Marco Zio BLOG

Cronaca (zona 3 e 4, Milano e altro ancora) raccontata da un giornalista e scrittore Democratica Mente MOLTO di Sinistra

 

 

LE DONNE SONO IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO

Post n°916 pubblicato il 08 Marzo 2013 da marcozio1

 

Con il 38% alla Camera e il 42% al Senato il PD porta in Parlamento il più nutrito gruppo di donne in Parlamento. “Le donne sono il motore del cambiamento, un cambiamento che è responsabilità, principio da cui non si prescinde”


Con il 38% alla Camera e il 42% al Senato il PD porta in Parlamento il più nutrito gruppo di donne in Parlamento. “Le donne – ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani all’incontro di presentazione di tutte le nuove elette - sono il motore del cambiamento, un cambiamento che è responsabilità, principio da cui non si prescinde”, e che rappresentano il punto di partenza per “rispondere alla profondità del sommovimento delle democrazie europee, che vanno gestite senza il deperimento della democrazia rappresentativa e l’avvitamento alle ricette di austerità”.

“Abbiamo creato dei meccanismi irreversibili di rappresentanza che non saranno più eludibili -ha aggiunto Bersani – e abbiamo fatto girare la ruota in Parlamento, abbiamo più new entries e più donne di Grillo”. Ascoltare la domanda di cambiamento, la disperazione, le proteste – “che pure portano segnali di dinamismo e non solo negatività” – attraverso le capacità e le competenze delle donne, “da sempre più capaci nel capire quali siano i possibili punti di incontro per il necessario avanzamento di sistema che il Paese chiede. Il protagonismo femminile è il traino dell’intero avanzamento dei diritti, civili e sociali: partiamo da una piattaforma che abbia il tema femminile al centro, da cui derivano tutti gli altri, e su cui – al di là del famoso scouting di cui ci accusano – è possibile trovare un’accoglienza trasversale”.
Bersani ha quindi esortato tutti a “impegnarsi sul femminicidio”, delitto odioso che “contiene il messaggio che una donna non può fare quello che sceglie lei”. A questi numeri che “non sono solo numeri, ma contenuti, pensiero, competenze, proposte espresse in Parlamento, si è arrivati attraverso il lavoro svolto da noi tutte e dalle nostre parlamentari, ad esempio sulla doppia preferenza di genere nei Comuni” ricorda la portavoce della Conferenza delle Donne Roberta Agostini “e attraverso le primarie parlamentari, che hanno visto l’affermazione netta delle candidate. Un risultato che va valorizzato come risorsa e iniziativa, attraverso gli 8 punti presentati in Direzione nazionale, che prevedono l’attuazione immediata della legge contro il femminicidio e di politiche di contrasto alla violenza, così come il sostegno all’occupazione femminile, in particolare al Mezzogiorno, nelle misure per la crescita”.

Ragionare sulla presenza femminALTROile nelle Commissioni parlamentari, e non rimanere confinate a tematiche di genere è stato l’invito rivolto da Federica Mogherini, in Commissione Difesa alla Camera nella precedente legislatura, che ricorda come sia possibile ratificare subito, in tempi da primo giorno di scuola, la Convenzione di Istanbul.

Lo sguardo femminile trasversale su ogni tema, ma anche la “proposta di modi e tempi nostri nella politica, per una conciliazione che fa bene anche all’uomo” nelle parole di Josefa Idem, e in quelle di tutte l’esigenza di essere elemento dinamico nella soluzione dei problemi reali. Rosy Bindi si è richiamata alle parole di Michela Marzano, che invitava a risparmiarle, le parole, e a non considerarsi migliori in quanto donne. “Rappresentiamo la parte del mondo che è stata più estranea alla politica, e pesa su di noi la sfida più grande, dell’avvicinamento della gente alle istituzioni”.

FONTE: Partito Democratico

 

 
 
 

LA CAMPAGNA NUTRE LA GITTA' di Michele Sacerdoti

Post n°915 pubblicato il 07 Marzo 2013 da marcozio1
Foto di marcozio1

Proseguono fino a maggio i mercati dei produttori agricoli organizzati da Donne in Campo Lombardia e CIA Lombardia con il patrocinio del Consiglio di Zona 3 che li ha fortemente voluti fin dall’avvio lo scorso aprile.

Si svolgeranno in Piazza Santa Francesca Romana il primo giovedì del mese dalle 9 alle 18. 30 e in piazza Durante nei giardini di Fausto e Iaio il primo sabato del mese dalle 9 alle 15 (vedi locandina allegata).

Le prossime date sono giovedì 7  marzo in piazza Santa Francesca Romana e sabato 9 marzo in piazza Durante.

Si potrà acquistare ogni mese direttamente dai produttori agricoli formaggi vaccini e caprini, salumi, mieli, vini, confetture, ortaggi, frutta, farine, piante aromatiche e ornamentali provenienti dai

diversi territori della Lombardia.

Il consiglio di zona 3 è impegnato nello sviluppo dei mercati dei produttori agricoli della Lombardia in area pubblica in base alla legge De Castro, anche nella prospettiva dell’Expo 2015, per favorire la filiera corta ed il chilometro zero.

Un altro mercato agricolo si svolgerà in Piazza Leonardo da Vinci a cura dell’AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica due giovedì al mese da marzo a maggio (14/3, 28/3, 11/4, 18/4, 9/5, 23/5 dalle 9 alle 17) orientato agli studenti di Città Studi, proseguendo l’iniziativa avviata nello scorso novembre e dicembre.

 
 
 

ZONA 4: BRUCIA UN ALTRO CAMPO ROM

Post n°914 pubblicato il 06 Marzo 2013 da marcozio1
Foto di marcozio1

Il quarto campo non sgomberato va a fuoco. Strano

Brucia il campo, quello abusivo di via dei Pestagalli (zona via Zama) proprio quando tutto era pronto per lo sgombero. Un’altra volta e qualcuno insinua che ci sia anche questa volta un’origine dolosa.

E’ andato a fuoco venerdì, verso le 17.30 quello che per molti era un problema e per qualcuno era LA casa. Fortunatamente non risulta nessun ferito anche se sono bruciate, nel corso dell'incendio, la metà delle baracche presenti nel campo, che erano circa trenta. Le cause del rogo sono ancora da accertare, lo ribadiamo,  e indaga il commissariato di Mecenate. Non si esclude il dolo ma anche questa volta nessuno scriverà di cosa è successo veramente.

Naturalmente non mancano le strumentalizzazioni, come quelle dell’ex sceriffo  Riccardo De Corato, che  commenta "In via Pestagalli dopo l’incendio di ieri all’interno del campo nomadi, il secondo in poco tempo, non bisogna più permettere che i nomadi si reinsiedino un'altra volta. Giustamente il campo è stato recintato e sorvegliato notte e giorno da polizia e vigili. La zona quattro sta pagando un alto prezzo ai campi nomadi abusivi, che sono accampati anche in Via Dione cassio ex magazzini magazzini corrieri (di fronte al corriere Bartolini) in Via Bonfadini, nel Parco Forlanini e tra nei giardini tra Via Salomone (dove hanno abbattuto il muro di recinzione) e Viale Ungheria, e in Via Fantoli un area abbandonata della Telecom".

"Da mesi - prosegue De Corato - l’Assessore Granelli e il Consigliere Cormio continuano a prendere in giro i cittadini della zona 4 di Viale Ungheria, Via Salomone, Via Sordello e di Via Bonfadini promettendo allontanamenti di nomadi dalla quella zona e da quelle aree che, puntualmente vengono disattesi. E’ evidente che l’attestarsi dei nomadi nelle vie vicine all’area di Via Pestagalli, dopo l’incendio di ieri può creare una situazione ancora peggiore. E’ evidente che questa Giunta che si preoccupa di stanziare 5 milioni di euro per i nomadi, non ha nessuna intenzione di intervenire nella situazione di degrado in cui si trova la zona 4 di Milano abbandonata a sè stessa e alla presenza abusiva dei nomadi", conclude il tromato alle elezioni parlamentari.

Loredana Bigatti, presidente del Consiglio di Zona 4 tranquillizza: "Al momento l’area di via Pestagalli che ieri sera (1 marzo)  ha subito l’incendio di alcune baracche di Rom è presidiata notte e giorno dalla Polizia locale e dalla Polizia di Stato. E sono presidiati anche alcuni edifici come quello di via Zama ed aree per evitare ulteriori insediamenti di abusivi da parte dei nomadi cui è impedito di tornare in via Pestagalli. Il Comune lunedì 4 marzo effettuerà la pulizia e una definitiva messa in sicurezza di tutta l’area”.

"L’attuale amministrazione - conclude Bigatti - sta fronteggiando anni di dissennato sviluppo edilizio e il conseguente abbandono e degrado di diverse aree, oltre agli inutili e dissennati sgomberi voluti da De Corato. Adesso, a partire dall’abbattimento dell’ecomostro e dal lavoro fatto nel quartiere di Santa Giulia che ha portato all’inaugurazione della scuola materna, i problemi che da anni interessano la Zona 4 stanno trovando una soluzione".

 
 
 

IL ROMPICAPO MAI RISOLTO DELL'ORTOMERCATO DI PIERO COLAPRICO

Post n°913 pubblicato il 05 Marzo 2013 da marcozio1
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Piero Colaprico è un grande. Spesso supponente, altezzoso e presuntuoso è, comunque, un grande lettore della città. Lui sa capire, amare e detestare. Questo post è in realtà un suo scritto pubblicato nella rubrica che segue su Repubblica. (26 febbraio 2013 —   pagina 12   sezione: MILANO)

CHI scrive è dipendente dal 2009 (ivi catapultato dalla provvidenza divina) della Sogemi, società di gestione dei mercati generali di Milano. Nel corso della campagna elettorale del 2011 fui più volte, ai cancelli dell'ortomercato e nei padiglioni dello stesso, a diffondere il verbo «Pisapia Sindaco». In cambio si ricevevano apprezzamenti accompagnati da non rare ingiurie. Noi, memori del detto «non mollare», restammo lì sul campo, si sperava. Poi venne l'arcobalenoe la certezza di una nuova alba.

Allora, gentilissimo Colaprico, perché nel mentre dopo proroghe su proroghe, si giunge alla indizione, da parte di Sogemi, del bando per l'affidamento del servizio di sicurezza, guardiania, portierato, eccetera, riguardante i mercati generali di Milano. Ecco che rileviamo come nella commissione di gara sia presente anche il soggetto che per Sogemiè stato in tutti questi anni sostanzialmente unico referente di Sicuritalia, ossia la società che da molti anni fornisce il servizioe che partecipa alla gara di appalto, finalmente indetta, per il riaffidamento del servizio.

Non c'è incompatibilità? Stando all'articolo 84 del codice dei contratti pubblici si dovrebbe rispondere di sì, oltre che a dirlo è anche il buon senso comune (se ancora esiste). La nuova alba significa coerenza, rispetto delle regole e applicazione delle stesse. Iose Giovanni Dioli Non conosco nel dettaglio questa vicenda, ma - lo dico spero senza presunzione - sarei uno dei pochi cronisti rimasti in città a conoscere abbastanza bene i «misfatti» che hanno a che fare con l'ortomercato. Per altro, anni fa, era stato nominato un poliziotto vecchia guardia, che conoscevo quando lavorava alla squadra Mobile, Alberto Sala, e appena ha cominciato a fare il suo dovere di security manager è stato «fregato» e mandato via dai politici di centrodestra (ho letto i documenti giudiziari, da non credere...). È questa lunga esperienza che mi fa dire che Sogemi sia una società da prendere con le molle. Che la vecchia mafia, quella degli anni Cinquanta che portava i camion là dove c'è la Palazzina Liberty, è stata rimpiazzata. Che il pericolo maggiore, e non solo per Milano, non sono i calabresi con Ferrari che dentro l'Ortomercato avevano aperto persino un night. Che persino la magistratura fatica a raccapezzarsi, laggiù, in viale Lombroso. Chi sa, aiuti i giornalisti, la magistratura, il consigliere pd Ghezzi, pochi altri. Stando attento, non si scherza.

 

Fonte: Repubblica

 

 

 
 
 

RIFLETTENDO SUL DOPO ELEZIONI di Valerio Onida

Post n°912 pubblicato il 04 Marzo 2013 da marcozio1
Foto di marcozio1

1. Ingovernabilità?

Perché si formi un nuovo Governo con pieni poteri è necessario che colui al quale il Presidente della Repubblica conferirà l'incarico ottenga il voto di fiducia in entrambe le Camere. Alla Camera dei deputati il centrosinistra da solo ha la maggioranza assoluta, e dunque non avrebbe problemi. Al Senato, il centrosinistra conta su 123 eletti, la lista Monti su 19 (totale 142). Votando contro il centrodestra (117 eletti), sarebbe sufficiente che i Cinque Stelle (54 eletti) non partecipassero al voto (l'unico modo per astenersi al Senato), perché il Governo ottenga la fiducia con una maggioranza relativa (c.d. non sfiducia). Se poi, come si è sentito dire, il centrodestra minacciasse di non partecipare anch'esso al voto per far mancare il numero legale (160, contando anche i senatori a vita), così puntando a invalidare la votazione, basterebbe, per parare questa manovra, che solo 18 dei 54 senatori Cinque Stelle partecipassero invece al voto, anche votando contro il Governo, per consentire a questo di ottenere la fiducia (presenti 142+18=160, voti a favore 142, voti contrari 18; se invece la destra partecipa al voto, voti a favore 142, voti contrari 117+18=135). La presenza dei quattro senatori a vita (Ciampi, Andreotti, Colombo, Monti), presumibilmente favorevoli al Governo, potrebbe solo migliorare questi numeri.

Naturalmente occorre per questo che il movimento Cinque Stelle collabori, pur senza entrare nella maggioranza e senza votare la fiducia al Governo, e quindi senza rinunciare alla propria posizione attuale.

Se poi i Cinque Stelle fossero disposti a concordare anche un sintetico programma di governo fatto di poche cose (riforma elettorale, riduzione delle indennità, abolizione o trasformazione radicale del finanziamento pubblico dei partiti, legge anticorruzione, legge sul conflitto di interessi, legge sulla radiotelevisione, legge sulla cittadinanza, misure fiscali e sul credito per il sostegno dell'occupazione, interventi urgenti in tema di giustizia, ecc.), tanto meglio: e si potrebbe in questo caso pure discutere e trovare accordi sul nome del Premier (non necessariamente il segretario del PD) e sulla composizione del Governo.

2. Non c'è nessun "blocco"

I primi adempimenti delle Camere sono l'elezione dei loro Presidenti e degli uffici di presidenza. Per tale elezione, anche al Senato, non c'è nessuna possibilità che si crei una situazione di stallo: infatti il regolamento del Senato prevede che si proceda con successive votazioni, e infine con ballottaggio fra i due più votati, alla scelta del Presidente; per gli uffici di presidenza ogni parlamentare vota uno o più nomi, e sono eletti i più votati.

Poi c'è da formare il Governo. Il Presidente della Repubblica dovrà fin da subito esperire tutti i tentativi possibili per la formazione di un Governo che ottenga la fiducia di entrambe le Camere. Se poi il Governo, pur nominato, non ottenesse la fiducia, e tutti gli ulteriori tentativi andassero a vuoto, non resterebbe che sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni: cosa che si renderebbe possibile (e in quel caso necessaria), non appena eletto il nuovo Capo dello Stato: l'attuale infatti non può scioglierle perché è nell'ultimo semestre del suo mandato, che però non coincide più con la fine della legislatura.

Resterebbe in carica, per gli affari correnti, il Governo da ultimo nominato ma che non abbia ottenuto la fiducia. Potrebbe accadere che non si pervenga a nominare alcun nuovo Governo, perché nessuno accetta di formarlo (inverosimile), o perché il Presidente ritenesse di non procedere alla nomina in mancanza di affidamenti preventivi e sicuri sul voto di fiducia (ma anche questa seconda ipotesi, all'indomani delle elezioni e non potendosi ancora procedere allo scioglimento delle Camere, è inverosimile, e direi anche di dubbia correttezza costituzionale). In questa ipotesi si perverrebbe allo scioglimento delle Camere restando nel frattempo ancora in carica, per gli affari correnti, l'attuale Governo dimissionario Monti.

Nel frattempo, le Camere potrebbero comunque approvare una nuova legge elettorale: dovrebbe essere una priorità assoluta.

Si dovrà poi procedere, fra poco più di un mese, all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, da parte del Parlamento in seduta comune integrato da sessanta delegati delle Regioni: il mandato di Napolitano scade il 15 maggio, e se allora non fosse ancora eletto il suo successore egli sarebbe sostituito dal Presidente del Senato come supplente.

L'elezione dovrebbe scaturire non tanto da un accordo "politico", collegato a quello per il Governo, fra le forze presenti in Parlamento (fra le quali comunque il centrosinistra e la lista Monti hanno la maggioranza assoluta, sufficiente per l'elezione) quanto dallo sforzo di individuare una personalità "unitiva", cioè in grado di ben rappresentare l'"unità nazionale".

Come si vede, dal punto di vista istituzionale non c'è una situazione di stallo "irrisolvibile": o nuovo Governo, o nuove elezioni consentono comunque di uscire dall'impasse entro la primavera.

3. Cosa non si deve fare.

In questa situazione, l'ipotesi sciagurata che il centrosinistra dovrebbe ad ogni costo evitare è quella di cercare un accordo con Berlusconi, il quale non a caso lo cerca e lo offre. Dopo che il paese si è liberato fortunosamente del predominio, non "della" destra, ma di "quella" destra, rimetterla in gioco con accordi di governo o peggio di spartizione di posti, arroccandosi col PDL nel vecchio fortino assediato dai Cinque Stelle, sarebbe un errore fatale e suicida. C'è anche - ci dovrebbe essere - una discriminante "etica": non si può cercare l'accordo con chi, ad esempio, ha versato, alla luce del sole, un milione di euro per sostenere l'attività politica di un transfuga dal partito di Di Pietro passato a sostenere Berlusconi.

Una "nuova" destra (quella di Monti e dei suoi) è nata, anche se per ora troppo asfittica per consentire un confronto o una collaborazione a tutto campo. Con essa - e solo con essa, non col PDL di oggi - è certo possibile e anche se del caso necessario dar vita ad accordi da "grande coalizione", che però per via dei numeri non bastano per governare senza l'apporto dei Cinque Stelle. E tuttavia si può continuare a sperare che in futuro questa nuova destra riesca ad emarginare definitivamente l'"anomalia" berlusconiana.

Da respingere nettamente anche l'idea di inseguire la vecchia destra berlusconiana sulla via di riforme istituzionali di stampo antiparlamentare e presidenzialistico (all'italiana), che è esattamente il modello da essa perseguito. Occorre invece confermare, rafforzare e consolidare le condizioni di una convivenza democratica nello spirito della Costituzione.

Quindi: sul piano immediato del Governo, "ricominciare da cinque" (stelle), spingendo questo movimento a uscire dalla posizione di puro rifiuto e a misurarsi sulle cose da fare per governare il paese.

Sul piano delle istituzioni, farle funzionare al meglio liberandole del peso della cattiva politica, e in prospettiva puntare sulle riforme di "manutenzione" che da tempo sono state individuate come utili (struttura del Parlamento, non svuotato ma potenziato e reso efficiente; efficienza della giustizia e sana divisione dei poteri; rafforzamento delle autonomie regionali e locali in un quadro di unità nazionale e non di spinte secessionistiche; costruzione di amministrazioni pubbliche "amiche" dei cittadini e formate alla cultura del risultato).

4. Un nuovo sistema politico?

Nel frattempo, il compito che attende a medio termine le forze politiche - quelle almeno che sono capaci di prendere atto della "morte" del sistema politico attuale e del connesso presunto "bipolarismo" fra PD e PDL (basta pensare che i due poli contendenti, insieme, hanno avuto meno del 60 pe cento di voti, da un elettorato che ha votato solo per tre quarti) - sarà quello di ricreare le condizioni perché il paese esprima delle scelte e realizzi gli strumenti per dare vita a un nuovo sistema politico, dialettico ma concorde sui presupposti della convivenza democratica. Questa sarà l'impesa più ardua, ma necessaria.

Valerio Onida

2 marzo 2013

 
 
 

L’APPELLO A BEPPE, PIERLUIGI E NICHI

Post n°911 pubblicato il 03 Marzo 2013 da marcozio1

Vi invito a firmare l’appello ai leader dei tre partiti che potrebbero salvare l’Italia

Le Elettrici e Gli elettori Dall'Italia e dall'estero Hanno Messo Nelle Vostre Mani Una Responsabilità Enorme. Solo Voi potete Oggi Essere Gli Artefici del change that vi chiede l'Italia.

PD e SEL devono fare Passi Importanti e rimettersi Profondamente in Discussione, se Voglio agevolare e sostenere con la Loro Competenza E La Loro Storia Il Nuovo Flusso di energia Che animerà il Parlamento. 
Anché il Movimento 5 Stelle deve Attuare un cambiamento profondo, poichè E chiamato ad Essere co-Protagonista, lungimirante, creativo e anche responsabile.

La prospettiva Che vi dovrebbe animare non DEVE Essere Quella di alcuni provvedimenti "urgenti" per poi ritornare Alle urne. 

Guardate all'intera legislatura e Guidate l'Italia verso un cambiamento radicale, incidendo Nel tessuto vivo del Paese per sradicare la mala pianta del berlusconismo , della corruzione e dell'illegalità. Sono cambiamenti Che richiedono fermezza e grande Coraggio. Se non scardinano illegalità, corruzione, mafie e clientela con qualche Provvedimento. Se non si RISANA la Gestione Pubblica con qualche decreto. Se non eliminazione il Conflitto di Interessi con un Colpo di spugna....

Dovrete Lavorare OGNI GIORNO, Lavorare Tanto e Lavorare a Lungo per cambiare la cultura del Paese e per ridargli Una Prospettiva Economica di Sviluppo Sostenibile, di credibilità, di legalità e di Civiltà.

L'Italia ha Scelto e ha Scelto bene, Anzi Benissimo. Gli elettori e le Elettrici have "Dato le carte". Adesso Voi dovete Giocare la partita bene e con Abilità.GUARDATE a ciò Che vi unisce, tramutate i vostri Programmi in un'agenda per i Prossimi 5 Anni e trasformate l'Italia. This è Una partita con Una mano sola. Non sprecatela.

Guido Allegrezza, Roma

FIRMA QUI

 

 
 
 

FIRMA ANCHE TU PER CACCIARE BERLUSCONI DAL PARLAMENTO

Post n°910 pubblicato il 02 Marzo 2013 da marcozio1
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Una legge sul conflitto di interessi, che rende Berlusconi ineleggibile, esiste già. Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli chiedono al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata, e Berlusconi non avrà più nessuna immunità di impunità.

Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.

Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.

Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.

MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.

Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli

FIRMA L'APPELLO

 

 
 
 

GIU’ LE MANI DA BERSANI!

Post n°909 pubblicato il 01 Marzo 2013 da marcozio1
Foto di marcozio1

 

Va bene che siamo in Italia, il Paese dove ormai l’Incredibile ha chiesto e ottenuto cittadinanza, ma – forse - chiedere le dimissioni del leader della coalizione che è arrivata prima alle elezioni politiche, è troppo anche per una banda di simpatici umoristi come noi.

Bersani e la coalizione di centrosinistra magari non hanno vinto le elezioni – come vuole la vulgata mediatica – ma di sicuro non le hanno perse e non c’è artificio dialettico che possa ribaltare questo semplice e intuitivo dato di fatto.

Il fatto che chi ha perso davvero le elezioni (dimezzando i consensi e arrivando alle spalle di colui che si dovrebbe dimettere per averle perse) si possa presentare come vincitore che detta la linea al Paese, è solo l’ultima gag comica di un passaggio storico e di un sistema di informazione che ci hanno abituato a far colazione, pranzo e cena con l’Assurdo come piatto forte e il Ridicolo come contorno.

Sforzandoci di richiamare tutti e ciascuno a un minimo di buon senso ci permettiamo di rimettere alcuni puntini sulla i di Italia.

- Ci sono DI GRAN LUNGA più italiani che hanno votato Bersani Premier di italiani che hanno votato la coalizione di destra o il Movimento 5 Stelle, che - tra l’altro - non indicavano nessun Premier. In una democrazia parlamentare – quale ancora siamo – l’unico metro applicabile per stabilire chi arriva prima e chi arriva dopo è il numero dei voti e non la rispondenza tra questi e quelli accreditati dai sondaggi. Non può esistere che chi prende 4 punti percentuali in più del supposto “trionfatore” alla Camera e oltre 8 in più al Senato, sia definito sconfitto solo perché i sondaggi dicono che ne avrebbe presi di più. E’ un’operazione che inquina profondamente il sistema democratico e lo stesso significato delle parole e dei numeri. Punto.

- Le elezioni politiche 2013 hanno consegnato la responsabilità di una proposta politica al Paese a BERSANI PIERLUIGI da Bettola. Punto.

- Le elezioni politiche 2013 hanno indicato nei rappresentanti democraticamente eletti del Movimento 5 Stelle la maggiore novità politica e, vista la loro rilevanza parlamentare e i loro contenuti programmatici, vanno considerati il PRINCIPALE (ancorché non unico) interlocutore della proposta politica che Bersani farà al Parlamento e al Paese. Punto.

- Le elezioni politiche 2013 hanno sancito il crollo, la slavina, la ciclopica implosione di consensi per BERLUSCONI SILVIO e la sua allegra brigata che possono permettersi la faccia tosta di festeggiare, solo in virtù del fatto che il disastro non abbia raggiunto le proporzioni bibliche previste dai sondaggi che, lo ripetiamo, in quanto sondaggi, sono sempre stati e restano indicatori virtuali (che significa NON ATTINENTI ALLA SFERA DEL REALE) che pertanto NON POSSONO costituire in NESSUN MODO un metro di misura per giudicare le performance elettorali delle proposte politiche in campo. Punto.

Al netto dei sondaggi, dunque, abbiamo un risultato che ci consegna una coalizione maggioritaria sia alla Camera che al Senato, ancorché senza una maggioranza politica solida e definita in uno dei due rami del Parlamento.

Il candidato Premier ha detto che ci vuole provare e dunque – se il sistema politico, elettorale e sinanco linguistico vigente ha ancora un qualche straccio di significato – va messo nelle condizioni di provarci e di eventualmente fallire, prima di poter anche solo verificare qualunque altra opzione.

Le richieste di dimissioni o di passi indietro fatte pervenire a Bersani nelle consuete e subdole modalità vanno pertante collocate con decisione laddove devono stare: nella sfera della fantapolitica e dell’analfabetismo istituzionale.

Esprimiamo con decisione solidarietà, gratitudine, vicinanza e sostegno a Bersani per il delicatissimo passaggio che lo aspetta e respingiamo con forza ogni manovra atta a distoglierlo dalla sua difficile missione: avviare un processo di cambiamento del Paese.

Forza Bersani e forza Italia.

Firmato: tutti quelli che lo condividono.

ps. Ebbene sì, abbiamo scritto “Forza Italia”. E non sarà neanche l’unica cosa che proveremo a riprenderci nel corso dei prossimi mesi. Anzi, abbiamo appena cominciato.

SE LO CONDIVIDI, CONDIVIDILO.

I moderatamente bersaniani (Mauro Mercatanti)

 

 
 
 

TUTTO PRONTO PER IL TROFEO CITTÀ DI MILANO.

Post n°907 pubblicato il 28 Febbraio 2013 da marcozio1
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Ospiti Rosolino e Pellegrini

Manca meno di un mese al III Trofeo Città di Milano 2013 che si svolgerà i giorni 8, 9 e 10 Marzo 2013 presso la Piscina D. Samuele di Via Mecenate a Milano. Dopo il successo dell'edizione 2011 e la conferma in grande stile dell'edizione 2012 con la partecipazione di grandi atleti azzurri ed internazionali che hanno potuto testare la loro preparazione in vista dei Giochi Olimpici di Londra (Rosolino, Pizzetti, Pellegrini, Magnini, Scozzoli, Dotto, Korotyshkin, Cavic, ecc) la Nuotatori Milanesi replica per il 2013.

Come da tradizione l'evento sarà dedicato al grande nuoto per le giornate di Venerdì 8 pomeriggio e di Sabato 9 mattina e pomeriggio, mentre la giornata di Domenica 10 Marzo sarà interamente dedicata ai giovani. 

Nato come appuntamento di sport e spettacolo, il Trofeo Città di Milano anche quest'anno regalerà sorprese dedicate a spettatori ed accompagnatori, grazie anche al sostegno di importanti sponsor.

Saranno presenti i portabandiera della Nuotatori Milanesi Massimiliano Rosolino (con 60 medaglie il nuotatore più medagliato a livello internazionale), Samuel Pizzetti (finalista ai Campionati del Mondo di Shangai 2011, 2 medaglie ai Campionati Europei di Budapest 2010, finalista ai Campionati del Mondo di Roma 2009 e Olimpico di Pechino 2008 e Londra 2012), quest'anno accompagnati anche da Federico Morlacchi (tre medaglie di bronzo ai Giochi Paralimpici di Londra 2012).

L'edizione 2013 rappresenta il primo appuntamento in vasca lunga e sarà quindi un ottimo test per la qualificazione ai Campionati del Mondo di Barcellona (dal prossimo 28 Luglio).

Come negli altri anni, ci si aspetta il pienone: curiosi ed appassionati vedranno sfilare i campioni di nuoto.

 

 
 
 

VIA LIBERA ALLA FERMATA FORLANINI DEL PASSANTE

Post n°906 pubblicato il 27 Febbraio 2013 da marcozio1
Foto di marcozio1

 

Resta invece in attesa di approvazione da parte del Cipe l'acquisto dei nuovi treni Atm

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha dato il via libera al progetto definitivo per la fermata Forlanini del Passante ferroviario di Milano. Il nuovo scalo costerà 15,8 milioni di euro: 7,8 li metterà lo Stato, 4 la Regione e 3,9 il Comune di Milano. Servirà a connettere l’aeroporto di Linate con alcune delle linee suburbane gestite da Trenord, attraverso il collegamento fornito dalla metropolitana M4 in fase di costruzione.

Approvato il progetto, non resta che da capire a chi saranno affidati i lavori. A questo proposito, il Comune di Milano, tramite Metropolitana Milanese, ha già indetto una gara per la realizzazione della fermata. Le offerte pervenute, al momento sono in fase di valutazione. Quello che è certo, è comunque il cronoprogramma, che prevede l'apertura dei cantieri entro la fine di quest’anno e la loro chiusura entro la data d’inizio dell’Expo, il primo maggio del 2015.

Per un’opera che parte, altre rimangono al palo. Il Cipe non ha infatti ancora approvato la Variante alla SS341 (collegamento con SS336) e la “Bretella” di Gallarate, il collegamento della SS11 a Magenta con la tangenziale ovest e i finanziamenti per l'acquisto dei nuovi treni per la la rete metropolitana di Milano. Un silenzio stigmatizzato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Andrea Gilardoni:  «I primi due progetti, ai quali stiamo lavorando con Anas sono fondamentali per l'accessibilità di Malpensa, così come è importante in vista di Expo l'acquisto dei treni per la metropolitana in collaborazione con Atm. Spero proprio che nella prossima seduta, annunciata per l'8 marzo, siano portati all'ordine del giorno e approvati».Passante ferroviario Milano

Il Sindaco Pisapia ha dichiarato “La decisione del Cipe di approvare il progetto definitivo per la fermata Forlanini del Passante ferroviario è  positiva. Si tratta di una decisione che attendevamo da tempo per un’opera particolarmente importante per la città anche in riferimento all’Esposizione Universale del 2015”.

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 23/10/2010
 

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