Creato da newcolors il 11/05/2006

Specchi dell'anima

Chi sei? Scommetto che non lo sai...

 

 

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Post N° 222

Post n°222 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da newcolors

Ciao Joè

Stanotte ho sognato i tuoi mostri...

 

Sono entrati nella mia vita minacciandomi con sguardi sadici.

 

* * *

 

Sono con mia sorella nel mio letto a casa dei miei. E’ tutto normale. Spegniamo la luce.

Il mio sonno è disturbato continuamente da zanzare - che provo ad uccidere ripetutamente - ed... api. Tento di mandarle via, ma nel movimento le uccido spiaccicandole sul lenzuolo. Già questo mi è sufficiente per non dormire. Passo buona parte della notte insonne. All’improvviso, mia sorella accanto a me, si sveglia: le spiego che non riesco a dormire. Mi guarda, accende la luce e il suo sguardo cambia: sembra uno spiritello impazzito. Ride, ride, ride, ride, ride e salta sul letto... ha il sorriso di quando era bambina, con i denti e gli occhi stretti, ma sembra dispettosa... Le imploro di fermarsi perchè sono stanca ed ho sonno, ma lei continua. Poi si placa e comincia il terrore.

 

Sono in una stanza con gente mai vista prima (una sorta di sala d’aspetto). Sembrano tutti malati... forse pazzi (entrano ed escono dalla stanza). Ci sono anche due tipi apparentemente normali: mi dicono di non aver paura di queste persone un po’ strane: basta non farle arrabbiare. (Il punto è che si arrabbiano per tutto).

 

Chiedo a questi due signori “normali” (potrebbero essere i gestori del posto) chi siano e cosa vogliono i tipi che ci minacciano, urlano e, talvolta, picchiano... Mi dicono che sono lì perché sono malati. Subito gli chiarisco che io sono lì, solo perché non dormo! Il signore annuisce. Sebbene questo tipo e la sua collega mi sembrino normali, avverto che hanno un’aria strana... e comunque hanno un’immagine migliore di quella che presentano i “malati”: tutti sporchi, con i vestiti strappati, sanguinanti, spettinati, scalzi.... sembrano degli zombi... giusto per dare un'idea...

 

Il mio ragazzo mi sta vicino. Gli dico di fare come ci consigliano i “gestori”, cioè di avere pazienza. Ma alla terza provocazione (accompagnato da qualche spintone), reagisce. Non si arrabbia, ma spiega a quelli "malati" che non avrà ancora molta pazienza... perché da un momento all’altro si difenderà con le mani.

Sono molto agitata.

 

Non mi ricordo altro. Poi il mio ragazzo non è più con me e la “sala d’aspetto” è diventata una casa che non conosco. Ci sono i soliti gestori e tutti i pazzi che prima entravano ed uscivano. Aspettano sempre all’erta che io sbagli qualcosa: sono terrorizzata perché ho visto cosa accade a chi sbaglia. La persona che, ad esempio, per “errore” sposta un posacenere da un punto ad un altro del tavolo senza chiedere il permesso, viene preso a calci e pugni, ferito con qualsiasi arma od oggetto che capiti, strattonato e tirato per i capelli, picchiato ed offeso da tutti. Tutti insieme.

 

Sono letteralmente terrorizzata. Il mio stato non è proprio vigile (non ho dormito), pertanto cerco di essere attenta a non fare errori. Ma ne commetto uno anch’io, più di uno: non so quante botte ho preso, quanto ho pianto, quanto ho tremato. La paura che ho provato è ancora dentro di me alle 11.11 di questa mattina. L’ultima tortura che ho subito dopo essere stata massacrata di botte è stata sulla strada. Mi hanno trascinata al centro dell’asfalto. E’ notte. Sento il motore di un’auto. Ho ancora ben presente il sorriso di uno dei pazzi che mentre fà inversione mi guarda e si allontana. Poi i fari della macchina anticipano lo strazio.... L’auto corre, viene contro di me, mira il mio corpo distrutto e stanco: io che penso “dai forza spostati”, ma non ce la faccio, non ho le forze per muovermi. Poi le ruote mi passano sopra; l’urto, lo spostamento del mio corpo a metri di lontananza ed il cielo stellato che riesco ancora a vedere. Se vedo il cielo, mi sussurro: “sei ancora viva”. Ma loro non sono stanchi. Cambiano mezzo: un camion, un treno, di nuovo una auto.... Ricordo il dolore e la paura. Le capriole in aria. Le ruote che passano e ripassano sopra di me. Gli urti i colpi. I rumori. E’ tutto buio. Apro gli occhi: sono davanti alla TV ed è la fine di un film. Questo della strada è un effetto speciale - quando l’attore viene investito ripetutamente, lo spettatore prova le sensazioni che sta provando la vittima !!! -

Ora il  film è finito. Dico a mio fratello che è stato “avvincente” ma che mi ha scosso troppo: forse mi suggestiono davanti a tanta violenza. 

La stanza però è la stessa che era nel film: deve essere un effetto speciale anche quello.

 

Chiudo le finestre di questa casa: la prima stanza, la cucina, il bagno... sono un po’ tesa, come quando si vede un thriller di notte e poi ci si ricorda che bisogna chiudere ancora tutto.... non sono  mai troppo disinvolta! Accendo la luce di un'altra stanza per controllare che sia chiusa anche quella: sento una voce che si lamenta. E’ quella di uno dei pazzi che mi aveva picchiato in modo disumano, urlando ed inveendo... Penso "Ma il film”? Allora non era un film?”. Arrivano due persone orribili: sono i proprietari della casa. Un maschio ed una femmina. Chiedono a quello che urla (che nel frattempo si è alzato dal letto) cosa sia accaduto. “Ha acceso la luce della mia stanza” – dice lui. Io rispondo subito “ma è stato un attimo, scusa, volevo accertarmi che anche la tua finestra fosse chiusa, scusa”. Sono a terra perché nel frattempo mi ha già spintonata. I personaggi del sogno, escluso mia sorella, il mio ragazzo e mio fratello sono tutti mostruosi, ma questi due ultimi non sono solo orribili, sono anche piccoli si statura (non più di un metro). Con delle espressioni ironiche e finte, mi ascoltano ed annuiscono... ma è chiaro che stanno fingendo. Non aspettano altro. Mi picchieranno ancora. Tremo. All’improvviso sento la voce di mio fratello che chiede cosa stia succedendo: penso “almeno lui mi può aiutare, meno male, si è svegliato”... vedo mio fratello arrivare. Prende un tavolo pesante di legno massiccio a forma di cubo. Fa per scaraventarlo addosso a qualcuno. Ma lo scaraventa addosso a me. Mi sveglio: sono terrorizzata, sudata, rigida. I muscoli delle gambe, del collo e del viso mi fanno male.

Non so quanto tempo sia durato il sogno. Faccio fatica a cambiare posizione nel letto. Credo che sia stato il peggiore incubo che ricordi.

 

Ciao Joè. I tuoi mostri sono venuti a “salutarmi”. Ma spero che non tornino più.

   

 
 
 
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L'AMAZZONE

“Non mi seccate.

Sono un uomo libero. Ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo;

ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore.

Cosa volete da me?

Quel che io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo dò.

La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.

Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti solo con Dio, se esiste”.     

Henry Miller, Tropico del cancro.

 

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