenza più intima, un concentrato delle sue enormi potenzialità.

Con noi la materia raggiunge il suo massimo livello di autoconsapevolezza. La coscienza  diventa l'energia destinata a riprodursi all'infinito. La coscienza è destinata a produrre materia, poiché essa stessa è all'origine di questa materia ancestrale.

 
 
 
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