Creato da traggogolone il 14/11/2012

Ada vede

Punti di domanda e qualche risposta su di noi e la società, con un pizzico di umorismo

 

Il pensiero autonomo e quello di massa

Foto di traggogolone

 

C'è una precisa strategia per allontanare la gente dalla lettura.
Dalle considerazioni che la lettura normalmente suscita, e quindi dal riproporre, raccontarsi, esprimere, anche a voce alta, ciò che si legge.
Perchè questo lavorìo porta, invariabilmente, dopo un po', a sviluppare la consapevolezza di sé di avere un pensiero proprio, autonomo.
Non importa se gli assi portanti di questo pensiero siano stati dei cattivi autori, discussi, esperienze vissute, contrastate, negative, soffocanti, “sentìti dire” o altro.
Il fatto è che, ad un certo punto si struttura, nella persona, nel curioso della vita, del mondo, del funzionamento delle cose e del prossimo, un pensiero proprio sulla realtà.
Ed è l'unico strumento vero che occorre, per riuscire a distillare la verità dalle tante informazioni che, oggi come oggi, cercano di inzipparci la mente, provenienti da tv, smartphone, pc, tablet e dagli altri.
Ora, il vero, grande nemico del pensiero autonomo, è il pensiero di massa.
Un pensiero che oggi conta enormemente.
E' sulla continua rimodellazione e sostegno dei vari sotto-pensieri di massa che si possono illudere gli elettori, gli utenti, gli acquirenti, gli studenti, ecc.
Il pensiero di massa è in qualche modo incentrato sull'errore di pensiero che si chiama “generalizzazione”.
Gli assi costituenti del pensiero di massa però sono almeno tre:
1) Le convinzioni elaborate e propinate, da chi ne ha interesse. Per esempio tutte le aziende che vendono fumo.
2) L'immedesimazione (a volte) e l'accettazione, da parte della gente, di tali convinzioni costruite. La pubblicità ne è l'esempio più lampante: basti notare come certi prodotti siano distanti tra ciò che di essi se ne vede in tv e come sono, di fatto, nella realtà.
3) Il suddetto criterio della generalizzazione.
E' anche la stessa pubblicità e comunicazione di massa ad indurla, la generalizzazione, quando, attraverso astute ricerche di mercato si creano target utenti, da bersagliare con un dato messaggio, che induce un bisogno non indispensabile.
Certo, anche in questo, non si deve generalizzare: non tutto ciò che propone il mercato è sempre e solo bisogno inutile, però la forte tendenza del mondialismo produttivo è questa.
A conferma di ciò, si leggano i pareri di illustri economisti, i quali sostengono che il pianeta, già dagli anni '70, è in sovra-produzione, permanente.
Si è creata una domanda di beni e servizi non necessari, per assecondare la macchina della globalizzazione – si, d'accordo, per questo si sono anche costruiti miliardi di posti di lavoro – usando la leva della comunicazione di massa.
E' chiaro che, un bene o servizio, prima di essere comprato, va fatto immaginare al pubblico, poi lo vorrai di sicuro.
E insomma, come detto in testa a questo articolo, forse, l'unica leva che ancora oggi le persone avrebbero a disposizione, per difendersi dall'acquisto di prodotti e servizi inutili – cioè da interi sotto-modelli di vita preformati – è solo la creazione e l'alimentazione regolare di un proprio pensiero sulla realtà.
Un pensiero però che non vende nessuno, e non ha agenzie di pubblicità a sostegno.

p.s.

I miliardi di posti di lavoro creati dalla globalizzazione, è chiaro che sono importantissimi, per tante ovvie ragioni. Quello che si vuole sottolineare nell'articolo è il limite (anche fisico, del pianeta) di questo modello di vita e di pensiero dominante.

 

 
 
 

Selfie, ovvero il non guardarsi oltre

Da giovane ti senti cosi immortale che i pericoli non hanno posto tra i tuoi pensieri.
Eterni ed invincibili , nella misura al pari dell’inammissibilita delle conseguenze di un rischio gia escluso, nella reciproca deresponsabilizzazione di essere, ed essere distratti, in felice compagnia . 
Non sarebbe accaduto se si fossero trovate da sole.
I giovani non vanno oltre, circondati da se stessi.
Notte, pioggia, vestiti scuri , il verde prima che diventi rosso,
la piena tranquillita di ciascuno fino ad un attimo prima. 
Non frena, ormai non c’e un fazzoletto di spazio, e di tempo, in cui frenare
e il destino di tre persone si  materializza davanti .
Schivano una macchina, l’altra, a fianco lì pronta. 
Scacco matto. 
Eppure la partita non era neppure cominciata.

A cura di friend@mine, per Adavede

 
 
 

E poi dice che i baristi odiano i clienti..:))

Foto di traggogolone

((Riflessione a margine (a buon intenditor..))

E poi dice che i baristi odiano i clienti..:))

Eh certo!
Visto che esistono persone, talmente stupide che , piuttosto che riuscire a comprendere e a mettere a fuoco il concetto di "lavoro in collaborazione, per un obiettivo condiviso, da cui dividere i frutti", preferiscono continuare a farsi pagare un tozzo di pane, da parte di merdose società che li sfruttano e li trattano come cani rognosi, per i compiti più ingrati del creato.

Sono persone che non sanno ricomprendere "gli altri" nel proprio campo cognitivo , e che ovviamente non hanno la più pallida idea di cosa mai significhi la parola "COLLABORARE", e non ne sarebbero in grado, visto che si sono limitati, nella loro misera vita, ad inserirsi in un

sistema del lavoro che è talmente bieco e mal congegnato che è riuscito a nascondere pure nel vocabolario il concetto di "collaborazione per fini comuni" ( "è la globalizzazione baby!").

Un sistema su cui non hanno mai avuto modo di riflettere, mancando in toto di senso critico, su di sè e sul sistema.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone conflittuali all'ennesima potenza, che ancora non hanno imparato ad usare la corteccia prefrontale e vanno avanti col solo uso dell'antico cervello animale di cui, ainoi, siamo ancora tutti dotati.

Persino quando chiedono un caffè al bar, al mattino, fanno uso solo di quell'antico cervello, temendo di essere scalzati, ignorati, presi in giro, per non si sa bene quale ragione: ma si capisce che il cervello animale conosce solo i concetti di fuga o attacco.

Bè, queste persone vanno allontanate, senza pensarci su un attimo, proprio come si fa con i cani rognosi.

Ecco perchè i baristi, dice, a volte odiano certi clienti..

                                                                           Trag@Adavede

 
 
 

bianca o nera la maglia

Maglia bianca e maglia nera

 

Tutte le persone hanno una parte interiore, e una esterna.
Potrebbe essere inutile (ma lo faremo lo stesso) attribuire etichette o nomi, a queste parti: il fatto è, semplicemente, che siamo
costruiti tutti, così.
Ora, queste due parti, se siamo fortunati, possono essere in accordo, alla nascita, tra di loro, o non esserlo.
L'accordo può essere profondo, cosa che genera azioni molto coerenti nella vita, oppure essere superficiale: il che determina invece un minor grado di coerenza e, di conseguenti realizzazioni.
L'accordo tra le due parti si può frammentare, ad un certo punto, nel corso dell'esistenza, per via di eventi traumatici, di incidenti, sofferenze, ecc e si può anche ricomporre, o andare addirittura crescendo, aumentando, anno dopo anno.
Anche se, all'inizio esso era basso.
Se si vuole prendere un
sistema di pensiero elementare, per etichettare le parti, si può considerare per esempio la numerologia, in cui queste due parti sono indicate, rispettivamente come “numero esterno” - che potrebbe grosso modo coincidere con l'ascendente astrologico, cioè l'immagine che diamo e abbiamo di noi stessi - e con l'anima o numero interno, appunto la parte interiore, il subconscio, o come si preferisce indicarla.
Sempre nella numerologia, poi si parla anche di “numero di personalità”, che sarebbe la risultante – di fatto, la somma – tra le due parti.
Ora, questo è un aspetto, per capire qualcosa di come siamo fatti, e perchè mai certe persone reagiscono ed agiscono, con sé stesse e gli altri, in un certo modo.
E' chiaro che le nostre azioni sono sempre la risultante dei sommovimenti della parte interna ed esterna di noi.

Poi c'è l'aspetto/discorso del Bene e del Male.
Questo aspetto/discorso dell'esistenza, è molto più complesso di quanto non ci venga raccontato (teorizzato) dalle religioni.
Ma in realtà esso è, volendo, molto semplice!
Se le parti in gioco sono due, infatti - il bene ed il male - ciascuno di noi viene
mosso, in fondo, da una sola di queste due forze, elementari, preesistenti.
Ora, l'entità, la misura, del bene e del male che manifestiamo, è un aspetto valoriale-attribuito che si può anche considerare, circa le forze di cui parliamo: è chiaro cioè che le malefatte di un Goering non hanno lo stesso punteggio (sul piano del male) di un monello che, a scuola, metta una puntina da disegno sulla sedia della maestra..
Inoltre c'è un aspetto di
consapevolezza, di quale forza ci guidi: alcune persone sono consapevoli del bene o del male che le guida, altre no.
Alcune persone, a livello superficiale, provano a fare del bene, ma sono mosse da un intento negativo; altre persone sembrano cattive, ma hanno un'anima buona, ben nascosta.
E poi infine, c'è un discorso di immedesimazione, cioè di
identificazione, col bene e col male, di cui stiamo parlando.
Alcune persone sono fortemente identificate col bene, altre col male e sanno perfettamente come sono e ciò che vogliono perseguire nella vita.
Molte altre persone, probabilmente la maggioranza di noi (mi ci metto anch'io dentro, con tutte le scarpe) invece non ne è consapevole, ed oscilla continuamente tra le due parti, seguendo i moti ondosi dell'anima e della mente.
Perchè dunque tutto questo annoso discorso? Forse mi chiederete voi, a questo punto..
Bè, perchè questo vorrebbe servire per tentare – con le mie parole e ciò che ho capito fino ad oggi - di fare luce (cioè illuminare quello che è oscuro e non ha alcuna identità, in sé e per sé) sull'identità umana e ciò che in fondo la muove.
E questo, scritto e detto con poche semplici parole, in tempi invece molto complicati, in cui le due forze sono molto ben
impastate e non facilmente riconoscibili a vista.
Tutt'altro.
Ma, questo stesso discorso, vuole servire anche a fare luce su un punto fondamentale, di cui si parla sempre troppo poco: un giorno o l'altro, saremo (siamo) tutti chiamati, ognuno per sé, a scegliere per sempre un lato della Forza, poiché questo è nell'ordine delle cose, ed è quanto la nostra stessa coscienza ci chiede sottilmente di fare.
Che sia bianca o nera la maglia che decideremo di indossare.


 
 
 

Tutto sul clima e perchè quello del co2 è solo un punto in agenda-setting

Foto di traggogolone

                           
Tutto sul clima e perchè quello del co2 è solo un punto in agenda-setting

1) Mentre, a livello scolastico e superficiale gli elementi che influiscono sul clima vengono indicati quali latitudine, longitudine, vicinanza col mare, presenza di vegetazione e di catene montuose, a livello paleo-climatico, cioè, con riferimento all'andamento e al mutamento del clima nei decenni, secoli, millenni ed ere, altri elementi sono chiamati in gioco.
Fra di essi conta, in primo luogo,
il mutamento nel nucleo e nel mantello, sotto alla crosta terrestre; le variazioni di gravità nel sistema solare, indotte dagli altri pianeti ed esopianeti; l'influenza del sole, il cui andamento è monitorato istante per istante, non a caso, e che – in termini di campo elettromagnetico e di radiazioni elettromagnetiche verso il nostro pianeta – ha, come evidente, una potenza e una portata ineguagliabili, forse, rispetto a tutti gli altri fattori.
(A riprova di questo, si consideri l'estate 2003, come l'estate più calda mai registrata, da porre in assoluta, diretta relazione, con le emissioni di ripetuti
flare solari di classe X, con il maggiore di essi, verificatosi il 4 novembre di quell'anno.)
E, per finire (ma non è questo un elenco esaustivo) le variazioni percentuali, anno per anno, nella
precessione degli equinozi: anche qui, questo elemento, è stato ed è in perenne mutamento, e come sappiamo, proprio dai libri di storia, esso ha una influenza chiave sulle stagioni.
Ora, tutto questo, per fare capire al lettore ignaro, e sospinto dai media main-stream verso il tema del “mutamento climatico ad opera del co2”, che questo solo, unico elemento non è assolutamente in grado di spiegare ciò che sta accedendo oggigiorno.
Dunque, cosa sta accadendo,
veramente?
La paleoclimatologia ha evidenziato, non solo come il clima sia cambiato nei secoli e nelle ere, attraverso mutamenti progressivi e costanti - che evidenziano come le stagioni non siano affatto stabili, come ci è stato invece insegnato a scuola – ma è anche mutato per via di cambiamenti radicali ed improvvisi, che hanno determinato l'estinzione di alcune specie animali e vegetali, per esempio i mammuth.
Ecco dunque il problema: ora, oggi, da alcuni decenni a questa parte, ci troviamo su un punto di picco, molto verticale, sulla curva del mutamento climatico.
Curva che, col passare degli anni, si verticalizza ulteriormente, per poi ridiscendere.
E' toccato alla nostra generazione questo stato di cose, e forse siamo anche fortunati, perchè, grazie alle tecnologie che abbiamo e che – come vedremo sono già state tutte
dispiegate ** – potremo calmierarne gli effetti.
Oppure no, saremo anche noi spazzati via da mostruosi eventi geoclimatici, il cui preavviso ci è stato stato vistosamente già consegnato più volte.
E magari lo meritiamo anche, penserà qualcuno, visto come trattiamo il pianeta che ci ospita, insieme ad altre migliaia di specie animali e vegetali.
In sintesi: credere che basti la seppur crescente immissione in atmosfera di co2, per spiegare fenomeni climatici distruttivi, improvvisi, della portata di quelli che ormai su tutti i paesi del globo si sono verificati e continuano a verificarsi, è semplice ignoranza ed ingenuità, nonché passiva accettazione di bias cognitivi instillati dai media main-stream, i quali, occorre ricordarlo, hanno dei loro precisi interessi a imporre e raccontare al grande pubblico la quotidiana “agenda-setting”.
La parola “setting” non è un caso che sia stata scelta: chi deve essere “settato”, infatti?
Ma è chiaro, a questo punto: la mente del pubblico.

2) Veniamo al perchè, effettivo, si vogliano controllare, in particolare, le emissioni di co2, e non invece altri parametri che pure influirebbero sul clima e sull'ambiente.
In alcune circostanze occorre essere piuttosto brutali,
per mettere la verità al centrocosa significa di fatto controllare le emissioni di co2?
Significa volere controllare i livelli di produzione delle fabbriche mondiali
, infatti ad un certo quantitativo di immissione in atmosfera di co2, corrisponde nient'altro che una certa quantità di beni prodotti: ecco il vero (ed unico) motivo per cui il G7 vuole stabilire un protollo legislativo, internazionale, universalmente accettato, sulle emissioni di co2.
Il G7 vuole, in poche parole, limitare la concorrenza macroeconomica di alcuni paesi del pianeta, che di fatto, a livello macroeconomico, li stanno surclassando: vedesi la Cina, innanzitutto, i Brics, ecc

3)
Eccoci al terzo ed ultimo punto di questo, pur molto sintetico articolo: volutamente sintetico, per coinvolgere il lettore e spingerlo a riflettere e a capire i veri fatti, dietro alle fake news.
Questo terzo punto rimanda innanzitutto a ** quanto abbiamo accennato sopra, circa le tecnologie, già dispiegate, per operare sul controllo climatico.
Le ragioni di questa scelta strategica, militare e tecnologica, avvenuta decenni or sono - si pensi che i primi esperimenti sull'aumento della piovosità atmosferica, risalgono ai primi decenni del novecento, con un certo successo, peraltro, su base locale – sono principalmente due.
1) La conoscenza effettiva di quello che sta accadendo, in termini di mutamento climatico mondiale, ragion per cui studiare come controllare un clima impazzito riporterebbe le redini in mani umane.
2) Il solito fattore di controllo del nemico e del territorio: è chiaro che chi controlla il clima, controlla i territori su cui è ed agisce il nemico.
Ora però veniamo al dunque, e alle ragioni per cui è tanto difficile credere, per la media della gente - che non legge e non approfondisce di prima mano ciò che gli viene propinato dai media - perché è impossibile credere al fatto, ormai dimostrato e conclamato, che IL CLIMA VIENE MANIPOLATO DALL’UOMO?

Il fatto è che nessuno sa come funziona il clima sulla Terra.
A scuola questo non viene certo insegnato, per cui si pensa che esso sia opera di forze estranee ed esterne all’uomo.
Ecco quindi comparire il madornale errore, bias cognitivo o in altre parole l'accettazione di una credenza diffusa ma completamente sbagliata.
Il clima funziona in maniera elementare, gli elementi principali da capire sono soltanto due:

Punto uno) l’elementare principio di evaporazione-condensazione-precipitazione, cioè la formazione della pioggia, spiegato proprio a scuola.. per cui, è facile ora estendere l'informazione (occultata per bene) che ENORMI APPARATI INDUSTRIALI, per L’EVAPORAZIONE su larga scala, sono stati sistemati in siti specifici, sul pianeta, e immetteno vapore a richiesta, che poi si può circoscrivere ad aree specifiche, con l’ausilio di elementi chimici, rilasciati sempre in atmosfera.
Oltre agli apparati industriali già esistenti, per altri scopi, e che comunque immettono anch'essi vapore in atmosfera.
Un video esplicativo su questo punto:https://youtu.be/lnLn4J0nzLA?t=329

Punto due) Capire il funzionamento della IONOSFERA TERRESTRE: esso è l’elemento chiave, si tratta infatti di un’area carica energeticamente, dell'alta atmosfera terrestre, dove si formano tutti i fenomeni climatici terrestri.
Da qui, nella ionosfera, nasce il tornado, la bufera, una quota parte dei terremoti, i lampi, i tuoni, ecc ecc
Quando si crea uno squilibrio energetico nella ionosfera, si verifica un mutamento del clima su un’area sottostante del pianeta.
Questo è stato studiato, da decenni a questa parte, e con l’ausilio di enormi RISCALDATORI IONOSFERICI - apparati che operano sulle frequenze elettromagnetiche della ionosfera – si bombarda la ionosfera, da terra, per ottenere uno specifico risultato, su specifiche aree del pianeta.
Il sito in Alaska di H.a.a.r.p. (High Frequency Active Auroral Research Program) fa esattamente questo lavoro, anche se
ci raccontano che faceva solo esperimenti e che ormai avrebbe chiuso i battenti.
Il video esplicativo di cui sopra, spiega anche come si influisce sulla ionosfera, bombardandola, se lo si guarda con attenzione più avanti.
La foto inserita invece è quella di un apparato di riscaldamento ionosferico mobile, trasportato su nave.
Sul pianeta ve ne sono numerosi, mobili ed in situ.

Terzo punto) Se ieri non si ritenevano possibili alcune attività, che oggi vengono svolte con estrema facilità – si pensi all’utilizzo dei cellulari, le guarigioni grazie alla penicillina, il volo aereo di linea – perché oggi si continua a fare l’errore di credere che quella del controllo del clima sia impossibile?
Per ignoranza diffusa, mancanza di curiosità, accettazione di bias cognitivi venduti un tanto al chilo dai mass-media generalisti, e perché non ci si sforza mai di immaginare oltre l'arcinoto.

Vi invito dunque a rileggere questo articolo, da cima a fondo, fare le vostre considerazioni, e cercare di capire, sopratutto, che chi vuole veramente il Bene dell'umanità, non ha alcuna agenda-setting da proporgli.

Pubblicato anche presso FreeLanceInternationalPress

             Francesco Piro

 
 
 

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