saltu_aria_mente

La fine dei giorni


L'incipit di un romanzo scritto tempo fa e che si è arenato...
Il 14 Maggio del 2027 Carlos decide di partire per il suo ultimo viaggio. Tiene stretta in mano la copia del messaggio che accetta la sua richiesta formulata ormai da tempo. “Siamo lieti di comunicarle che è stata stabilita una data per la sua cessazione, Mr. Cassani. Si presenti il 10 giugno alle 8 del mattino presso il nostro Istituto munito di un documento d’identità valido. La preghiamo di voler sottoscrivere la liberatoria allegata”. Ha quattro settimane di tempo per raggiungere la sua meta, un tempo sufficientemente lungo per arrivare a San Diego attraverso un itinerario eccentrico, che non preveda le solite rotte attraverso Francoforte e Los Angeles. Predispone il meccanismo di implosione del suo appartamento ed esce di casa  con un bagaglio leggero che contiene solo tre cambi completi, qualche libro, un paio di scarpe “multiuso”, un chip con la sua musica preferita e il carteggio con l’istituto, quattro anni  di pratiche burocratiche, di test psicodiagnostici, di analisi delle motivazioni, di avanzamenti lungo una lista di attesa che prevedeva cinquantamila settecentoquarantaquattro casi prima del suo, un intero esercito di persone che supplicava di  essere cessate dall’Istituto della Buona Morte, prima che l’avanzare della vita bruciasse l’estrema possibilità di predeterminare la propria fine e consegnasse la data del decesso alla consueta, agghiacciante casualità. Si ritrova per strada incerto se dirigersi verso l’aerostazione o se entrare al bar per un caffé. Guarda un attimo le vetrate del bar “Tempi Antichi”, il  suo bancone di metallo, i tavolini con fiori sintetici, il pavimento a specchio. Entra di malavoglia, guarda il computer delle ordinazioni e chiede un caffé di soia scandendo le parole verso l’occhio delle telecamera. Si tratta di un modello antiquato che interpreta i comandi vocali solo se sono diretti verso il centro dell’elaboratore, come quei vecchi telecomandi che funzionavano soltanto se indirizzati direttamente verso lo  schermo dei televisori al plasma. La voce meccanica del computer gracchia “mostrare tessera” e “selezionare postazione”  e Carlos si sorprende a pensare che quella macchina ha la stessa insensibilità di un cameriere distratto e demotivato, impegnato in una futile chiacchierata con un collega. Mostra la sua tessera, sceglie la postazione cinque, un tavolino sopraelevato che guarda su uno dei tanti nastri autostrasportanti e si dirige verso il secondo piano del bar dove l’attende una tazza  tiepida di liquido grigio. Si siede, da’ un’occhiata alla parete  che riflette le ultime notizie intervallate da spot tridimensionali di macchine psy e giochi di iperrealtà, accosta la tazza alla labbra e beve.Un vulcano indonesiano  si è risvegliato da un sonno di secoli e ha eruttato il suo carico di lava arcaica sulla popolazione di Celebes, provocando un numero di vittime ancora imprecisate. Sulla Transiberiana si è formato da giorni un ingorgo di centoventi chilometri causato dall’esondazione del lago Baikal;  un blocco di ghiaccio di dimensioni colossali si dirige verso le coste scozzesi. L’idrogeno è salito a  83 crediti per metro cubo e i rifornimenti di energia  sono stati razionati. I voli a medio e lungo raggio hanno subito un’impennata nei costi del 15%. Il presidente della Confederazione Euroasiatica stigmatizza l’attentato in Groenlandia che ha causato il distacco di una porzione del 4% della calotta artica…Carlos osserva la tazza vuota, si alza, prende la scala magnetica, esce dal bar. Sale su un nastro autotrasportante, regola la velocità a 80 Km all’ora e si dirige verso l’aerostazione centrale. Ha tempo. Tempo per sé, per pensare, per vedere, per contare i suoi giorni.Writer