Ricordi d'infanzia
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Appunto: eccoci alle medie.
Che brutto, il giorno prima ero beatamente in vacanza in Toscana ed il giorno dopo catapultato a Ravenna.
Si, avete capito bene: Ravenna. Per un romano di 10 anni (quasi 11) ritrovarsi a Ravenna fu sconvolgente. Non ero pronto a tutto quello che trovai, soprattutto non ero preparato alle scuole medie.
Vi ho già detto che la mia 5^ elementare fu un po' un disastro: andavo a scuola raramente e alla fine imparai ben poco. Così annaspai davvero come un disperato per cercare di emergere dalla "fogna" in cui mi ero buttato da solo.
Devo tutto ad una persona: la Professoressa Maria Maddalena Baioni Benini (non ridete: si chiamava davvero così!).
Diceva che ero simpatico, impreparato ma simpatico. Già allora feci capire quali fossero i miei interessi: l'unico libro che presi dalla biblioteca scolastica fu un volumone con tutte le prime storie di Batman a fumetti, mentre l'unico voto decente (anzi, buono) lo presi per un tema fatto su Schultz e, in particolare, su Snoopy.
Insomma, i fumetti stavano prepotentemente entrando nella mia vita.
Bando alle ciance, però (di questo avrò modo di parlarne più avanti). Dicevamo le medie.
La prima media fu un massacro. Non sapevo nulla di storia, di geografia, di italiano!!!! (però anche con la matematica avevo dei problemini...).
Soprattutto c'era una materia che odiavo davvero: FRANCESE! (ancora! Già avevo sofferto da morire alle elementari, quando me lo facevano studiare al pomeriggio). Io dico: se avevo chiesto di fare inglese, perché mi ritrovai a fare francese? EKKEPPALLE!!!
Io credo che sia per questo motivo che odio da morire la francia (si, con la MINUSCOLA!) ed i francesi per quanto adoro l'Inghilterra (in particolare una piccola cittadina del nord: York).
Insomma, il primo anno me la scampai per il rotto della cuffia. Promosso con una sufficienza risicata. Il secondo, invece, fu anche peggio!
L'unica cosa di bello che successe quell'anno fu che la nostra classe vinse il Secondo premio al concorso sui giornalini di classe istituito dal settimanale "Il Giornalino".
Io scrissi un articoletto ed una poesiola in stile "Trilussa", che naturalmente passarono inosservati. Ecco una cosa che davvero mi fa incacchiare: che quel che faccio non venga apprezzato. E' un limite del mio carattere, chiedo venia.
Anche quell'anno venni promosso con una sufficienza al limite (qualche compagnuccio cominciava a pensare che avessi qualche Santo in Paradiso. Lo comincio a credere anche io).
Il terzo anno fu quello degli esami. Ormai avevamo cominciato ad intraprendere un discorso legato al giornalismo e così ci ritrovammo, come tema d'esame, un titolo come "Intervista a...".
Tutti si "arrabbattarono" a fare interviste a grandi personaggi, scienziati, uomini politici, inventando domande e risposte.
Io ebbi, invece, uno dei miei classici "insight": feci, in chiave quasi comica e comunque in stile parodia, un'intervista alla mia Prof di Italiano, la famosa Benini di cui sopra. Lei mi confessò che all'inizio non apprezzò ma che, anzi, voleva bocciarmi. Poi il Presidente esterno della commissione le fece notare che la mia, invece, era stata un'idea geniale. Lei lo rilesse con meno astio e così cambiò idea e mi promosse.
Ma dopo questa sterile cronaca del periodo che va dai miei 10 anni e mezzo ai 13 anni e mezzo, vorrei entrare nello specifico di alcuni episodi.
Prima di tutto i personaggi. Mi ricordo di compagni come Gianluigi Diana, Michele Morigi, Gianluca Gatta, Marco Sale, Daniele Garotti e compagne come Agata Siboni (Agata te lo confesso: sono sempre stato segretamente innamorato di te!), Cristina Pasini, Giovanna Biondi (che mia mamma era convinta che fosse innamorata di me, ma non era vero), Benedetta Vitali, Simona Secchi, Francesca Brandolini, Claudia Muratori e altri ed altre che non mi ricordo proprio. Devo confessare che per vie traverse ho anche perso le foto scolastiche così non ho modo di sapere chi altri c'era.
Ho rivisto successivamente giusto Agata, Gianluca (che stava in parrocchia con me), una volta di sfuggita Diana, ma gli altri non li ho più visti. Invece mi farebbe davvero piacere una mezza rimpatriata. Agata ebbe una bimba appena maggiorenne che, paradossalmente, era amica di mia nipote Arianna.
In prima media quello che mi fece incacchiare davvero fu la mole di compiti che ci davano (che mi annientavano), ma per il resto andò bene. Anche la gita scolastica fu carina, anche se già allora dimostravo tutta la mia imbranataggine (ahh, avessi avuto l'esperienza di ora a 11 anni, sai come le facevo soffrire tutte quelle ragazzine!!! Mi rifarò con mio figlio, a cui darò qualche dritta...), così mentre gli altri miei compagni "pomiciavano" come mandrilli, io stavo al palo seduto accanto alle Professoresse... che sfigato!
In seconda, anno del Giornalino scolastico, quel che mi fece incacchiare fu che, anche se non mi piaceva il francese, c'era la possibilità di segnalarsi per il famoso "amico di penna" straniero. Io lo feci e la risposta della prof (la odiai e la odierò per sempre!) fu "ma se sei così impedito con la lingua!!! Ci faresti fare solo brutta figura!".
Ora, cara prof, che mi scrivo con persone di tutto il mondo, dal Kenya allo Sry Lanka, dagli Stati Uniti ad Hong Kong, beh, ora che mi dice? Si, sono polemico!
In terza media, invece, ero incacchiato del fatto che ogni volta che si organizzavano partite a pallone o si giocava nell'ora di Educazione Fisica io facevo sempre la riserva delle riserve. Maledetti!
Scoprii poi che i miei compagni mi prendevano in giro per la mia sfrenata fantasia. Giocavo con tutto quello che avevo sotto mano, fossero anche solo le mani! Però, cari compagnucci, la mia fantasia sfrenata mi ha aiutato tanto nella vita, ve lo assicuro. Se non altro alle volte (e lo dice anche mia moglie) trovo soluzioni "fantasiose" a problematiche pratiche e lei stessa non sa da dove mi escano certe idee.
Comunque quel periodo fu abbastanza tranquillo. Si, un po' conflittuale perché mi sentivo un po' discriminato perché romano, ma ripensandoci ora... 'STI CAxxI!!!!! Stavo bene e mi sono divertito, questa è la cosa più importante.
Però per colpa di mia mamma e della Benini che le disse che facevo il lavativo a scuola mi persi un po' di cose, tipo la festa di compleanno di Agata (quanto piansi quel giorno dove, mentre i miei amichetti si divertivano, io stavo a casa a fare "narrativa") e la gita scolastica.
Anche perché, come dice mia sorella, "quando non ci stai tu è sempre la volta in cui succedono le cose più belle e divertenti"; che verità!!!
Vabbé, ora vi lascio. alla prox con le superiori (poco da ridere ma tanto da sognare con il primo vero amore).
Wolf
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