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Albi di FantastiKa
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…Un sogno o cosa?
racconto fantastico di
Salvo Gagliardo
Mi trovavo in una piccola borgata, cerano poche case, ma non c’era nessuno attorno. Era sera ma poteva anche essere notte, le stelle in cielo brillavano di una strana luce, e c’era una luna piccola, piena e molto luminosa, ogni tanto si copriva di qualche nuvola scura ma poco estesa. Io ero finito lì senza sapere come. Mi ero avvicinato per una strada asfaltata ad una specie di spiazzo all’ interno di alcune case, erano case piccole di qualche piano come ce ne sono nelle borgate della mia città. E la borgata era circondata dalla campagna e dalla strada si potevano vedere le luci di Palermo in fondo. C’era attorno un silenzio quasi assoluto, interrotto ogni tanto dallo stormire di qualche cicala estiva o di qualche grillo e dall’ abbaiare lontano di qualche cane. Lo spiazzo era largo con attorno frammenti di marciapiedi, l’ aria era quella calda di luglio, ed ogni tanto si levava del vento. Io mi sentivo attratto dalle luci che avevo visto da lontano, dalla strada, erano le luci delle case con le finestre e i balconi con le serrande abbassate, ma erano anche le luci delle lampade esterne, quelle che pendevano dai cavi elettrici in alto, lampade vecchie con i paraluce di metallo scuro a forma di disco. Erano quelle che mi attraevano di più perché mi parve che mandassero una strana luminosità, avvolte invitante. Ma avvolte anche incerta perché avevo l’ impressione che la luce si riducesse e si rafforzasse in modo irregolare man mano che mi avvicinavo. Non c’era nessuno attorno, ma anche questa non era una sensazione completa perché sentivo che qualcuno mi stesse spiando nascosto da qualche parte. Ma questo stranamente non mi allarmava ma mi spingeva a procedere. Insomma provavo quelle sensazioni che si provano a guardare nei vicoli bui delle città o scarsamente illuminati, uno strano desiderio di avventura. La piccola luna e le stelle erano sempre in alto, e pulsavano come non avevo mai visto. Era come se anche loro mi attirassero. Intanto le grosse e vecchie lampade oscillavano nei cavi smosse dal vento. Ero vicinissimo allo spiazzo perimetrato dai muri dei piccoli fabbricati. La sensazione che qualcuno mi stesse osservando si faceva sempre più intensa. Qualcuno che forse si nascondeva fra le ombre di quella specie di cortile da periferia. Perché c’erano delle ombre che potevo vedere e che le luci delle grosse lampade non riuscivano a mettere in chiaro. C’era anche uno strano silenzio, quasi pauroso, il traffico delle auto scorreva più lontano sulla stradale. La gente restava chiusa nelle loro case a vedersi forse la Tv di cui si sentiva ogni tanto il cicaleccio. In ogni caso mi sentivo solo, enormemente solo, solo sotto le stelle , la luna e quelle lampade che si muovevano in alto, ma non era la sensazione esatta, perché sapevo che c’era qualcosa o qualcuno là. Infatti guardando fra le ombre li vedevo, vedevo qualcosa che si muoveva come degli esseri. Poi li vidi chiaramente, erano dei bambini, o così mi parve e mi meravigliai che a quell’ ora si trovassero dei bambini a giocare in quello spiazzo. Ora li potevo vedere chiaramente, si erano dei bambini, si muovevano e sembrava che giocassero fra di loro con degli strani giocattoli e che non mi avessero ancora visto, bambini piccoli, alcuni avevano i capelli biondi, ma non c’erano solo loro, perché c’erano anche altre creature che alle prime avevo scambiato per bambini, erano piccoli anche loro, ma più che bambini mi sembravano dei nani dalla testa molto grande quasi sformata. Mi parve che avessero un ruolo di comando in quei giochi e che guidassero quelli che ero certo fossero dei bambini umani, due o tre di quelli voltarono le loro grandi teste verso di me come se mi avessero visto ma non c’era nessun allarme in loro, piuttosto mi fissavano con indifferenza e fu allora che mi accorsi dei loro strani occhi, occhi che non avevo mai visto, occhi molto grandi e sporgenti e totalmente scuri o neri così mi parve, mi ricordarono gli occhi degli insetti. Avevano colli e corpi sottili che muovevano a scatti, mi guardavano come potrebbero fare degli animali, dei rettili forse, con lo stesso distacco. Questi mi parve che indossassero delle tute forse di un colore laminato, mentre i bambini indossavano degli abiti tradizionali ma con qualcosa di strano, come se fossero abiti di altri tempi. Fra i bambini c’erano anche delle bambine, alcune avevano i capelli biondi e si muovevano come se giocassero incuranti di me che stavo a qualche metro da loro e sembrava che tenessero molto ai comandi impartiti dalle altre creature che più che giocare con loro sembrava che li sorvegliassero. Ma i bambini non sembravano impressionati dai loro strani compagni, anzi. Poi dalle ombre si materializzarono altre creature, erano simili a quelli dai grandi occhi ma di statura più alta. Anche loro si muovevano stranamente e a scatti. I bambini continuavano a giocare con degli strani giocattoli, erano degli oggetti strani per lo più luminosi, sfere, aste ed altro. Fui di nuovo osservato da alcune di quelle creature che però non si mossero verso di me, e se ne stettero a guardarmi con quegli strani occhi. Le luci in alto intanto continuavano a mandare una strana luce che sommava il bianco giallo ad una coloritura azzurra, una sorta di nebbia bluastra che sembrava avvolgere tutto il cortile. Poi mi parve che le luci si spegnessero o si riducessero, non riuscivo più a vederli. Era come se le ombre si fossero espanse. Sentii un forte vento caldo o un enorme calore e vidi che sulle palazzine e sui fabbricati si stava alzando qualcosa di molto luminoso, dapprima mi parve una sfera gigantesca, ma poi prese la forma di qualcosa, forse di un disco che circondato da quelle forte luci si alzò velocissimo e scomparve nel cielo.
©SalvoGagliardo produzione 2008. All rights reserved
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