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BRASILE CAMBIA FUSO ORARIO

Post n°70 pubblicato il 15 Maggio 2008 da joemitraglia73
 

LO VUOLE REDE GLOBO E UN PEZZO DI BRASILE CAMBIA FUSO ORARIO

Da un giorno all’altro e senza alcun dibattito nel paese, il presidente Lula ha firmato una legge con la quale il Brasile è passato dall’estendersi per quattro diversi fusi orari ad averne solamente tre. L’unico motivo per il cambiamento, che ha coinvolto milioni di brasiliani, è una pressante richiesta dell’onnipotente Rede Globo, la più grande televisione commerciale del paese.
Che succede se la telenovela delle otto, la più popolare nel paese, seguita da decine di milioni di brasiliani, viene vietata ai minori di 14 anni? Nulla, perché a quell’ora la fascia protetta è già finita da due ore. A meno che le ore 20 delle grandi città della costa atlantica non corrispondano alle ore 17 nelle zone più occidentali dell’Amazzonia. Allora è un bel guaio, perché in quel caso la telenovela non può essere trasmessa contemporaneamente in diretta in tutta la nazione perché una parte del paese è ancora in fascia protetta. E allora le possibilità sono due. O la televisione si adatta a produrre telenovele meno piccanti oppure, ed è sembrata la soluzione più conveniente, pretende ed ottiene che i milioni di brasiliani che alle otto di Rio de Janeiro sono ancora in fascia protetta, facciano un passo avanti di un’ora. Per Diogo Moysés, di Intervozes de Comunicação, l’unico motivo dell’improvviso aggiustamento dei fusi orari, sorprendente, repentino e mai richiesto da nessuno se non da Rede Globo, è proprio questo: favorire, neanche si fosse nell’Italia di Emilio Fede e Silvio Berlusconi, una televisione commerciale privata. Del resto il parallelo tra Rede Globo e Mediaset è più amplio: fu Rede Globo ad imporre al paese, era il 1990, Fernando Collor de Mello, il primo presidente costituzionale eletto a suffragio universale dopo 25 anni di dittatura, e destituito solo due anni dopo affogato dagli scandali e dalla corruzione.
Il cambiamento del fuso orario solo per favorire gli interessi di una televisione commerciale, neanche amica del proprio governo, è una piccola vergogna per il presidente Lula che la grande stampa internazionale si è ben guardata dal rivelare. Nonostante la notizia appaia come sufficientemente curiosa, ghiotta e piccante, hanno scelto, in straordinaria mancanza di professionalità, di ignorarla.
Non così era andato per ben due volte nei mesi scorsi per notizie riguardanti il Venezuela di Hugo Chávez. In un primo caso, quando il Venezuela modificò il proprio fuso orario adeguandolo al reale fuso orario del paese, dal Corriere della Sera al TG1 a Repubblica, tutti fecero passare il presidente venezuelano per pazzo e la Stampa di Torino riuscì a comparare Chávez addirittura a Benito Mussolini. Poche settimane fa poi, gli stessi media, sono di nuovo insorti tutti insieme (ed in maniera stranamente sincronizzata) inventando di sana pianta che, di nuovo il presidente venezuelano, avesse avuto il tempo di preoccuparsi di censurare il cartone animato “I Simpson”, in odio agli Stati Uniti. Non solo non era vero, una commissione indipendente aveva semplicemente deciso di consentire “i Simpson” fuori dalla fascia protetta, ma la malafede fu tale da omettere che perfino negli Stati Uniti “i Simpson” vanno in onda fuori dalla fascia protetta. Ovvero, anche se il Venezuela si stava semplicemente adeguando a quanto succede nelle principali democrazie occidentali, la notizia doveva necessariamente essere presentata in maniera denigrante e come liberticida, pena l’inutilità della notizia stessa. E’ evidente che, a parità di notizia, quello che può essere considerato ridicolo, censorio, antidemocratico per Hugo Chávez, non può esserlo per George Bush o Lula da Silva. Ma chi ne esce con le ossa rotte è la nostra informazione.

fonte www.gennarocarotenuto.it

 
 
 
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