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- 35 borghi imperdibili a due passi da Milano (2019)

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- 35 borghi montani imperdibili della Lombardia (2019)

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- L'arte della botanica nei secoli (2018)

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- I grandi delitti italiani risolti o irrisolti (2013, nuova edizione aggiornata)

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- Bande criminali (2009, esaurito)

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- Itinerari imperdibili - Laghi della Lombardia (2018)

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- Le famiglie più malvagie della storia (2011, II edizione)

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- Milano criminale (2005,  esaurito)

 

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I LIBRI DI DANIELA

- Josephine Baker Tra palcoscenico e spionaggio (2017)

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- Le grandi donne di Milano (2007, II edizione)

  

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- L'eterno ritorno, un pensiero tra "visione ed enigma" (2005)

 

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AUMENTO DELL’IVA, avevamo visto giusto: governo pronto a farlo

Post n°1490 pubblicato il 19 Settembre 2013 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

Mentre il rapporto deficit/Pil è a ridosso della soglia fatidica del 3%

di Andrea Accorsi

Potrebbe arrivare già oggi, nella riunione del Consiglio dei ministri, un primo intervento del governo sull’Iva. A quanto si apprende da fonti governative, il provvedimento arriverebbe “fuorisacco” e quindi non è stato inserito nell’ordine del giorno, e dovrebbe servire a uniformare l’Iva su quei prodotti, come il pane, che subiscono diversi tipi di imposta a seconda delle forme di commercializzazione, o sulle diverse categorie merceologiche. Ma il timore è che dal 1° ottobre l’imposta venga alzata, dal 21 al 22 per cento, con tutte le ricadute che questo comporterebbe sul Paese.
Per quanto attesa, non è l’unica brutta notizia. Secondo alcune fonti di governo, il rapporto tra deficit e Pil nazionale per il 2013 è a ridosso della soglia fatidica del 3%. Nell’aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza che riassume tutte le politiche del governo in materia), l’indebitamento netto potrebbe essere fissato al 3-3,1%. Ma i tecnici del Tesoro sono ancora al lavoro per limare la stima definitiva. Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, aveva giurato che il vincolo del 3% sarà rispettato e «le variazioni sul deficit saranno scostamenti dal 3% minimi e gestibili» con manovre già programmate. In sostanza, non era prevista alcuna manovra correttiva.
Tornando all’Iva, «gli accordi di maggioranza prevedevano che non aumentasse ad ottobre, e così sarà. Altrimenti non ci sarà più la maggioranza» fa la voce grossa Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera. Ma dalla Ue insistono: sull’eventuale aumento dell’Iva «spetta al governo decidere», ha affermato Simon O’Connor, portavoce del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn.
Se il governo Letta non riuscirà ad evitare l’aumento dell’Iva, gli italiani diverranno i più tartassati da questa imposta fra i principali Paesi dell’area euro. A rammentarlo è la Cgia di Mestre. Attualmente, fa notare la Cgia, l’Italia condivide con Belgio, Spagna e Olanda il primato dell’aliquota ordinaria più elevata (21%), seguita da Austria (20%), Francia (19,6%) e Germania (19%).
Per scongiurare l’aumento dell’Iva è necessario trovare un miliardo di euro per gli ultimi tre mesi di quest’anno e oltre 4 miliardi per il 2014. L’eventuale aumento dell’Iva, sempre secondo l’Ufficio studi della Cgia, peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate. A parità di reddito, inoltre, i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori.
Sul piano politico, il prossimo rincaro dell’Iva agita le acque della maggioranza. Per rinviarlo, il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, propone di «rivedere l’intervento sull’Imu. Confermiamo la cancellazione per il 90% dei proprietari - spiega Fassina - e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore. Recuperiamo così due miliardi di euro. Un miliardo lo utilizziamo per rinviare l’aumento dell’Iva; un miliardo lo dedichiamo alla deducibilità dell’Imu per i beni strumentali delle imprese». L’aumento dell’Iva dal 1° ottobre, riconosce Fassina, «peserebbe negativamente sull’economia. Non c’è dubbio. Va evitato».
«Stefano Fassina perde il pelo ma non il vizio - è la pronta replica di Brunetta -. Con le sue dichiarazioni irresponsabili, il viceministro dell’Economia continua a produrre confusione e incertezza, nonostante il suo ruolo di governo. Lo stesso governo che lo scorso 28 agosto ha deciso la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli, e lo stop all’aumento dell’Iva a ottobre. Ogni volta Fassina non fa che rimettere in discussione recentissime decisioni del governo a cui appartiene».

dalla Padania del 19.9.13

 
 
 
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