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IL PD SI ASTIENE SULLA PROPOSTA DELL’IDV DELL’ABROGAZIONE DELLE PROVINCE

“Abbiamo le nostre proposte di riforma e riduzione. No a demagogia”

Ha suscitato indignazione l’astensione del PD sull'abolizione delle province. Il sito del Partito Democratico motiva sufficientemente la scelta e riporto quanto pubblicato proprio il 5 luglio dove si sostiene  che non si prevedeva una soluzione a norma approvata.

Successivamente riporto anche il testo della proposta di legge PD presentata dallo stesso Bersani che prevede abolizione delle province e l’istituzione di Enti Territoriali, entità amministrative che serviranno più comuni consorziati.

Io condivido la linea del PD; riporto i puri fatti, ognuno sviluppi le proprie convinzioni!

 

DAL SITO DEL PD

La Camera ha respinto la legge proposta dall'IDV per abolire le province. Il PD si è astenuto. E' stato respinto innanzitutto il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava le parole «le province» dal Titolo V della Costituzione (225 i voti contrari, 83 quelli a favore, 240 gli astenuti). Poi, è stata bocciata l'intera proposta di legge.

Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ai giornalisti che gli chiedono di commentare il voto precisa: "Sul tema delle province noi abbiamo una nostra proposta e non ci vengano a fare tirate demagogiche. Il nostro testo prevede certi meccanismi per ridurre e accorpare le province perché bisogna anche dire come si fa. Le province gestiscono diverse cose, per esempio i permessi urbanistici, se tornano alle Regioni poi ci sarà una caterva di lamentele per le lungaggini".

Perché il PD si è astenuto. 

L'astensione è stata dovuta al fatto che il testo all'esame della Camera "propone semplicemente la soppressione della parola province e non dice nulla sul dopo", come ha spiegato il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini. "Siamo anche disposti, nell'ambito di un confronto parlamentare, a discutere della vera e propria soppressione delle province ma nell'ambito di un disegno che ridistribuisca le competenze" e spieghi i risparmi ed i costi, ha aggiunto ed ha sottolineato: "resta il tema del trasferimento delle competenze che è doveroso indicare", dicendo "a chi vanno con quali costi". Quindi ha proseguito: "Teniamo aperta la possibilità di una riforma. Un voto contrario suonerebbe preclusivo della volontà di fare riforme, ed è l'atteggiamento di questa maggioranza", ha aggiunto ed ha annunciato "ritiriamo l'emendamento soppressivo" del primo articolo della proposta e "ci asterremo su quello dell'Idv".

Da Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del PD arriva lo stop alla faciloneria dei titoloni di giornale: "“Noi siamo contrari a misure demagogiche e raffazzonate che rischiano di produrre più danni che benefici. Siamo convinti che l’architettura istituzionale del paese debba essere rivista e in tale riassetto crediamo che si debba riconsiderare ruolo, funzioni e numero delle province. Parlare di una generale quanto generica abolizione, come fa l’on. Di Pietro,  va bene per conquistarsi un titolo di giornale ma non per affrontare una questione complessa che riguarda funzioni, poteri, competenze in coordinamento con le regioni e i comuni. Di Pietro, piuttosto, cerchi di dare il suo contributo e la sua collaborazione per una riforma organica che parta dai rami alti e discenda sui territori, come il Pd si sta impegnando a fare”.

 

Il 12 maggio è stato presentato il ddl “Revisione Costituzionale - Abolizione delle Province – Bersani” (ometto l’art. 1 che indicava ad uno ad uno gli articoli da cui si proponeva  art. l’abrogazione del termine Provincie)

Art. 2 Con legge ordinaria vengono creati e regolati gli Enti Territoriali, entità amministrative che serviranno più comuni consorziati e che hanno la funzione di trasferire gli investimenti fatti dalle regioni destinati ai comuni.
Art.3 I comuni avranno più autonomia per la politica interna alle proprie città come ad esempio: Immondizia, acqua, urbanistica. Il che vuol dire che non bisognerà presentare i progetti agli enti territoriali basterà approvare in consiglio comunale, e aspettare che arrivino agli enti territoriali i soldi dalle regioni. Questo darà un notevole colpo alla burocrazia.
Art.4 Con l’abolizione delle Province tutti i comuni con 30.000 cittadini potranno creare le università, atto che prima poteva avvenire solo nei capoluoghi provinciali.
Art.5 Gli enti territoriali avranno solo dei funzionari che sono sotto posto ad concorsi di assunzione, e si occuperanno degli impieghi i sindaci dei comuni ove risiede la sede degli enti territoriali
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