Willy Ironman Cacace
Ironman,Ultratriathlon e avventureEmbrun 2003
Cosa rimane dopo aver portato a termine un Ironman?
Non faccio riferimento certamente alla medaglia,alla maglietta o alla classifica dove spesso evidenzio il mio nome in rosso per poi tirarla fuori in qualche momento malinconico o in periodi dove le motivazioni vengono a mancare.
Ecco,in questi momenti è bello ripensare a ciò che l'impresa ha lasciato nella mia mente.
Questi ricordi e queste emozioni sono più vivi e più motivanti di qualsiasi medaglia.
Ed è ciò che rimane.
E il tutto verrà elevato all'ennesima potenza quando penserò all'Isoard.
Alla pioggia mista a nevischio che vi ho incontrato,agli sbalzi di temperatura,alla roccia con la faccia di Fausto Coppi,alla gioia che ho provato una volta in cima.
Lassù,dove i più grandi del ciclismo hanno scritto pagine memorabili di sport e di vita,io mi sono sentito un piccolo piccolo atleta(ma questa è l'evidenza).Ma ho anche preso coscienza,lucido e rinvigorito di emozione,che avrei portato a termine anche l'Embrun Man.
Perchè quell'emozione era troppo bella per essere offuscata dalla fatica o da un ritiro.
Perchè,se pur al buio,sarei arrivato in fondo.
E la notte,e le migliaia di persone disseminate lungo le strade,avrebbero conferito ai miei ricordi qualcosa di magico.
E così è stato.
Quelle cime e quelle salite conferiscono a questa gara dei significati diametralmente opposti all'idea dell'Ironman WTC.
E forse proprio per questo motivo l'Embrunman non entrerà mai in questo circuito:io lo spero vivamente.
Lanzarote e Canada a parte,quasi tutte le gare del circuito WTC sono studiate(bene) a tavolino e organizzate secondo dettami che le possano conferire un alto grado di spettacolarità:diversi giri in bici e percorsi non particolarmente impegnativi,maratone completamente piatte e addirittura distanze più corte.
Per questa serie di motivi amerò per sempre l'Embrunman:lì il percorso in bici è il medesimo di una tappa del Tour e la maratona è piena di saliscendi.
Fermo restando che non è il nuoto a fare la differenza,le due frazioni rimanenti non sono studiate la prima in funzione della seconda.
In quest'ottica,l'atleta finisher ad Embrun può pensare a qualsiasi tipo di competizione.
Lo affermo dopo aver portato a termine doppi e tripli Ironman:la fatica di gare come Embrun e Valais non ha eguali.
E poi,a Ferragosto cosa c’è di meglio da fare??
Al mio fianco c’era Claudio,uno dei pochi triathleti italiani ad aver portato a termine l’Embrunman per ben sette volte.
Claudio,a mio giudizio,incarna perfettamente lo spirito dell’uomo “estremo”.
Nel suo curriculum spiccano anche sei partecipazioni all’Ironman Lanzarote:insomma,non è uno a cui non piace soffrire in salita.
Ma ciò per cui io lo ammiro molto è la sua visione “ampia” della sfida sportiva.
Non solo Ironman,non solo maratone,non solo Marathon des Sables:Claudio ha attraversato la Siria e il Libano in solitaria.
Correndo da solo,dormendo sotto i cespugli,mangiando e bevendo chiedendo “l’elemosina” nelle case,ai passanti,ai pastori.
Partito all’avventura,al di fuori di ogni schema e di ogni competizione.
Solo,a sfidare le difficoltà ma soprattutto a conoscere se stesso.
Nella lista delle persone che stimo maggiormente,al Passero e a Giacomo,si è unito questo piemontese d’altri tempi.
Vero come pochi.
What remains after to have finished an Ironman race? I do not
make reference sure about the medal, to the T-shirt or to classifies
where often I evidence my name in red in order then pulling it outside
in some melancholic moment or periods where the motivations come to
lack. Here, in these moments it is beautiful to rethink at what the
enterprise has left in my mind. These memories and these emotions are
alive and more motivating than whichever medal. And this is what that
remains. And all it will come elevated to an extreme power when I’ll
think to the Isoard Hill. To the mixed rain to sleet that I have met on the top, to the jolts of temperature, the cliff with the face of the
Fausto Coppi, to the joy that I have tried once in top. There,
where largest of the cycling memorable pages of sport and life have
written, I have felt a very little athlete(but this is the evidence).But also I have taken conscience, polish and gained of
emotion, that I would have finished also the Embrun Man. Why
that emotion was too much beautiful for being dimmed from the hard
work or a withdrawal. Why, if also in to the darkness, I would have arrived to the finish line. And the night, and the thousands of persons scattered along
the roads, would have conferred to my memories something of magical.
And therefore it has been. Those tops and those climbs confer to this
contest a meaning diametrically opposite to the idea of Ironman
WTC. And perhaps just for this reason the Embrunman will not enter
never in this circuit:I hope so lively. Lanzarote and Canada to
part, nearly all the contests of circuit WTC are well planned and organized according to it dictates quite that a
high degree just as a show can confer them to:some turns biking and distances not particularly engaged , marathons
completely flat and shorter distances. For this series of reasons I
will love in order always the Embrunman:there the bike distance is
the same one of a stage of the Tour and the marathon it is full of up and down hill. Detention remaining that it is not the swim to make the
difference, the two remaining fractions are not studied before in
function of the second one. In this optical, the athlete finisher to
Embrun can think next to whichever type of competition. I assert after
to have finished double and triple Ironman:hard work of
contests as Embrun and Valais do not have equal. And then, on 15th of August what else better is it to do?
With me there was Claudio,
one of the few italian triathletes to have finished Embrunman in order seven times. Claudius, to my judgment,
incarnates perfectly the spirit of an extreme man.
In his
curriculum there are also six participations to Ironman
Lanzarote:anyway, he is not one to which does not appeal to suffer
in climb. But that for which I admire him a lot is his vision
of the sport challenge. Not only Ironman, not only
some marathons, not only Marathon DES Sables:Claudio has crossed Syria
and the Lebanese in solitary. Running alone, sleeping under the
bushes, eating and drinking asking for some food in the
houses, to passing, the shepherds. Starting to adventure, to outside
of every outline and every competition. Only, to defy the difficulties
but above all to know himself. In the list of the persons who I
estimate mainly, to Sergio and Giacomo, one has joined this
man of Piemonte that looks like born in ancient times.But he is true as few men.
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Salto Triplo.
Il triplo Ironman di Lensahn nasce da una frase detta senza
troppa convinzione al termine del doppio di Neulengbach:"L'anno
prossimo proveremo il triplo".
E siccome la testa che abbiamo è la stessa(eufemismo spicciolo
che sta ad indicare un medesimo modo di pensare)dopo qualche
giorno Giacomo mi ha chiamato e a bruciapelo ha detto:"E perchè
non quest'anno?".
Così abbiamo cancellato le iscrizioni a Klagenfurt e Zurigo e ci
siamo immersi totalmente nell'ambiente della IUTA(International Ultra
Triathlon Association)con i suoi personaggi e protagonisti dal
palmarès incredibile e dalle storie di vita altrettanto particolari.
Ma tutto ciò non ha tolto a queste persone la carica umana,la
simpatia,l'umiltà e la voglia di mettersi a disposizione dei neofiti
per condurli a traguardi posti là,a trenta,quaranta o cinquanta ore
di fatica consecutive.
Per il sottoscritto però,l'esperienza ed i consigli non hanno
inciso;seppelliti da un periodo di stanchezza psico-fisica dovuta
ad una serie di motivazioni(lavorative,personali,ecc).
Così al triplo di Lensahn,pur avendo a disposizione 24 ore per
correre la parte finale della gara(le tre maratone,ovvero 127
km)non ce l'ho fatta:sfiaccato,assonnato,stanco e
presuntuoso,ho dormito più del dovuto.
In questo modo i muscoli si sono raffreddati,il corpo ha recepito il
segnale che lo sforzo era finito e la ripartenza è stata più dura del
previsto e di una superficiale credenza popolare che potrebbe
attribuire ad un riposo maggiore una ritrovata prestanza
muscolare e psicologica.
Alla fine ho portato a termine la gara,oltrepassando però il tempo
limite.
Così sono stato considerato "finisher",ma a livello di classifica e
di regole IUTA questo sforzo immenso è stato omologato come
"doppio ironman" soltanto.
Il mio rammarico è mitigato,in parte,dalla grande prova di
Giacomo e dalla tenacia con la quale Eros ha portato a termine
la prova.
Il pugliese è giunto sedicesimo assoluto,43 ore ininterrotte di
gara:mai un riposo più lungo di 5 minuti ed una determinazione
invidiabile.
Concentrato al punto da parlare pochissimo durante la gara e da
non voler accettare la minima distrazione.
Il friulano,non certo in forma come a Neulengbach,ha trovato
comunque le motivazioni(dall'oggi al domani)per seguirci in
Germania e per riformare il trio presente in Austria due mesi fa.
Questa esperienza mi servirà a breve termine(fine Agosto per la
precisione)per non sottovalutare mai certi impegni e certe
distanze.Anche se gli Ironman portati a termine sono tanti,le
ultradistanze hanno meccanismi e tempi molto diversi e ciò che
conta non è la velocità ma il rimanere svegli.
La gara:
siamo arrivati a Lensahn dopo aver percorso 1500 km in
macchina,con partenza da Desenzano(dove abito).A questi km
bisogna aggiungere i 1050 che Giacomo ha percorso per arrivare
da Lecce a casa mia.
Un buon sonno ristoratore nel pomeriggio ci consegna "carichi"
alla cerimonia di presentazione,dove ritroviamo Eros,il "ragasso"
di Udine.Si è iscritto al triplo dopo aver visto i nostri nomi nella
"starterlist" e non si è voluto tirare indietro.
Ora cercheremo di convincerlo a venire in Lituania,azione
intrapresa,peraltro,nei confronti di un altro grandissimo ironman
finisher:Claudio Faedo.
Un buon pasta party ci fornisce le energie necessarie e poi subito
a letto.Una strana sensazione ci pervade al contatto con il
materasso:dopo la gara,per reciproci problemi di lavoro,dovremo
rientrare subito.
Chissà quando,ci chiediamo,rivedremo un letto.
La risposta l'avremmo avuta poi nei giorni successivi:per me
lunedì sera,per Giacomo...martedì mattina.
Nel frattempo solamente micro-sonni di venti minuti nelle aree di
servizio(durante il viaggio) e piccoli riposi durante la gara.E' stata
qui la differenza tra me e Giacomo:io ho dormito,lui ha solo
riposato.
Il nuoto scorre via senza problemi per tutti e tre e si inizia il primo
dei 46 giri da 11.6 km.
Ad ogni giro il nostro equipaggio ,composto da AnnaRosa(moglie
di Giacomo)Anna(mia madre)e Tania(amica di Eros)ci fornisce
tutto ciò di cui abbiamo bisogno,sobbarcandosi una notte
insonne per seguirci in macchina lungo il percorso(le regole della
gara impongono una vettura di supporto).
Eros Bravo è un po' meno brillante di due mesi fa,ma sempre
tenace e deciso.
Scherzandoci sopra,io e Giacomo gli abbiamo fatto notare che
ciò è dovuto a Tania,che lui continua a definire " un'amica".
Sarà...
La notte è lunga e la nostra determinazione viene messa a dura
prova dalla pioggia:mai forte,ma continua e noiosa.
L'alba ci consegna alla seconda giornata di gara e ci fa
pregustare la fine della prova in bici ma per il sottoscritto
mancano ancora 230 km e l'alternanza sole-pioggia(nel nord
Europa è così)mi fa innervosire:continui cambiamenti di
abbigliamento e troppe soste i motivi per cui scendo dalla bici
alle 15 di Sabato.
In quel momento,come già accennato,la troppa sicurezza di
avere a disposizione 25 ore per terminare la gara mi fa
commettere errori imperdonabili:lunghi riposi,troppo cibo,corsa a
tratti troppo veloce(considerate le distanze),illusione di avere già
al collo la medaglia da "triple finisher).
Ma soprattutto poca,pochissima concentrazione.
Guy Rossi,veterano e leggenda vivente di queste
manifestazioni,alla fine della gara mi fa notare molti degli errori
commessi,da lui osservati in silenzio e mai ripresi,per
rispetto,durante la gara stessa.
Ha notato i miei giri a 5' al km,alcuni addirittura con la
videocamera in mano,e alla fine,crudo ma veritiero,mi ha
snocciolato uno ad uno i motivi del mio ritardo finale.
Così parlò Guy:(traduzione dal francese).
"Caro Vincenzo,
se pur lunga ed interminabile è pur sempre una gara.
Ed in una gara non si dorme,al massimo si riposa.
Ti ho visto,sai,con la videocamera in mano,euforico,a fare riprese
dell'evento.
Ma devi pensare che tu stesso sei parte di quella gara e quindi
qualcun'altro deve,al limite,farti il filmino.Ma non tu.Tu sei
l'atleta.Hai mai visto atleti con la videocamera in mano durante
una gara?
Preferisci la medaglia da triple finisher o il filmino della gara?
Se preferisci il filmino, l'anno prossimo vieni qui come "support
crew" e non come atleta.
E ora,dimentica questa gara e i tuoi errori e comincia a pensare
alla Lituania.
Hai pensato che 25 ore fossero sufficienti a finire?
Mai dare per scontate le distanze che ci separano dalla finish
line.
In questo momento,seppur crudo e cattivo,io ti parlo come se
fossi tuo padre."
Merci Guy.
Merci mon père.
Il faut que je pense à la Lituanie.
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Sempre caro mi fu il Mirador del Rio
e Puerto del Carmen,che da tanta parte
dell'ultimo giro di maratona il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando,interminate
strade di là dal Timanfaya,e sovrumani
Sforzi,e profondissima fatica
Io nello sforzo mi fingo;ove per poco
Il cor non si affatica.E come il vento
che soffia su Arrecife,
odo pedalar tra questa lava,io quello
Infinito silenzio alla nuotata vo comparando:e mi sovvien Maritati
E il redivivo Ugo Fabbri,e il buon Faedo
E' vivo,e il sudor di lui.
Così tra questa immensità s'annega lo sforzo mio:
E il pedalar m'è dolce in questa terra.
Willy Leopardo Cacace
L'Ironman per me ha significati particolari che spesso vanno al di là della pura manifestazione sportiva.
Non per questo hanno la pretesa di essere assoluti e più degni rispetto a quelli altrui ma mi permettono di vivere questi avvenimenti in modo sereno,senza pressioni o assilli cronometrici.
Questo fa sì che io riesca a limitare sforzi e fatiche,lasciando spazio alla mente per trovare significati più intensi e motivazioni extra sportive per il raggiungimento di quel traguardo posto a circa 226 km(3.8+180+42).
Qualcuno mi ha fatto notare che ciò è dovuto anche alle mie scarse qualità atletiche,ma poco mi importa.Ciò che per me conta è la volontà.
Perchè con la volontà,nella vita come nell'ìronman,puoi superare ogni imprevisto e difficoltà.
Cioè dei parametri poco prevedibili e controllabili che spesso fanno saltare certe programmazioni e allenamenti.
Lanzarote è già una gara dai significati particolari sotto l'aspetto tecnico e paesaggistico .Che ci siano vento,salite e fondo stradale "lavico" lo si sa;che faccia caldo pure.Ma come ho già accennato,i valori tecnico-sportivi risultano marginali rispetto a storie di vita speciali,insolite,poco comuni e a valori più umani rispetto ai crudi numeri di una classifica.
Da questo punto di vista sono grato a questo tipo di manifestazione per avermi fatto apprezzare anche il valore dell'amicizia.
L'impresa e la fatica di un amico vale tanto quanto la propria così come la gioia per il raggiungimento del traguardo altrui assomiglia molto ad una soddisfazione personale.
In quest'ottica ho vissuto la delusione di Roberto Guidarelli per una qualifica sfuggitagli per qualche minuto e per una sola posizione di categoria,il rammarico dell'inseparabile Giacomo Maritati per una maratona corsa non al livello delle due ottime prove precedenti,e qualche disappunto da parte di Claudio Faedo per non aver reso al meglio rispetto alle proprie aspettative.
La mia prova è stata,come sempre,lunga e lenta.
Non mi cruccio certamente di questi aspetti e chi mi conosce lo sa.
Sono consapevole dei miei limiti e vivo queste esperienze e queste fatiche con pochissimo stress e solamente per il piacere di esserci e di oltrepassare la finish line in modo sereno e in condizioni psico fisiche che non necessitino dell'intervento di medici,flebo ristoratrici,o cure di qualsiasi altro tipo.
Ma questa volta,lo confesso,ho sofferto e sono stato in apprensione.Non per me ma per l'amico Ugo Fabbri che dopo pochi kilometri in bici aveva spaccato la pedivella.
E questo non lo dico per ingraziarmi simpatie o per buonismo a buon mercato,non è nel mio stile.
L'ho incrociato e mi sono fermato:lo spirito che lo contraddistingue è risaputo e per me è speciale.
Mi ha incitato,dato una spinta per ripartire:strano,eppure era lui ad essere ai box,ma in qualche modo avrebbe cercato aiuto.
Un assistente del servizio bici era in arrivo ma l'incognita era enorme:sarebbe riuscito a sostituire il pezzo e a trovarne uno adattabile al suo mezzo?
Ho scalato il Timanfaya e il Mirador del Rio con questo pensiero,e le mie fatiche erano dedicate un po’ anche ad Ugo.
Una piccola crisi di fame mi ha fermato al 150°:il vento fresco alleviava e attenuava il senso della fatica,ingannando i meccanismi di bisogno energetico e di ristoro.
Sono ripartito dopo una buona mezz'ora di sosta,pronto per la maratona finale.
La velocità di corsa era piuttosto lenta,ma una soddisfazione immensa aveva rinvigorito il mio animo alla vista di Ugo che arrivava in bici.
Lanzarote,in definitiva,dai mille significati e valori.
Non solo un allenamento in vista del doppio Ironman di Neuelebach a fine Maggio e un incremento del palmarès di gare portate a termine.
Ma l'occasione per rafforzare rapporti personali e stringerne di nuovi.
Scoprire che si può anche gioire e soffrire per un amico e non sempre e solo per se stessi.
E se l'Ironman ha innescato in me tutti questi sentimenti posso ritenermi soddisfatto.
Non tanto come sportivo ma come uomo.
Le medaglie e le magliette da finisher possono consumarsi con il tempo.
L'amicizia no.
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