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Questo blog è l'evoluzione, o meglio, il seguito di:TUTTO DI BLUES. Buon proseguimento!

 

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IL FIATO DEL BLUES

Nella musica rock, country, e soprattutto blues, c'è uno strumento che come nessun altro evoca stati d'animo e visioni differenti tra di loro: tristezza e gioia di vivere, sconfinate ed assolate praterie, atmosfere campestri e paesaggi metropolitani…amici, sto parlando dell'armonica a bocca!
La prima ditta costruttrice di tale strumento musicale è stata la tedesca HOHNER, fondata nel lontano 1857 da Matthias Hohner, nel piccolo villaggio di Trosingen.
Già nel 1865 si ha il primo riconoscimento ufficiale per la singolare produzione di Herr Matthias: un premio in occasione della mostra internazionale di musica di quell' anno. Seguono altri premi in Belgio, a Stoccarda, a Vienna, a Philadelphia e a Chicago, che forse anche per questo lontano "evento" diventerà con gli anni la vera capitale del Blues….
Nel 1887 la produzione di armoniche Hohner supera il milione di pezzi e verso la fine dell'ottocento c'è il gran balzo verso il mercato d'oltreoceano.
Nei primi anni del novecento sono già trecento i vari tipi di armonica a bocca, la produzione aumenta sensibilmente, ed è per questi motivi che al piccolo villaggio di Trosingen viene conferito un riconoscimento veramente di prestigio: la denominazione di città!
Negli anni trenta la Hohner apre la prima scuola di musica e fonda la prima orchestra di armoniche a bocca che girerà in lungo e in largo l'intero globo.
Gli anni cinquanta e sessanta segnano il "boom" dello strumento, soprattutto per il diffondersi di una nuova musica che attinge fortemente dalla tradizione etno nero-americana: il rock&roll.
Gruppi entrati giustamente nella leggenda della musica moderna come i Beatles e i Rolling Stones hanno usato nelle loro primissime produzioni d'esordio l'armonica, ed addirittura il primo 45 giri del quartetto di Liverpool nell'ottobre del 1962 -"Love me do "- aveva un particolare ed orecchiabile "riff". Forse per primi avevano intuito quanto fosse importante questo piccolissimo strumento che arrivava subito alle orecchie ed al cuore degli ascoltatori!
I Rolling Stones, che hanno preso il loro nome da un vecchio successo del padre del Blues, Muddy Waters, da sempre ancorati alla radice nera del blues, hanno continuato ad usare nei loro dischi e dal vivo l'armonica, suonata sempre in modo semplice e particolare dal loro front man e leader indiscusso Mick Jagger. Un esempio tra tutti il loro successo mondiale "I miss you" del 1978 nel quale figura nientemeno che il grande musicista chicagoano Sugar Blue, già accompagnatore del mitico bluesman Willie Dixon.
Ovviamente la storia dell'armonica non finisce in quegli anni, e va avanti sicura, basta fare mente locale per accorgersi che molti successi di quel fortunato ventennio hanno un minimo comune denominatore: l'armonica a bocca.
Sto parlando di grandi personaggi musicali come Bob Dylan, Neil Young, Stevie Wonder, i Doobie Brothers, John Mayall, Van Morrison e i Them…ma citarli tutti è impossibile, come difficile sarebbe elencare tutti i film, telefilm, video pubblicitari e documentari dove il sottofondo è affidato all'armonica a bocca.
Il successo di questo strumento è legato, anche ad un fattore di comodità, duttilità di utilizzo e prezzo: con una spesa davvero minima è assicurata un'autonomia di parecchie ore di divertimento e buona musica, a patto che le lamelle interne -il cuore dello strumento- non subiscano piegamenti, determinando così la scordatura dell'armonica..

 

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LA STORIA

LA STORIA DEL BLUES

Introduzione
Il blues è la musica tradizionale popolare afroamericana sviluppatasi verso la seconda metà dell'Ottocento sulla base dei canti di lavoro degli schiavi neri impiegati nelle piantagioni di cotone del Sud degli Stati Uniti.
Questo genere musicale, conobbe grande fortuna nel corso del XX secolo e fu all’origine di molti generi appartenenti alla tradizione nera come il jazz, il rhythm and blues e il rock 'n' roll. Fin dalla sua comparsa, individuata nel periodo successivo alla guerra di secessione americana, durante la costruzione del nuovo stato federale, il blues riflette la storia e la cultura dell’America nera. Nato nelle zone agrarie povere del Sud, il blues percorse strade che determinarono il suo spostamento verso le metropoli settentrionali durante i primi anni del Novecento, in parallelo a un massiccio fenomeno di immigrazione interna provocata dalla ricerca di nuove opportunità lavorative in zone più ricche da parte di numerosi braccianti neri in cerca di fortuna. Direttamente ancorato alla musica africana tradizionale, il blues nacque come espressione dei travagli della dura esistenza dei neri afroamericani. I testi impiegati in molti brani trattano prevalentemente di vicende imperniate sulle asprezze della vita, nonché sulle tribolazioni sentimentali, spesso metafore di una profonda insoddisfazione esistenziale. Il termine stesso di blues significa in inglese “malinconia” e “tristezza”, ma non solo questo. La parola blues ingloba una vasta serie di emozioni ritualizzate, che comprendono anche il carattere umoristico, spesso salace e ironico. Ci sono infine blues celebri che trattano di eventi storici o significativi per la collettività, come Rising High Water Blues di Blind Lemon Jefferson, che descrive la tragedia dell’alluvione del Mississippi nel 1927, o 34 Blues di Charley Patton, ispirato al dramma della Grande Depressione.

 

 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

Roberto Ciotti
Luogo di nascita: Roma
Data di nascita: 1953

Strumento: Chitarra

Nato a Roma nel 1953, comincia a suonare la chitarra a 12 anni dedicandosi subito al rock-blues elettrico.
Dal '70 al '72 fa parte del gruppo jazz-rock romano "Blue Morning" con Maurizio Gianmarco al sax tenore. Dopo questa esperienza si mette in luce come session man lavorando con Francesco De Gregori e con Edoardo Bennato che accompagna nelle esibizioni dal vivo fino al 1977. Già dal 1972 si dedica allo studio dell'acustica Dobro e del Delta Blues cominciando a cantare e a comporre. Ha partecipato a tutti i principali festivals Blues in Italia ed in Europa ed ha suonato con Brian Auger, Jerry Ricks, Lousiana Red, Mat "Guitar" Murphy, Willie Littlefield, Jimmy Witherspoon. Nel 1989 gli è stata assegnata la targa "Sanremo Blues" nell'ambito del Festival Internazionale del Blues d'Autore. Nel 1980 ha aperto i concerti di Bob Marley allo stadio S. Siro di Milano e allo stadio Comunale di Torino. Nel 1983 e nel 1984 ha collaborato con Ginger Baker compiendo una lunga tournée in Italia e negli Stati Uniti. Ha partecipato a tutte le trasmissioni televisive di Renzo Arbore: L'Altra Domenica, Quelli della Notte, D.O.C..
Ha preso parte per 12 puntate alla trasmissione di Carlo Massarini "Mister Fantasy" con 12 video-clips. E' stato ospite con la sua musica al Maurizio Costanzo Show e a Va pensiero. Il programma Notte Rock di RAI UNO gli ha dedicato uno special mentre Videomusic ha programmato il video-clip relativo al suo brano "No More Blue".
Nell'estate 1989 ha compiuto una tournée in Unione Sovietica da Mosca a Togliattigrad. Ha composto la colonna sonora del film di Gabriele Salvatores "Marrakesh Express" ricevendo il premio alla migliore colonna sonora "Giovani e Giovani-Roccella Jonica 1989" ed il premio "Platea Oro 1989". Nel gennaio 1990 ha registrato a New York con Tommy Mandel (ex Dire Straits) alle tastiere, Andy Herman al basso e Joe Trump alla batteria, la colonna sonora di un altro film di Salvatores: "Tournè". Nel maggio 1990 ha registrato con Edoardo Bennato l'album acustico "Edo Rinnegato" apparendo con lui in alcune trasmissioni televisive: Fantastico '90, Speciale Bennato e prendendo parte a manifestazioni come Vota la Voce. Nel 1991 ha composto la colonna sonora del filmato di Wilma Labate "Ciro il Piccolo", trasmesso da RAI SAT per la serie Notti d'Europa.
Nel 1992 ha realizzato per l'etichetta Gala Records l'album "Road 'n' Rail" da cui è tratta la colonna sonora del film di Wilma Labate: "Ambrogio" con Anita Ekberg e Francesca Antonelli. Ha partecipato alle trasmissioni televisive BIZ, Insieme sull'Arca e Italiani di Andrea Barbato.
Nel 1993 Videomusic ha mandato per diverse settimane il video "Road 'n' Rail" e uno special su di lui. Nel 1994 ha partecipato al festival di Bellinzona e la festival di Schaffausen in Svizzera.
Nel settembre'94 Roberto Ciotti ha prodotto l'album "KING OF NOTHING", per la Gala Records (distribuito anche in Svizzera), colonna sonora del film di Lucio Lunerti "Il Tempo del Ritorno", premio "DE SICA" al Festival di Sorrento. L'album è stato presentato nel corso del programma "Roxy Bar" di Red Ronnie su VideoMusic (febb.'95) ed in 2 puntate di "Tribù" su TMC (apr.'95).
Sempre nel 1995 ha composto la colonna sonora del film di Angelo Orlando "L'anno prossimo vado a letto alle dieci", dove appare in una performance, ha anche girato un video con la title track. Il 9 luglio ha partecipato al Festival "PISTOIA BLUES" insieme a Bo Didley e altri grandi nomi del Blues. In agosto ha partecipato al Festival di Vaduz (Liechtenstein), insieme a Luther Allison, Maceo Parker, Bob Geldof e Joe Cocker. Nel 1996 Tour Italiano con l'Heineken-Music-Club. Partecipa al Festival Jazz di Francoforte (7 luglio). Incide il cd "CHANGES" (25 mila copie vendute) per il quotidiano "IL MANIFESTO". Apre il concerto di Zucchero in Svizzera. Nel 1997 continua il Tour Italiano e partecipa ad importanti Festivals italiani(Ostia Fest, Isola Liri, Testaccio Village). Nell'agosto di quest'anno al Festival Mediterraneo verrà presentato come miglior "Artista Blues Mediterraneo".

Discografia 

1978 Super Gasoline Blues Cramps 1979 Bluesman Cramps 1980 Rockin' Blues RCA 1988 No More Blue Time Music RCA 1992 Road 'n' Rail Gala 1992 Marrakech Express e Turnè (Colonna Sonora) BMG 1994 King of Nothing Gala 1996 Changes Il Manifesto 1999 Walking Il Manifesto 2002 Behind The Door Il Manifesto

Dal sito: www.bluesandblues

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

Barbeque Bob
Luogo di nascita: Walnut Grove (Georgia)
Data di nascita: 11 Settembre 1902

Strumento: Chitarra

Barbeque Bob è un nome familiare ai fan del blues di oggi in quanto almeno due nuovi musicisti bianchi hanno adottato il suo nome, ma l'originale Barbeque Bob (Robert Hicks) era un grosso nome sulle scene del Blues nero.
Ha registrato per la casa Columbia dal 1927 al 1930, fu il più popolare dei chitarristi blues di Atlanta del suo tempo, ed anche l'artista che ha venduto di più per la Columbia.
Morì all'età di 29 anni e alcuni dei suoi contemporanei, quali Blind Willie McTell sono molto più conosciuti al pubblico moderno.







DISCOGRAFIA

1927 Brownskin Gal Agram 1927 Chocolate to the Bone Yazoo 1962 Can't Get the Stuff No More Bbq

Dal sito: www.bluesandblues.it

 
 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

ERIC CLAPTON

immagine" E' una cosa notevole…essere stato guidato e influenzato per tutta la mia vita dal lavoro di un solo uomo. Nonostante io accetti che è stato sempre la chiave di volta alla base della mia musica, ancora oggi non lo considererei come un'ossessione, al contrario, preferisco pensarlo come un punto di riferimento attorno al quale navigare ogni volta che sento di stare andando alla deriva ". A parlare è la leggendaria chitarra dei Cream, Eric Clapton, e l'uomo in questione è un altrettanto leggendario chitarrista blues, Robert Johnson.
Nessuno, meglio di Clapton stesso, potrebbe introdurre, con parole semplici e concise, il nuovo disco di Slowhand , "Me and Mr. Johnson".
La storia è antica e ben nota, tanto da essere sfumata ormai quasi nel mito. Robert Johnson, nella sua breve vita, ha il tempo di organizzare soltanto due sedute di registrazione: la prima a San Antonio, nel novembre del 1936 e la seconda a Dallas, nel giugno del 1937. Prima di morire avvelenato, nel 1938 a 27 anni, Johnson registra un totale di 29 brani che influenzeranno, nonostante il numero limitato, intere generazioni di esponenti del blues rurale e urbano.
Sono proprio queste generazioni di musicisti, legati indissolubilmente alla "musica del diavolo", che rendono famose le sue poche, ma eccellenti canzoni.
I Cream riprendono "Cross Road Blues" e "From Four Until Late", i
Rolling Stones "Love In Vain", i Blues Brothers l'ormai inconfondibile "Sweet Home Chicago" e i Led Zeppelin "Traveling Riverside Blues". Se non volete affidarvi alle cover, allora basta procurarsi "The Complete Recordings" (Cbs, 1990) che contiene praticamente tutto quello che Robert Johnson ha registrato fino alla sua morte. Abbandonati Cream, Blind Faith e Derek and the Dominos, Eric Clapton si incammina per la sua strada da solista a partire dal 1970 con il disco "Eric Clapton".
Robert Johnson e il blues rimangono una costante fonte d'ispirazione per la sua chitarra, ma Clapton se ne va, spesso e volentieri, per sentieri musicali alternativi, miscelando la "musica del diavolo" con il reggae di "I Shot The Sheriff", il soul di "Hard Times" e, soprattutto nell'ultima parte della sua discografia, con un pop sempre più addomesticato. Sono pochi, in realtà, i suoi lavori prettamente blues e alcuni di questi sono raccolte di brani registrati prima della sua carriera solista.
Oltre, infatti, alla monumentale raccolta "Crossroads" (Polydor, 1988) e all'ottimo "Blues" (Polydor, 1999), Clapton pubblica solo due dischi di materiale originale.
Nel periodo di maggiori critiche per il suo progressivo imborghesimento, pubblica il sanguigno e rustico "From the Cradle" (WB, 1994) che verrà seguito nel 2000 dal progetto con B.B.King, "Riding With The King" (Reprise, 2000). Un po' poco per uno che il blues lo mastica da una vita.
Ecco, allora, che "Me and Mr. Johnson" arriva quasi come un qualcosa di dovuto, sia agli appassionati del blues (e di Clapton), che a uno dei più importanti di quegli artisti che, per primi, ne hanno predicato il simbolismo e l'intensità.
Il primo aspetto di questo disco che salta immediatamente alle orecchie è che siamo di fronte a un gruppo di ottimi musicisti. Fin dai primi accordi di "When You Got A Good Friend", si capisce che Clapton si è fidato di compagni di viaggio esperti e competenti: stupirebbe, in realtà, il contrario. Steve Gadd (batteria), il fido Nathan East (basso) e Andy Fairweather Low (chitarra), insieme al piano di Billy Preston e all'armonica di Jerry Portnoy, formano una squadra pressoché imbattibile. Bisogna, inoltre, ammettere che "Slowhand" è in grandissima forma anche per quanto riguarda la voce, che sembra ringiovanita almeno di una decina d'anni.
La più sonnolenta "Little Queen Of spades" conferma quello che sembra, a tutti gli effetti, un grandissimo album. Alla lunga, tuttavia, "Me and Mr. Johnson" ricorda un po' quelle grandissime squadre di calcio, imbottite di stelle di prima grandezza, ma, alla prova sul campo, claudicanti e incapaci di dare vero spettacolo. Non che questo disco alla fine capitoli, ma resta il dubbio di una partita vinta di misura e sufficienza, con rari spunti di classe vera.
Ascoltando "Me And The Devil Blues", "Kind Hearted Woman Blues" e "If I Had Possession Over Judgement Day", si ha la netta impressione di avere nelle orecchie un suono già ascoltato prima: precisamente, una fotocopia di "From The Cradle".
Molto più gustosi, invece, il piano barrelhouse di "They're Red Hot", il boogie di
immagine"Stop Breakin' Down", il Delta di "Come On In My Kitchen" e la versione di "Traveling Riverside Blues", meno alcolica, ma più fedele di quella dei Led Zeppelin.
Concluso l'ultimo secondo di "Hell Hound On My Trail", si ripone il cd nella custodia con un discreto senso di appagamento: "Me And Mr.Johnson" è un onesto e sentito omaggio alla leggenda. Ma è probabile che chi ascolta questo disco senza aver mai sentito parlare di un certo Robert Johnson, alla fine, ne uscirà convinto che, in fondo, leggendario non lo era poi così tanto.

Discografia

• Bluesbreakers (1966)
• Blind Faith (1969)
• Layla And Other Assorted Love Songs (1970)
• Eric Clapton (1970)
• 461 Ocean Boulevard (1974)
• No Reason To Cry (1976)
• Slowhand (1977)
• Backless (1978)
• Another Ticket (1981)
• Money And Cigarettes (1983)
• Behind The Sun (1985)
• August (1986)
• Journeyman (1989)
• Unplugged (1992)
• From The Cradle (1994)
• Pilgrim (1998)
• Me And Mr Johnson (2004)
• Back Home (2005)
• The Road To Escondido (2006)

Dal sito: www.bluesandblues.it

 
 
 

The Animals

Post n°6 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

THE ANIMALS

La via bianca al rhythm 'n' blues

 

Formatisi tra il 1962 e il 1963 quando Eric Burdon si unì al gruppo Alan Price Rhythm and Blues Combo. Il discreto successo riscosso nella città natale e gli agganci con il manager degli Yardbirds, Giorgio Gomelsky, li spinse a spostarsi a Londra nel 1964, giusto in tempo per essere inseriti nella "British Invasion". Essi si esibiscono cantando alcune canzoni del repetorio R&B (Jimmy Reed, John Lee Hooker, Nina Simone, etc). Il loro primo singolo è una versione rock della canzone "Baby Let Me Follow You Down" (rinominata "Baby Let Me Take You Home"). Nel giugno del 1964 gli Animals pubblicano la loro prima hit, intitolata "House of the Rising Sun", caratterizzata dagli arrangiamenti in cui è presente l'Organo Hammond suonato da Alan Price. Su questa canzone tuttavia vi sono delle controversie per quanto riguarda la creazione degli arrangiamenti, che qualcuno vuole ad opera del cantante blues Josh White, o addirittura di Bob Dylan. I primi anni della carriera degli Animals (che allora si avvalevano del produttore Mickie Most), erano caratterizzati dalla pubblicazione di cover di canzoni pop, come "Bring It On Home To Me" (di Sam Cooke) e "Don't Let Me Be Misunderstood" (di Nina Simone). Invece gli album sono caratterizzate da sonorità più tipiche del R&B, come "Boom Boom" e "I Believe to My Soul" di Ray Charles. Le caratteristiche principali di questi brani sono la voce potente e profonda di Burdon e l'uso delle tastiere più frequente rispetto a quello delle chitarre. Dal maggio del 1965 il gruppo incominciò a disgregarsi: Price abbandonò a causa di motivi personali (come la paura del volo) e musicali, dedicandosi alla carriera solista. Rowberry è stato sotstituito prima della registrazione dei brani "We've Got to Get Out of This Place" and "It's My Life". Nel febbraio del 1966 Steel abbandona il gruppo e viene sostituito da Barry Jenkins; in quello stesso periodo viene pubblicata l'ultima hit degli Animals, ua cover della canzone "Don't Bring Me Down" di Goffin-King. Alcuni mesi dopo la band si scioglie a causa di problemi finanziari dovuti alla cattiva gestione del manager Mike Jeffery.

 Eric Burdon And The New Animals (1966-1969) 

immagineNell'ottobre del 1966 Eric Burdon rifonda assieme a Jenkins il gruppo sotto il nome di Eric Burdon and the New Animals. Della nuova formazione fanno parte John Weider (chitarra, violino, basso), Vic Briggs (chitarra,pianoforte), e Danny McCulloch (basso). Il genere musicale del gruppo (che diverrà portavoce della Love Generation) si sposta dal blues alla psichedelia. Tra le hit del gruppo vi sono "San Franciscan Nights", "Monterey" (un omaggio al Monterey Pop Festival del 1967), e la canzone pacifista "Sky Pilot". Vi sono stati inoltre degli ulteriori cambiamenti nella formazione: nell'aprile del 1968 il tastierista Zoot Money sostituisce Briggs, mentre tre mesi dopo Andy Somers, futuro chitarrista dei Police, sostituisce McCulloch. Nel 1969 gli Animals si sciolgono definitivamente ed Eric Burdon si unisce al gruppo da Long Beach, California chiamato War. La formazione originale del gruppo si riunì per un breve periodo di tempo nel 1977 per un album, e nel 1983 per un nuovo album, seguito da un tour nel quale sono stati impegnati diversi musicisti di supporto tra cui anche Zoot Money. Chandler morì nel 1996. Nel 2000 Burdon ha intrapreso un tour assieme ad alcuni musicisti sotto il nome di "Eric Burdon and the Animals". Periodicamente, durante gli Anni 90 e 2000 Valentine, Steel, e Rowberry (morto nel 2003) effettuarono un tour sotto il nome di "(Hilton Valentine's) The Animals" mentre Valentine e Steel sotto il nome di "Animals II". Gli Animals sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1994. La loro influenza può essere udita in vari artisti, come Bruce Springsteen, David Johansen, e i Fine Young Cannibals.

 DISCOGRAFIA
Animals (Columbia, 1964)Animal Tracks (Columbia, 1964)Animalisms (Decca, 1966)In The Beginning (Sundazed, 1972)Best (1973)Before We Were So Rudely Interrupted (Repertoire, 1976)Ark (Castle, 1983)Greatest Hits Live (IRS, 1984)
ERIC BURDON Winds Of Change (One Way, 1967)Twain Shall Meet (One Way, 1968)Everyone Of Us (One Way, 1968)Love Is (One Way, 1969)Eri Burdon Declares War (Rhino, 1970)The Black Man's Burdon (Rhino, 1970)

DAL SITO: www.wikipedia.org 

 

 
 
 

T-Bone Walker

Post n°7 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

T-Bone (Aaron) Walker

T-Bone (Aaron) Walker, nato nel Texas nel 1910, era figlio d'arte: gia` a dieci anni accompagnava il patrigno, cantante di strada. Dal 1920 al 1923 fu il ragazzo che guidava il cieco Blind Lemon Jefferson per le strade del Texas. A tredici anni era percio` gia` capace di suonare la chitarra come un professionista, cosa che faceva regolarmente nei party di Dallas e nei medicine show di Ida Cox e Ma Rainey. He debuted as a country blues singer with Wichita Falls Blues (1929). Nel 1934 emigro` a Los Angeles, dove il blues stava prendendo piede per effetto dell'immigrazione nera, e dove lo stile rurale veniva violentato dalla musica eterogenea originata dal colorito melting pot locale, che vi aggiungeva tastiere e fiati, e tessiture bandistiche jazz. Sposata una donna di nome Viola Lee (da cui il Viola Lee Blues) e comprata la sua prima chitarra elettrica, li` conio` uno stile di arpeggi morbido e liquido, piu` veloce e piu` jazz, e soprattutto piu` moderno nell'interpretare il ruolo dello strumento, non piu` unico contrappunto del canto ma componente di un sound composito (quello del complesso nel suo insieme). T-Bone Blues (1940) and Mean Old World (1941) were recorded by swing orchestras. Registro` per la prima volta come T-Bone nel 1942 (I Got A Break Baby), e l'anno dopo scodello' il classico Stormy Monday Blues (1943). In pratica aveva adattato il picking acustico di Jefferson allo strumento elettrico, ricavandone uno stile primitivo guidato da un accordo solo. Applico` poi la lezione ritmica degli shouter di Kansas City facendo vibrare la sua cupa voce nei blues duri e depressi di Born To Be Good, T-Bone Shuffle (1947), T-Bone Blues Special (1955). L'improvvisazione di Strolling With Bones (1950) appartiene gia` a un'altra era, quella dell'acid-rock.

Dal sito: www.scaruffi.com

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

Luther Allison
Luogo di nascita: Mayflower (Arkansas)

Data di nascita: 17 Agosto 1939
Strumento: Chitarra

immagineNato a Mayflower, Arkansas, il 17/08/39, cresciuto in una numerosa famiglia, Luther si appassiona molto presto alla musica, cominciando a cantare nel Gospel Group di famiglia che alla fine degli anni quaranta girerà per tutti gli stati del sud. Nel 1952 si stabilisce a Chicago e qui impara a suonare la chitarra e ad accostarsi al Blues. E' da quel momento che Luther Allison diventa amico di quasi tutti i musicisti che animano la scena del West Side. Suona con Jimmy Dawkins, Fredd King e in particolare con Magic Sam, in seguito ci saranno le sessions in California con Shakey Jake, Sunnyland Slim e Johnnny Shines. Il vero decollo di Luther si può far risalire all'epoca della sua prima partecipazione al festival di Ann Arbor, nel Michigan, nel 1970, dove davanti a un pubblico estasiato arriva a misurarsi con i "grandi" del blues: Muddy Waters, Howlin' Wolf, Otis Rush. Da quel momento, diviene famoso, inciderà un mitico album per la Delmark, intitolato "Love me Mama". Luther Allison si può considerare fra i creatori del nuovo West Side Sound, sviluppa i tratti distintivi di un suono che lo vede solista veemente e sofferto, ma sempre lucido, dotato di notevoli capacità vocali. Convinto che il blues sia una musica universale che era stata, ma che non era più esclusivamente l'espressione della comunità di colore, Luther si circonda, nella seconda parte della sua carriera, di musicisti bianchi e si stabilisce addirittura in Francia negli anni ottanta. Rientrato a Chicago, incidel ultimamente due ottimi album per la Alligator. Luther Allison rimane a tutt'oggi uno dei personaggi più importanti del blues, un musicista che assolutamente va tanto ascoltato quanto visto suonare.

immagineDiscografia

1969 Love Me Mama Delmark 1973 Bad News Is Coming Gordy 1974 Luther's Blues Gordy 1975 Night Life Gordy 1977 Love Me Papa Evidence 1979 Gonna Be a Live One in Here Tonight Rumble 1979 Power Wire Blues Charly 1979 Live in Paris Paris Album 1979 Live Blue Silver 1983 Southside Safari Red Lightnin' 1984 Lets Have a Natural Ball JSP 1984 Life Is a Bitch Encore! 1985 Here I Come Encore! 1987 Serious Blind Pig 1994 Hand Me Down My Moonshine Inakustik 1994 Soul Fixin' Man Alligator 1995 Blue Streak Alligator 1996 Rick Moon RFR 1997 Reckless Alligator 1999 Live in Chicago Alligator 1999 Time Buda

Dal sito: www.bluesandblues.it

 

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Shamael0

Big Bill Broonzy
Luogo di nascita: Scott (Mississipi)

Data di nascita: 26 Giugno 1893
Strumento: Chitarra

immagineBroonzy nacque il 26 giugno del 1893 a Scott, nel Mississipi, e i suoi genitori erano dei mezzadri. Fin da giovanissimo cominciò a suonare il violino e non iniziò a suonare la chitarra che nel 1920, quando la sua famiglia si trasferì a Chicago. Seguendo il consiglio di un chitarrista del posto, Papa Charlie Jackson, Broonzy si fece presto notare nell' ambiente chicagoano e verso la metà degli anni venti incise il suo primo disco. A quei tempi egli suonava il ragtime, ma ben presto Broonzy sviluppò un suo stile personale che combinava una morbida vocalità con eleganti testi con un suono fluido della chitarra. Tra il 1951 e il 1952 egli fece un tour in Europa, uno dei primi, se non il primo compiuto da un' artista blues. Si esibì in motivi blues, canzoni folk e spirituals avendo la meglio sul pubblico internazionela.

immagine

Discografia

1930 Good Time Tonight Columbia/Legac 1946 Blues in the Mississippi Night Rykodisc 1951 In Concert [live] Raretone 1953 Big Bill Broonzy & Washboard Sam MCA 1954 Folk Blues EmArcy 1955 Big Bill Broonzy Sings Period 1956 In Paris Vogue 1956 Big Bill Broonzy Sings Folk Songs Smithsonian/Fo 1957 Country Blues Smithsonian/Fo 1957 Historic Concert Recordings [live] Southland 1958 Blues by Broonzy EmArcy 1961 Last Session, Pt.3 Verve 1961 Last Session, Pt.2 Verve 1964 Remembering Big Bill Broonzy Mercury 1967 Big Bill Broonzy Everest 1969 Blues Concert [live] Dial 1973 Feelin' Low Down GNP 1986 Lonesome Road Blues GNP 1989 Big Bill's Blues Portrait 1992 Unissued Test Pressings Milan 1994 Baby Please Don't Go Drive Archive 1995 Black, Brown end White Evidence 1995 I Feel So Good Indigo 1995 Just a Dream Drive 1996 St.Louis Blues Collector's Ed 1996 Treat Me Right Rykodisc Tradi 1998 Warm, Witty & Wise Columbia Legac 1999 Chicago Calling Culture Press ? Midnight Steppers Bluetime

Dal sito: www.bluesandblues.it

 
 
 

AC/DC&ROLLING STONE

Post n°10 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da Shamael0

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 03 Febbraio 2008 da Shamael0

Allman Brothers Band
Provenienza: Macon (Georgia)

Anno di formazione: 1969
Componenti: Allman - Betts - Trucks - Jaimoe - Quinones - Burbridge - Trucks






Presentazione

Dura da trent'anni la storia degli Allman Brothers. E' una grande storia, fatta di alterne fortune, spesso caratterizzata da vicende intricate, è ricca di trionfi, grandi tragedie, ma racconta anche della loro redenzione, dissoluzione, caduta e di nuovo, all'inizio degli anni '90, di una inattesa resurrezione.
Dal 1989 infatti sono di nuovo sulla scena come uno dei pochi grandi gruppi americani degli anni '70 e oggi dimostrano di essere tornati ad una popolarità se possibile ancora maggiore di quella che li rese popolarissimi negli USA ed in tutto il mondo con brani come "Ramblin' Man" e "Jessica" che arrivarono in cima alle classifiche a stelle e striscie a metà degli anni '70.
In piena salute musicale ed in piena attività creativa, gli Allman sono giunti fino ai giorni nostri superando il dramma della perdita nel 1971 del leader della band il chitarrista Duane Allman, fratello del tastierista e cantante del gruppo Gregg Allman, a cui si aggiunse un anno dopo la scomparsa sempre in circostanze analoghe del bassista Berry Oakley........

Discografia

1969 The Allman Brothers Band Polydor
1970 Idlewild South Capricorn
1971 The Allman Brothers Band At Fillmore East Capricorn
1972 Eat A Peach Capricorn
1973 Beginnings Capricorn
1973 Brothers And Sisters Capricorn
1975 The Road Goes On Forever Capricorn
1975 Win, Lose, Or Draw Capricorn
1976 Wipe The Windows, Check The Oil, Dollar Gas Capricorn
1979 Enlightened Rogues Capricorn
1980 Reach For The Sky Arista
1981 Brothers Of The Road Arista
1988 Night Riding (Best of..) KNCD
1989 Dreams (box set) Polygram
1990 Ludlow Garage Polydor
1990 Seven Turns Epic
1991 Shades Of Two Worlds Epic
1992 An Evening With The Allman Brothers Band Epic
1994 Where It All Begins Epic
1995 2nd Set Epic
1996 Back to Back: Best of the Allman Brothers Band Rebound
1996 At Fillmore East: February 1970 Polygram


Dal sito: www.bluesandblues.it

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da Shamael0

Lou Ann Barton
Luogo di nascita: Fort Worth (Texas)
Data di nascita: 1954
Strumento: voce

Presentazione

Dotata di una grandissima voce, Lou Ann Barton è uno di quei personaggi più popolari della musica Texana. All'inizio della sua carriera, fu una componente dei Fabolous Thunderbirds, e quindi della prima band di Stivie Ray Vaughan e dei Roomful Of Blues. I suoi concerti dal vivo rimangono una delle leggende di Austin. L'influenza della cantante rockabilly Wanda Jackson è riconoscibile dal suono nasale tipico del Texas. Dopo aver perfezionato le sue capacità suonando nelle balere Texane, Lou Ann, si trsferi ad Austin negli anni '70. Oggi Lou Ann Barton continua ad esibirsi dal vivo e i suoi fen attendono con impazienza il suo prossimo album.

Discografia
1982 Old Enough Asylum
1986 Forbidden Tone Spindletop
1989 Read My Lips Antone's
1990 Dreams Come True Antone's
1998 Sugar Coated Love M.I.L. Multime

Dal sito:
www.bluesandblues.it

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Shamael0
Data di creazione: 29/01/2008
 

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DA NON DIMENTICARE


Rosco Gordon

Queste sono le ultime session di Rosco Gordon. La sua carriera iniziata a fine dei ‘40, decolla nel ‘52 con “Booted”, incisa negli studi di Sam Phillips e ceduta alla Chess. Per tutti i ‘50, nonostante la confusa situazione contrattuale con le case discografiche, Gordon se la cava benino, con qualche altro hit r&b, come “No more doggin’” e “Just a little bit”, anche comparendo nel film “Rock baby, rock it”. Il seguito non sarà pari alle premesse e l’artista memphisiano non riuscirà a farsi valorizzare in pieno (nel ‘69, insieme alla moglie, fonda un’etichetta a cui mancherà un’adeguata distribuzione). Ma le sue performance canto e piano sono sempre state apprezzate, fino a portare a termine le travagliate registrazioni di questo album con la testardaggine del produttore e multistrumentista Lij, in collaborazione con Chris King che è anche estensore delle ottime note, e dei molti altri coinvolti, sessionmen e tecnici. In qualche caso Rosco utilizza anche la sua vecchia chitarra, ma è il piano che fa da supporto e “seconda voce” ai suoi cantautorali toni agro-dolci. Composti da lui stesso, i quindici brani spaziano dal blues, al r&b, al jump, ai colori antillani. La voce risente dell’età (quasi 70) ma tiene bene per genuinità e grande desiderio di comunicare. La ritmica r&b di “No dark in America”, scritta sull’emozione del tragico 11 settembre, è un incitamento a reagire al dolore e allo sconforto, e la successiva “Cheese & Crackers” riprende lo stile jump dei ‘40-’50. Ma dopo la caraibica “A night in Rio” i toni si avviano ad essere più malinconici: da “Girl in my world” a “I am the one” e vari altri. Di passaggio, “You look bad when you’re naked”, mi sembra straordinariamente pungente mentre per la commovente “Are you mine?” si potrebbe pensare al grande Ted Hawkins. Gli aromi di un passito.

 Gianni Del Savio

Dal sito: www.outoftime.it

  

 
 

PUBS E CLUBS DOVE VIVI IL BLUES ITALIANO

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Marche

Excalibur (Pesaro)

Lazio

Archibald Inn (Cassino - Fr)

Big Mama (Roma)

Campania

Sly Disco Lounge (Napoli)

Puglia

Clorò (Calimera - Le) 

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ROADHOUSE BLUES


 

FILMOGRAFIA BLUES

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immagineRED, WHITE & BLUES, diretto da Mike Figgis e presentato in anteprima alla 60a Mostra del Cinema di Venezia 2003, rappresenta l'aspetto "britannico" del blues e si inserisce magnificamente nella straordianria serie THE BLUES. Dice Figgis: "Mi piacerebbe scoprire perché c'è stato tanto interesse in questa musica nera tra gli europei ... Mi piacerebbe mettere insieme un gruppo di questi giovani musicisti, miscelare il line-up con alcuni talenti più giovani, e coinvolgerli nella registrazione di alcuni blues standard." Il film di Figgis è un'esplorazione personale dell'invasione britannica, quando all'inizio degli anni '60, giovani come Eric Clapton, Mick Jagger e John Mayall ascoltavano i suoni blues che attraversavano l'Atlantico e li riportarono in America dove erano stati momentaneamente dimenticati. Figgis stesso fu uno degli esploratori di questa invasione; egli faceva parte della sezione fiati della immagineprima band di Bryan Ferry, The Gas Board. Attraverso conversazioni e concerti estemporanei con svariate persone come Jagger, Keith Richards, Jeff Beck, Tom Jones e lo stesso Figgis, che suonerà in alcune sessioni, Figgis richiamerà nel film quei meravigliosi momenti quando i ragazzi di Liverpool e Manchester fecero propri il sound blues e spianarono la strada per un abbraccio universale della musica.

dal sito: www.theblues.it

 

ROCK ME BABY

 

NEL BLUES DIPINTO DI BLUES

Ci sono canti  che vorresti durassero per sempre.
Come questo, e butti giù tutte le parole che  non sai dire.
Tutte lì, esplose in gola a reclamare voce e suoni.
Non sai nemmeno che forma abbiano.
Sai solo che prendono un sacco di spazio e a te ne resta poco.
Vorresti andassero via. Velocemente e fuori da te,
senza lasciare tracce. 
E ne arrivassero altre, celeste chiaro come cieli di maggio.
A raccontare serenità inaspettate e alchimie nate così per caso.
Parole nuove e diverse.
Come bambini, imparare di nuovo a comunicare.
Senza rischi nè pericoli.
                                                                                                                                 C.D.G
Salve a tutti! 
Fermatevi ad scoltare! 
Ho inserito questo video nel blog perchè credo che questa voce meriti davvero di essere ascoltata con attenzione. Credo che, grazie al suo peculiare timbro vocale, possa cantare dal Jazz alla musica Folk.
Questo è il  commento lasciato nel blog da Moira (la cantante): 
"...in realtà mi piace tutta la musica...che riesca a trasmettermi emozioni...che sia classica o rock o altro ma credo di riuscire a trovare veramente me stessa(anche perchè canto) nelle sonorità black...il blues il soul rispecchiano la mia personalità spesso malinconica ma che cela un'anima pulsante e piena di passionalità nel senso ampio del termine. Il tutto contornato da sfumature rock..."

                                                                                                                            C.D.G

                        Got the Blues
 
 

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