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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 25 Luglio 2005 da Zafuf

Potrei scrivere tutto un post sugli ultimi due attentati, potrei deprecare il terrorismo sotto ogni sua forma, potrei fare un atto di denuncia, potrei scoraggiare i turisti in cerca di meravigliosi resorts dall'uscire di casa.
Invece non lo farò, perchè tra due giorni vado in Israele, nonostante gli anatemi di tutti i massimi rabbini nei confronti di Sharon.
Non faccio la sbruffona, non ostento la mancanza di timore, ma credo fermamente che il terrorismo principale di cui si sta parlando in questi ultimi giorni sia principalmente di natura psichica.
Una mia amica si rifiuta di andare a cena nel centro della capitale, io trovo tutto ciò indicativo.
Chi ci vuole vessati e intimoriti, ottiene ciò che vuole.
La reazione è necessaria, la dimostrazione dell'unione tra i popoli dovrebbe nascere dalle basi, non aspettandosi grandi gesti degli incuranti potenti.

Non è semplice andare avanti, ma si può, si può davvero.
Sabato sera ho provato sulla pelle il sentimento del ricordo astioso, per un istante ho riprovato ciò che il 21 luglio 2001 ho vissuto sulla mia stessa pelle.

Ero a Genova, portavo una margherita tra i capelli e ci credevo, credevo profondamente nella dimostrazione pacifica. Sapevo che oltre le barricate i Potenti facevano patti, e con l'orecchio sentivano le nostre canzoni.
Sapevo che si decideva del mondo oltre quella rete ed io, dal lato dei poveri e comuni mortali, volevo dire la mia, visto che si sarebbe deciso del pianeta in cui vivo.
Poi ho solo ricordi di corse, di manganellate, di sangue, di grida, di disperazione, di ingiustizia.

Blob, sabato sera, ha trasmesso una serie di immagini di quei giorni e dei giorni di lotta di quarant'anni prima.
Mia madre mi era seduta di fianco e la sua osservazione è stata :- Speravo che mia figlia non avrebbe dovuto assistere alla prevaricazione ed all' abuso di potere. Ho preso botte ed ho lottato con ogni fibra di me stessa perchè tu potessi nascere in un mondo migliore-.

Sono passati anni dal '68, dai desaparecidos, dal massacro di Sabra e Chatila, dalla strage di Piazza Fontana, dall'omicidio Kennedy, da Hiroshima e Nagasaki, eppure continuiamo a ingenerare ed a subire le conseguenze sempre degli stessi stupidi errori.
La fallibilità dell'uomo va ammessa, la guerra e la morte sono la soluzione più semplice.
La disperazione porta a disatri irreparabili per i quali non ci si sente più tranquilli neanche nel supermercato sotto casa.
Ma non lasciamoci intimorire e riprendiamoci la libertà che ci è dovuta.

Per fare un tavolo, ci vuole il seme. 

 
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