Fiore

Un po’ di silenzio, per favore!


 “Non riesco a sentire neanche i miei pensieri!” Questa frase di solito viene fuori per frustrazione, stiamo cercando di concentrarci e nella stanza c’è un gran fracasso. Significa qualcosa come: “Non riesco a pensare a dovere, non riesco a concentrarmi. Volete stare un po’zitti, per piacere?” Ma, quando scendiamo a fondo nella quiete, è stupefacente: si sentono davvero solo i propri pensieri, i quali possono essere più sonori e più fastidiosi di qualunque rumore esterno e possono distrarci ancor di più. Il rombo dei propri pensieri può essere assordante e può sembrare inarrestabile; può impedire ogni genere di concentrazione stabile; offusca completamente quel substrato di pace e di silenzio che dobbiamo poter trovare nella mente subito al di sotto del tumulto, una volta che la mente ha imparato con l’esercizio a mettersi tranquilla e quieta, o almeno un po’ più quieta.Se ci mettiamo ad ascoltare il flusso dei pensieri in quanto pensieri, a prestare attenzione ai pensieri come avvenimenti nel campo della consapevolezza, sviluppando una certa calma e tranquillità esteriore, arriviamo a vedere il flusso dei nostri pensieri con molta più chiarezza: siamo in grado di ascoltarlo, di vedere esattamente quel che succede nella mente e di scoprire per quanta parte si tratti di solo puro e semplice rumore mentale. Una volta che lo sappiamo intimamente, da vicino e di persona, possiamo cominciare a sviluppare nuovi modi di porci in relazione con esso.Forse sarà uno shock, per noi, scoprire quanto siano caotici i nostri pensieri e allo stesso tempo quanto siano terribilmente ristretti e ripetitivi, condizionati come sono dalla nostra storia personale e dalle nostre abitudini. Eppure forse è meglio conoscerli per esperienza, di prima mano, che non conoscerli per niente. Lasciati a loro stessi, i pensieri ci governano la vita senza che neanche ce ne accorgiamo; se invece ci occupiamo di loro con consapevolezza e presenza mentale abbiamo la possibilità non solo di conoscerci meglio e di capire quel che succede nella nostra mente, ma anche di considerare i pensieri stessi in modo diverso e non lasciare più che ci governino la vita. Così possiamo assaporare alcuni veri e propri momenti di libertà, momenti che non dipendono interamente da condizioni interiori o esteriori di calma, o dalle misere storie che ci raccontiamo, che magari saranno anche vere, per un po’, ma non vanno poi molto lontano al confronto di quel che ci può capitare entrando in contatto con le dimensioni più ampie dell’essere e della mente che abbiamo a disposizione.