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ZAIA: «L’Europa fallirà per colpa delle politiche sull’AGRICOLTURA»

Post n°1667 pubblicato il 24 Maggio 2014 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

«La soluzione non sono gli ogm, ma etichettatura e tracciabilità per difendere i consumatori da chi vuole fare soldi sulla loro pelle. Ma Bruxelles ce lo impedisce»

di Andrea Accorsi

L’Europa è destinata a fallire, a partire dalle scelte sbagliate fatte per l’agricoltura. È la convinzione del Governatore del Veneto, Luca Zaia, che in occasione del question time promosso dalla Coldiretti nazionale al maxi convegno di mercoledì a Fiera Milano ha ribadito le proprie posizioni, a cominciare dagli organismi geneticamente modificati.
«Se gli ogm fossero la soluzione di tutti i mali - si è chiesto Zaia nel corso del question time - perché i mais transgenici autorizzati in Europa rappresentano solo il 2 per cento delle coltivazioni del Vecchio Continente? La vera partita è che stiamo alimentando i bilanci delle multinazionali e costringeremo gli agricoltori ad esserne dipendenti. Obbligheremo gli agricoltori a piantare semi che non daranno vita a semi: è una tragedia, consegneremmo la nostra agricoltura a questi signori».
Nel suo intervento, il Governatore della Regione Veneto ha ricordato che «la nostra via è quella della difesa dell’identità produttiva, dei 4 mila prodotti tipici nazionali, è quella della difesa della storia dei nostri agricoltori e della nostra agricoltura. Siamo in una fase nella quale si discutono i budget per il primario e la loro destinazione: la “grande torta” da 21 miliardi da suddividere. Non è più una questione di quanto diamo ad ogni Regione - ha rimarcato - ma cominciamo a dire al tavolo delle trattative che chi non vive di agricoltura deve stare fuori dai finanziamenti per l’agricoltura. Penso che questa sia la vera sfida: che i finanziamenti per l’agricoltura siano dati agli agricoltori veri. Sono coloro che sudano, si spaccano la schiena. Vanno aiutati i tantissimi giovani che ancora crescono a due cifre e iniziano l’attività in questo settore».
Durante il suo intervento, più volte interrotto dagli applausi, Zaia ha poi accennato all’assurdità di alcuni controlli, come quelli che si riducono ad inseguimenti di pensionati e studenti durante le vendemmie. «Al di là delle grandi arrampicate circa decreti, i progetti di legge e tante altre belle cose - ha detto - magari basta qualche chiaro indirizzo. Le mie Ussl non entrano nelle aziende agricole a rompere le scatole».

Governatore Zaia, quanto ha dato fino ad oggi la Ue alla nostra agricoltura e quanto le è costata?

«Il bilancio è sempre negativo. Noi abbiamo le idee chiare, che ci permettono di affermare che abbiamo dato più di quanto abbiamo ricevuto. E poi, per noi l’Unione europea è un ufficio complicazione affari semplici. Mentre noi abbiamo a cuore la nostra agricoltura, quella mediterranea, gli Stati membri e le economie che impongono i loro interessi in Europa sono altre».

Si riferisce ai grandi Paesi dell’Europa continentale, Francia e Germania in testa?

«Non solo. Bruxelles difende i diritti e le istanze delle multinazionali. La prova è che la battaglia che ho portato avanti quando ero ministro per l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti è stata continuamente osteggiata. Di fatto, se uno Stato membro vuole imporre etichettatura e tracciabilità, viene bloccato, perché questa politica viene considerata una disparità di trattamento se un altro Paese, ad esempio la Germania, non fa lo stesso».

Lei insiste sull’obbligo di etichettare gli alimenti in modo da rendere trasparente ai consumatori l’intera filiera produttiva. Perché?

«Io ho partecipato ai blocchi al Brennero e ho visto che cosa entra in Italia. Ho disposto controlli e sequestri. Ma l’Europa chiude occhi e orecchie. L’etichettatura e la tracciabilità sono la soluzione per tutto. La Ue dovrebbe estenderle a tutti i prodotti per far sapere ai consumatori che cosa comprano. Per farlo, basterebbe una legge per difenderci da chi vuole fare soldi sulla pelle dei cittadini, con un costo sociale altissimo».

Invece Bruxelles non fa nulla. Con quali conseguenze?

«O l’Unione europea si avvicina al sistema dell’agricoltura vera e abbandona la dimensione continentale dei Paesi del Nord a favore dei presìdi, delle produzioni tipiche e di quelle legate al turismo, o è fallita. Sono convinto che l’Europa fallirà proprio con la sua politica agricola».

dalla Padania del 23.5.14

 
 
 
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