Wonderfulchet - jazz

Waits'voice...


Nessuno nella mia famiglia fa seriamente parte del mondo dello spettacolo, ma vi furono due tra tutti i miei parenti che lasciarono una impronta in un certo senso indelebile su di me, quando ero ragazzo: lo zio Vernon e lo zio Robert. Da bambino ho sempre odiato il suono della mia voce. Ho sempre desiderato che suonasse più simile a quella di mio zio Vernon, che aveva una voce ruvida e stridula. Qualunque cosa dicesse lo zio Vernon sembrava importante, e dovevi capirla al primo colpo perché nessuno si sarebbe azzardato a chiedergli di ripeterla. Per caso, venni a conoscenza del fatto che lo zio Vernon da bambino aveva subito un'operazione alla gola e i dottori gli avevano lasciato dentro un paio di forbicine e della garza, quando lo ricucirono. Anni dopo, a un cenone di Natale, lo zio Vernon stava per soffocare tentando di disincagliare un fagiolino vagante, e tossì fuori la garza e le forbicine. Ecco come lo zio Vernon ottenne quella voce, ed ecco da dove presi la mia, cercando di farla somigliare alla sua. La domenica, eravamo soliti andare a trovare lo zio Robert, che faceva l'organista in una chiesa metodista a La Verne, in California. Lo zio Robert aveva questo organo a canne in casa sua che finiva dritto sul tetto. Quando suonava, impastava tutte le note insieme come tanti pastelli scaldati e sciolti e la casa tremava tutta quanta. Ricordo che casa sua era un gran casino: vestiti ovunque, letto perennemente sfatto. "Così, questo è il mondo dello spettacolo", mi dissi. Chiesi a mia madre perché non potevo tenere anch'io la mia camera come quella dello zio Robert. "Tom, tuo zio Robert è cieco", mi rispose. © Tom Waits