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T'AI CHI CH'UAN   4

Post n°14 pubblicato il 21 Marzo 2008 da the_tsunami_san
 

Quando nel 1928 i Ch’en videro la fama ottenuta a Pechino da Yang Lu Ch’an, acconsentirono che Ch’en Chao Pi (1893-1973) accettasse l’invito del farmacista Tung Jen T’ang a recarsi nella capitale.

 

Diventato anch’egli famoso, Ch’en fu chiamato a insegnare agli ufficiali militari di stanza a Nanchino, così chiese e ottenne che a Pechino si recasse a insegnare in sua vece il suo celebre zio Ch’en Fa K’o (1887-1957), che inizierà la diffusione del Ch’en T’ai Chi in tutta la Cina. Oggi i rappresentanti più noti di questo stile sono Ch’en Hsiao Wang e suo cugino Ch’en Chen Lei, i quali ricevettero insegnamenti proprio dai maestri della 18ª generazione Ch’en Chao Pi e Ch’en Chao Kui, quest’ultimo figlio di Ch’en Fa K’o.

Quando fu invitato a insegnare alla corte imperiale, frequentando soprattutto il principe Tuan e i soldati Ch’ing, Yang Lu Ch’an iniziò a modificare il proprio metodo di T’ai Chi, tenendo conto della preferenza dei dignitari per gli aspetti salutari della pratica. Inoltre si dice che egli non volesse insegnare i segreti più riposti dell’arte agli odiati manchi. L’evoluzione ulteriore, fino alla denominazione di un sottostile Yang, avvenne con i due figli di Lu Ch'an (il primo figlio, Feng Hou, morì precocemente) Pan Hou (1837-1892) e Chien Hou (1839-1917), nonché coi nipoti Yang Shao Hou (1862-1930) e soprattutto Yang Ch'eng Fu (1883-1931).

Yang Pan Hou, che si diceva fosse in grado di camminare nel fango senza sporcarsi i piedi e persino di levitare, fu anche maestro di Wu Chien Yu (1834-1902), il cui figlio Wu Chien Ch’üan (1870-1942) creò un altro sottostile di T’ai Chi Ch’üan.

Nella generazione successiva, Yang Shao Hou, figlio maggiore di Yang Chien Hou, ha fama di maestro e combattente estremamente severo, tanto che si dice abbia ucciso diversi avversari.

Probabilmente continuava la tradizione del nonno, i cui allenamenti erano così duri che in gioventù i suoi due figli tentarono di sottrarvisi in ogni modo. Le tecniche di Shao Hou sono più corte, essenziali e aggressive rispetto allo stile di Yang Ch’eng Fu.

Quest’ultimo, fratello minore di Shao Hou, da bambino non amava il T’ai Chi, ma una volta appassionatosi all’arte vi si dedicò con assiduità, diventando un grande maestro e un combattente temibile; anche grazie alla sua stazza massiccia e alla lunga pratica statica delle posizioni, che portarono la sue energia intrinseca ch’i a livelli inimmaginabili. Ku Li Hsin ha scritto di lui: «Quando faceva una dimostrazione di T’ai Chi Ch’üan i suoi calci erano potenti e veloci e benché i suoi pugni fossero lanciati con morbidezza, erano duri come una sbarra d’acciaio avvolta nel cotone».

quasi pigramente e parlava di rado, tanto che gli allievi pare avessero paura di fargli domande.

 Questa espansione smisurata ha fatto dello Yang shih T’ai Chi Ch’üan lo stile di kung fu più praticato, ma sovente ne ha anche intaccato la qualità. Fin da Yang Ch’eng Fu, infatti, esso è stato insegnato alle masse in maniera semplificata ed edulcorata, soprattutto come esercizio fisico salutare.

Nel secolo scorso si è infine diffusa tutta una serie di scuole minori di T’ai Chi: per esempio

Chang p’ai T’ai Chi Ch’üan, Hung p’ai, Li p’ai, Ying Chia, Ch’an Men, Jiu Kung, Ju I, Ching Kung Ch’an Sze, Pa Kua T’ai Chi e Hsing I T’ai Chi (nati mischiando al T’ai Chi Ch’üan rispettivamente lo stile Pa Kua Chang e lo Hsing I Ch’üan). 

I lati più profondi del T’ai Chi, con il suo importante bagagliomarziale, sono stati invece riservati a pochi discepoli, tra cui il maestro CHANG DSU YAO, che ebbe modo di studiarlo soprattutto con i maestri Liu Pao Ch’ün, Chang Ch’ing P’o.

Yang Ch’eng Fu viaggiò per tutta la Cina diffondendo ampiamente il sottostile della sua famiglia e istruendo allievi divenuti famosi, come Ch’en Wei Ming, Tung Ying Chieh, il nipote Fu Chung Wen ed i suoi figli Yang Shao Chung, Yang Ch’en Ming e Yang Chen Tuo, oggi considerato in Cina Popolare caposcuola della branca di famiglia.

In un libro scritto nel 1930, invece, Hsu Yu Shen testimonia che nel tempio Pao Fu di Pechino Yang Ch’eng Fu praticava le 108 tecniche della forma principale ben dodici volte al giorno. Sebbene ritenuto una persona socievole, durante le lezioni Yang Ch’eng Fu, come altri maestri, stava spesso seduto

 
 
 
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Un blog di: the_tsunami_san
Data di creazione: 17/03/2008
 

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