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GIU’ LE MANI DA BERSANI!
Post n°909 pubblicato il 01 Marzo 2013 da marcozio1
Va bene che siamo in Italia, il Paese dove ormai l’Incredibile ha chiesto e ottenuto cittadinanza, ma – forse - chiedere le dimissioni del leader della coalizione che è arrivata prima alle elezioni politiche, è troppo anche per una banda di simpatici umoristi come noi. Bersani e la coalizione di centrosinistra magari non hanno vinto le elezioni – come vuole la vulgata mediatica – ma di sicuro non le hanno perse e non c’è artificio dialettico che possa ribaltare questo semplice e intuitivo dato di fatto. Il fatto che chi ha perso davvero le elezioni (dimezzando i consensi e arrivando alle spalle di colui che si dovrebbe dimettere per averle perse) si possa presentare come vincitore che detta la linea al Paese, è solo l’ultima gag comica di un passaggio storico e di un sistema di informazione che ci hanno abituato a far colazione, pranzo e cena con l’Assurdo come piatto forte e il Ridicolo come contorno. Sforzandoci di richiamare tutti e ciascuno a un minimo di buon senso ci permettiamo di rimettere alcuni puntini sulla i di Italia. - Ci sono DI GRAN LUNGA più italiani che hanno votato Bersani Premier di italiani che hanno votato la coalizione di destra o il Movimento 5 Stelle, che - tra l’altro - non indicavano nessun Premier. In una democrazia parlamentare – quale ancora siamo – l’unico metro applicabile per stabilire chi arriva prima e chi arriva dopo è il numero dei voti e non la rispondenza tra questi e quelli accreditati dai sondaggi. Non può esistere che chi prende 4 punti percentuali in più del supposto “trionfatore” alla Camera e oltre 8 in più al Senato, sia definito sconfitto solo perché i sondaggi dicono che ne avrebbe presi di più. E’ un’operazione che inquina profondamente il sistema democratico e lo stesso significato delle parole e dei numeri. Punto. - Le elezioni politiche 2013 hanno consegnato la responsabilità di una proposta politica al Paese a BERSANI PIERLUIGI da Bettola. Punto. - Le elezioni politiche 2013 hanno indicato nei rappresentanti democraticamente eletti del Movimento 5 Stelle la maggiore novità politica e, vista la loro rilevanza parlamentare e i loro contenuti programmatici, vanno considerati il PRINCIPALE (ancorché non unico) interlocutore della proposta politica che Bersani farà al Parlamento e al Paese. Punto. - Le elezioni politiche 2013 hanno sancito il crollo, la slavina, la ciclopica implosione di consensi per BERLUSCONI SILVIO e la sua allegra brigata che possono permettersi la faccia tosta di festeggiare, solo in virtù del fatto che il disastro non abbia raggiunto le proporzioni bibliche previste dai sondaggi che, lo ripetiamo, in quanto sondaggi, sono sempre stati e restano indicatori virtuali (che significa NON ATTINENTI ALLA SFERA DEL REALE) che pertanto NON POSSONO costituire in NESSUN MODO un metro di misura per giudicare le performance elettorali delle proposte politiche in campo. Punto. Al netto dei sondaggi, dunque, abbiamo un risultato che ci consegna una coalizione maggioritaria sia alla Camera che al Senato, ancorché senza una maggioranza politica solida e definita in uno dei due rami del Parlamento. Il candidato Premier ha detto che ci vuole provare e dunque – se il sistema politico, elettorale e sinanco linguistico vigente ha ancora un qualche straccio di significato – va messo nelle condizioni di provarci e di eventualmente fallire, prima di poter anche solo verificare qualunque altra opzione. Le richieste di dimissioni o di passi indietro fatte pervenire a Bersani nelle consuete e subdole modalità vanno pertante collocate con decisione laddove devono stare: nella sfera della fantapolitica e dell’analfabetismo istituzionale. Esprimiamo con decisione solidarietà, gratitudine, vicinanza e sostegno a Bersani per il delicatissimo passaggio che lo aspetta e respingiamo con forza ogni manovra atta a distoglierlo dalla sua difficile missione: avviare un processo di cambiamento del Paese. Forza Bersani e forza Italia. Firmato: tutti quelli che lo condividono. ps. Ebbene sì, abbiamo scritto “Forza Italia”. E non sarà neanche l’unica cosa che proveremo a riprenderci nel corso dei prossimi mesi. Anzi, abbiamo appena cominciato. SE LO CONDIVIDI, CONDIVIDILO. I moderatamente bersaniani (Mauro Mercatanti)
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