Amore mio,
sono stanca di tutti questi piatti da lavare.
e le piastrelle
e i pavimenti
e le bollette
e i professori che dicono che il pargolo tortura gli amichetti
(ma come si permettono, sti analfabeti laureati a punti.)
e le vaccinazioni del gatto
e bisogna andare a trovare la zia Geriarda
e ascoltare devotamente le sue prediche
e le rate della macchina
e le riunioni di condominio
e il telefono sempre occupato
e che diamine!
ma basta!
basta.
Amore,
sposati un'altra.
per esempio la panettierona che preme le tette contro il vetro del bancone ogni volta che entri in negozio. non che sia una morta di fame, eh, come testimonia la sua mole. è anche carina, e simpatica. e soprattutto le piaci, ed è gelosa di natura.
Voglio essere la tua amante amore,
voglio parcheggiare in doppiafila davanti al tuo fiorino quando fai le consegne alle vecchiette, per appostarmi in mezzo ai filoni. Voglio intrufolarmi nel retrobottega mentre prepari gli impasti da surgelare e intanto lei fa la gradassa in negozio, e poi nel marasma coprirti ben bene di farina. E voglio telefonare otto volte al giorno per una consegna di pasticcini nel mio nuovo monolocale da single.
E poi voglio andare a teatro con te mentre lei ti crede alla riunione di condominio. Però non dare la delega al ragionier Belinazzi che sennò ti fa ricoprire l'atrio di marmi rosa. Lo sai che è un -hem- esteta.
Sposala presto, amore mio.
E poi, diamoci sotto con la nostra nuova vita segreta.
Devotamente,
Absynthia
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