Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace

 Embrun 2003

Cosa rimane dopo aver portato a termine un Ironman?

Non faccio riferimento certamente alla medaglia,alla maglietta o alla classifica dove spesso evidenzio il mio nome in rosso per poi tirarla fuori in qualche momento malinconico o in periodi dove le motivazioni vengono a mancare.

Ecco,in questi momenti è bello ripensare a ciò che l'impresa ha lasciato nella mia mente.

Questi ricordi e queste emozioni sono più vivi e più motivanti di qualsiasi medaglia.

Ed è ciò che rimane.

E il tutto verrà elevato all'ennesima potenza quando penserò all'Isoard.

Alla pioggia mista a nevischio che vi ho incontrato,agli sbalzi di temperatura,alla roccia con la faccia di Fausto Coppi,alla gioia che ho provato una volta in cima.

Lassù,dove i più grandi del ciclismo hanno scritto pagine memorabili di sport e di vita,io mi sono sentito un piccolo piccolo atleta(ma questa è l'evidenza).Ma ho anche  preso coscienza,lucido e rinvigorito di emozione,che avrei portato a termine anche l'Embrun Man.

Perchè quell'emozione era troppo bella per essere offuscata dalla fatica o da un ritiro.

Perchè,se pur al buio,sarei arrivato in fondo.

E la notte,e le migliaia di persone disseminate lungo le strade,avrebbero conferito ai miei ricordi qualcosa di magico.

E così è stato.

Quelle cime e quelle salite conferiscono a questa gara dei significati diametralmente opposti all'idea dell'Ironman WTC.

E forse proprio per questo motivo l'Embrunman non entrerà mai in questo circuito:io lo spero vivamente.

Lanzarote e Canada a parte,quasi tutte le gare del circuito WTC sono studiate(bene) a tavolino e organizzate secondo dettami che le possano conferire un alto grado di spettacolarità:diversi giri in bici e percorsi non particolarmente impegnativi,maratone completamente piatte e addirittura distanze più corte.

Per questa serie di motivi amerò per sempre l'Embrunman:lì il percorso in bici è il medesimo di una tappa del Tour e la maratona è piena di saliscendi.

Fermo restando che non è il nuoto a fare la differenza,le due frazioni rimanenti non sono studiate la prima in funzione della seconda.

In quest'ottica,l'atleta finisher ad Embrun può pensare a qualsiasi tipo di competizione.

Lo affermo dopo aver portato a termine doppi e tripli Ironman:la fatica di gare come Embrun e Valais non ha eguali.

E poi,a Ferragosto cosa c’è di meglio da fare??

Al mio fianco c’era Claudio,uno dei pochi triathleti italiani ad aver portato a termine l’Embrunman per ben sette volte.

Claudio,a mio giudizio,incarna perfettamente lo spirito dell’uomo “estremo”.

Nel suo curriculum spiccano anche sei partecipazioni all’Ironman Lanzarote:insomma,non è uno a cui non piace soffrire in salita.

Ma ciò per cui io lo ammiro molto è la sua visione “ampia” della sfida sportiva.

Non solo Ironman,non solo maratone,non solo Marathon des Sables:Claudio ha attraversato la Siria e il Libano in solitaria.

Correndo da solo,dormendo sotto i cespugli,mangiando e bevendo chiedendo “l’elemosina” nelle case,ai passanti,ai pastori.

Partito all’avventura,al di fuori di ogni schema e di ogni competizione.

Solo,a sfidare le difficoltà ma soprattutto a conoscere se stesso.

Nella lista delle persone che stimo maggiormente,al Passero e a Giacomo,si è unito questo piemontese d’altri tempi.

Vero come pochi.

 

 

What remains after to have finished an Ironman race? I do not

make reference sure about the medal, to the T-shirt or to  classifies

where often I evidence my  name in red in order then pulling it outside

in some melancholic moment or periods where the motivations come to

lack. Here, in these moments it is beautiful to rethink at what the

enterprise has left in my mind. These memories and these emotions are

alive and more motivating than whichever medal. And this is what that

remains. And all it will come elevated to an extreme  power when I’ll

think  to the Isoard Hill. To the mixed rain to sleet that I have met on the top, to the jolts of temperature, the cliff with the face of the

Fausto Coppi, to the joy that I have tried once in top. There,

where largest of the cycling memorable pages of sport and life have

written, I have felt a very little athlete(but this is the evidence).But also I have taken conscience, polish and gained of

emotion, that I would have finished also the Embrun Man. Why

that emotion was too much beautiful for being dimmed from the hard

work or a withdrawal. Why, if also in to the darkness, I would have arrived to the finish line. And the night, and the thousands of persons scattered along

the roads, would have conferred to my memories something of magical.

And therefore it has been. Those tops and those climbs confer to this

contest a meaning diametrically opposite to the idea of Ironman

WTC. And perhaps just for this reason the Embrunman will not enter

never in this circuit:I hope so  lively. Lanzarote and Canada to

part, nearly all the contests of circuit WTC are well planned  and organized according to it dictates quite that a

high degree just as a show can confer them to:some turns biking and distances not particularly engaged , marathons

completely flat and shorter distances. For this series of reasons I

will love in order always the Embrunman:there the bike distance  is

the same one of a stage of the Tour and the marathon it is full of up and down hill. Detention remaining that it is not the swim to make the

difference, the two remaining fractions are not studied before in

function of the second one. In this optical, the athlete finisher to

Embrun can think next to whichever type of competition. I assert after

to have finished double and triple Ironman:hard work of

contests as Embrun and Valais do not have equal. And then, on 15th of August what else better is it to do?

With me there was Claudio,

one of the few italian triathletes to have  finished Embrunman in order seven times. Claudius, to my judgment,

incarnates perfectly the spirit of an extreme man.

In his

curriculum there are also six participations to Ironman

Lanzarote:anyway, he is not one to which does not appeal to suffer

in climb. But that for which I admire him a lot is his vision

 of the sport challenge. Not only Ironman, not only

 some marathons, not only Marathon DES Sables:Claudio has crossed Syria

and the Lebanese in solitary. Running alone, sleeping under the

bushes, eating and drinking asking for some food in the

houses, to passing, the shepherds. Starting to adventure, to outside

of every outline and every competition. Only, to defy the difficulties

but above all to know himself. In the list of the persons who I

estimate mainly, to Sergio and Giacomo, one has joined this

man of Piemonte that looks like born in ancient times.But he is true as few men.

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace
Foto di willycacace

Salto Triplo.

Il triplo Ironman di Lensahn nasce da una frase detta senza
troppa convinzione al termine del doppio di Neulengbach:"L'anno
prossimo proveremo il triplo".
E siccome la testa che abbiamo è la stessa(eufemismo spicciolo
che sta ad indicare un medesimo modo di pensare)dopo qualche
giorno Giacomo mi ha chiamato e a bruciapelo ha detto:"E perchè
non quest'anno?".
Così abbiamo cancellato le iscrizioni a Klagenfurt e Zurigo e ci
siamo immersi totalmente nell'ambiente della IUTA(International Ultra
Triathlon Association)con i suoi personaggi e protagonisti dal
palmarès incredibile e dalle storie di vita altrettanto particolari.
Ma tutto ciò non ha tolto a queste persone la carica umana,la
simpatia,l'umiltà e la voglia di mettersi a disposizione dei neofiti
per condurli a traguardi posti là,a trenta,quaranta o cinquanta ore
di fatica consecutive.
Per il sottoscritto però,l'esperienza ed i consigli non hanno
inciso;seppelliti da un periodo di stanchezza psico-fisica dovuta
ad una serie di motivazioni(lavorative,personali,ecc).
Così al triplo di Lensahn,pur avendo a disposizione 24 ore per
correre la parte finale della gara(le tre maratone,ovvero 127
km)non ce l'ho fatta:sfiaccato,assonnato,stanco e
presuntuoso,ho dormito più del dovuto.
In questo modo i muscoli si sono raffreddati,il corpo ha recepito il
segnale che lo sforzo era finito e la ripartenza è stata più dura del
previsto e di una superficiale credenza popolare che potrebbe
attribuire ad un riposo maggiore una ritrovata prestanza
muscolare e psicologica.
Alla fine ho portato a termine la gara,oltrepassando però il tempo
limite.
Così sono stato considerato "finisher",ma a livello di classifica e
di regole IUTA questo sforzo immenso è stato omologato come
"doppio ironman" soltanto.
Il mio rammarico è mitigato,in parte,dalla grande prova di
Giacomo e dalla tenacia con la quale Eros ha portato a termine
la prova.
Il pugliese è giunto sedicesimo assoluto,43 ore ininterrotte di
gara:mai un riposo più lungo di 5 minuti ed una determinazione
invidiabile.
Concentrato al punto da parlare pochissimo durante la gara e da
non voler accettare la minima distrazione.
Il friulano,non certo in forma come a Neulengbach,ha trovato
comunque le motivazioni(dall'oggi al domani)per seguirci in
Germania e per riformare il trio presente in Austria due mesi fa.
Questa esperienza mi servirà a breve termine(fine Agosto per la
precisione)per non sottovalutare mai certi impegni e certe
distanze.Anche se gli Ironman portati a termine sono tanti,le
ultradistanze hanno meccanismi e tempi molto diversi e ciò che
conta non è la velocità ma il rimanere svegli.

La gara:
siamo arrivati a Lensahn dopo aver percorso 1500 km in
macchina,con partenza da Desenzano(dove abito).A questi km
bisogna aggiungere i 1050 che Giacomo ha percorso per arrivare
da Lecce a casa mia.
Un buon sonno ristoratore nel pomeriggio ci consegna "carichi"
alla cerimonia di presentazione,dove ritroviamo Eros,il "ragasso"
di Udine.Si è iscritto al triplo dopo aver visto i nostri nomi nella
"starterlist" e non si è voluto tirare indietro.
Ora cercheremo di convincerlo a venire in Lituania,azione
intrapresa,peraltro,nei confronti di un altro grandissimo ironman
finisher:Claudio Faedo.
Un buon pasta party ci fornisce le energie necessarie e poi subito
a letto.Una strana sensazione ci pervade al contatto con il
materasso:dopo la gara,per reciproci problemi di lavoro,dovremo
rientrare subito.
Chissà quando,ci chiediamo,rivedremo un letto.
La risposta l'avremmo avuta poi nei giorni successivi:per me
lunedì sera,per Giacomo...martedì mattina.
Nel frattempo solamente micro-sonni di venti minuti nelle aree di
servizio(durante il viaggio) e piccoli riposi durante la gara.E' stata
qui la differenza tra me e Giacomo:io ho dormito,lui ha solo
riposato.
Il nuoto scorre via senza problemi per tutti e tre e si inizia il primo
dei 46 giri da 11.6 km.
Ad ogni giro il nostro equipaggio ,composto da AnnaRosa(moglie
di Giacomo)Anna(mia madre)e Tania(amica di Eros)ci fornisce
tutto ciò di cui abbiamo bisogno,sobbarcandosi una notte
insonne per seguirci in macchina lungo il percorso(le regole della
gara impongono una vettura di supporto).
Eros Bravo è un po' meno brillante di due mesi fa,ma sempre
tenace e deciso.
Scherzandoci sopra,io e Giacomo gli abbiamo fatto notare che
ciò è dovuto a Tania,che lui continua a definire " un'amica".
Sarà...
La notte è lunga e la nostra determinazione viene messa a dura
prova dalla pioggia:mai forte,ma continua e noiosa.
L'alba ci consegna alla seconda giornata di gara e ci fa
pregustare la fine della prova in bici ma per il sottoscritto
mancano ancora 230 km e l'alternanza sole-pioggia(nel nord
Europa è così)mi fa innervosire:continui cambiamenti di
abbigliamento e troppe soste i motivi per cui scendo dalla bici
alle 15 di Sabato.
In quel momento,come già accennato,la troppa sicurezza di
avere a disposizione 25 ore per terminare la gara mi fa
commettere errori imperdonabili:lunghi riposi,troppo cibo,corsa a
tratti troppo veloce(considerate le distanze),illusione di avere già
al collo la medaglia da "triple finisher).
Ma soprattutto poca,pochissima concentrazione.
Guy Rossi,veterano e leggenda vivente di queste
manifestazioni,alla fine della gara mi fa notare molti degli errori
commessi,da lui osservati in silenzio e mai ripresi,per
rispetto,durante la gara stessa.
Ha notato i miei giri a 5' al km,alcuni addirittura con la
videocamera in mano,e alla fine,crudo ma veritiero,mi ha
snocciolato uno ad uno i motivi del mio ritardo finale.
Così parlò Guy:(traduzione dal francese).
"Caro Vincenzo,
se pur lunga ed interminabile è pur sempre una gara.
Ed in una gara non si dorme,al massimo si riposa.
Ti ho visto,sai,con la videocamera in mano,euforico,a fare riprese
dell'evento.
Ma devi pensare che tu stesso sei parte di quella gara e quindi
qualcun'altro deve,al limite,farti il filmino.Ma non tu.Tu sei
l'atleta.Hai mai visto atleti con la videocamera in mano durante
una gara?
Preferisci la medaglia da triple finisher o il filmino della gara?
Se preferisci il filmino, l'anno prossimo vieni qui come "support
crew" e non come atleta.
E ora,dimentica questa gara e i tuoi errori e comincia a pensare
alla Lituania.
Hai pensato che 25 ore fossero sufficienti a finire?
Mai dare per scontate le distanze che ci separano dalla finish
line.
In questo momento,seppur crudo e cattivo,io ti parlo come se
fossi tuo padre."
Merci Guy.
Merci mon père.
Il faut que je pense à la Lituanie.

 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace
Foto di willycacace

Racconto dell' " Austria Double Ultra Triathlon".
Le colonne d'Ercole .
Non credo che in gare di questo tipo sia solo la preparazione a fare la differenza. C'è di mezzo una notte da affrontare,possibilmente senza dormire,per cercare di non spezzare il ritmo e di non far affievolire la carica di adrenalina. Ma è la testa che ti porta al giorno successivo,sono le motivazioni più profonde. Lo sport è certamente passione,ma per me soprattutto sfida. L'Ironman distance però,nonostante i miei limiti,cominciava ad essere qualcosa di estremamente controllabile e conoscibile,pur con le mille emozioni che sempre regala. Ecco allora qualcosa di più grande,di incerto,ma proprio per questo affascinante.Per alcuni impossibile,per altri al di fuori della prestazione sportiva e noi alla berlina di una fatica immensa tali da essere considerati "fenomeni da baraccone". Forse,di tutto ciò,solo invidia? Il nostro "circo" andrà avanti. Perché questi fenomeni da baraccone vogliono sfidare se stessi,i propri limiti,e riassaporare certi valori sportivi ed umani che purtroppo cominciano ad essere assenti in certe competizioni che privilegiano ed esasperano solamente l'aspetto agonistico. Consapevoli di questo;di valori che,comunque fosse terminata la nostra prova, avremmo acquisito e di persone speciali che avremmo conosciuto;queste colonne d'Ercole ,a detta di molti insormontabili, abbiamo affrontato con lo stesso spirito di Ulisse quando indicò la strada ai propri uomini: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante,Inferno XXVI 118-120) Giacomo:lasci o raddoppi? La gara è iniziata alle otto di Venerdì 30 Maggio. La prova di nuoto,in una piscina da 50 mt,è scivolata via così come l'acqua sulle nostre mute,stranamente consentite vista l'alta temperatura . Il percorso in bicicletta non ha presentato particolari difficoltà se non la monotonia(22 giri da 16 km)e un po' di caldo e vento contrario. Maritati è partito come un razzo e dopo i primi 180km era in quarta posizione con una velocità media di 37 km/h.Anche l'altro italiano in gara,Eros Bravo viaggiava bene(30 km/h) ed io ero piuttosto soddisfatto della media di 27 km/h che riuscivo a tenere. Ma l'entusiasmo ha giocato a Maritati un brutto scherzo e al termine della prova in bici il mio amico era allo stremo delle forze e mi disse che avrebbe mollato. Gli ho detto che questa decisione era troppo affrettata e sicuramente con qualche ora di riposo l'avrebbe pensata diversamente. Ma dopo circa tre ore di riposo Giacomo non accennava a rimettersi a correre. Non credevo assolutamente ad un suo crollo fisico,e così,gli ho tirato fuori,forse con un po' di cattiveria,alcuni aspetti del suo passato che gli hanno suonato la campana della ripartenza. Come un matto ha iniziato a viaggiare a 4' al km e ha "bruciato" la prima maratona pur avendo dormito per più di tre ore. Eros,invece,ha corso a passo costante,senza mai fermarsi. Anche il cibo,pasta compresa, che ha consumato lo ha fatto in piedi e sempre di corsa. Alla fine,i suoi sforzi e i sei mesi di costante allenamento sono stati ripagati. Non conosco la storia di queste gare ma la sua sesta posizione con 24h 18' può essere il miglio risultato ottenuto da un italiano in gare di ultra triathlon? Io ho corso a ritmo molto lento la prima maratona,dopo essermi riposato per più di un'ora al termine della prova in bici. Al termine dei primi 42 km ho cominciato ad avvertire i primi segnali di sonno e di stanchezza. In quel momento ho commesso un grandissimo errore,non pensando che fermandomi,il sole sarebbe diventato più forte e il caldo infatti ha condizionato enormemente l'ultima parte della gara. Ho dormito ancora per più di un'ora e ho ripreso a correre verso le dieci del mattino. Intanto Giacomo,tra una sosta e l'altra,aveva superato definitivamente la crisi psicologica e stava eliminando pian piano i kilometri che lo separavano dall'arrivo. A circa otto giri dalla fine ho avuto un piccolo mancamento,dovuto sicuramente alla disidratazione. Sono stato trasportato sul lettino e dopo una sosta forzata impostami dal medico di gara ho raggiunto quel traguardo che,per ora,costituisce la mia più grande soddisfazione a livello sportivo. Se ognuno di noi fosse stato da solo,difficilmente avrebbe terminato questa prova. Ad una prima valutazione,gli ottantaquattro giri da un kilometro della doppia maratona ci sono sembrati di una monotonia infernale. Invece è stato un aspetto altamente positivo il poter passare continuamente dal proprio "quartier generale" e potersi riposare e ristorare in qualunque momento. Uomini speciali Quello delle ultra distanze è un ambiente ristretto:si conoscono tutti e ciascun concorrente ha un palmarés impressionante. Tuttavia, il nostro ingresso in questo mondo è stato accolto con molto calore da queste persone:siamo stati invitati a lasciare le competizioni Ironman per dedicarci esclusivamente a gare di questo tipo. Beh,un momento... Ora vogliamo goderci questa bella impresa,ma già stiamo facendo un pensierino al campionato del mondo di "doppio" a fine Agosto in Lituania,dove siamo stati invitati in occasione del cinquecentenario della cittadina di Panevezys,sede della gara. Questi atleti,ma soprattutto questi uomini di grande fatica e di umiltà,ci hanno messo a disposizione tutta la loro esperienza per portare a termine il nostro primo doppio. Esattamente ciò che accade sui campi di gara italiani,dove certi campioni,campioncini o presunti tali,neppure si salutano;invidiosi e timorosi del rivale che potrebbe batterli di qualche minuto. Vai ragasso!! Così mi apostrofava Eros ad ogni giro, per incitarmi. Persona particolare questo friulano forte,tosto e tenace. Di poche parole,ma concreto,come molti della sua terra. Un ringraziamento particolare va a lui,Laura e Giuseppe,il suo equipaggio.L'inesperienza aveva portato me e Giacomo a sottovalutare certe esigenze alimentari ma questi ragazzi fantastici hanno messo a nostra disposizione tutto quanto avevano portato per il loro amico,e vi assicuro che avrebbero potuto sfamare e dissetare altre cinque persone!!! Gente discreta sono questi friulani d'altri tempi. Un'educazione come pochi,una gentilezza squisita che ha dato a me e a Giacomo una spinta in più a continuare. Con una discrezione immensa capivano ogni nostro sguardo e senza mai essere invadenti ci fornivano il loro appoggio. Laura e Giuseppe si sono dati il cambio nel seguirmi per tutti gli otto km finali,e alla fine li ho voluti con me al traguardo,col tricolore in mano,per una foto da finisher che vale moltissimo dal punto di vista umano. In questi ringraziamenti non voglio però dimenticare tutti coloro che raccogliendo l' invito lanciato in chat su Triathlete on line,mi hanno tenuto compagnia,incitato e spronato,soprattutto di notte;aiutandomi a portare a termine quella che nonostante il tempo finale di 33 ore e 17 minuti, per me rimane comunque un'impresa. Sono rimasto estremamente sorpreso dal calore e dagli incitamenti di persone che nemmeno conoscevo:continue telefonate,messaggi,auguri... Ad un certo punto,ho messo il telefonino sotto carica nel furgone che fungeva da postazione base per i rifornimenti:la batteria era finita per le continue chiamate. Le mie batterie,invece,con quei gesti d'affetto,aumentavano la carica.

 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace
Foto di willycacace

Sempre caro mi fu il Mirador del Rio

e Puerto del Carmen,che da tanta parte

dell'ultimo giro di maratona il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando,interminate

strade di là dal Timanfaya,e sovrumani

Sforzi,e profondissima fatica

Io nello sforzo mi fingo;ove per poco

Il cor non si affatica.E come il vento

che soffia su Arrecife,

odo pedalar tra questa lava,io quello

Infinito silenzio alla nuotata vo comparando:e mi sovvien Maritati

E il redivivo Ugo Fabbri,e il buon Faedo

E' vivo,e il sudor di lui.

Così tra questa immensità s'annega lo sforzo mio:

E il pedalar m'è dolce in questa terra.

 

Willy Leopardo Cacace

 

 

L'Ironman per me ha significati particolari che spesso vanno al di là della pura manifestazione sportiva.

Non per questo hanno la pretesa di essere assoluti e più degni rispetto a quelli altrui ma mi permettono di vivere questi avvenimenti in modo sereno,senza pressioni o assilli cronometrici.

Questo fa sì che io riesca a limitare sforzi e fatiche,lasciando spazio alla mente per trovare significati più intensi e motivazioni extra sportive per il raggiungimento di quel traguardo posto a  circa 226 km(3.8+180+42).

Qualcuno mi ha fatto notare che ciò è dovuto anche alle mie scarse qualità atletiche,ma poco mi importa.Ciò che per me conta è la volontà.

Perchè con la volontà,nella vita come nell'ìronman,puoi superare ogni imprevisto e difficoltà.

Cioè dei parametri poco prevedibili e controllabili che spesso fanno saltare certe programmazioni e allenamenti.

Lanzarote è già una gara dai significati particolari sotto l'aspetto tecnico e paesaggistico .Che ci siano vento,salite e fondo stradale "lavico" lo si sa;che faccia caldo pure.Ma come ho già accennato,i valori tecnico-sportivi risultano marginali rispetto a storie di vita speciali,insolite,poco comuni e a valori più umani rispetto ai crudi numeri di una classifica.

Da questo punto di vista sono grato a questo tipo di manifestazione per avermi fatto apprezzare anche il valore dell'amicizia.

L'impresa e la fatica di un amico vale tanto quanto la propria così come la gioia per il raggiungimento del traguardo altrui assomiglia molto ad una soddisfazione personale.

In quest'ottica ho vissuto la delusione di Roberto Guidarelli per una qualifica sfuggitagli per qualche minuto e per una sola posizione di categoria,il rammarico dell'inseparabile Giacomo Maritati per una maratona corsa non al livello delle due ottime prove precedenti,e qualche disappunto da parte di Claudio Faedo per non aver reso al meglio rispetto alle proprie aspettative.

La mia prova è stata,come sempre,lunga e lenta.

Non mi cruccio certamente di questi aspetti e chi mi conosce lo sa.

Sono consapevole dei miei limiti e vivo queste esperienze e queste fatiche con pochissimo stress e solamente per il piacere di esserci e di oltrepassare la finish line in modo sereno e in condizioni psico fisiche che non necessitino dell'intervento di medici,flebo ristoratrici,o cure di qualsiasi altro tipo.

Ma questa volta,lo confesso,ho sofferto e sono stato in apprensione.Non per me ma per l'amico Ugo Fabbri che dopo pochi kilometri in bici aveva spaccato la pedivella.

E questo non lo dico per ingraziarmi simpatie o per buonismo a buon mercato,non è nel mio stile.

L'ho incrociato e mi sono fermato:lo spirito che lo contraddistingue è risaputo e per me è speciale.

Mi ha incitato,dato una spinta per ripartire:strano,eppure era lui ad essere ai box,ma in qualche modo avrebbe cercato aiuto.

Un assistente del servizio bici era in arrivo ma l'incognita era enorme:sarebbe riuscito a sostituire il pezzo e a trovarne uno adattabile al suo mezzo?

Ho scalato il Timanfaya e il Mirador del Rio con questo pensiero,e le mie fatiche erano dedicate un po’ anche ad Ugo.

Una piccola crisi di fame mi ha fermato al 150°:il vento fresco alleviava e attenuava il senso della fatica,ingannando i meccanismi di bisogno energetico e di ristoro.

Sono ripartito dopo una buona mezz'ora di sosta,pronto per la maratona finale.

La velocità di corsa era piuttosto lenta,ma una soddisfazione immensa aveva rinvigorito il mio animo alla vista di Ugo che arrivava in bici.

Lanzarote,in definitiva,dai mille significati e valori.

Non solo un allenamento in vista del doppio Ironman di Neuelebach a fine Maggio e un incremento del palmarès di gare portate a termine.

Ma l'occasione per rafforzare rapporti personali e stringerne di nuovi.

Scoprire che si può anche gioire e soffrire per un amico e non sempre e solo per se stessi.

E se l'Ironman ha innescato in me tutti questi sentimenti posso ritenermi soddisfatto.

Non tanto come sportivo ma come uomo.

Le medaglie e le magliette da finisher possono consumarsi con il tempo.

L'amicizia no.

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace
Foto di willycacace

Ogni intenzione ha un significato particolare. Ogni sforzo,opera,impresa,gesto. E' una passione giocosa, è un buon sentimento, è uno sguardo e un pensiero che non si riposa, è la vita che cade, è la cura del tempo, è una grande possibilità. Non è una sfida, non è una rivalsa, non è la finzione di essere meglio, non è la vittoria,l'applauso del mondo... E' il filo di un aquilone, è un equilibrio sottile, non è cosa me è come, è una questione di stile, non è di molti ma pochi, ma solo di alcuni, è una conquista, è una necessità. Non è per missione, ma nemmeno per gioco... ...non è un dovere dover invecchiare. ...Sentire e fare attenzione, ...è una fissazione, è il mestiere che vivo... di esserne degno è il mio tentativo. Non è la vittoria, l'applauso del mondo, di ciò che succede, il senso profondo.

 
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