Creato da guerrieradelmondo il 31/03/2012

GUERRIERA DEL MONDO

Passione che Brucia,prendi con passione i miei capelli il colore della notte avvolgendoti nella sua oscurità

 

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Post n°908 pubblicato il 16 Agosto 2022 da guerrieradelmondo
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GUERRIERA DEL MONDO

 

Secondo la tradizione letteraria medioevale della fanciulla

 o "vergine guerriera" questa appartiene ad una famiglia reale,

o quantomeno dell'alta nobiltà, la quale assume provvisoriamente

una funzione maschile di comando; requisito indispensabile

perché possa essere accettata in questo ruolo è il rispetto

della sua condizione di verginità: perdendo l'innocenza sessuale

verrebbe privata del carisma necessario al comando diventando

di colpo una donna come tutte le altre.

 

 

Solo dopo aver eseguito il proprio compito,

al termine di tutte le battaglie assegnategli,

ella può accettare di sposarsi con un uomo;

ma sempre a condizione ch'egli riesca a superare

una certa prova che ne dovrà dimostrare il valore.

Vi sono varie ipotesi a riguardo della formazione

e sviluppo d'una tale figura,

con diverse teorie circa la sua origine e l'importanza

che questo concetto poteva avere.

Si avanza l'idea che la società arcaica,

dominata ancora dai culti rituali inneggianti alla Natura

erano ancora essenzialmente matriarcali,

potevano quindi creare modelli costituiti da personaggi femminili forti;

la magia naturale e il paganesimo delle origini si sarebbe ad esempio

riflettuto nelle immagini mitologiche delle Valchirie,

le nove donne guerriere dellamitologia norrena.

 

Un'indagine comparata sui miti arcaici d'Oriente ed Occidente

divide i personaggi mitologici femminili in due categorie,

da una parte la vergine guerriera e dall'altra la fanciulla

destinata a diventare una brava moglie e madre[2];

la prima categoria è costituita dalle ragazze

che si trovano in una fascia d'età per lo più adolescenziale

e che pertanto possono essere ancora per un tempo limitato

assimilate al mondo e alla realtà dei giovani maschi,

godendo di una relativa libertà sessuale associata

al combattimento e all'esercizio nelle arti marziali

o in alternativa in quelle intellettuali

(Ganika nel mondo indo-ariano e la figura dell'Etera in quello greco).

L'incarnazione mitologica di tali gruppi sociali è rivelata

anche dalle Apsaras induiste, dalle sorelle irlandesi Morrigan e così via.

 

 

In certi casi possono giungere fino al punto di morire

sul campo di battaglia[3][4];

secondo questa versione l'immagine della fanciulla guerriera

si trasforma nel ricordo in esempio che accompagna i soldati in guerra.

Nella letteratura mondiale, ma soprattutto europea,

vi è una chiara linea di successione tra le donne guerriere:

gli antichi miti greci riguardanti le Amazzoni penetrano nel mondo medioevale

per giungere fino al romanticismo e risorgere in nuove forme più moderne

nel XX secolo. Lo stesso percorso di emancipazione e autonomia della donna,

dal femminismo al lesbismo, è intriso dell'archetipo della donna guerriera.

 

 

Vi è un ramo separato del mito, ma degno di nota in quanto costituito

da una certa originalità: le saghe riguardanti fanciulle guerriere

sono una caratteristica distintiva della letteratura islandese:

se in altre tradizioni letterarie si verifica sporadicamente

l'apparizione di immagini femminili dominanti,

nell'antica letteraria d'Islanda vi è un particolare

tipo di genere di saghe cavalleresche.

Storie basate su sovrane autocratiche che rifiutano in toto

l'idea del matrimonio e quindi della sottomissione ad un uomo in quanto ciò

minaccerebbe la solidità del regno, indebolirebbe il loro potere

provocando una perdita di status sociale.

 

 

Nelle saghe cavalleresche per le eroine di queste storie

vi è una designazione speciale,

esse vengono difatti chiamate "meykongr" ovvero grande signore/sovrano

ed esse stesse si definiscono sempre re-kongr e mai regine-drottning[5].

Mondo moderno

Lo stereotipo della "donna maschile, che si comporta come un uomo"

all'interno della cultura popolare si è attivamente ampliato durante

gli anni '70 del '900, a causa anche dello sviluppo del movimento

femminista in tutto l'Occidente[6]: ci si era cominciati a stancare

della tipica protagonista femminile costituita dalla passiva e inerme

fanciulla in pericolo, fortemente assimilata all'idea della necessità

per essa d'una protezione maschile.

 

Lo stereotipo contemporaneo raffigura una donna eccezionale e indipendente,

che si sforza di raggiungere da sola i propri obiettivi,

posizionandosi così all'antitesi dei ruoli tipici creati all'interno

del tradizionale modello patriarcale sociale.

Quest'immagine si riverbera e può essere facilmente utilizzata

anche nelle opere artistiche del mondo moderno,

un esempio cinematografico è quello dato dal sottogenere Girls with guns

 

 

 

A differenza di altre immagini di donne forti, la femme fatale o il maschiaccio,

quello della vergine guerriera continua a sussistere nelle opere creative maschili,

senza perdere nulla della propria essenziale femminilità.

Inoltre, la cultura di massa sembra aver perduto completamente

l'ideale dell'amor cortese medioevale della principessa da salvare.

-Wikipedia

#allegragioia

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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