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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 08 Dicembre 2004 da willycacace

Sempre caro mi fu il Mirador del Rio

e Puerto del Carmen,che da tanta parte

dell'ultimo giro di maratona il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando,interminate

strade di là dal Timanfaya,e sovrumani

Sforzi,e profondissima fatica

Io nello sforzo mi fingo;ove per poco

Il cor non si affatica.E come il vento

che soffia su Arrecife,

odo pedalar tra questa lava,io quello

Infinito silenzio alla nuotata vo comparando:e mi sovvien Maritati

E il redivivo Ugo Fabbri,e il buon Faedo

E' vivo,e il sudor di lui.

Così tra questa immensità s'annega lo sforzo mio:

E il pedalar m'è dolce in questa terra.

 

Willy Leopardo Cacace

 

 

L'Ironman per me ha significati particolari che spesso vanno al di là della pura manifestazione sportiva.

Non per questo hanno la pretesa di essere assoluti e più degni rispetto a quelli altrui ma mi permettono di vivere questi avvenimenti in modo sereno,senza pressioni o assilli cronometrici.

Questo fa sì che io riesca a limitare sforzi e fatiche,lasciando spazio alla mente per trovare significati più intensi e motivazioni extra sportive per il raggiungimento di quel traguardo posto a  circa 226 km(3.8+180+42).

Qualcuno mi ha fatto notare che ciò è dovuto anche alle mie scarse qualità atletiche,ma poco mi importa.Ciò che per me conta è la volontà.

Perchè con la volontà,nella vita come nell'ìronman,puoi superare ogni imprevisto e difficoltà.

Cioè dei parametri poco prevedibili e controllabili che spesso fanno saltare certe programmazioni e allenamenti.

Lanzarote è già una gara dai significati particolari sotto l'aspetto tecnico e paesaggistico .Che ci siano vento,salite e fondo stradale "lavico" lo si sa;che faccia caldo pure.Ma come ho già accennato,i valori tecnico-sportivi risultano marginali rispetto a storie di vita speciali,insolite,poco comuni e a valori più umani rispetto ai crudi numeri di una classifica.

Da questo punto di vista sono grato a questo tipo di manifestazione per avermi fatto apprezzare anche il valore dell'amicizia.

L'impresa e la fatica di un amico vale tanto quanto la propria così come la gioia per il raggiungimento del traguardo altrui assomiglia molto ad una soddisfazione personale.

In quest'ottica ho vissuto la delusione di Roberto Guidarelli per una qualifica sfuggitagli per qualche minuto e per una sola posizione di categoria,il rammarico dell'inseparabile Giacomo Maritati per una maratona corsa non al livello delle due ottime prove precedenti,e qualche disappunto da parte di Claudio Faedo per non aver reso al meglio rispetto alle proprie aspettative.

La mia prova è stata,come sempre,lunga e lenta.

Non mi cruccio certamente di questi aspetti e chi mi conosce lo sa.

Sono consapevole dei miei limiti e vivo queste esperienze e queste fatiche con pochissimo stress e solamente per il piacere di esserci e di oltrepassare la finish line in modo sereno e in condizioni psico fisiche che non necessitino dell'intervento di medici,flebo ristoratrici,o cure di qualsiasi altro tipo.

Ma questa volta,lo confesso,ho sofferto e sono stato in apprensione.Non per me ma per l'amico Ugo Fabbri che dopo pochi kilometri in bici aveva spaccato la pedivella.

E questo non lo dico per ingraziarmi simpatie o per buonismo a buon mercato,non è nel mio stile.

L'ho incrociato e mi sono fermato:lo spirito che lo contraddistingue è risaputo e per me è speciale.

Mi ha incitato,dato una spinta per ripartire:strano,eppure era lui ad essere ai box,ma in qualche modo avrebbe cercato aiuto.

Un assistente del servizio bici era in arrivo ma l'incognita era enorme:sarebbe riuscito a sostituire il pezzo e a trovarne uno adattabile al suo mezzo?

Ho scalato il Timanfaya e il Mirador del Rio con questo pensiero,e le mie fatiche erano dedicate un po’ anche ad Ugo.

Una piccola crisi di fame mi ha fermato al 150°:il vento fresco alleviava e attenuava il senso della fatica,ingannando i meccanismi di bisogno energetico e di ristoro.

Sono ripartito dopo una buona mezz'ora di sosta,pronto per la maratona finale.

La velocità di corsa era piuttosto lenta,ma una soddisfazione immensa aveva rinvigorito il mio animo alla vista di Ugo che arrivava in bici.

Lanzarote,in definitiva,dai mille significati e valori.

Non solo un allenamento in vista del doppio Ironman di Neuelebach a fine Maggio e un incremento del palmarès di gare portate a termine.

Ma l'occasione per rafforzare rapporti personali e stringerne di nuovi.

Scoprire che si può anche gioire e soffrire per un amico e non sempre e solo per se stessi.

E se l'Ironman ha innescato in me tutti questi sentimenti posso ritenermi soddisfatto.

Non tanto come sportivo ma come uomo.

Le medaglie e le magliette da finisher possono consumarsi con il tempo.

L'amicizia no.

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