Bene, se mi dici che ci trovi dei fiori in questa storia, sono tuoi
ma è inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto più.
Ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno qualche tempo fa.
Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza e ti chiamavo mia.
Ben oltre alla coperta ad uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia.
E allora la tua faccia vietnamita, ricordava tutto quel che ho.
E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie
però, stai attenta a tendermi la mano, perché il braccio non lo voglio più.
Mia madre è sempre lì, che si nasconde dietro ai muri e non si trova mai,
e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca, tutto quel che hai
e puoi chiamarmi ancora, amore mio.
E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti la
con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari
hanno scelto la semplicità.
Se Luigi, si sporge verso l'acqua, sono solo fatti suoi.
E ancora mille volte e mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai
per quel sorriso ladro e per i giochi i mille giochi che sapevi già,
e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei.
Però non mi confondere con niente e con nessuno
e vedrai niente e nessuno ti confonderà.
Nemmeno l'innocenza nei miei occhi, ce ne è già meno di ieri, ma che male c'è
Le navi di Pierino erano carta di giornale
eppure guarda, sono andate via.
Magari dove tu volevi andare, ed io non ti ho portato mai,
ma puoi chiamarmi ancora, amore mio.
Inviato da: fabpat72
il 08/04/2012 alle 09:16
Inviato da: A_STEFANO
il 19/03/2012 alle 23:13
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il 19/03/2012 alle 21:17
Inviato da: fabpat72
il 03/02/2012 alle 09:38
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il 01/02/2012 alle 22:44