Fiore

Arrendersi, mai


 Ognuno di noi racchiude dentro di sé la persona che è, che è orgogliosa di essere, consapevole delle proprie capacità, ma, soprattutto dei propri limiti. La sfida quotidiana è essere ciò che siamo senza vergognarsi di non sapere, di non potere e di non volere Enrique Santos Discèpolo dice: Si cerca pieno di speranzeil cammino dei sogniSi è promesso alle proprie angosce…Sa che la lotta è crudeleed è molta però lotta  e si dissanguaper la fede nella quale si ostina. .. Come dice Discèpolo, l’”essere o non essere” di ciascuno consiste nel riuscire a rispondere, a se stessi e agli altri, su quanto fatto con i nostri sogni. Un’anticamera necessaria per il nostro essere o non essere felici. La nostra vita è piena di sogni, sogni propri, presi in prestito, umili, di grandezza, imposti, dimenticati, terribili o incantevoli. Ma una cosa è sognare e un’altra rendersi conto di ciò che facciamo con i nostri sogni. I sogni sono la visione di qualcosa che non esiste ancora, che ci sembra invitante e che ci chiede di farla diventare realtà. Se mi lascio affascinare dal sogno e comincio a pensare “come sarebbe bello”, tutto questo potrebbe trasformarsi in una fantasia, ovvero in un sogno a occhi aperti del quale sono cosciente, che posso evocare, pensare e persino condividere. Poter affermare “come sarebbe bello” significa che il sogno è diventato qualcosa di più vicino. Se poi mi provo questa fantasia, se la indosso come se fosse una giacca e vedo che mi sta bene, allora si può trasformare in un’illusione. Illudersi significa proprio questo: impadronirsi di una fantasia. Ma l’illusione è come un seme. Se la innaffio, la curo e la faccio crescere, è probabile diventi un desiderio. E’ proprio dal desiderio che comincia la parte migliore, quella di intraprendere l’azione. Il desiderio altro non è che la batteria, il nutrimento, il combustibile di ognuno dei nostri comportamenti, e acquista senso solamente quando lo trasformiamo in azione.