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I due Messia

Storia di Giovanni di Gamala e Yeshu ben Pandera

 
 
 
 
 
 

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« Lazzaro e la sua resurrezioneGiuseppe Flavio e il "T... »

I dodici Apostoli ovvero i fratelli del Messia

Post n°22 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da otto8dgl1
 

“… Anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”

Dodici erano gli anni di malattia della donna guarita dal flusso emorragico, come dodici erano le ceste piene portate via dopo il miracolo dei pani e dei pesci, dodici gli anni della figlia di Giairo e gli anni di Gesù quando si recò a Gerusalemme e, soprattutto dodici, come abbiamo appena letto, le tribù d’Israele. Ecco perché gli Apostoli, posti a giudici di ciascuna di esse, non avrebbero potuto essere otto, quattordici o ventiquattro!

Nessun altro numero appare nei Vangeli con una tale ricorrenza, proprio perché ad esso veniva riconosciuto un valore simbolico talmente sacrale da adattare ad esso eventi e personaggi.

Tuttavia, si tratta anche per il numero dodici, di una sacralità mutuata dalle antichissime tradizioni astronomiche mesopotamiche e sumero-babilonesi, fondate sulla suddivisione della volta celeste in dodici case zodiacali.

Per raggiungere questo numero, gli Evangelisti o chi per loro, ricorsero ad ogni espediente narrativo: identità replicate mediante doppi e tripli appellativi, sdoppiamenti occasionali, paternità e maternità diversificate.

Secondo quando riferito negli "Atti" di Luca, i seguaci della dottrina di "Gesù", in tre decenni si erano moltiplicati e diffusi nelle province mediterranee dell'Impero... grazie alle dimostrazioni di miracoli straordinari fatti dagli "Apostoli"dei cui nomi non esiste traccia in alcun documento storico dell'epoca!

L'unico "attestato" (uno storico non potrà mai basarsi su un "documento" fideista come il Vangelo) che avrebbe dovuto comprovarne le gesta, oltre all'esistenza, è costituito dagli "Atti degli Apostoli", ma dopo averne individuato le falsificazioni apportate dall'evangelista (il blog le dimostrerà di volta in volta...) per rendere credibili i suoi "santi" personaggi tale documento, in realtà, diventa la prova che i "Dodici" sono soltanto un numero di valore simbolico religioso; furono una creazione letteraria per far apparire che il "cristianesimo" diffuso da loro, era presente sin dal I secolo al fine di dimostrare che Gesù era venuto sulla Terra e si era sacrificato per salvare gli uomini dalla morte.

Gli Apostoli degli scritti neotestamentari non sono mai esistiti!

Di Giancarlo Tranfo: “La croce di spine”. (Pag. 161)




La resurrezione di Lazzaro
Post n°743 pubblicato il 19 Settembre 2013 da paralotti

MA QUALE MIRACOLO!

Lazzaro, Zelota, figlio di Giairo, discendente di Giuda di Gàmala, parente di Giuseppe (Menahem) dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. con circa un migliaio di Esseni e Zeloti, asserragliati nella fortezza di Masàda nel 73 d.C., resistette all’assedio dei romani per sei mesi . (Ultimi ribelli patrioti rimasti, infatti Giuseppe Flavio li chiama “Sicari”) Resosi conto che era inutile ogni resistenza contro lo strapotere delle legioni romane, convinse TUTTI I SUOI SEGUACI A SUICIDARSI.
Nel suo ultimo, lungo discorso ricorda ai suoi uomini:

“… La superiorità dell’anima su un corpo mortal...e che la tiene prigioniera e che la morte libererà dal suo peso corruttibile facendola vivere in eterno. La morte infatti, donando la libertà alle anime, fa si che possono raggiungere quel luogo di purezza che è la loro sede, dove andranno esenti da ogni calamità, mentre, finchè sono prigioniere in un corpo mortale, schiacciate sotto il peso dei suoi uomini, allora si che esse sono morte…” (Gue.VII, 344)

Così Giuseppe Flavio descrive gli Esseni:
“Quando giunge con gloria, considerano la morte migliore della vita. I loro spiriti furono sottoposti ad ogni genere di prove dalla guerra contro i romani, durante la quale furono contorti, bruciati e fratturati, sotto ogni genere di tortura… esalavano serenamente l’anima, certi di tornare a riceverla… E’ ben salda in loro l’opinione che i corpi sono corruttibili e instabili mentre le anime vivono in eterno…” (Gue. II 152-4)

Poco dopo arrivarono i legionari romani e allibiti trovarono quasi mille corpi senza vita di guerriglieri sicari ZelotI ed Esseni, fra cui donne e bambini.
“Quando furono di fronte alla distesa dei cadaveri, ciò che provarono (i romani) non fu l’esultanza di aver annientato il nemico, ma l’ammirazione per il nobile proposito e per il disprezzo della morte con cui tanta moltitudine l’aveva messo in atto”. (Gue. VII, 406)

Circa mille persone che, prima di rinunciare ad un’esistenza come loro avevano sognato e lottato per realizzarla, preferirono la MORTE DEL CORPO CORRUTTIBILE nella convinzione di liberare e FAR RISORGERE LE LORO ANIME.
Questa! … fu LA VERA RESURREZIONE DI LAZZARO FIGLIO DI GIAIRO!
Gli esseni, prima di riformare la dottrina, credevano nell’immortalità dell’anima, mentre la nuova dottrina, con l’innesto del rituale teofagico eucaristico dei “Salvatori” pagani, prevedeva la resurrezione anche della carne e questo doveva essere “dimostrato” con gli episodi di “Risurrezione dei corpi” che ritroviamo nei Vangeli e negli “Atti degli Apostoli”, il più famoso dei quali come tutti sanno, è la “Resurrezione di Lazzaro”.

Di Emilio Salsi da libro Giovanni il Nazireo detto “Gesù Cristo” e i suoi fratelli. (pag. 113)


Gamala e Nazareth
Post n°742 pubblicato il 17 Settembre 2013 da paralotti


Gamala è stata una città le cui rovine furono scoperte in modo fortutito ed inaspettato nel 1967, riconosciuta ufficialmente dagli archeologi nel 1976, costruita SOPRA UN MONTE nel Golan inferiore, a nord-est del lago Tiberiade (Genezaret), importante per la storia giudaica fin dal secolo precedente a "Cristo", fu attaccata nell'autunno del 66 d.C., invano per sette mesi, dalle truppe di Re Agrippa II e verrà distrutta, grazie all'intervento di tre legioni romane agli ordini di Vespasiano e Tito, un anno dopo. Teatro di una battaglia sanguinosa che causò molte migliaia di morti fra la popolazione, di cui più della metà suicidi, gettatisi in un precipizio con donne e bambini pur di sottrarsi a stupri e schiavitù. Questa Città, vicina a Cafarnao e al lago, così presente nella storia... E' IGNORATA DAI VANGELI.

"Gesù Cristo" percorse in lungo e in largo la Palestina, ha navigato e passeggiato su e giù per il lago Tiberiade, ha fatto miracoli e discorsi in città e villaggi molto meno importanti, ma a GAMALA NO!... LA EVITAVA.

Così come la evitava il geniale Apostolo, Segretario di Stato, da lui nominato dopo essere morto sulla croce, quindi "post-mortem", SAULO PAOLO, il quale ligio alle consegne ricevute dal Maestro al momento della "folgorazione", doveva visitare tutte le Sinagoghe tranne quella di Gamala, come non lo fecero i SANTI APOSTOLI: Simon Pietro, Giacomo, Giovanni "detto anche Marco" e Giuda.

Eppure questa città era ed è vicina al lago di Tiberiade, sul ciglio di una monte, con un precipizio, con una Sinagoga, con attività produttive, coniava monete proprie... sembra, anzi è la descrizione della NAZARETH dei Vangeli:

"Si recò a Nazareth dove era stato allevato; ed entrò come al solito di sabato nella Sinagoga e si alzò a leggere... all'udire queste cose, tutti nella Sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero giù dal precipizio. Ma egli passando in mezzo a loro, se ne andò. Poi DISCESE A CAFARNAO, una città della Galilea" (Lc. 4; 16-28/31).

" Discese a Cafarnao" (a nord del lago). Questa frase ha un senso soltanto se la discesa parte da Gamala, "SUL CIGLIO DI UN MONTE" sovrastante Cafarnao, e distante da essa 15 km. Non può riferirsi alla NAZARETH odierna, DISTANTE DA CAFARNAO 32 KM. (in linea retta), non sovrastante ad essa e "piana", non POSIZIONATA SOPRA ALCUN MONTE, SENZA UN PRECIPIZIO A RIDOSSO, NE' VICINA AL LAGO. Abbiamo la stessa constatazione nel Vangelo di Matteo (8, 1-5).

Al contrario di Gamala, NAZARETH E' TOTALMENTE SCONOSCIUTA DALLA STORIA sino al quarto secolo dopo Cristo. La Nazareth che conosciamo, meta di pellegrini, culto dei cristiani di tutto il mondo da oltre 1500 anni, non ha nulla a che vedere con la Città dei Vangeli. Diversamente da Gamala, a Nazareth non esistono nè monte, nè precipizio, nè lago, nè le rovine di una Sinagoga, nè barche vicine. Gli edifici e i monumenti più antichi riferiti alla vita di "Cristo", ammirati dai pellegrini in devota contemplazione, risalgono ad epoche successive al Concilio di Nicea del 325 d.C.

La Chiesa falsaria è consapevole del vuoto storico della "città di Nazareth", pertanto per trovare una giustificazione, contraddicendo i Vangeli, nell'ultimo secolo l'ha declassata a "villaggio" e come tale sarebbe passato inosservato agli storici ed agli archeologi!

Ma allora, se Gamala era la vera "Nazareth", perchè i Vangeli hanno mentito? Via!... non ditemi che non lo avete capito: era la città di Giuda il Galileo e dei suoi figli...Zeloti, i quali avevano lo stesso nome dei fratelli di "Gesù"... i famosi Apostoli!

Di conseguenza il libro scritto dall'ex Papa Ratzingher dal titolo: "Gesù di Nazareth" è un falso!

Da: Giovanni il Nazireo detto "Gesù Cristo" e i suoi fratelli di Emilio Salsi.


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