Un blog creato da dolceamore2007 il 23/11/2007

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Il seme dell'Amore,

riposa nel cuore di ogni uomo..

Può dormire per giorni, per mesi,

per anni, ma non muore mai..

Quel seme è l'impronta di Dio..

 

 

L' essenziale è invisibile agli occhi..

 

 

 

 

Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei fiumi, delle stelle e passano accanto a sè stesse senza meravigliarsi...

Siamo 

 
 
 
 
 
 
 

ETERNITA'...

 

 

Siamo come piante che

crescono sulla nuda roccia:

quanto più ci sferza il vento,

tanto più affondiamo le nostre radici... 

 

 

 

Vivi come se dovessi morire domani..

Impara come se dovessi vivere per sempre..

 

                                               

 
 
 
 
 
 
 

UNO SCORCIO D'INFINITO...

 Coltiva il silenzio.. Immergiti nel silenzio della natura.. Ascoltando il suono del vento, degli alberi e dell’acqua avvertirai la presenza di Dio..

 

 Come farfalle impazzite corriamo freneticamente perdendendo di vista la meta..

 

Il cuore stà dove il Cielo e la terra si toccano..


Abbiamo paura d'accogliere, quanto la Vita, ogni giorno ci offre..

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

MANDORLO IN FIORE...PRIMAVERA E RINASCITA...

Primavera e rinascita...

fiori-di-mandorlo.jpg

 

Primavera e rinascita...

 

 
 
 
 
 
 
 

INEBRIANTE GINESTRA..

 
 
 
 
 
 
 

SGUARDI D'AMORE...

 

 

La vera gioia ci è donata dall'Alto

per essere condivisa col prossimo..

 

 

La vita e i sogni sono fogli

di uno stesso libro.

Leggerli in ordine, è vivere,

sfogliarli a caso, è sognare...

 

 

 

 

 

 

 

La realtà non è quella che vedono

i tuoi occhi ma quella che saprai

vedere con il cuore..

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

CON L'AMORE ...

 

 

 

 Con l'Amore non si avanza..si vola.. 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

ANGIOLETTI CUSTODI...

 

 

Non sei mai solo..

c'è sempre un angelo accanto a te.. 

 

                  

 

 

 

 La parola è una freccia, seguila e troverai te stesso..

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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« IL LINGUAGGIO DELL'AMOREPROVE DI VOLO »

LA BELLEZZA

Post n°1073 pubblicato il 10 Ottobre 2011 da dolceamore2007

La bellezza deve essere giudicata

non per le proporzioni matematiche

del corpo e del viso,

ma per l'effetto che produce.
(
Alphonse Karr)

 

IL CIGNO

 

image

 

Il cigno è uno degli animali più affascinanti del pianeta,

quando nuota sulla superficie dell'acqua, il suo elemento,

è elegante ed aggraziato come un principe;

sulla terra invece cammina goffamente come una papera,

ma è agressivo come un nobile stizzito.

Spalanca le ali per sembrare più grande,

alza la testa per tutta la lunghezza del collo,

punta i suoi nemici con il becco malvagio,

non ha paura nemmeno

di una creatura che è tre volte le sue dimensioni: l'uomo.


E’ un migratore e nidifica nelle regioni dell’Europa settentrionali,

su isolotti di vegetazione nelle paludi e nei laghi della tundra.

Alcuni nidificano nei laghi di torba e nei

delta dei grandi fiumi nord europei:

il nido, di dimensioni ragguardevoli, è un monticello di torba e di terra.

I cigni scelgono il proprio compagno a due o tre anni di vita,

compiendo elaborati riti di corteggiamento.

Nella cosiddetta "cerimonia trionfale", il maschio e la femmina

sollevano le ali e si chiamano l'un l'altro a voce alta.

La femmina depone 3-5 uova. I giovani sono di un colore grigio

pallido che con il tempo diverrà bianco candido e hanno un becco

color piombo, privo di protuberanza; impiegano da 7 a 14

settimane per imparare a volare, ma spesso rimangono

con i genitori fino a quando non si accoppiano seguendoli

anche nella migrazione.

I cigni difendono coraggiosamente le proprie uova e

quando sono minacciati ritraggono la testa e dispiegano le

ali per intimidire l'aggressore.

 

 

image

 

.....mitologia.....

 

La storia di Leda e il Cigno è narrata nelle

Metamorfosi d'Ovidio e fa parte delle leggende mitologiche greche.

Mito molto in voga nel mondo artistico del rinascimento

per il fatto che a quei tempi sarebbe stato assolutamente impossibile

raffigurare l’atto sessuale tra un uomo e una donna,

mentre era possibile alludere ad esso attraverso l’escamotage

della letterarietà del mito, del quale solo alcune

persone conoscevano il senso.

Leda, giovane e bella figlia di Testio, re dell'Etolia,

era andata in sposa al re di Sparta Tindaro.

La regina era presso le acque del fiume Eurota,

nella Laconia, quando uno splendido cigno si rifugiò accanto

a lei per proteggersi dagli attacchi di un'aquila.

Questo cigno era Giove, il padre degli dei, un maestro di travestimenti

e metamorfosi quando meditava di sedurre le donne di cui si invaghiva.

Dalla strana unione nacquero dei gemelli, i Dioscuri (figli di Giove),

per alcuni erano due copie di gemelli usciti da due grandi uova:

Castore e Polluce, Elena di Troia e Clitennestra, regina di Micene...

La storia di Leda ha stimolato la fantasia di molti pittori e scultori,

da Leonardo da Vinci a Salvador Dalì...

In sculture di qualche secolo prima di Cristo, Leda è raffigurata

seduta mentre con il mantello protegge il cigno da un'aquila

minacciosa (Leda di Timotheos), ma esistono altri lavori altrettanto

antichi che raffigurano Leda stesa sotto il cigno che le avvicina

il becco alle labbra per baciarla, oppure mentre il cigno,

l'abbraccia in un gesto teneramente umano...

Fra le leggende più antiche c'è quella che rappresenta

Leda come colei che trovò l'uovo «del colore del giacinto azzurro»

che Nemesis (figlia di Zeus e Nyx -Notte- dea della giustizia divina

e della vendetta) trasformatasi a sua volta in un'oca selvatica,

aveva deposto dopo essersi unita al cigno Zeus.

Dopo averlo nascosto sotto la cenere ancora tiepida di un sacrificio,

Leda avrebbe assistito alla nascita della sola Elena.....

Nei secoli a noi più vicini la leggenda di Leda ed il cigno è

stata manipolata dai cristiani che vollero vedere in Leda

l'immagine della purezza; scrittori medievali dal XIII secolo in

poi misero in essere un processo che permise l'assimilazione

e l'adozione del mito da parte della teologia cristiana.

Attraverso la letteratura e le trascrizioni addomesticate dei testi

di Ovidio, il cigno divenne simbolo dello Spirito

Santo che con la sua candida purezza scendeva su

Maria, immagine molto amata dai Copti d'Egitto che

amavano inciderla sui loro anelli.

 

image

 

.....le costellazioni in cui si raggruppano i fulgidi astri:
l’Orsa Maggiore e la Minore,

Andromeda e Cefeo, il Drago orrendo,
la bella Cassiopea, Orione tempestoso,
il Cigno che sospira spirando,
la Lepre, i Cani Argo e la dolce Lira….

 

..........miti, leggende e stelle...........

 

Raffigurato nel Firmamento da una delle costellazioni più

belle e visibili del cielo, il Cigno è anche un simbolo antichissimo,

tra i più importanti e ricchi di significato in assoluto.

Il Cigno, uccello elegante e maestoso, è simbolo di realizzazione

completa in quanto in esso si ritrova sia l'essenza maschile

(il lungo collo che rimanda ad un simbolo fallico)

che quella femminile nel corpo bianco, candido e rotondo.

Il Cigno è dunque l'Androgino assoluto, il perfetto

Uovo del Mondo poichè in esso sono condensate le due nature,

il frutto dello sforzo tendente all'equilibrio nella ricerca alchemica.

Nell'Antico Egitto il Cigno era personificazione della Dea del Cielo Nut....

per le popolazioni più antiche, che videro la Costellazione puntare

con la sua stella Delta Cygni il Polo Nord

(e divenendo dunque la Polare)

circa quindicimila anni fa, il Cigno è legato alla nascita e alla

perfezione, alla ciclicità del cosmo. Oggi la Costellazione è

distante dal Polo, ma tra circa dodicimila anni tornerà a segnarlo.

Il simbolo della Cicogna che porta i bambini potrebbe essere una

deformazione del Cigno, in quanto nell'antica lingua protoindoeuropea

il bianco uccello lacustre si pronunciava Cicnu,

termine chiaramente associabile anche alla cicogna.

Il cielo estivo è illuminato dalla costellazione del Cigno,

chiamata anche “Croce del Nord”


per la sua forma e in opposizione ad una seconda costellazione

di forma similare visibile solo

nell’emisfero Australe (Croce del Sud).....

Il nome di questa costellazione ha subito nel corso del tempo

diversi cambiamenti. Il greco Eratostene la cita col nome

di Cigno e così viene rappresentata nella numerosa serie

di racconti mitologici. In epoca cristiana le venne

attribuito il nome di Croce.

Gli Arabi le conferirono un’immagine meno elegante e nobile

di quella greca chiamandola Gallina. Di fatto il termine Deneb,

nome della più brillante tra le sue stelle, deriva proprio dall’arabo

Dheneb-ed-Dajajeh, che significa appunto “la coda della gallina”.

Il nome Gallina rimase per tutto il Medioevo fino al Rinascimento,

quando il nome Cigno prevalse, arrivando ai giorni nostri.

 

image

 

...la favola....

 

Mamma anatra quel giorno era molto felice perchè le uova

si stavano schiudendo una dopo l’altra.

Gli anatroccoli uscivano e zampettavano intorno alla mamma,

però c’era un uovo, il più grande di tutti, che non si decideva a

schiudersi, mamma anatra allora tornò a covare quell’uovo fino a

che non si schiuse....con sua grande sorpresa,

vide che l’anatroccolo

era più grande degli altri e di colore grigio…

insomma era proprio brutto.

L’anatra pensò ad un brutto scherzo giocatole dalla massaia,

a dire il vero pensava che quello fosse un tacchino, però l’unico

modo per togliersi i dubbi era vedere il comportamento di quello

strano pulcino nell’acqua. L’anatra, condusse la sua nidiata allo s

tagno, ma mentre i piccoli cominciarono a

nuotare, il brutto anatroccolo

si dimostrò il più abile ed il più sicuro di tutti.

La mamma lo guardò e sospirò rassegnata:

“Peccato che sia così brutto”,

ma per questo motivo, sentì di volergli ancora più bene e con il

becco gli fece una carezza. Radunò i suoi piccoli e disse loro

che li avrebbe condotti a conoscere la loro regina quindi si

raccomandò a che mantenessero un comportamento

educato e rispettoso.

Alla corte della regina, tutte le damigelle cominciarono a deridere

il brutto anatroccolo, il quale, preso dallo sconforto,

scappò e si andò

a rifugiare nella palude delle anatre selvatiche,

ma anche qui la vita fu difficile, decise allora di scappare

nuovamente e corse tanto fino ad arrivare in un bosco

dove scorse una capanna abitata da una vecchietta,

un gatto ed una gallina.

La vecchietta gli offrì ospitalità, ma il gatto e la gallina non furono

per nulla contenti.

Il poverino, dopo aver subito ogni sorta di angheria decise di

andarsene, con grande soddisfazione del gatto e della gallina.

Il brutto anatroccolo continuava a vagare senza sapere dove

andare, una sera mentre il sole stava per tramontando, vide

uno stormo di bellissimi uccelli bianchi e pensò tristemente che

anche a lui sarebbe piaciuto essere così. L’inverno era arrivato

e l’anatroccolo un giorno non ebbe più la forza di nuotare,

 faceva troppo freddo, e certo sarebbe morto se un contadino

non lo avesse visto e non lo avesse portato a casa.

Nella sua nuova abitazione l’anatroccolo trovò tanti bambini

che però, come spesso accade,

lo avevano scambiato per un giocattolo,

fu così che una volta l’animaletto cadde nel secchio del latte,

un’altra

volta nel sacco della farina. Non ne poteva proprio più, riuscì a

nascondersi, ed a scappare.Nel fare questo però, si accorse

che le sue ali si erano irrobustite, le sue penne erano più bianche.

Riuscì a nascondersi nella neve in modo da riuscire a sfuggire

alle ricerche dei suoi persecutori. In qualche modo riuscì a

sopravvivere nascosto nel bosco fino a primavera,

ma a primavera spalancò le ali e spiccò il volo.

Sotto di sé vide un laghetto dove nuotavano dei

cigni maestosi.

L’anatroccolo sospirò pensando che anche i cigni lo avrebbero

maltrattato, e decise di volare in mezzo a loro.

Con un largo volo si posò sull’acqua ed i cigni si avvicinarono

a lui gridando; il brutto anatroccolo spaventato abbassò la testa,

si preparava a morire, ma nel fare questo, vide la sua

immagine riflessa nell’acqua e con grande stupore vide che

non era più un brutto anatroccolo, ma si era trasformato in

un bellissimo cigno, bianchissimo, attorno al quale si erano

radunati tutti i suoi simili facendogli mille feste.

All’istante capì tutto:era nato sì in un nido di anatre,

ma da un uovo di cigno.

Il brutto pulcino grigiastro, tozzo, disprezzato e

maltrattato da tutti si era trasformato in uno splendido

animale che dava lustro al laghetto nel quale viveva.
-Hans Christian Andersen-



Nel tremore del fiume va la luce
inscrivendo nei cerchi allargati
dai sassi il brullo inverno delle rive.
La bellezza è nella gola del cigno
che si abbevera d'acqua e di riflessi
nel cono luminoso della darsena.
La pace del mattino è una scintilla
di sole che goccia dalle sue piume.
(Atom - dal web)

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