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I due Messia

Storia di Giovanni di Gamala e Yeshu ben Pandera

 
 
 
 
 
 

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« Le "Nascite"Il nuovo calendario della Chiesa »

Le "Nascite" (seconda parte)

Post n°4 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da otto8dgl1
 

Secondo Matteo la "Strage"  degli innocenti, riguardava direttamente il neonato "Gesù bambino", lui era l'obiettivo di Erode e la conseguente "Fuga in Egitto", propiziata dalla omertà dei "Magi" venuti ad adorare il "Re dei Re", fu un evento drammatico per la "Sacra famiglia" al punto che l'esilio in quella terra si protasse fino alla morte del Re "criminale".

Dramma che finirà alla morte di Erode, nella celestiale "Nazareth", unica città tranquilla della Galilea, ove la Madonna e San Giuseppe potranno accudire "Gesù bambino", ignari (come Matteo evangelista) del sangue che scorreva sulla loro terra, messa a ferro e fuoco dalle legioni romane di Quintilio Varo, il Legato di Siria di Cesare Augusto, inviato per domare, con migliaia di crocifissi e decine di migliaia fra morti in battaglia e schiavi, la ribellione giudaica capeggiata da Giuda il Galileo, Re "pro-tempore" di quella regione.

La sempliciotta ignoranza palesata da "Matteo", sugli avvenimenti che sconvolsero la Galilea dopo la morte di Erode il Grande, attesta la FALSITA' del suo Vangelo ad iniziare dalla "fuga in Egitto"; infatti Nazareth (ammettiamo pure che sia esistita in quegli anni), dove ritornò la "Sacra famiglia", era vicinissima (6 km) alla capitale Seffori, che fu rasa al suolo e i suoi abitanti uccisi o deportati come sciavi.

San Luca, al contrario di Matteo, ignora il pericolo che corre il "bambin Gesù"; per lui Erode non è criminale, è un altro Erode... e la "Sacra famiglia" può pensare al suo tranquillo menage domestico quotidiano senza avere la necessità di fuggire da alcuno.

Poichè gli evangelisti: Luca, Marco e Giovanni, non riportano il grave pericolo corso da "Gesù bambino", con la fuga in Egitto per sfuggirlo, ciò significa che è un'invenzione... e il "Natale", festeggiato da centinaia di milioni di fedeli in tutto il mondo, è una suddola montatura ideata dai "Padri fondatori"del cristianesimo per sostituire sia la festa annuale pagana del Dio Sole, resa ufficiale in tutto l'Impero da Aureliano a partire dal 25 dicembre del 274 d.C. (Dies Natalis Solis Invicti), sia quella del Dio Mitra, il "Salvatore" con maggior seguito popolare prima del nuovo "Salvatore Gesù"... nati entrambi come il Dio Sole, nello stesso giorno dell'anno!

Cari catto-cristiani, dovete sapere che quando festeggiate il Natale, state festeggiando un festività pagana, festeggiate la nascita del Dio Sole, quindi di conseguenza anche se ignorate la cosa, siete anche voi dei pagani... e torniamo a noi, anzi ai "Re Magi".

Accreditati di capacità profetiche e taumaturgiche miracolose i "Magi" erano sacerdoti del culto di Mitra, originario nell'antica Persia, diffuso ed evolutosi nell'Impero Romano e anch'esso nato in una grotta. Sia la grotta che il bue e l'asinello, non compaiono nei Vangeli canonini, e la "grotta", in particolare, era un simbolo culturale ricorrente in altre relgioni orientali, preesistenti al cristianesimo; religioni che contemplavano la nascita di una divinità partorita da una vergine in fuga, cui le forze del male davano la caccia per impedire che il bene potesse sopravvivere ad esse per poi sconfiggerle.

Infine l'Evangelista Matteo (Mt. 2, 9), dal lontano Oriente, con tanta fantasia, fece recare i Magi e Betlemme, guidati da una stella che li precedette lentamente, fino a posizionarsi (vista soltanto da Erode e i suoi militi) sulla casa dove era nato "Gesù bambino"- per sottomettersi al nuovo "Re dei Re" (era il titolo degli imperatori Parti) offrendo i doni simbolici del potere regale (oro), di quello spirituale (incenso) e della vita eterna (mirra). Ovviamente in casa mancavano il bue e l'asinello:

"... Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Entrati nella casa... lo adorarono" (Mt. 2,9/11).

(Fine seconda parte)

Di Emilio Salsi: Giovanni il Nazireo detto "Gesù Cristo" e i suoi fratelli. (pag.60-61)

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