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« CERCARE quell'ARMONIAMessaggio #7 »

ANNO NUOVO... vecchie storie....

Post n°6 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da kjara1967

mi hanno regalato questo racconto. è il più bel regalo che io abbia ricevuto durante queste feste di fine anno.

e passata la notte, dopo averlo letto riletto fino ad impararne alcuni passaggi a memoria, è arrivata questa mattina così languida, dai movimenti lenti, nella luce densa, tra pensieri morbidi e lanosi, e con desideri così inconsistenti da sembrare nuvole, leggere passeggere e piene di forme, confuse e strane.

grazie. a chi sa.

BUON ANNO NUOVO. a tutti. a me.

 

Ora che lui è partito e non si farà vivo più, scomparso, cancellato via dal quadrante della vita esattamente come se fosse morto, a lei, Irene, non resta che armarsi di tutto il coraggio che una donna può chiedere a Dio e sradicare tutti i rami per cui quello sfortunato amore si è attaccato alle sue viscere. E' sempre stata una ragazza forte, Irene, questa volta non sarà da meno.

E' fatto! Meno tremendo di quanto lei pensasse; e meno lungo. Non sono passati neanche quattro mesi, ed eccola completamente liberata. Un poco più magra, più pallida, più diafana, però leggera, col languore soave della convalescenza, dentro cui già palpitano vaghe illusioni nuove.

Oh è stata brava, eroica è stata, ha saputo essere crudele con se stessa, ha respinto con accanimento tutte le lusinghe dei ricordi, ai quali sarebbe stato pur dolce abbandonarsi.

Distruggere tutto ciò che di lui restava nelle sue mani, fosse pure uno spillo, bruciare tutte le lettere e le foto, buttare tutti i vestiti indossati quando c'era lui, sui quali forse gli sguardi suoi avevano lasciato una traccia impalpabile, sbarazzarsi dei libri che anch'egli aveva letto e la cui comune conoscenza stabiliva una complicità segreta, vendere il cane che ormai aveva imparato a riconoscerlo e gli correva incontro al cancello del giardino, abbandonare le amicizie che erano appartenute ad entrambi, cambiare perfino casa perché al bordo di quel camino lui una sera si era appoggiato con un gomito, perché un mattino quella porta si era aperta, e dietro era apparso lui, perché il campanello continuava a dare lo stesso suono di quando lui veniva, e in ogni stanza le sembrava così di riconoscere una sua misteriosa impronta.

Ancora: abituarsi a pensare ad altre cose, gettarsi in un lavoro massacrante per cui di sera, quando il pericolo si ridestava più insidioso, un sonno di pietra la atterrasse, conoscere nuove persone, frequentare nuovi ambienti, cambiare anche il colore dei capelli.

Tutto questo lei è riuscita a fare, con impegno disperato, non lasciando sguarnito un angolo, una fessura, da cui il ricordo potesse farsi strada. L'ha fatto. Ed è guarita. Ora è mattino, con un bel vestito azzurro che la sarta le ha appena mandato, Irene sta per uscire di casa. Fuori c'è il sole. Lei si sente sana, giovane, tutta lavata dentro, fresca come quando aveva sedici anni. Felice addirittura? Quasi.

Ma da una vicina casa viene una breve onda di suono. Qualcuno ha una radio accesa o fa andare il grammofono, e una finestra è stata aperta. Aperta e poi subito chiusa.
E' bastato. Sei sette note, non di più, la sigla di un vecchio motivo, la sua canzone.

Su, coraggiosa Irene, non perderti per così poco, corri al lavoro, non fermarti, ridi! Ma un vuoto orrendo le si è già formato entro il petto, ha già scavato una voragine. Per mesi e mesi l'amore, questa strana condanna, aveva finto di dormire, lasciando che Irene si illudesse. Ora una inezia è stata sufficiente a scatenarlo.

Fuori passano le macchine, la gente vive, nessuno sa di una donna che, abbandonata sul pavimento a ridosso della porta di casa come una bambina castigata, sciupandosi il bel vestito nuovo, perdutamente piange. Lui è lontano, non tornerà mai più, e tutto è stato inutile.

 

Da I sessanta racconti di Buzzati, dal racconto n.45 “Le precauzioni inutili”. Oscar Mondadori.

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Commenti al Post:
DolceAmaraMelannas
DolceAmaraMelannas il 22/01/12 alle 21:51 via WEB
Irene sa che, nonostante lei cerchi in tutti i modi di riassaporare la freschezza di una fontanella antica...l'acqua non avrà lo stesso sapore nè le aiuole lo stesso profumo. Tenterà ancora di correre lungo i viali dell'amore ma...i suoi passi non risuoneranno più di note giulive, di palpiti ardenti del cuore ma solo di suoni metallici, freddi e taglienti del dolore. E quel sogno, per Irene, sarà per sempre un incubo, un'ossessione. Ti stringo forte forte^^
 
volod_ja
volod_ja il 26/07/12 alle 16:36 via WEB
Un uomo ritorna da un lungo viaggio, trasformato, come dopo una pericolosa prova di virilità, forse ha preso una droga che gli ha procurato un orgasmo lungo ventiquattr’ore, rischiando la follia con una dose sbagliata. Forse ha fatto l’amore con la moglie di un avvocato, mentre questi rovinava povera gente caduta in disgrazia. Forse ha incontrato l’arcangelo Michele, vincendolo a colpi di pugnale. Lui, l’uomo, non dice niente, gioca con un ciondolo legato al polso, canticchia una melodia ostile e sconcertante. L’amica lo lascia dopo qualche giorno, terrorizzata, con la sensazione di vuoto nel ventre. Gli amici vengono colti da strana invidia e da mutismo come davanti ad una resurrezione. L’uomo non torna al lavoro, e va invece in cerca d’acqua, forse per rinfrescarsi e forse per una sete inestinguibile. Qualche settimana più tardi vende casa e mobili e scompare questa volta senza ritorno.
 
 
kjara1967
kjara1967 il 12/08/12 alle 13:06 via WEB
ti ho letto e riletto. ma proprio non capisco, nemmeno intuisco, perchè tu abbia raccontato questa storia. qui. a me. ovviamente non me lo spiegherai. ma voglio che tu lo sappia.
 
   
volod_ja
volod_ja il 20/08/12 alle 10:15 via WEB
Com'è variabile la vita mia signora, un racconto semplice per dir che tutti cambiano e a volte senza una vera spiegazione...
 
     
kjara1967
kjara1967 il 20/08/12 alle 19:41 via WEB
Una vera spiegazione, nel senso che non ne cogliamo senso e tracce? Perchè una spiegazione c'è sempre. Ma forse noi non la cerchiamo, o non la vogliamo cercare.. Il che va bene, se è quello che vogliamo davvero. Io, ad esempio, non le cerco sempre le spiegazioni, anzi..
 
volod_ja
volod_ja il 21/08/12 alle 17:37 via WEB
condivido il tuo pensiero Signora, a troppe cose si dovrebbe un senso altrimenti, piuttosto vivere è meglio, anche se più faticoso e pericoloso...
 
zq
zq il 11/03/14 alle 15:45 via WEB
puoi cancellarlo quanto vuoi..ma non dalla tua testa. Il titolo è abbastanza parlante “Le precauzioni inutili”.
 
 
kjara1967
kjara1967 il 19/04/14 alle 12:59 via WEB
ho imparato che non si tratta di cancellare, ma di non nutrirlo, togliere energia vitale a quel pensiero.. Il titolo è perfetto, è vero. Amo Buzzati per la sua capacità, il suo talento, di trovare le parole giuste, le combinazioni di parole perfetti appunto. Come gioielli composti di materiali preziosi che diventano armonioamente belli proprio perchè insieme, connessi..
 
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