acido periodico

C'era una volta...


Prologo:
maaaaaaaauz...è scattato il colpo di fulmine!!! ^_______^ se la padrona mi approva, divento canavesana ufficialmente!!! AnyScritto da Anonymous | 27 novembre, 2006 13:37   Maaaaa che bellezza, allora sei ufficialmente una dei nostri!!! Anche tu guarderai fuori dalla finestra la domenica quando piove senza sapere cosa fare, ogni concerto-rassegna-festa di piazza sarà un avvenimento, potrai assistere alle battaglie fra mucche o fra capre, comprare la toma direttamente dai margari, imparare tutte quelle cose che il tuo subconscio ha dimenticato come il ballo liscio o lo scopone con gli amici la sera in società... Benvenuta canavesana, sono felice di averti a bordo !!!Scritto da  M@uz| 27 novembre, 2006 17:34  L'orchessa e i criceti C’era una volta un’orchessa che viveva in una piccola capanna ai margini di un’immensa foresta.
 
 Si era appena trasferita in questa capanna perché, vedete, quest’orchessa si guadagnava da vivere facendo la fattucchiera e si spostava qua e là ad offrire i suoi servigi ai signori che ne facevano richiesta… spesso l’orchessa una volta soddisfatte le necessità dei principi e dei re che la chiamavano a corte, per un motivo o per l’altro, doveva allontanarsi in gran fretta per motivi di salute.Forse perché era un’orchessa – o forse per questa sua salute singolarmente precaria – l’orchessa era una gran misantropa e viveva tutta sola con due criceti parlanti. 
 L’orchessa quel mattino aveva sonno, perché la sera prima aveva partecipato ad un ricevimento con una fata ed un cavaliere e aveva smarrito la strada più e più volte prima di arrivare alla sua capanna. Eppure, al sorgere del sole, i suoi criceti (che indossavano panciottini colorati e berrettini frigi) incominciarono a rumoreggiare! “Orchessa, orchessa, svegliati!” gridava Giulianeddu con la sua vocina argentina.“Orchessa, orchessa, alzati!” faceva eco Cabimannu accompagnandosi con un cembalo. “GRUNT1” disse l’orchessa.“Orchessa, orchessa, dobbiamo fare provviste per l’inverno!!!” cantarono in coro i due simpatici roditori (che essendo criceti capivano molto di provviste per l’inverno ma, a dire il vero, non erano proprio menti eccelse in tutto il resto).“GRUNT2” fece eco l’orchessa.  
L’orchessa si alzò dunque dal suo pagliericcio, si lavò il viso in una conca di mota ribollente, si pettinò con un rastrello a denti radi, indossò una pelle di yak fresca di bucato, andò a dare uno sguardo fuori dal suo verone, 
 
Quindi scese e prese la sua carrozza
 
 e andò al mercato del paesello sottostante.  A metà strada vide una piccola mandria di mucche che pascolava.
  “GRUNT3” disse tra sé.Bevuti che ebbe i suoi quattro secchi di latte appena munto (che cosa pensavate, sanguinari?) riprese il cammino con i due criceti che cantavano le canzoni dei film di Walt Disney. Giunta al mercato fece un po’ fatica a parcheggiare il suo mezzo e si fece largo tra i popolani venuti a fare spese per il santo Natale che si avvicinava.“GRUNT4” pensò tra sé mentre si faceva largo tra la folla presa dal panico. Per qualche ora strisciò tra i banchetti del mercato pescando a destra e sinistra quanto poteva servire ad un’orchessa a rendere accogliente il suo antro: bacili ricavati da teschi umani, gallette di ossa frantumate, femori di cane, fiasche di fanghiglia e ampolle di bile di rospo. Resistendo alla tentazione di annegarvi i due criceti che intonavano le carole di Natale, fece un giro nel parcheggio notando che la stagione aveva finalmente imperlato di forfora le creste dei monti, 
salì in carrozza e tornò alla sua capanna. Nel farlo sbagliò strada una o due volte, osservando tra sé “GRUNT5”. Gironzolando così senza meta mentre i due criceti consultavano perplessi mappy.com si ritrovò in un luogo che per qualche motivo non le risultava del tutto estraneo. 
 Alla fine non si sa come ritrovò la strada di casa e spiegò “GRUNT6” ai due criceti.Giunta alla capanna dispose le provviste nei loro recipienti, e si mangiò quattro etti di gallette di ossa.
 
 Quindi utilizzando un incantesimo di telepatia decise di contattare la sua amica Principessa Che non le diede delle buone notizie Quando riattaccò il suo incantesimo telepatico si ritrovò a pensare: “Vorrei tanto, tanto, tanto poter cambiare le cose… 7” Ma già i due criceti la chiamavano a gran voce perché doveva recarsi nel suo villaggio di origine per incontrare lo stregone che in un momento di ubriachezza l’aveva compromessa 9 anni prima e continuava a comprometterla ogni qualvolta ne aveva l’occasione e aveva giurato di farla sua sposa contro ogni buon senso e anche contro la volontà dell’orchessa, a ben vedere.La morale di questa storia è:  mai lasciare in giro le mucche senza vigilanzaci vuole uno stomaco in grado di digerire la bile di rospo e una faccia di mota ribollente per chiudere certe portenon ubriacarti se c’è in giro un’orchessa che ti fa gli occhietti note: ma che due scassac…ho capito, ho capito, non rompetemi i santissimiyum, colazione!BELLO il Bennet truccato da battona…eccheccazzo! Di nuovo!!!‘sto posto è un buco di sedere, intrallazzi tre rotonde e torni onesto al punto di partenza, non riesco a perdermi nemmeno io…GRUNT