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Gianni Mattioli Massimo Scalia Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si può trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitù del petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del cambiamento climatico, energia a prezzi ben più limitati, tanto da ridar fiato alla nostra stanca economia. Tutto ciò è una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una domanda ingenua: è possibile che ministri, politici e industriali possano proclamare tante assurdità senza che un tecnico amico gli suggerisca qualche dato? Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite. L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo, si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben più abbondante in natura: si tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di cattura di un neutrone, si puo trasformare in plutonio, materiale fissile, anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo è la dose che può essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza strategica della force de frappe. La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri cubi, da sistemare in modo che non vengano più a contatto - per «ere» intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'è soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua è un temibile avversario per la sua capacità di fessurazione di qualsiasi contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi. La fiducia è crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione là dove non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si è anche ipotizzata la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad alta temperatura (a causa della loro radioattività) con conseguente alterazione delle condizioni di stabilità geologica. Oggi si spera nelle rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua ricerca. Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il ciclo del combustibile nucleare è tutt'ora materia di ricerca fondamentale? E si torna alla complessità di una tecnologia che ripropone il problema della radioattività, l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre più elevati. Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale non c'è rischio: dosi comunque piccole - questa è la valutazione della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti - possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico (tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della sicurezza da incidenti. Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal 1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama la messa a punto di un reattore che si vorrebbe più sicuro, che usi con maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di meno. Il prototipo non è atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo Rubbia giudica già insufficiente il programma. In questo quadro è incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010 e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile espansione, altro che nucleare, su scala mondiale. Certo, le imprese elettromeccaniche devono pur lavorare e forniscono impianti per esempio a Cina e India, ma continuano a non piazzarli in casa: solo gli enormi incentivi del provvedimento di Bush fanno dire alla Exelon, una delle principali elettriche Usa, che, in virtù di quegli incentivi, partiranno un paio di impianti entro il decennio, ancora di terza generazione, come di terza generazione è quello che si annuncia in Francia in mancanza di meglio. È questo che ci propongono Governo, politici e industriali? Attendiamo chiarimenti. (fonte: il manifesto 24/05/08) |
LO VUOLE REDE GLOBO E UN PEZZO DI BRASILE CAMBIA FUSO ORARIO Da un giorno all’altro e senza alcun dibattito nel paese, il presidente Lula ha firmato una legge con la quale il Brasile è passato dall’estendersi per quattro diversi fusi orari ad averne solamente tre. L’unico motivo per il cambiamento, che ha coinvolto milioni di brasiliani, è una pressante richiesta dell’onnipotente Rede Globo, la più grande televisione commerciale del paese. fonte www.gennarocarotenuto.it |
Qualche tempo fa ho mi sono chiesto chi avrei votato perchè non ci si può più fidare di nessuno ed ho chiesto al mio Dio “ almeno tu aiutami....mandami un segno”
Oggi, ho accompagnato la mia bimba a scuola ed un forte temporale aveva appena fatto piazza pulita e i cartelloni grigi sembravano di un altro colore, il colore della speranza...................era forse questo il segno che aspettavo ?
Non so come la pensiate voi, ma per me non basta più avere delle facce nuove, bisogna trovare un nuovo modo di fare politica.
Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas: (fonte: la mia casella di posta elettronica) |
GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA Il meglio delle buone notizie comiche a cura di Simone Canova, Jacopo Fo, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco Strani ospiti Sandra Frosti, 69enni di Miami, stava dormendo tranquillamente quando alcuni rumori l´hanno svegliata. Allarmata e´ scesa in cucina dove ha trovato un alligatore di tre metri un po´ incavolato perche´ non riusciva ad aprire il frigorifero. Per commentare questa notizia vai su: http://www.jacopofo.com/node/4635 Brrrrr Wang Jintu, 43 anni, cinese e´ rimasto immerso nel ghiaccio per 90 minuti battendo cosi´ il record di un´ora e 13 minuti detenuto da un olandese. Appena uscito dalla vasca di ghiaccio ha chiesto un grog, bollente. Per commentare questa notizia va su: http://www.jacopofo.com/node/4628 Un´ottima notizia Una squadra di oculisti britannici al Moorsfield's Eye Hospital di Londra ha messo a punto una tecnologia che promette di restituire parte della vista ai non vedenti. L'aspetto e´ quello di un normale paio di occhiali da sole collegati a un auricolare. Le lenti scure e l'apparecchio nascondono il primo, vero "occhio bionico". E´ gia´ stato applicato a due pazienti che ora sono in grado di camminare da soli e di distinguere gli oggetti. In pratica, grazie a un delicato intervento chirurgico viene inserita una sottile placca di metallo, guarnita di elettrodi nel retro dell'occhio. Una piccola videocamera montata su un paio di occhiali irradia le immagini agli elettrodi, a loro volta connessi al cervello attraverso il nervo ottico. Ci sono buone speranze che il tutto sia disponibile entro tre anni e che la tecnologia diventi sempre piu´ raffinata. Per commentare questa notizia va su: http://www.jacopofo.com/node/4627 Uomo e donna al volante, pericolo costante Geoffrey Beattie, docente di psicologia all'universita´ di Manchester, e´ arrivato alla conclusione che nel cervello dell´uomo che guida l´autovettura scattano gli stessi meccanismi che caratterizzavano i comportamenti dell´uomo delle caverne, vale a dire aggressivita´ e disponibilita´ ad assumere rischi. Si tratta di qualita´ ovviamente preziose nell´eta´ della pietra, ma pericolose nell´eta´ dell´automobile, in quanto, sostiene Beattie, spingono l'uomo a violare in modo significativo il codice stradale, a tutto scapito della sicurezza. Non pensiate, a questo punto, di sentirvi rassicurati se a guidare e´ una donna: secondo il docente inglese, hanno anch'esse i loro problemi quando si mettono al volante: hanno ad esempio molti piu´ incidenti in curva perche´ sono "piu´ inclini ad errori di giudizio e di percezione". Il problema non si risolve neppure con un buon corso di uncinetto. Per commentare questa notizia vai su http://www.jacopofo.com/node/4623 Altre notizie su http://www.jacopofo.com |
Ancora voli segreti nei cieli d'Europa? C'è ancora un rischio rendition nel vecchio continente? Eppure il parlamento di Bruxelles si è espresso in modo netto nel 2007 contro la pratica dei voli e dei rapimenti illegali.
Nei giorni scorsi la Joj tv, un'emittente commerciale slovacca nel suo notiziario mostra un misterioso velivolo sulle piste dell'aeroporto di Bratislava. Abbiamo cercato di approfondire la notizia incontrando i giornalisti di questo canale. Di tutto questo parla l'inchiesta di Rainews24 anche con un'intervista all'ex presidente della Commissione sui voli segreti, l'eurodeputato portoghese Carlos Coelho. |
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 01:27
Inviato da: capitancat
il 24/04/2007 alle 20:53
Inviato da: joemitraglia73
il 19/04/2007 alle 17:57
Inviato da: capitancat
il 18/04/2007 alle 19:32
Inviato da: Valmontdgl
il 18/04/2007 alle 17:00