Invito a Facebook e a fantastikalbi.it

Post n°30 pubblicato il 15 Agosto 2010 da fantastikalbi
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Gentili amici di Libero Community, negli ultimi mesi ho lavorato a lungo su Facebook e sul mio sito. Per questo Vi invito a visitarmi. grazie e un ottimo prosieguo di giornata. salvo.

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Dramma di Haiti

Post n°29 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da fantastikalbi
 
Tag: Eventi
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Ricordando i morti di Haiti del gennaio 2010. Da Fantastikalbi e da Albi di Fantastika di Salvo Gagliardo, sperando che l’ uomo trovi un' adeguata e giusta  soluzione ai problemi del suo pianeta e che possa continuare con più sicurezza il suo cammino verso  le stelle. Salvo Gagliardo

 
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2010.Buon Anno!

Post n°28 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da fantastikalbi
 
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2010.

Happy  New Year!

Salvo Gagliardo

Fantastikalbi

NASA

Un Viaggio verso le Stelle

In memoria di Carl Sagan

 

 

Il 4 ottobre del 1957 ha inizio ufficialmente la storia dell’ Uomo nello Spazio. Con grande sorpresa degli Stati Uniti, l’ Unione Sovietica lancia il suo primo satellite artificiale in orbita terrestre, lo Sputnik 1 e come a rincarare la dose e a preoccupare maggiormente il Governo americano,il 3 novembre dello stesso anno i russi fanno il replay e lanciano lo Sputnik 2 Ormai gli U. S. non possono più stare a guardare. In realtà l’ America aveva cominciato ad interessarsi allo Spazio nell’ immediato dopo guerra quando erano affluiti nelle fila degli scienziati e tecnici americani interessati all’ aeronautica e al volo in orbita,  i responsabili tedeschi delle V2 portati in America assieme a ciò che gli Stati Uniti avevano messo in salvo delle loro ricerche, e naturalmente portando con sé   anche il prestigioso ingegnere aeronautico e astronautico,  Werner Von Braun così da evitargli  un processo in direttissima  per collaborazionismo con i nazisti e con Hitler. Nel  1955, il Governo americano  aveva varato il Progetto Vanguard che contava di mandare in orbita al più presto il primo satellite artificiale. Allora non esisteva  ancora la NASA, ma c’era la NACA, un Organismo scientifico, tecnico e militare che aveva come scopo la sperimentazione di nuove tecnologie dell’ aria, e coinvolta in prima persona era la US. Navy e lo sarebbe rimasta anche dopo. La NACA  era stata messa in piedi nel 1915  dal Presidente Wilson. Presa in contropiede l’ America   si trovò così  nella necessità di accelerare i suoi programmi spaziali e di ristrutturare l’ Organismo più importante per la realizzazione di questi. La NACA fu accorpata alla nuova NASA, la  National Areonautic And Space Administration. L’ Organizzazione nasce ufficialmente il 29 luglio 1958. La Carta Costituente dell’  Ente Spaziale viene ufficialmente approvata dal  Congresso e firmata dal Presidente degli Stati Uniti, Dwight  Eisenhower. A capo dell’ organizzazione federale viene posto l’ ingegnere tedesco  Werner von Braun. Nel gennaio  del 1958 l’ America aveva cercato di riparare al fallimento del Vanguard con lo Jupter, l’ Explorer 1 viene messo in orbita terrestre il 31 gennaio del 1958, l’ America entra così in competizione con l’ URSS in occasione dell’ Anno Geofisico Internazionale. e nel Marzo aveva  rilanciato  il Vanguard. La NASA nasce come un insieme di Laboratori di Ricerca Avanzata nel campo  delle tecnologie Spaziali e Aeronautiche sparsi in tutto il territorio nazionale, e come una intelaiatura di Università disposte a collaborare e a condividere le loro conoscenze e studi con il nuovo Ente Spaziale che naturalmente mostra il suo stretto legame con la Difesa e la Sicurezza. Il 12 aprile del 1961 è un’ altra data importante per questi primi passi dell’ uomo nel Cosmo. L’ URSS invia nello spazio il suo primo astronauta, Yuri Gagarin con  il veicolo Vostok 1. Gli Americani rispondono con il Progetto Mercury, il primo programma  complesso di esplorazione dello Spazio e con Alan Shepard che viene mandato oltre l’ atmosfera  con il  Mercury 3. E’ il 5 maggio del 1961. La Grande Avventura è cominciata. A Shepard seguirà John Glenn. In America e nello staff di von Braun, composto da vari scienziati tedeschi ha inizio la corsa alla Luna prima che il Presidente J. Fitzgerald Kennedy pronunciasse lo storico <<Yes  We Can>>. Viene varato il Progetto Apollo, che sarà quello che realizzerà i sogni di von Braun e della Casa Bianca. L’ ingegnere tedesco nutre  sogni ambiziosi che già aveva coltivato in patria e per questi era entrato in conflitto  con le  SS di Hitler. Sogna anche Marte e realizza un progetto di sbarco su vasta scala già  nel 1952, il primo sbarco sul pianeta rosso. Ma la Guerra Fredda lo costringe ad un lucido  realismo e a concepire nei particolari il raggiungimento del nostro satellite naturale e il primo allunaggio  che avverrà lo storico 19 luglio del 1969. L’ Apollo 11 toccò il suolo lunare davanti a 600 milioni di  telespettatori alle ore 21,17,41 Tempo Universale, e Neil Armstrong scese per primo dal Lem, seguì Buzz Aldrin. Le frasi che Armstrong pronunciò toccando con il piede la superficie lunare resteranno famose quanto quelle lasciate  scritte sulla  targa metallica con  la firma di Richard Nixon ,<> ,That’s one small step for man, one giant leap for mankind. La targa lasciata sulla Luna dai due astronauti diceva:<< Here men from the planet earth first set foot upon the moon.july 1969, A.D. We came in peace for all mankind>>. Atterrando fu pronunciata un’ altra frase storica:<< Houston, Tranquility base here,the Aegle as landed>>.L’ ultimo sbarco dell’ Apollo avverrà nel dicembre  1972, con Cernan e Schmitt. La prima grande avventura dell’ uomo sulla Luna si era conclusa. Ma le attività della NASA sono state e sono molteplici, la sua presenza nelle tecnologie di avanguardia è indiscussa. Basi e Laboratori che portano il suo inconfondibile Logo si trovano ovunque sul nostro pianeta e NASA è diventata famosa quanto Walt Disney per i sogni che suscita e per l’ impegno nell’ esplorazione spaziale e nella ricerca. NASA è subito identificabile quanto appunto la Walt Disney o la Coca Cola, ed è di sicuro la più famosa Agenzia spaziale del mondo. E a proposito del grande WALT, la Walt Disney Production  con la collaborazione dell’ ingegnere Werner von Braun negli Anni Cinquanta realizzò una serie televisiva in tre puntate  sull’ Avventura dell’ uomo nello Spazio e nei progetti di Walt Disney c’era già   Disneyland, la mega  città del fantastico con una sezione dedicata al Cosmo e all’ avventura su Marte curata personalmente dall’ ingegnere tedesco. Un giorno il Logo Spaziale più famoso del mondo svetterà da qualche cima dei giganteschi vulcani marziani, forse dal Mons Olympia, e dalle desolate pianure desertiche un’ Icona del futuro. Ma siamo anche certi che NASA si leggerà anche nelle future città subacquee, quando l’ uomo andrà a colonizzare gli oceani e una nuova specie di Oceanonauti nascerà sul nostro pianeta. Intanto l’ Agenzia promette a tutti gli Internetnauti, fantastici viaggi virtuali in tre D nel nostro Sistema Solare, esplorazioni alla consolle dei vari pianeti  e un Web marziano già è nei suoi progetti. I programmatori già sono a lavoro per farci impazzire con qualche play station marziana e lunare. Ma NASA non significa solo Uomo sula Luna. L’ Agenzia attraverso i suoi diversi Laboratory e autentiche cittadelle dello Spazio  sparse nel territorio nazionale si occupa dello studio e dalla costruzione di diversi materiali da mandare nel Cosmo, si occupa dell’ addestramento dei futuri astronauti, della loro saluta, della loro sicurezza, si occupa dei Vettori  che hanno portato e porteranno gli uomini nel Sistema Solare, si occupa dei Razzi necessari a fare uscire le navette dall’ atmosfera terrestre e dei combustibili  propellenti. Si occupa dello studio della natura in condizioni estreme, e vi sono Basi in posti estremi, come in Antartide o nell’ Artico, anche la profondità degli Oceani viene e verrà studiata e sfruttata. E via via si sommano una quantità di attività importanti o collaterali, come l’ Esobiologia e lo Studio sulla Vita Extraterrestre, lo sviluppo dell’ Intelligenza Artificiale, dei  robot e delle sonde da inviare nei nove pianeti del Sistema. E tutto questo richiede specializzazioni e competenze, e soprattutto Fondi, e non sempre il Congresso è disposto a stanziare denaro  alla NASA per la ricerca. Ma da circa venti anni la NASA è anche impegnata nello studio del nostro ecosistema che è attualmente in crisi e nel cercare rimedi ad una situazione che tende a peggiorare. E’ inutile dire qui che l’ esplorazione dello Spazio porterà conoscenze nuove che potranno rivelarsi utili se non determinanti  a risolvere i problemi del nostro pianeta.

In quanto all’ esplorazione,gli  Americani non  hanno un piano unico di  sviluppo spaziale a lungo termine, è cosa nota. Ma procedono con progetti a breve, forse per le difficoltà dell’ impresa, per i fondi necessari e perché ancora lo Sviluppo Spaziale è fortemente dipendente dalle contingenze storiche  e politiche del pianeta. La situazione vista in  prospettiva potrebbero ribaltarsi nel futuro,  quando l’ uomo attingerà direttamente dal Cosmo le risorse necessarie alla sua esplorazione. Non dimentichiamo che sono passati solo cinquanta anni e che il Cosmo diverrà nel futuro una necessaria e vitale  estensione del pianeta Terra. Ricordo che tutto è cominciato con le V2 che nella Seconda Guerra Mondiale che  hanno bombardato a tappeto l’ Inghilterra. Von Braun forse sognava altro, sognava il Cosmo come il suo professore il rumeno Hermann  Oberth, o come lo scienziato e scrittore tedesco  Willy Ley. L’ America del dopoguerra offrì a molti di loro l’ opportunità di conseguire i loro sogni. Ma il Razzo, come nel romanzo di Ray Bradbury, Cronache Marziane,  era la condizione essenziale per lasciare la Terra, lo aveva intuito nel passato Jules Verne. Così la NASA si lanciò nello studio e nella sperimentazione di Booster ed External Tank sempre più potenti e nella realizzazione dei carburanti necessari. Sono i tempi d’ oro di Werner von Braun, e  dell’ equipe di tedeschi in America, mentre l’ URSS da parte sua stava percorrendo la stessa strada. Dal Vanguard agli Ares la strada è stata lunga. E la NASA è sempre impegnata a trovare Razzi potenti ma anche capaci di risparmiare carburante. Nell’ attesa che una futura navicella o astronave parta per le regioni di Marte o di Giove direttamente dalla Luna. Lo Space Shuttle, l’ attuale astronave capace di trasportare uomini e mezzi fuori dall’ atmosfera terrestre è oggi quasi un mito o una leggenda ma c’è chi pensa di mandarlo in pensione. E’ entrato in azione nel 1970, e attualmente con ulteriori modifiche resta il veicolo più adatto a portare gli uomini di nuovo sulla Luna e su Marte. Allo Shuttle è dovuto l’ Hubble Space Telescope, il fantastico super telescopio, messo in orbita nel 1990. Nel breve futuro  il  più potente telescopio del Sistema Solare  molto probabilmente sarà situato in territorio lunare. Ma è nel 1973 che gli americani mettono in orbita lo Skylab, la prima città laboratorio dello Spazio, esso cesserà di esistere nel 1979. Ma il grande progetto di una Città Spaziale in orbita terrestre viene rilanciato nel 1995 quando i Russi collaborano con l’ America  per  il progetto di una  Stazione Spaziale Internazionale, la I.S.S. progetto che viene varato nel 1998 e che si pensa debba essere ultimato nel 2011, ma in quanto allo Spazio le date sono sempre da rivedere. All’ I.S.S. partecipano sia gli U.S., ma anche il Giappone e la Russia. Un altro grande Progetto portato avanti con l’ aiuto della NASA è il SETI, il Serche Extraterrestrial Intelligence a cui hanno dato un grande contributo sia l’ astrofisico Frank Drake che l’ altro grande nome dell’ astronomia e della ricerca avanzata in campo esobiologico, che  stato il  compianto Carl Sagan, uno degli scienziati più di prestigio della NASA. Sagan ha anche  dato un grande contributo all’ esplorazione di Marte, a all’ esplorazione di Venere, e a lui è dovuto la sonda messaggio mandata fuori dal Sistema Solare alla ricerca di civiltà extraterrestri. Ed ora due obbiettivi  a breve riaccendono l’ entusiasmo dell’ Agenzia Spaziale, la Luna e Marte. La Luna è il nostro unico satellite naturale  e si trova a relativa breve distanza dalla Terra, così appare un vero guardiano o porta del nostro pianeta, un guardiano naturale che non è possibile che nel futuro non venga sfruttato in tal senso. I progetti ora si fanno più estesi, non si tratta più di mettere piede sulla Luna ma di popolarla o volendo colonizzarla, di fare della Luna un ottimo punto di osservazione della Terra, la breve distanza lo permette, e di farne una vera porta di ingresso o di uscita dal nostro pianeta per i vari pianeti del Sistema. Si è già trovata dell’ acqua necessaria al popolamento del satellite, e la luna appare come un autentico cantiere estrattivo. Inoltre vi si potranno  allocare diversi basi permanenti di ricerca e di esplorazione, oltre che miniere estrattive, un Osservatorio Astronomico capace di darci un’ immagine dell’ Universo che ancora ci è ignota,e si pensa a Laboratori  Lunari che studiano l’ uomo posto in condizioni estreme, e si pensa anche a collocarvi naturalmente delle armi e dei sistemi di difesa e di offesa. Ci si prepara ad un esercito dello Spazio, ad una Space Force, in barba allo storico << We came in peace for all mankind>>!Ma per il momento Luna e Marte si presentano per l’ Agenzia come una meta unica, e in effetti lo è. Luna e Marte completeranno la prima fase della Colonizzazione. Alla NASA si parla di venti o trenta anni, di certo le basi permanenti verranno collocate sia sulla Luna che si Marte entro questo secolo, nel prossimo si guarderà oltre Marte, ossia a alla regione di Giove e dei suoi infiniti satelliti e satelloidi, intanto Marte e Luna si preparano a donarci strane sorprese e rivelazioni. Di sicuro gli Stati Uniti punteranno a questi due nuovi traguardi per rilanciare il loro prestigio, ma io penso che il 1969 è superato e che lo spirito che dovrà animare la futura colonizzazione sarà sotto l’ insegna della collaborazione, i costi sono troppo elevati, e nuove Nazione si stanno aprendo allo Spazio, per ora Cina ed India, nel futuro forse anche l’ Islam. E l’ ESA, l’ Ente Spaziale Europeo stringe sempre più legami con  la NASA. Dietro lo sviluppo spaziale si muovono Imprese di Alte tecnologie e business high tech, e lo Spazio può diventare una vera miniera d’oro. Volendo oggi tutti noi viviamo in una dimensione marziana, ossia in una dimensione di alte tecnologie estremamente sofisticate e precise, dire Marte vuol dire Futuro anche della Terra e vuole anche dire trasformazione delle nostre città, delle nostre case, dei nostri servizi, delle nostre auto e dei nostri sistemi di comunicazione. NASA è tutto questo. Si sa che sta investendo nella riconversione dell’ energia solare ad esempio. Dyson aveva ipotizzato per il nostro futuro delle sfere che accumulassero l’ energia liberata dalla nostra   stella per i nostri molteplici usi. E aveva ipotizzato nello Spazio Civiltà evolute capaci di servirsi in toto dell’ energia della propria stella e poi quella della propria Galassia. La NASA si muove in questa direzione. E infine possiamo anche immaginare o sognare i tempi in cui esisterà un vero turismo interplanetario e un commercio fra pianeti, in cui carghi e navette o grandi astronavi lo attraverseranno e viaggiare nel Cosmo non sarà un’ avventura di pochi, ma dei più, in cui gente nuova non nascerà sulla Terra ma altrove, nelle varie Città spaziali o nelle Basi, ma tutto questo richiederà conoscenza e coraggio, sfida alle condizioni inizialmente avverse del Cosmo, e desiderio di andare oltre, oltre il noto e il conosciuto, forse per chi ci crede una sorta di ritorno a Dio. Io voglio credere che l’ uomo sia fatto per tutto questo. Salvo Gagliardo. Happy New Year.2010.

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Auguri Natale 2009

Post n°27 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da fantastikalbi
 
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Cari Amici. Questo è il primo anno che mi trovo su Libero assieme ai miei Albi di Fantastica e alla mia vasta produzione e diversi interessi nell’ orbita dell’ Universo del Fantastico. Produco storie fantastiche e illustrazioni da anni, e da anni mi interesso all’ Insolito e allo Strano. Penso che ormai è questo l ‘Universo che ci circonda, fatto di computer, virtualità e nel futuro ormai prossimo di Ologrammi a varie dimensioni. Non è uno scherzo. In occasione del Natale e della chiusura di un anno importante per me, ma anche per il Mondo visto che ogni attimo lo è in questo nostro Universo, colgo l’ occasione per  augurare a tutti  Voi   un Buon Natale e un fruttuoso e ricco 2010. Intanto  Vi invito a dare un’ occhiata al mio nuovo sito fantastikalbi.it che mi sono fatto sul Web. Merry  Christmas & Bye. Salvo Gagliardo.

 

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Post n°26 pubblicato il 14 Novembre 2009 da fantastikalbi
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Mi chiamo Salvo Gagliardo e faccio lo scrittore di letteratura fantastica e fiction.  Vi invito nel mio sito:

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Grazie.

 

 
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Luna & Spazio

Post n°25 pubblicato il 25 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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La Luna &  lo Spazio.

riflessioni di Salvo Gagliardo

nel primo decennio del Secolo XXI.

 

 

L’ uomo ha sognato di volarsene  sulla Luna  forse dalle origini dell’ umanità, prima che il Presidente John Fitzgerald Kennedy pronunciasse lo storico << We can>> <>. Non sto  qui a parlarvi nei dettagli  dei sogni del greco Luciano di Samosata, né delle fantasie di Mandeville, né degli studi di Keplero, né del teatrale Cyrano de Bergerac, e per Edgar Allan Poe, vi rimando al bellissimo racconto breve Hans Pfaall  sulla Luna. Ma qui  comincio con il francese Jules Verne che nel XIX secolo fu il primo ad immaginare un viaggio sul nostro satellite quasi in maniera scientifica, nessuno prima d’ allora  aveva ipotizzato la inibente  forza di gravità terrestre, il vero problema per cui il resto sono solo fantastici sogni. Verne spedì l’ uomo sulla Luna in tempi in cui la borghesia al potere sognava alla grande e cominciava a verificare i suoi sogni di potenza e di espansione. E alla fine del XIX secolo un russo di nome Tsiolkovsky, anche lui un grande sognatore del Cosmo, ipotizzò scientificamente la colonizzazione del Sistema solare con teorie  che allora erano parse quanto mai stravaganti. E poi venne la terribile prima guerra mondiale, a cui  seguì Hitler i cui  sogni di dominio furono così deliranti da farci pensare oggi ad una personalità paranoide e megalomane. Eppure da quella anomalia storica venne fuori  un altro passo avanti  nella conquista dello Spazio, infatti fu un uomo di Hitler, uno scienziato tedesco vicino al Fuhrer a mandare nel primo dopoguerra e realmente, gli uomini sul nostro satellite, sto qui  parlando dell’ ingegnere astronautico Werner von Braun, il primo direttore della nascente NASA negli Stati Uniti, è strano, ma sono i paradossi della storia, che l’ uomo che aveva così  ferocemente bombardato Londra con le V2 di sua invenzione, più tardi desse inizio alla grande avventura dell’ uomo nello Spazio!  Ma non  c’è stato solo il prestigioso ingegnere tedesco, ma a lui vanno aggiunti i nomi di Oberth un altro scienziato tedesco e di Willy Ley e  il regista, anche lui tedesco,   Fritz Lang che realizzò un film  che narrava di un razzo spedito sulla Luna dalla Terra. Ma la grande epopea si realizza solo  nel dopoguerra, quando la competizione fra URSS e USA spinge  questi ultimi a tentare la grande avventura  e a mandare degli  uomini su quel  corpo celeste  così a portata di mano da fare sognare gli uomini per generazioni. Qualcuno oggi si è chiesto perché l’ America ha preferito il contatto diretto invece di mandare preliminarmente delle sonde, sarebbe stata una soluzione, ma gli Stati Uniti preferirono allora  celebrare il loro trionfo in questo modo. Dopo lo storico  allunaggio del 17 luglio del 1969, da  alcuni oggi contestato, ne  sono seguiti altri assieme  ad altre drammatiche  sconfitte. Poi il silenzio. Oggi la NASA rilancia il Progetto Lunare in vista  collateralmente  di uno sbarco su Marte nel giro di qualche decennio. E’ legittimo   chiedersi  perché sono trascorsi tanti anni da allora, da quella mitica estate. Si può  anche rispondere che lo Spazio si è rivelato più ostico e difficile di quanto si pensasse  all’ inizio,  e che quindi richiede più  prudenza, o che l’ avventura spaziale non ha progetti a lungo termine neanche negli Stati Uniti, e che richiede l’ impiego di somme ingenti. Tutte risposte più  che accettabili. Ma potrebbero anche essercene delle altre,se solo si conoscesse tutto di questa meravigliosa avventura. Di certo io sono convinto che il Cosmo sarà la grande Era   del Futuro, ma che le cose non andranno così lisce. E’ vero, i pericoli sono molteplici, madre natura ci ha reso adatti al nostro pianeta ma non di certo  agli altri. La Conquista sarà lenta e richiederà dei sacrifici, ma avverrà, sta già avvenendo, non certo nei ritmi e nei tempi sognati dai grandi scrittori di fantascienza. In quanto alla nostra Luna non possiamo non immaginarne la colonizzazione, anche forzata, è troppo preziosa per noi, oltre ad  essere una fonte di minerali eccezionale. Pensate alla Terra senza la Luna, quali forme di vita avrebbero potuto prendere sul nostro pianeta? Scientificamente la Luna e la Terra formano un unico ed indissolubile  sistema. Quale punto di osservazione migliore per la nostra Terra, della Luna che tra l’ altro dista relativamente poco? Lì si potranno allocare sistemi sofisticatissimi di controllo, che possono monitorare il nostro pianeta in fase di grandi cambiamenti climatici, non parlo, purtroppo,  dei possibili impieghi militari, la Luna è la porta di ingresso verso la Terra. Vi si collocheranno  Osservatori astronomici capaci di scandagliare il Cosmo nei dettagli. Vi si impianteranno basi estrattive, e basi di ricerche sperimentali. Sorgerà una vera comunità scientifica e tecnica.  Ed infine vi si costruiranno degli spazioporti che ci porteranno su Marte ed oltre. Il problema è come le comunità scientifiche e le industrie e spaziali e aimè belliche,  del nostro piccolo   pianeta intenderanno cooperare per realizzare questo sogno, perché forse nel futuro nello Spazio  ci si andrà  insieme, questo potrebbe essere il nuovo assetto   del mondo anche in questo campo che dapprima era apparsa  una semplice avventura ma che domani diverrà una necessità. Si dovrà rinunciare forse agli egoismi e alle giuste e ingiuste glorie nazionali, per affrontare in comune  il problema. Mi sembra che già India e Cina si stiano muovendo in questa direzione. Ma vi è  anche chi non la vede così. Vi sono anche coloro che pensano che le cose che l’ uomo della strada non conosce di questa faccenda siano maggiori di quelle che conosce. Qualcuno tira fuori  di nuovo  le presenze Aliene nel nostro Sistema Solare, per quanto ne so questo non è impossibile. Staremo a vedere. Se è così la storia può prendere altri risvolti, e alcuni ritardi nello sviluppo spaziale potrebbero assumere altri significati. Comunque sono solo delle ipotesi, resta  il fatto che l’ uomo non è legato al suo pianeta d’ origine per sempre e che presto o tardi dovrà lasciarlo! Salvo Gagliardo.

 
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Geremia Gardoncle

Post n°24 pubblicato il 20 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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Albi di FantastiKa

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Le cinque Rose di Geremia Gardoncle

racconto fantastico

di Salvo Gagliardo

 

 

 

 

<< Il vecchio Mosè Abrams era appena uscito di casa,

per ricondurre le mucche alla stalla,  quando

trovò lo  Straniero>>

Clifford Simak.- Il compagno

 

 

 

1.

Il Vecchio di Millkill : Geremia Gardoncle

 

 

Sono un irriducibile solitario, e se vi va di salire sulla  collina  di Milkhill, e chiedete giù a Brinville la strada del vecchio Geremia Gardoncle, vi squadreranno  per bene, e dopo essersi assicurati che non siete un parente, un fastidioso esattore delle imposte,un avvocato, un medico, o chessò io, Dio non voglia, un becchino,vi manderanno al diavolo con << se lo trovi da solo!>>. Perché l’uomo di Milkhill è un vecchio topo di collina, scontroso come un lupo, fiero come un’ aquila, e testa dura come uno stambecco. Mi sono così stufato  della fastidiosità della gente, che da anni vivo qui in solitudine, a coltivare le mie rose, ad arare il mio orticello, e a fumare la pipa. Qualche volta viene  a trovarmi una delle mie ragazze. E’ sposata giù in città con un tipo che vende chitarre o fisarmoniche, un certo Orphel, o Orphal, o vattela a pesca!Un tipo con cui non spartirei neanche la cabina telefonica. Così Ethel sale quassù qualche ora al giorno, ad ascoltare il brontolio di un vecchio padre. Poi resto solo, con il mio gatto e qualche piccolo animale da cortile.

 

 

2.

Quella strana luce lassù

 

 Quel tardo pomeriggio, dopo una fumata tranquilla,ero attorno alle mie rose con il gran cappello di paglia da giardiniere, i guanti e tutto il resto, quando vidi da sotto la larga tesa del mio cappello qualcosa che brillava. Alzai la testa, ed il cielo era più rosso di un normale tramonto, nuvoloni infuocati correvano come mandrie inferocite. Penasi subito che stesse per scatenarsi un formidabile temporale, e forse anche Samuele, il  vecchio gatto che mi tiene compagnia da quando è morto Jack, il mio fidato labrador inglese. Il gatto  annusò l’ aria con i suoi lunghi baffi, fissò il cielo con i suoi strani occhi luccicanti, e se la diede a gambe levate per la porta di servizio.

Restai così a grattarmi la nuca, mentre quello strano esercito di nubi e nembi avanzava solenne come un galeone spagnolo. Qualcosa schizzò fuori da quella fosforescente crema di ribes e con una spettacolare parabola precipitò oltre il mio piccolo campo fiorito. Sradicò gli alberi che avevo piantato, meli e peri, fischiò e sparì dietro la collina con un intenso boato in una aurora intensamente rosata che presto divenne rossa simile alle fiamme di un caminetto.

Bella storia! Pensai. Seccature in vista. Speriamo che nessuno si sia rotto l’ osso del collo! Continuai a rimuginare, mentre il sole tramontava e le prime stelle cominciavano a brillare. Tutt’attorno c’era un silenzio abissale. Dentro le fattoria le bestie cominciarono ad innervosirsi. L’ aria attorno era stranamente elettrizzata, e presto si riempì di schiamazzi ed urla. Rientrai in casa, deciso a fornirmi di una torcia elettrica per una escursione lassù, sebbene la collina brillasse di luci come New York.

Maledizione! L’ interruttore aveva fatto cilecca! Non c’era più corrente. Le sole luci che brillavano  sinistramente erano gli occhi del mio vecchio gatto persiano, che mi accolse come se avesse visto uno spettro, gonfiando il pelo mostruosamente.

Maledissi l’ elettricità e gli elettricisti che mi avevano giocato quel brutto tiro. Frugai nell’ armadio del sottoscala e trovai  la torcia, Giù di nuovo una bestemmia. Le batterie erano completamente scariche. Continuai  a frugare nel buio e trovai una lampada a gas del tipo a lanterna. Indossai il giaccone e vi misi dentro   il mio revolver a sei colpi.Uscii. L’ aria era più calda e secca. Guardai le costellazioni in cielo, la collina sembrava che bruciasse di una intensa luce arancione. Imboccai un sentiero in salita. Sentivo dietro di me lo schiamazzo isterico degli animali, mentre le numerose cicale di quelle sere tacevano.

 

 

 

 

 

salvogagliardoproduzione.2000-2009. All rights reserved.

 

 

Questa storia è dedicata a tutti coloro  che sono appassionati di UFO e di Alieni. Forse la sera del 2 luglio del  1947 in una fattoria vicino Roswell, nel New Messico, è precipitata  un’ astronave aliena, il primo UFO crash della storia dei media, qualche giorno prima, il pilota privato ed uomo d’ affari, Kenneth Arnold aveva visto in volo sul Monte Rainier, nello Stato di Washington, ai confini col Canada, 9 oggetti volanti non classificati, li chiamò Dischi Volanti( Flying Saucers).Grazie. Salvo Gagliardo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Akieni

Post n°23 pubblicato il 11 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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Quattro chiacchiere sugli Alieni

di   Salvo Gagliardo

 

 

Ragazzi! e no, gli Alieni sono diventati un vero tema fantastico oggi per un tempo che viaggia sempre più velocemente! Forse la più importante notizia della storia dell’ uomo da quando l’ uomo costruisce macchine e fa calcoli è diventata oggetto di discussione  e di interesse delle masse.  E’  uscita dai piccoli cenacoli scientifici e si sta via via imponendo al grosso pubblico.  Possiamo o no credere a quanto scorre attraverso la Rete o a quanto viene pubblicato nel mondo in proposito, ma di sicuro appare come una notizia esplosiva la fantastica notizia che qualcosa c’è oltre il nostro piccolo pianeta. Per molto tempo ci siamo ritenuti un prodotto assoluto ed inimitabile, ma le cose possono non stare in questo modo. Scienziati di tutto rispetto non escludono che la vita possa esistere da qualche parte della nostra Galassia, e gli stessi scienziati si avventurano nella più affascinanti possibilità che questa vita di cui ancora sconosciamo l’ origine possa avere preso vie evolutive come la nostra e avere dato luogo da qualche parte a civiltà come la nostra. Non sono più fantasie né sono l’oggetto di editori affamati di scoop. Non sto qui a farvi la storia di una idea, che potrete tranquillamente leggere spulciando nei vari siti. La storia ufficiale di questa idea forse nasce alla fine della guerra quando l’ uomo ha cominciato a pensare con tutta serietà alla colonizzazione di Marte e della Luna, chiedetelo a Werner von Braun, se non ci credete. Persino astrofisici del livello di un Carl Sagan, uno degli uomini che ha dato vita al progetto SETI ancora in atto,  uomini di scienza che dello scetticismo hanno fatto il loro metodo di studio, si sono avventurati in ipotesi straordinarie sulle Civiltà Stellari.  Pensate che durante il progetto che avrebbe portato gli americani sulla Luna qualcuno si è chiesto con tutta serietà se andando sulla Luna non avessimo incontrato qualcosa di sconvolgente che nei casi peggiori avrebbe potuto stravolgere la nostra stessa biologia terrestre, e fu così che nacque l’ Esobiologia, ossia la scienza che studia con tutta la serietà possibile le possibili forme di vita che potremmo trovare nel Cosmo.  Se nell’ Ottocento ci si poteva  anche avventurare nel mondo della fantasia ed immaginare tutto quello che potevamo immaginare sui nostri fratelli nel Cosmo, oggi l’ argomento sta diventando sempre più scottante. Non possiamo più trascurarlo. L’ impatto con civiltà forse più evolute di noi avrebbe conseguenze incalcolabili per la civiltà umana. E il compito di scoprirle non è più lasciato ai poeti o agli scrittori. Personalmente sono curioso e simpatizzante, più che credente,  verso quello che da più di cinquanta anni  viene classificato come fenomeno UFO, e non voglio qui spezzare una lancia a favore o contro, c’è gente che ha dedicato  i loro studi ed interessi a questo, ma sia quello che sia, gli UFO sono anch’ essi un aspetto del Grande Problema che ormai è entrato nel sistema nervoso dell’ Umanità. Non c’è film o romanzo che possa nella realtà darci una idea di una rivelazione di questo tipo, ossia che Altrove c’è qualcuno e che Altrove c’è qualcosa. Spielberg o lo stesso Sagan nei loro film e romanzi, penso a Contact, ce ne hanno dato una pallida idea. In realtà se questa ipotesi diverrà realtà allora l’ Umanità dovrà prepararsi a fare un grosso passo avanti e uscire definitivamente da un certo provincialismo antropocentrico di cui ancora si avvolge come un cordone ombelicale che non si decide a recidere.

 

 

 

 

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 Vita extraterrestre

by Salvo Gagliardo

 

 Il tema della vita extraterrestre mi ha affascinato  da anni, forse da quando mi è capitato fra le mani lo splendido libro,  anche se retro, << Il mattino dei Maghi>>,  di Pauwels e Bergier. Faccio lo scrittore di letteratura fantastica e fiction e potrete trovare qualcosa di me sul mio blog di Libero. Sono  passato da un interesse piuttosto generale,  ad argomenti più specifici che riguardano, lo sviluppo spaziale, l' esobiologia, il problema degli UFO, il SETI. Ho letto molto e ho cominciato ad elaborare giudizi autonomi e delle idee in proposito.   Sono  arrivato alla conclusione che l' Impatto con presenze Aliene ,sulla Terra, nel Sistema solare  o  in qualche parte della nostra Galassia, è inevitabile. Forse siamo solo all' inizio per una umanità uscita da due pesanti guerre mondiali e che ha raggiunto certi livelli di sviluppo tecnologico e scientifico e di conoscenza, energia atomica, computer; ma il contatto lo considero   inevitabile, ed è con questo che dovremo fare i conti. L' uomo si avvia a colonizzare la Luna e Marte, sono i due primi obbiettivi di uno sviluppo che lo  porterà di sicuro fuori dal Sistema  Solare. Sono certo che  l' espansione dell' uomo nello Spazio è scritta nel suo genoma, detto diversamente, l' uomo appartiene ad una specie evolutiva che riesce ad uscire dal suo Sistema e ad  esplorare  ciò che lo circonda. Di sicuro nella nostra Galassia non siamo i soli, altre specie evolutive hanno cominciato ad evolversi in questo senso e forse da molto più tempo che l' uomo, noi siamo solo  un specie alquanto giovane. Non è detto che queste specie che hanno fondato Civiltà siano somaticamente  simili a  noi, potrebbero avere corpi e forme le più varie e strane, come ad esempio la forma di Globi luminosi, o altro ancora. Forse queste civiltà hanno trovato un modo di comunicare fra di  loro e forse si sono confederate  secondo i tipi e i  livelli di civiltà raggiunti. Se  è così,  ho difficoltà a credere che tutte queste civiltà siano ben disposte e pronte  a dividere con tutti le loro preziose informazioni circa un Universo pressoché sterminato, e  che si evolve continuamente! Sono  considerazioni che se  vere, mandano un ombra sul nostro e lodevole  Progetto SETI   partito negli anni Sessanta sotto la guida di Drake e Sagan. Ma che un primo incontro o contatto ci sarà ne sono certo e forse a non a lunga distanza di tempo. Questo è  inevitabile e rientra in una sorta di cammino evolutivo, un contatto  di questo tipo dovrebbe spingerci a riclassificarci nell' Universo e a quantificarci più realisticamente, siamo solo una specie evolutiva fra centinaia, migliaia e forse milioni di altre specie che hanno percorso cammini simili se non eguali al nostro, niente di più  e niente  di meno! Come ho più volte detto, l ‘immaginazione delle masse su questi argomenti io la trovo più interessante e più aderente a quello con cui potremmo avere a che fare, dell’ inevitabile scetticismo  scientifico e della necessaria metodologia scientifica. E’ giusto che la cittadella scientifica si difenda dall’ assalto portato dalla civiltà massificata alle sue mura, che si difenda contro ipotesi quanto mai strampalate e non poggiate su nulla, Carl Sagan in un suo ultimo libro ha messo il pubblico e la scienza di fronte al rischio  di un ritorno al medio evo,è giusto che nascano in Italia organizzazioni come il CICAP, ma attenzione, perché l’ ortodossia fideistica fondata su postulati non dimostrati nel Medio Evo potrebbe somigliare a certe affermazioni fatte da scienziati che negano in blocco l’ evidenza  solo perché non hanno sotto mano  una qualche formula interpretativa  che la spieghi! La scienza nasce dal dubbio e diventa non scienza quando si appella a certezze che non sono più tali, cioè a dogmi. E inoltre la  scienza usa un linguaggio ed ogni linguaggio si sa non è assoluto, ma il suo uso altera in qualche modo la cosa osservata. Quindi riguardo agli Alieni voglio riconsiderare  il problema da altri punti di vista che non quello strettamente scientifico, e forse gli antichi linguaggi religiosi e mitologici erano più vicini ad una soluzione del problema di quanto non lo siano gli Osservatori Astronomici e di Astrofisica del nostro pianeta! Forse ho esagerato e chiedo scusa, ma io ritengo il problema della vita extraterrestre un problema cruciale per lo sviluppo della nostra umanità. Grazie. Salvo Gagliardo.

 

 

Vita extraterrestre.

Perché è importante

by  Salvo Gagliardo

                                                                                                                                                                                          

 

 

 

Il tema della vita extraterrestre che nell’ Ottocento poteva sembrare forse una curiosità da studiosi, oggi come ho più volte detto e scritto, diventa un problema serio e di grande rilievo e impatto fra le  masse. E forse sono proprio le masse a colorare questo  affascinante tema scientifico più che l’ astrattezza logica degli scienziati e il loro universo  di numeri e misure. Come i latini amavano ripetere<< Vox Populi  Vox Dei>>! La scienza non può spingersi oltre l’Osservazione, è un postulato divenuto dogma, ma anche necessità di metodo. E l’ unica vita che fino ad oggi  noi possiamo osservare in tutte  le sue manifestazioni è quella della Terra. Abbiamo strumenti ancora troppo limitati per spingerci oltre. Si progettano fantastici Osservatori astronomici fuori dal nostro pianeta,e attualmente in giro attorno alla Terra abbiamo l’ Hubble Telescope. Ma  nessuno di questi può e  sa rivelarci, una sicura vita dentro il  Sistema Solare ed oltre. Chiaramente sto facendo una semplificazione del problema e non ignoro  gli enormi sviluppi che l’ uomo ha fatto nell’ Osservazione dello Spazio verso un possibile popolamento di questo da parte della Specie Umana. Ma nella sostanza le cose stanno così. Nessun Osservatorio astronomico oggi sarebbe in grado di dirci con certezza  se  su Marte c’è o non c’è vita, e se vivremmo su Marte e fossimo dei marziani avremmo le medesime difficoltà riguardo alla Terra. Le distanze astronomiche sono sostanzialmente diverse da quelle del nostro pianeta in una sorta di evoluzione di scala delle quantità. E’ questo che fa dell’ avventura dell’ uomo nello Spazio una qualche cosa di affascinate e a colorare questa avventura di entusiasmi ma anche di fondamentali pessimismi. L’ uomo sarebbe così  uno straniero nello Cosmo, ma non del tutto, perché se immaginiamo una vita estesa a tutto il  nostro Sistema Solare,allora  la specie umana sarebbe una delle sue diverse espressioni, insomma anche l’ uomo come qualsiasi cosa che vive nel nostro Universo è figlio delle stelle.

Perché questo tema è importante? Molti, anche gli addetti ai lavori del fantastico, parlo degli scrittori di Science fiction lo hanno dovuto affrontare con tutta la serietà della loro professionalità. Nessuno oggi, almeno  fra i più avveduti, attribuisce alle loro opere valore assolutamente profetico, anche se avvolte loro se ne sono compiaciuti,in realtà sappiamo che tutto questo ha un nome, estrapolazione scientifica. Tutti noi siamo consapevoli  che quando Jules Verne sognò gli uomini sulla Luna, questi erano uomini diversi da quelli di oggi, ossia da quelli che << realmente >> ci sono andati. E nessuno di loro poteva minimamente sospettare di quello che  realmente è stato  trovato e si va trovando nel nostro Spazio circostante. Un giorno lo scienziato inglese  Haldane scrisse che l’ Universo che attende l’ uomo sarà molto diverso e molto più  strano di  quello che la sua mente  può avere immaginato. Ma le vera sfida di noi  uomini sta proprio in questo. In genere si dice  che l’ uomo è figlio delle difficoltà. E’ profondamente vero! L’ uomo esiste perché è figlio della trasgressione.  Non sarei quindi ossequiente verso i normalizzatori del Sistema, ma non sono neanche favorevole ai cultori  della Grande Apocalisse, in realtà per l’ uomo, il Mondo è sempre in uno stato di Apocalisse non appena ci liberiamo delle false certezze e cerchiamo di navigare con le nostre gambe e con la nostra mente. Per cui mi piace ascoltare  tutti quelli che non si accontentano di soluzioni consolatorie, ma mi sento anche molto vicino a quelli che guardano in avanti con  un buon grado di ottimismo. Non amo i profeti di sventura perché in qualche modo negano il cammino che l’ umanità nel bene quanto nel male, fin’ora ha percorso. Di sicuro non andiamo verso un paradiso di rose, ma non andiamo neanche verso l’ inferno. Trovare un bel roseto  profumato in un mondo in  Caos è stato sempre il vecchio sogno degli Esoteristi di tutti i tempi, forse questo è un sogno che nasconde delle lacrime, ma di sicuro è un sogno umano e che ci appartiene. In sostanza continuiamo a saperne ben poco di quello che c’è << là fuori>>. Ma il suo mistero continua e continuerà sempre ad affascinarci e a spingerci <>. Magari alla fine  scopriremo che come un giorno aveva intuito  Platone , tutto è già stato scritto e che è dentro di noi che dobbiamo trovare le risposte . Forse è così, e io spero  che lo sia, ma intanto seguire il cammino dell’ uomo ha un suo fascino ed una sua suggestione che non dovremmo negare o cancellare. Personalmente ho letto ed ho meditato a lungo il tema, anche se non sono riuscito a dare  delle risposte conclusive, Ma so che niente è definitivo,  che le diverse interpretazioni che intendono sistemare il Mondo e la Conoscenza tendono a modificarsi nel tempo, l’ Universo studiato da Einstein non è più quello di Newton e quello di Newton non era più quello di Galilei. Dobbiamo ancora percorrere molta strada, ed io penso che si tratterà di  una strada fra le stelle, per aver qualche risposta al problema, ma intanto lasciamo che l’ uomo ci arrivi fra le stelle, e questo non sarà né un cammino facile né agevole. Lasciateci immaginare   l’ Universo come una serie di porte da attraversare di cui non conosciamo né il numero né la fine. Qualcosa di simile aveva sognato quello strano personaggio che fu l’ americano  George Adamski, il primo grande contattista della storia degli UFO.  E soprattutto non rifugiamoci  dietro facili soluzioni aprioristiche, perché penso che l’ uomo deve da solo sperimentare il mistero della  sua esistenza e questo non vuol dire andare contro i dettami del Creatore, anzi, forse tuttaltro. Gesù un giorno disse << Lasciate che i bambini vengano a me>>, << Sinite parvulos ad me venire>>.  E i fanciulli potrebbero non appartenere soltanto alla nostra specie! Grazie Salvo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Presentazione

Post n°22 pubblicato il 10 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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Albi di FantastiKa

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Presentazione di Salvo Gagliardo

 

 

 

 

 

Gentile e caro  lettore. Siamo nel Terzo Millennio, fra non molto sbarcheremo su Marte, avveniristiche strutture spaziali già ruotano attorno al nostro pianeta, una fitta rete informatica lo globalizza. Le nostre città sempre più somigliano alla San Francisco di Blade Runner,e il Futuro bussa alla nostra porta in maniera inquietante ed irreversibile. Ologrammi a 3D popoleranno le nostre case, e la routine sarà sempre più invasa dal fantastico, che già stravolge le nostre vite e colora la realtà, sfumandone i contorni. L’ Universo ci è esploso sotto gli occhi come la palla di un cannone fantascientifico che accelera sempre di più la sua corsa verso un futuro imprevedibile, strano, ma di sicuro affascinante. Quando colpirà il bersaglio non lo sappiamo, ma di certo sarà qualcosa di simile ad un big bang universale. I giovani a cui soprattutto è diretto il mio lavoro, guardano il mondo in modo molto  diverso da come lo guardavano i nostri padri e i nostri nonni, e lo strano non  li inquieta, né li terrorizza. Meraviglie ed orrore invadono la nostra vita di cittadini  del Futuro, sconvolgono le nostre abitudini,generando stupore. Gli scrittori di fantastico, Lovecraft, Dick o King, sono i nuovi profeti dei nostri tempi e a nulla valgono i tentativi di una rassicurante normalizzazione.  Vampiri, Mostri, Vascelli Fantasma, ed Astronavi aliene sono già fra noi, e non c’è meraviglia o paura che il mondo oltre il Terzo Millennio non si aspetti, sia che venga dallo Spazio, o che salga dalle profondità del nostro inconscio, o sia l’ effetto di una incalcolabile ed imprevedibile crescita tecnologica. Se l’ 11 settembre ha aperto scenari terrificanti, c’era chi lo aveva previsto, gli scrittori di letteratura fantastica.

Un giorno Arthur Clarke scrisse che alle lunghe la tecnologia somiglierà sempre più all’ antica magia, ed io come scrittore di fantastico lo sottoscrivo. Così nel mio portafoglio produttivo potrai trovare anche del fantasy e gli incantati scenari in cui visse Merlino il mago.

 

 

…….continua.

 

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diaario di Fantastika

Post n°21 pubblicato il 10 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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Albi di FantastiKa

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Diario di  FantastiKalbi

di Salvo Gagliardo

 

 

8 settembre 2009. Muore a Montecarlo Mike Bongiorno. E’ morto un grande uomo. Criticato dalle sinistre sapientone e cieche,   o osannato, Mike ha rappresentato il flusso della  storia in avanti, il progresso. Ci sono altri personaggi che lo incarnano oggi, il regista Steven Spielberg ad esempio, o i simboli della globalizzazione, Walt Disney, Coca Cola, Shell Oil, Mc Donald. Mike, partigiano e antinazista, condannato a morte da Hitler, ritornato salvo nella libera New York, incarna anche lui lo Sbarco in Normandia e la libertà, l’ era della televisione come mezzo di comunicazione inteso alla maniera americana. Negli Stati Uniti vi sono molti che hanno rappresentato in grande  la Tv, come Walter Cronkite per i super network americani o l’ attuale  Larry King per la  CNN, Mike è stato il  nostro legame con  l’ America e il suo modello di vita basato sulla pubblicità, i giornali, le televisioni. Arturo Toscanini nel passato ha forse incarnato a modo suo,  la medesima forza in avanti e la miticità di un uomo libero e sull’ onda dei tempi.  Mike Bongiorno è stato la televisione, ed ha attraversato l’ intera vita televisiva fino ad ieri. Ha lavorato con la televisione di Stato, finché questa ha ceduto il passo alle televisioni commerciali e Mike ha fatto lo stesso. Assieme a Topolino e Paperino, assieme  a Cenerentola e Capitano Uncino e Peter Pan di Walt Disney,  credo che ricorderemo con lo stesso affetto Mike Bongiorno. I simboli che lo hanno sempre accompagnato sono magnifici e ispirano rispetto e fanno sognare: le grandi vette, la neve, il ghiaccio, il mare e le sue profondità, le barche, la pesca subacquea, simboli di assoluta positività  e di vittoria  e di alta professionalità; privo di ogni becera volgarità anche nostrana,  Mike è stato davvero il Topolino della nostra italietta provinciale. Un ricordo caro ad un grande uomo che ci ha lasciato. Penso che la lucidità amara  di un Umberto Eco o delle sinistre sapientone,  non riempia i sogni ed i cuori quanto ha saputo fare in modo modesto e semplice, quest’ uomo straordinario dalla grande professionalità e dal grande lavoro. Un caro ricordo da  FantastiKalbi e da Salvo Gagliardo. Grazie.

11 Settembre 2009. La mattina dell' 11 Settembre del 2001, un attentato terroristico al World Trade Center di New York uccideva migliaia di persone  innocenti. Un ricordo va alle vittime di quella barbarie. Fantastikalbi e Salvo Gagliardo.

24 Giugno 1947. Alle 3 del pomeriggio,Kenneth Arnold,un  pilota civile ed uomo d' affari di Boise, Idhao, volando con il suo aereo, vicino Monte Rainier, Stato di Washington,vide 9 oggetti volanti, inclassificabili, che chiamò Dischi Volanti(Flying Saucers). La notizia fece in breve il giro del mondo.Fantastikalbi.

 

 

 
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invasione aliena

Post n°20 pubblicato il 07 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
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Albi di FantastiKa

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Guerra  di Insetti

storia fantastica di

Salvo Gagliardo

 

 

<<Un rumorino così insignificante,insomma,

quello d’ acqua che gocciola. Plink,

pausa,…Plink… pausa. Plink..pausa.>>

 

                                                             Stephen St.King-It

 

 

Capitolo 1

 

 

Quel giorno di marzo del 1970 i più importanti giornali del pianeta uscirono con un titolo di fuoco: La Terra sarà invasa? Una domanda posta per scherzo o ironia, o autenticamente carica di drammatiche conseguenze. Il Crow Journal, apertamente antigovernativo aveva sottolineato con acido sarcasmo la questione, e dopo avere abbondantemente esaminato i fatti, accusò il governo americano di truffa verso i cittadini perché con una trovata balorda come quella aveva stornato somme cospicue per la costruzione di mastodontici e sofisticati scudi spaziali e di potentissime armi non convenzionali. Cosa che aveva vistosamente arricchito le grandi imprese costruttrici di alte tecnologie. Ma se il Crow aveva ragione, perché erano stati coinvolti nella medesima follia i Paesi più evoluti del pianeta?

Fatto sta che da due mesi non si parlava di altro. E per capire una simile febbrile frenesia, bisogna fare un passo indietro,a quella mattina in cui il giovane astrofisico David Mc Clarel dell’ Osservatorio di Astrofisica del Devils Tower nel Wyoming, stava addentando un panino al prosciutto ed ingollando una generosa tazza di caffè davanti ai computer dell’ Osservatorio. Le complesse macchine della sala respiravano silenziose, registrando il più piccolo sussulto dello Spazio, quando qualcosa impazzì, le apparecchiature si scatenarono, le stampanti presero a vomitare fogli e fogli di carta che l’ occhio esperto di Mc Clarel lesse sussultando. I suoi due occhi, convessi e rospini, si agitarono visibilmente dietro le lenti dalla montatura metallica, il piccolo naso, corto e rincagnato, fiutò straordinarie sorprese. Mc Clarel fuggì dalla sala trascinandosi risme e risme di carta in codice computerizzato che si allungavano come la coda bianca e svolazzante di una sposa. L’ astronomo si piantò trafelato davanti a Primrose che era in un’ altra sala impegnato alla consolle di un terminale. E rosso come un gambero con gli occhi fuori dalle orbite, urlò quasi soffocato.

-Mike, guarda è fantastico!

Mettendo sotto il naso del collega alcuni dei fogli del computer. Primrose sollevò gli occhi dal monitore, e fissò con curiosità la faccia  congestionata del collega. Poi gettò un’ occhiata ai fogli e li guardò in silenzio, mentre David Mc Clarel respirava affannosamente, in piedi, impalato davanti a lui e le apparecchiature pulsavano ritmicamente.

-Diavolo! Non capisci? E’ quello che aspettavamo. Qualcuno ci sta chiamando. Questi sono segnali intelligenti. Non ho dubbi

I fogli, più tardi, furono esaminati con maggiore attenzione mentre i computer dell’ Osservatorio continuavano ininterrottamente a sputarne fuori degli altri. E lo steso stava accadendo a tutti gli Osservatori del pianeta. I segnali provenivano da Focus, una stella a sette anni lue da Terra.

 

Capitolo 2

 

 

Larry de  Luna entrò nella sala dove altri cinque astronomi, assieme ai militari in alto grado giunti da Washington, stavano attendendo da mezzora. Aspettavano  la relazione di De Luna come un vangelo. C’erano anche Mc Clarel e Primrose. Il giovane astrofisico si schiarì la gola.

-Signori!

Disse con la faccia preoccupata, tesa e pallida per la notte passata in bianco.

-Qualcuno ci annuncia che presto ci farà visita

Nella sala si levò un brusio più simile ad un urlo contenuto di soddisfazione. Qualcuno gridò.

-Dobbiamo quindi  prepararci a riceverli?

De Luna si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte, e con voce mesta ed un po’ roca aggiunse.

 

………..continua.

 

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La Sette Porte

Post n°19 pubblicato il 06 Settembre 2009 da fantastikalbi
 

Albi di Fantastica

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Le sette porte del sogno

racconto  filosofico fantastico

di Salvo Gagliardo

 

 

 

Shall Gallardo è misteriosamente scomparso da Palermo, la sua città natale. Scomparso. Vanificatosi nel nulla! Nessuno di noi del Piccolo Gruppo sa dove sia finito. E penso nessun altro, né in città, né in qualsiasi altro luogo   della Terra. In questa storia mi chiamo Giorgio, ma non rivelerò il mio vero nome, né di Shall G.  dirò la sua vera identità. Scrittore del fantastico e ricercatore dell’ insolito, Gallardo è abbastanza noto come lo scrittore  de  Il Dio di Ghiaccio,Una Storia Transilvana e  Supernova 1973. In queste brevi  note mi sforzerò di raccontarvi qualche episodio singolare della vita di quell’ uomo  strano e straordinario la cui mente è stata così dolorosamente  toccata, e  che ci ha lasciato opere dominate da un’ accesa fantasia  e dall’ intenso bisogno di superare i limiti dell’ umano. Barocco Siciliano, Labirinti, Mistero Marziano, L’ Alchimista, lo stanno a dimostrare, e sono noti i suoi due  complessi saggi fantastici : La macchina del tempo e Le Sette Porte del Sogno, quest’ ultimo lasciato incompiuto e pubblicato postumo. Shall manca  da dieci anni, ed io non abito più a Palermo, essendomi trasferito a Milano, la città dei miei genitori, dove ho il mio lavoro, la mia famiglia ed  una casa spaziosa. Ma il destino e le coincidenze hanno voluto che molti anni li abbia trascorsi in quella meravigliosa città del sud e che  vivessi fianco a fianco del mio amico scrittore, con cui ho condiviso stranamente la data di nascita, il mese e l’ anno e persino una certa somiglianza fisica. I giornali  che a  suo tempo si sono occupati della sua scomparsa, hanno diffuso per scherzo, per gioco, o anche  per verità, certe strane ipotesi che noi del Piccolo Gruppo avevamo discusso nelle nostre lunghe serate conviviali, nelle terrazze, nei giardini e negli abbaini delle nostre case, sotto le stelle ed al chiaro di luna, o davanti ad un caminetto scoppiettante, fra bicchieri ed avanzi di pasto, con i posacenere stracolmi di cicche ed un long play di Mozart sul piatto del nostro giradischi ad alta fedeltà. Spesso mi capita di rileggere i suoi romanzi migliori  e  sento una grande nostalgia dentro,  e mi pento della nostra graffiante  ironia, anche se allora noi tutti cercavamo di riportare Shall G., come ormai affettuosamente lo chiamavamo,   dentro coordinate  più sane e  realistiche.

Le sue singolari ricerche nelle biblioteche di Palermo  ne avevano fatto una figura nota ed inconfondibile: alto, dinoccolato, magro, con i capelli castani che cadevano a ciuffi  sulla fronte arcuata, ed i sottili baffetti che si era fatti crescere negli ultimi tempi quando aveva cominciato  a portare gli occhiali  con la montatura metallica, gli abiti trascurati e l’ aria perennemente svagata e distratta. Era  nato in una  casa nei pressi  del teatro Politeama, vicino ad  una chiesa  valdese, col mare azzurro  ed  il porto che si scorgevano  dagli ampi balconi; e vi era rimasto per il resto della sua esistenza. Era una bella casa spaziosa e ricca, e per noi del Piccolo Gruppo quasi mitica;  io abitavo non lontano, nel vecchio  quartiere   di  Corso  Scinà, nell’ antico Borgo di Santa Lucia. Ma per tutti noi fu mitica anche un’ altra sua dimora, quella materna, una vecchia casa di paese a Borghetto sul Monte, un piccolo comune a 500 metri di altezza, distante qualche chilometro dalla città. Shall l’ andava ad abitare quando voleva isolarsi dallo stress cittadino o doveva scrivere  le ultime pagine di qualche suo strano lavoro. << Ritiri  igienici>>, li chiamava. Era un fabbricato di paese  a tre piani, anch’esso stracolmo di libri, con una grande voliera piena di uccelli, tre tartarughe, un grosso gatto persiano, dal nome orientale Chang, ed una cantina con dei vini scelti, Shall beveva   solo vini siciliani doc, aveva una vera passione per il Marsala ghiacciato, ma avvolte preferiva     anche dello cherry rosso e molto intenso , e per inciso ricordo qui la sua predilezione  per i buoni sigari che spesso comprava presso la tabaccheria <>  di via Dante. Ricordo anche  che nella sua  cantina di paese,  aveva attrezzato un’atentica e in cantina aveva attrezzato una vera sala cinematograficai via Dantevolte beveva o gatto persiano, Chang, una cantin autentica  sala cinematografica dove si godeva la sua ricchissima videoteca di opere fantastiche  e di fantascienza, ed avvolte invitava gente del posto  a vedere i  film, pochissimi, di cui aveva scritto la sceneggiatura, come la storia di androidi marziani   Rosen & C. di un regista palermitano, non ricordo il nome. Ma ricorderò  sempre i fantastici e magici inverni di Borghetto sul  Monte sotto la neve, come quello di un lontano e strano Natale.

 

Gallardo   essendo un ricercatore di fantastico, di lui  si parlò sui giornali  come di  un nuovo  Charles  Fort, il singolare collezionista americano di fatti insoliti. Di sicuro  gli era molto  simile, ma  era simile   anche ad Ambroce Bierce,  anche lui scomparso  misteriosamente in   Messico, al grande  Edgar Allan Poe,e  forse  a Lord  Dunsany, ma  di certo  apparteneva alla ristretta  famiglia dei Lovecraft, l’ idolo di tutta la sua vita.

Condusse approfonditi studi sul vampirismo, sui sogni e su uno strano e singolare  colore dello spettro che lui stesso  chiamava  la <>, o più  bizzarramente <> e di cui si sapeva pochissimo.  A questo proposito ricordo  che aveva cercato di coinvolgere nella sua idea    l’ intero  universo scientifico   palermitano che si occupava di fisica della luce, allora  Shall   stava componendo  il suo strano  romanzo L’ Isola  del Serpente. Ma d’altronde le ipotesi fantastiche che furono fatte per spiegarne  la scomparsa  rientravano nel personaggio, ossia nel gioco di atmosfere e di climax  che circondava la sua figura e che riverberava per intero  su tutti noi.  Gallardo  aveva cominciato a far parlare di sé dopo che la Francia gli aveva pubblicato un lungo romanzo, Claire de Lune , e  gli aveva assegnato l’ ambito premio di fantascienza  Jules Verne.  Fu allora che, noi del Piccolo Gruppo cominciammo   a considerare più seriamente le sue ostinate ricerche di antichissimi documenti che parlavano di strane macchine del tempo,  e del modo con cui si poteva   viaggiare dentro ai   propri  sogni, un’ idea fantastica  che , come dopo  mi disse, aveva letto nel Libro Tibetano dei Morti. Ma presto  divenne interesse dei giornali  la notizia della presenza in città, nel polveroso deposito di qualche vetusta biblioteca, di un remotissimo libro esoterico, forse risalente all’ età  alessandrina , o forse ancora più antico, e che portava il singolare  titolo di Le Sette Porte dei Sogni.   Come lui stesso   ci raccontò, Gallardo  pensava  che il  manoscritto  si dovesse  trovare   nel   Convento dei benedettini  di San Martino,    tuffato in una splendida pineta boscosa fuori Palermo. Noi tutti sapevamo che Shall G.    vi era di casa,  e lo sapeva di certo  frate Simplicio che lo riceveva spesso fra le  sue vecchie  mura.

Noi del Piccolo Gruppo sottoponevamo spesso  ad una critica selvaggia e ad una graffiante  ironia  ciò che quella  mente vulcanica   andava elaborando, e tutto sommato questo  era un modo per non lasciarci travolgere dalla sua indubbia  << singolarità>>, da  quell’ autentico buco nero che fu il nostro caro  amico.  Erano noti ai giornali i suoi vari  ricoveri psichiatrici  ed i suoi molteplici problemi con gli strizzacervelli del posto. La psichiatra Laura Bonelli , da tempo sua amica,  il dottor Sandro Belmonte della clinica Solaris, Mirella Fiore, Attilio, Beppe, Luca, e  Rosellina Bayardi ,  ed io, formavamo il Piccolo Gruppo. Per quanto mi riguarda dirò subito  che per carattere sono molto diverso  dal mio amico scrittore. Ma come tutti gli altri subii l’ irresistibile  fascino della sua personalità, e continuai a subirlo dopo che i mie studi mi portarono ad iscrivermi alla solida  facoltà di Economia e Commercio. Fino ad allora  io e Shall avevamo frequentato le stesse scuole, ma lui continuò a marciare per la sua strada che lo portò  alla pubblicazione del suo primo libro.  Si  trattava di un gustoso ed informato saggio sui costumi celtici  dei  paladini  di Francia nella Sicilia normanna. Subito fece seguito una sua  accurata e ragionata bibliografia  sui libri fantastici ed esoterici che aveva compulsato per anni  nelle biblioteche della città,  e  che titolò significativamente e con una certa ironia,   Diari di una Follia.  Il suo contatto con lo scrittore californiano Ben Hershell, best seller mondiale  della letteratura fantastica ed horror, e con lo scrittore siciliano dell’ insolito, Giuseppe  Majarona che aveva fatto uscire alcuni  libri sul Triangolo delle Bermuda, sulla mitica Atlantide e sui misteri dell’ Antico Egitto,  avevano dato nuovi orientamenti alla sua febbrile curiosità intellettuale.  Hershell  fu suo ospite, per due mesi, nella sua vecchia casa a Borghetto sul Monte.  E poi giunsero gli UFO e la complessa storia degli Alieni, una passione che non tutti  noi dividevamo con lui.  Quando Shall G.   scomparve, diversi giornali scrissero alcuni con ironia,  che Gallardo era stato rapito dagli UFO. Ed in effetti, noi che eravamo andati a spulciare nelle emeroteche della città, trovammo brevi trafiletti su avvistamenti  di strane  sfere luminose,  e di altri oggetti singolari, nei cieli di Palermo, e   proprio in quei giorni. Devo qui  aggiungere che alcuni di noi del Piccolo Gruppo assieme  al nostro amico,  e col nostro pulmino di lavoro, eravamo andati assai  spesso in giro per la città  a caccia di stranezze,  ed anche fuori. Soprattutto Luca Normanno ed Attilio Luciani  che era il nostro fotografo.

Ed arriviamo alla Società degli Astrofili, Astra, che possiede  un piccolo  Osservatorio amatoriale sulle colline fra Monreale e Palermo, e  la cui  sede si trova a Piazza Indipendenza. Ma prima  parlerò di quella straordinaria e magica notte di Natale che tutti noi del Piccolo Gruppo passammo    con Shall G.  al Monastero dei Frati della Passione sopra Borghetto sul Monte.

 

Non so cosa fossero quegli strani globi luminosi che apparvero di sera  fra le montagne, lassopra dove ci aveva condotto. Ovunque c’ era la neve, ed all’ improvviso le luci di tutto il paese e di Partenice a Valle che si trova più in basso , si spensero  quasi a comando. E tutti noi le vedemmo, le sfere   o qualsiasi  cosa esse  fossero. Più tardi Nicola e Beppe ironizzarono sulle nostre facoltà di suscitare allucinazioni collettive. Ma sono sicuro che quella  non era stata un’ allucinazione. I frati del convento d’ altronde  ci dissero  che altre volte avevano visto qualcosa, ma stranamente Shall in silenzio  sembrava assistere  ad uno spettacolo di cui forse  era il solo  regista.

 

…….la storia continua.

 

 

©salvogagliardoproduzione. 2OO2-2008. All rights reserved

Aggiunta del 9 settembre 2009. Ieri è morto un uomo che penso sia stato grande, Mike Bongiorno. Un caro ricordo da Fantastikalbi e da me. Salvo Gagliardo.

 

 
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storia vietnamita

Post n°18 pubblicato il 06 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

Albi di FantastiKa

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Volo di Ricognizione

racconto fantastico di

Salvo Gagliardo

© Salvo Gagliardo 2005.

All rights reserved

Ideazione,scrittura ed impaginazione di

Salvo Gagliardo. Su testo del 1991.

 

 

Parte prima:

Volo 66

 

Saigon. Era una giornata calda ed asfissiante, umida e nebbiosa, quella che si levò  sulle foreste lussureggianti e i villaggi della Cocincina  la mattina del  5 agosto del 1969; Nixon era Presidente e l’America era sbarcata sulla Luna. Alcuni  contingenti dell’esercito degli Stati Uniti si preparavano  ad evacuare le impervie   regioni del  Vietnam.Quella notte a nord c’erano stati bombardamenti a tappeto.  Tutta la foresta era in fiamme. A Saigon corse voce  che i vietcong erano entrati  nella Cocincina per il  fiume Mekong. Il cielo minacciava forti temporali monsonici. Al Campo 32 di Cholon il capitano  McClaren aveva ricevuto  una comunicazione da Saigon, bisognava subito  tenere pronto per le 10,30 un ricognitore da mandare nell’Annam sull’altopiano di Viet-Lo. Obbiettivo: una veloce  perlustrazione aerea della Foresta di Dien Quoc e della  Montagna di Catskill. McClaren l’aveva passata al capitano Willard, e questi, dopo avere scelto  l’aereo e l’equipaggio, aveva atteso l’ OK del generale  Coleman,  comandante in capo del Campo 32. Il  soldato  Stein Mazurski, aveva ricevuto l’ordine di prepararsi al volo 66 per le 9,20. Il suo compagno di branda, il  sergente Norman Low da parte sua aveva ricevuto il non se ne fa nulla ed al suo posto sarebbe partito il tenente Samuel Jordan.Low ne fu felice. Non gli andava quella mattina di farsi ammazzare da qualche sporco vietcong, da un maledetto  charlie. Doveva ancora scrivere la sua  lettera a Rose,  in California. Gli altri della missione furono: il soldato Oskar Mezen, il fotografo Pigalle, il tenente Jo’ Siciliano, i piloti Dan Capa ed Antony Zavattaro. A missione avvenuta, l’aereo sarebbe atterrato oltre le montagne di Ngoi An Li. Dove  avrebbe sbarcato sette dei tredici uomini in tutto. Sembrava che sulla montagna  di Catskill, era quello che Low era riuscito a sapere da Mazurski, c’era qualcosa  di strano, di molto allarmante, si mormorava che i  charlie vi avessero  fatto esplodere un’atomica, ma erano solo supposizioni, voci ancora non controllate.  Fatto sta che la notizia aveva  eccitato i ragazzi del Campo. Una potentissima esplosione nella foresta di Dien Quoc aveva mandato in tilt i sistemi di controllo americani. Però nessuno  aveva detto né al capitano Davide Primrose, né al tenente Johnni Moreno, né a tutti gli altri dell’equipaggio, che a Saigon erano state intercettate comunicazioni dei rossi altrettanto preoccupate e concitate. Dalle montagne di Ngoi An, l’aereo sarebbe poi ripartito per il Tonkino, per fotografare dall’alto alcune dighe e linee ferroviarie dei vietcong.

 Il Jaguar  metallico decollò in perfetto orario, alle 10,25, dalla Base Aerea di Big Chariot, vicino Cholon.

 

Il bimotore grigio e verde attraversò le pesanti nuvole temporalizie, rosse e cariche d’acqua. Nessun problema per il primo pilota Dan Capa e per il secondo Anthony Zavattaro, almeno fino alla fitta foresta di Bien Ho. La giungla in basso continuava a bruciare vistosamente  con alte  fiamme arancioni e fumo. Lo spettacolare Yat Cong si alzava solenne  col suo  cono marrone di 1700 metri,  e la cima totalmente coperta di giungle. Raffiche di proiettili attraversarono  all’improvviso il cielo carico di nubi e dissero a Dan Capa che erano stati scoperti. Il Jaguar superò le cime del Ngoc An, ed apparve subito , nella maestosità dei suoi 2000 mila metri, la montagna di Catskill, circondata dal verde intenso della foresta  di Dien Quoc. Zavattaro comunicò a Cholon che erano arrivati, Cholon chiese che cosa stava osservando, Zavattaro rispose che la strumentazione era assai  disturbata, che c’era uno singolare ed intenso  campo magnetico, che le bussole di bordo non funzionavano e che uno strano chiarore si vedeva sul versante destro della montagna.  Dentro la fusoliera  del Jaguar i ragazzi cominciarono a dare segni di evidente nervosismo. I due vietnamiti dell’equipaggio si erano messi ad urlare che bisognava tornare indietro, che sarebbero morti tutti, e che un dio malvagio li stava aspettando sul Catskill. Il francese Pigalle cominciò a litigare con  il cubano  Moreno, ed il sergente Jordan imbracciò il mitra ringhiando contro qualcosa in agguato. L’ aviere  Leonard Bac si mise   inspiegabilmente a tremare.

-Che cazzo sta succedendo là dietro!

Urlò Capa nella cabina di pilotaggio. Poi una gigantesca sfera di fuoco si alzò dalla giungla di Dien Quoc.

-Cristo!

Gridò Capa, vedendosela venire addosso. A Cholon ricevettero in frammenti le sue ultime parole.

-Che diavolo!….Qui Volo 66…C’è qualcosa la sotto, ragazzi!…Incredibile…Ma che!

Poi più nulla.

………….la storia continua.

 
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Presentazione di Salvo Gagliardo

Post n°17 pubblicato il 03 Settembre 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

 

      Albi di FantastiKa

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         di Salvo Gagliardo

           Scrittore di fantastico ed Editor

       &

      Hollywood Fiction

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           di Salvo Gagliardo

           Scrittore di fantastico ed Editor

                                                                  

 

 

Mi chiamo Salvo e faccio lo scrittore di Fantastico, un’ attività che mi appassiona da circa 25 anni. Scrivere storie fantastiche vuol dire scrivere storie immaginarie che possono trarre lo spunto dalla realtà ma che alla fine finiscono per ubbidire ai canoni di questa letteratura, che include fra l’ altro  la fantascienza, il racconto gotico e tanto altro ancora. Se sarete interessati alla mia attività nel mio portafoglio produttivo potrete trovare storie di straordinarie avventure spaziali come Chiaro di Luna o La città degli Dei, o La Ballata di George Inconn, vi potrete trovare storie  davvero fantastiche come quella sul Vascello  Fantasma La Nave Maledetta, o una storia all’ Indiana Jones: L’ Idolo di Ninhrud. Non mancano i racconti che riguardano UFO ed Alieni, una ricostruzione dei fatti  di Roswell, o una fiction dedicata a George Adamski. Ma vi potrete anche leggere favole di oggi come Angell Sioux, una storia ambientata negli Stati Uniti che vede un ragazzino alle prese con uno straordinario alieno che guida una fantastica moto, o Roxane, una ragazzina handicappata che sviluppa straordinari poteri magici. E l’ elenco potrebbe continuare a lungo, e se lo desiderate potrò fornirvene un catalogo ragionato. Potrete trovare le ambientazioni più varie, ma soprattutto preferisco collocare  le mie storie negli Stati Uniti, ma vi sono ambientazioni australiane, francesi, italiane, inglesi e persino siberiane, come nel Dio di Ghiaccio, una storia che riguarda un superalieno trovato sotto i ghiacci del Polo e che darà filo fa torcere alla Terra. Ma non ho escluso Palermo, la mia città e la Sicilia, in storie che riguardano un vampiro  nel Settecento, ed una immaginaria ricostruzione della vita di Cagliostro, oltre che Le             Sette Porte del Sogno, una fantastica storia ambientata a Palermo e che riguarda uno scrittore di letteratura fantastica alle prese con UFO e Vampiri. Ma l’ elenco potrebbe continuare a lungo.  

Albi di FantastiKa è la formula con cui ho racchiuso la mia intera produzione fantastica, Hollywood Fiction è invece il prosieguo del mio lavoro verso l’ elaborazione di fiction per lo più con struttura americana,  un esperimento creativo che esplora la struttura di una storia  con dialoghi, scalette, soggetti e tutto il resto. Se siete interessati potete contattarmi al 3389396000, mandare una E mail a fantastikalbi@libero.it.

Grazie per l’ attenzione.

 

                                                                            Salvo Gagliardo

©Salvogagliardoproduzione  2000-2009

 
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Una storia romana

Post n°15 pubblicato il 30 Agosto 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

 

 

Albi di Fantastika

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Le Storie di Dante Milani

 

 

Una Storia romana

racconto fantastico di

Salvo Gagliardo

 

Primo episodio

 

 

 

Pioveva su Roma, sotto un cielo grigio ed invernale, quel pomeriggio di sabato, sulle strade intasate di traffico che portavano al Cimitero comunale, dove accanto ad una cappella di una certa pretesa architettonica e vicino ad una fossa ancora aperta, un gruppo di persone in mesta riunione ascoltava sotto qualche ombrello, le parole di un prete, che piccolo ed a capo scoperto leggeva ad alta voce da un libro di preghiere davanti ad una cassa di legno lucido elegantemente rifinita, ancora sospesa nel vuoto, e pronta ad essere calata e ricoperta di terra. Don Luigi Terzari era il vecchio parroco della chiesa di Santo Stefano in Monte, un piccolo edificio barocco che alzava il suo prospetto sul  Corso d’ Italia all’ altezza di Porta Salaria.  In questa piccola chiesa deliziosa, quasi cancellata dal verde di villa borghese, due anni prima, il dottor Mario Lorenzi e la signorina Laura Stella si erano felicemente sposati. Ora la povera Laura stava scendendo nella fossa e Mario singhiozzava accanto ad una colonna, con il vento gelido che gli tagliava la  faccia e gocce di pioggia che cadevano insistentemente  sulle tombe. Il fattaccio era successo venerdì, il giorno prima, alle undici nel quartiere Prati. Laura Lorenzi aveva posteggiato la sua Morris verde pastello, e a piedi stava attraversando il viale Giulio Cesare per arrivare da una amica che abitava in uno di quei palazzi. Riuscì ad evitare agilmente   un’ auto che le era venuta addosso, ma non la seconda che la investì violentemente. Il suo bel corpo, inguainato in un impermeabile nero e molto elegante, era volato via, la sua chioma di uno splendido castano dorato si era aperta, il suo corpo sensuale ma non volgare era sempre perfettamente in ordine e sempre ben vestito. La sua faccia resa luminosa da un accurato make up si era contratta,i suoi grandi occhi azzurri, colti da stupore, avevano cercato qualcosa, forse di fermare un ricordo. Poi era precipitata giù, inerte come un sacco, rimbalzando una sola volta sull’ asfalto inzaccherato. E sistemandosi a terra disordinatamente. I primi a soccorrerla colsero un suo ultimo respiro, un rantolo, videro la luce della vita fuggire dai suoi occhi, e un rivolo di sangue uscire dalla bocca. Mario più tardi la vide raccolta e meno aperta alla morbosa curiosità della gente

La notizia era corsa velocemente sui media, come quella del matrimonio di due anni prima. Mario Lorenzi, alto funzionario degli Uffici Esteri alla Farnesina, e addetto plenipotenziario ai rapporti con la Santa Sede, si era unito a Laura Stella il cui volto immagine splendeva sulle più importanti e lette  riviste di alta moda. Laura aveva subito dichiarato di volere rinunciare alla sua carriera di indossatrice  per aiutare il lavoro del marito alla Farnesina. L’ Espresso e Famiglia Cristiana ne  avevano riportato la notizia. Di certo Laura era la donna che molti avrebbero sognato di  sposare, alta, atletica, slanciata con il corpo robusto e con la chioma castana fluente e quasi bionda, e gli occhi di un intenso azzurro sognante.

A due anni dal matrimonio Laura Lorenzi sembrava uscita come per magia da una delle pagine  delle grandi riviste di moda. Le sue borse e i suoi abiti erano sempre firmati. Ed era lei che gli sceglieva sempre le cravatte e i foulard, o una nuova linea di profumo. Non avevano figli e lui non se la sentiva ancora di averne. Mario non era nato con il pallino della diplomazia, era figlio di un professore di liceo, e di una insegnate di scuole medie. Teresa Lorenzi non era venuta al funerale della nuora perché si era sentita improvvisamente male. Mario aveva frequentato l’ Istituto dei Salesiani in via della Conciliazione, si era iscritto in scienze politiche e laureato all’ Università di Roma. Si era specializzato alla Columbia University a New York,  e poi in un Istituto Internazionale di Ginevra. Infine aveva vinto brillantemente  un concorso ed era entrato agli Esteri. Dove aveva fatto velocemente carriera.  Era uno dei due  giovani che se ne stavano  in disparte dal gruppo di  persone che seguivano la mesta cerimonia, quasi giunta al termine. Tutti e due a capo scoperto,  vestivano di un nero impeccabile, e portavano grossi occhiali scuri. Tutti e due della stessa statura, uno era biondo e l’ altro bruno. Biondo era il fratello di Laura, Carlo Stella, l’ altro aveva il volto provato dalla sofferenza. Carlo si avvicinò a Mario nel silenzio ovattato del cimitero, interrotto dalla pioggia che cadeva monotona sulle tombe e dalle parole solenni del prete e baciò sulla guancia il cognato che esplose in un irrefrenabile pianto,mentre la cassa scendeva sotto terra e una lastra di granito e marmo le veniva posta di sopra. Mario aveva voluto che sulla lastra vi fosse incassata una delle più belle foto di lei. Aveva pagato un occhio della testa  perché venisse realizzata in una particolare foto impressione che l’ avrebbe resa inattaccabile dal tempo.

 

……..La storia continua.

 

 

 

©gagliardoproduzione. 1990-2009. Albi di FantastiKa 2000-2009. All rights reserved

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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scuola creativa

Post n°12 pubblicato il 27 Agosto 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

 

Hollywood Fiction

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Lezioni di Sceneggiatura

di Salvo Gagliardo

 

Lezione 1.

 

 

·         Dobbiamo cominciare con il   distinguere la scuola americana, da quella europea. Quella americana dà una grande importanza allo screenplay, il plot di base, o  scritto di base  su cui viene costruito un film.  Una buona sceneggiatura è segno di successo.

·         La scuola europea dà invece molta importanza al regista  ritenuto il vero creatore. I capricci del regista sono più importanti. In Italia vedi  ad esempio Fellini o Rossellini.

·         La scuola americana accentua una caratteristica fondamentale dell’ arte cinematografica, ossia che il film è arte collettiva e nasce dall’ apporto di più specialisti ed operatori. Il cinema concepito come macchina. L’ organizzazione e il gioco di squadra dominano  in tutta la vita  americana.  L’ importanza inoltre data allo scritto in un’ arte essenzialmente visiva deve farci riflettere. America vuol dire << popolare>>, più che in Europa, dove continua a dominare uno spirito individuale, e dove il concetto romantico di genio creativo assume un’ altra veste.

·         Ma con l’ espandersi della Tv come nuova arte di intrattenimento, le cose stanno cambiando anche in Europa anche per la spinta inevitabile della commercializzazione. L’ America più dell’ Europa concepisce il film come un prodotto commerciale destinato alla vendita, e come un buon prodotto commerciale il cinema richiede l’ apporto di specialisti del marketing. La tv poiché richiede maggiore convenzionalità e ha leggi più rigide del cinema, e questo vale in tutto il mondo, la tv vive della presenza massiccia dei telespettatori, sta cambiando anche in Europa le regole del gioco, le fiction televisive  ne sono il segno. Anche in Europa sta prendendo piede l’ importanza data alla sceneggiatura e allo script.

·         L’ avanzamento della civiltà industriale sta portando sempre più alla parcellizzazione e alla specializzazione anche nel campo dell’ intrattenimento. Un testo destinato alla televisione o al cinema, e soprattutto ad essere prodotto e venduto come home video e DVD, richiede una serie di operatori specializzati, ossia, non esiste solo lo sceneggiatore, ma esiste anche il soggettista sempre più diverso dallo sceneggiatore, e sul mercato può anche essere venduto il soggetto di un lavoro e non solo la sceneggiatura completa. Inoltre esiste anche da tempi il dialoghista, ossia chi è esperto della stesura dei dialoghi. Ma a cercarli esistono vari altri specialisti che dall’ idea portano alla realizzazione di un prodotto destinato ad essere visto.  Senza parlare della troupe di collaboratori o altro che fanno le ricerche necessarie e spesso specialistiche, ad esempio se si vuole creare una serie televisiva che ha come habitat il mondo dei medici, o altro. Questo soprattutto in America, un Paese con il pallino della organizzazione, ma oggi come ho detto la cosa sta prendendo piede anche in Europa soprattutto per l’ importanza data alla Televisione come  mezzo di intrattenimento più visto.

·         Oggi sempre più tendono a prevalere i grandi mezzi sulle avventure personali  e fatte in economia, essendosi allargate le fette di mercato.

·         La stesura di un soggetto, primo passaggio per un’ opera più  complessa è un lavoro che richiede molta esperienza, nella scala  che porta alla realizzazione definitiva, sta nei primi gradini. Ma un buon soggetto oggi può anche essere pagato molto. Un soggettista può non essere lo sceneggiatore, e oggi è sempre più raro che lo sia. Nel vecchio film americano le due figure avvolte coincidevano.

·         Come si scrive un buon soggetto? Innanzi tutto partendo da una idea, ossia da semplici appunti riguardo  quello che si vuole rappresentare. L’ idea deve essere sempre espressa in breve, come una sorta di motivo musicale. In genere in poche righe. Essa risponde alla domanda: cosa vogliamo dire? Facciamo un esempio, vogliamo scrivere una storia di vampiri? Allora basta: un uomo si innamora di una ragazza, ma questa si rivelerà una vampira. Un’ idea lapidaria e molto sfruttata, ma che porta alla stesura di un  soggetto. Potremmo aggiungere sempre più dei particolari  alla nostra  idea, ma questo non è compito di questa. Evidentemente questa idea può essere elaborata  in centinaia di modi diversi e non soddisfa la nostra ansia di particolari che ci aiutano ad individuare sempre  di più il nostro lavoro, ma per noi deve servire da orientamento e da semplice appunto. Già nella sua essenzialità definisce il tema del nostro futuro lavoro e in qualche modo anche l’ habitat. Evidentemente non si tratta di una storia di guerra, ad esempio, né di una storia convenzionale. Si tratta di una storia fantastica che richiede quindi delle accortezze particolari se vuole essere credibile.

 

……….CONTINUA.

 

Lezione 2.

 

 

 

·         Esiste quello che viene chiamato processo di libera associazione, lo si usa nelle cure psichiche, ma può anche essere usato con successo nel processo creativo di uno sceneggiatore.

·         Consiste nel lasciarsi andare su qualcosa, poniamo una immagine, o una idea, o sul personaggio che abbiamo in mente, e sbizzarrirci ad associarvi qualsiasi cosa ci viene in mente.  Qualsiasi fantasia. Senza preoccuparci molto della pertinenza. Chiamiamolo  anche libero sfogo della fantasia. Prendiamo debitamente nota di tutto, anzi, vi consiglio di tenere   un file  di appunti aperto. Il nostro lavoro è fatto di molte fasi, ma in ogni caso richiede un orientamento della coscienza, sia che dormiamo sia che vegliamo, sia che passeggiamo o che guardiamo un film in tv. E quanto più andiamo avanti nella  stesura del soggetto, sempre più siamo dominati da questo, che non ci molla. Creare è quasi una operazione magica, chiedetelo a Stephen King se non ci credete.

·         In un secondo momento faremo la cernita, ossia prenderemo da questo caotico calderone in cui vi abbiamo messo tutto, ciò che ci sembra possa servire alla nostra storia. Il resto possiamo eliminarlo o eventualmente  salvarlo, e servircene per altri lavori. Personalmente vi consiglio di eliminarlo, perché la sola idea che sta lì, può  crearci dei problemi e rallentare il lavoro del nostro inconscio creativo. Ho sempre dovuto notare che le immagini non spariscono ma tornano in continuazione a bussare alla nostra coscienza, così se abbiamo toccato una corda particolare, allora questa nota ritornerà più tardi sotto varie forme. Nel nostro lavoro niente è assoluto e scritto per sempre, ma avvolte dobbiamo sforzarci di crederlo.

 

……….CONTINUA.

 

©salvogagliardoproduzione. 2000-2009. All rights reserved

                                                 

 

 

 

 

 

 
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sbarco sulla Luna

Post n°7 pubblicato il 21 Luglio 2009 da fantastikalbi
 
Tag: luna
Foto di fantastikalbi

Albi di FantastiKa

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Chiaro di Luna

Space story di

Salvo Gagliardo

 

  Parte prima IL Centro Spaziale

                                                                                                        

 

Soggettodi Salvo Gagliardo

 

 

Mettete in opera  i due luminari celesti,

il maggiore ed il minore,

usate le stelle

a profusione

W.Goethe.Faust

 

 

 

E’ la vigilia di Natale del 1996 a Los Angeles, in casa Glasswater, come altrove, ci si prepara a festeggiare la Notte Santa. In giro ci sono abeti scintillanti con palline rosse ed azzurre, e vari altri addobbi natalizi. Vi è anche un grosso televisore acceso di marca tedesca che sta trasmettendo in replay immagini di spettacolari  e memorabili sbarchi lunari ed altrettanti memorabili brani di musica classica, come la Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven. Per casa scorazzano tre bambini schiamazzanti, incuranti del chiasso che producono, anche loro eccitati felicemente dalla festa imminente. Sono i tre figli di Ross e Nelli Glasswater. Nell’aria si respira qualcosa di solenne, infatti la NASA ha promesso al mondo intero  un grandioso spettacolo in diretta dalla Luna, e già in quel tardo pomeriggio sta inviando alle più importanti  televisioni del pianeta spezzoni storici di sbarchi ed allunaggi che ricordano la grande avventura dell’uomo nello Spazio. Sul video scorrono, scintillanti ed accecanti, i nuovi cantieri lunari tuffati dentro fantastici crateri, e fantastiche navette che atterrano e decollano dal nostro piccolo satellite. Infatti, la prevista colonizzazione del Sistema Solare è già cominciata da anni ed il Lunar Alpha è il  <>  più avanzato.

Glasswater è un giovane giornalista in carriera dello Starring Post, un piccolo quotidiano di Los Angeles, e per lo più si occupa di servizi a carattere scientifico. In quel momento si prepara a trascorrere le feste in famiglia, ma all’improvviso una telefonata dal giornale, del suo  vecchio capo Larry Dana, lo fa precipitare di corsa, anche se malvolentieri,nella redazione del quotidiano. Lasciata l’elegante villetta alle periferie della città, Glasswater giunge di filata allo Starring, convocato d’urgenza dal capo . Dana è un anziano al giornale, ed è una vecchia volpe astuta, un ometto rotondo assai simile ad un grasso  gnomo irlandese, rossiccio e con pochi capelli sulla testa quasi pelata. Per le strade c’è aria di festa, giganteschi pagliacci elettronici col sorriso a croissant fanno la pubblicità a fantastici circhi su mega cartelli illuminati da variegate luci ad intermittenza. Giunto al suo posto di lavoro, Ross, molto seccato per quel contrattempo, ascolta con pazienza lo gnomo che puzza di sigaro e di cognac francese,  e che gli snocciola, avvolte col tono giocoso e faceto, altre astuto e serio, una storia che ha dell’ incredibile, che sconfina nel meraviglioso e nel grottesco, e che coinvolge i più importanti centri dello sviluppo  astronautico del Paese. Dapprima Ross non sa se Dana lo sta prendendo in giro, forse in vena di scherzi per rifarsi della recente scomparsa della moglie. Lui però continua ad ascoltare pazientemente il capo,fumando le sue sigarette preferite ad alta concentrazione di nicotina. Ma cos’è  davvero  successo?  E’ successo che Dana ha ricevuto un plico di foto e documenti  a carattere riservato  da un mittente sconosciuto che riguardano il lavoro che la NASA sta portando avanti sulla Luna. Si tratta di documenti rigorosamente top secret, coi sigilli di massima  riservatezza, delle autorità governative e dei Servizi di Intelligence, insomma, roba che scotta. Alcune foto mostrano gli astronauti alle prese con dei vistosi frammenti, dei reperti trovati sul suolo lunare, e che fanno pensare ai resti di qualche veicolo spaziale, forse un’astronave. Inoltre , la stranezza consiste nel fatto che i segni e le lettere incise sopra fanno credere che l’oggetto sia giunto sul satellite nel lontano 1869, niente di meno che al tempo di Jules Verne! Alcune delle scritte sono fra l’altro in francese. Presto però Ross deve rendersi conto che Dana non sta affatto scherzando, né che ha fatto fuori un’intera  bottiglia di cognac francese, e né che ha deciso di trasformare quel 24 dicembre nel primo giorno di aprile! A Glasswater non resta che continuare a fumare le sue sigarette preferite, le amate Strike e mettersi al più presto al lavoro, seguendo le direttive dell’anziano redattore,  cercando di affrontare le ire di Nelli, la giovane moglie, che naturalmente vorrebbe che Glasswater  trascorresse la festività in famiglia.

 Così, quel tardo pomeriggio del 24 dicembre, Ross torna a casa con sotto il braccio quel  malloppo di stranezze che gli ha consegnato Dana. C’è Nelli  davanti alla porta ad accoglierlo, indaffarata a preparare la cena natalizia e a tenere testa ai tre vocianti bambini di casa Glasswater. Il giornalista  si tuffa subito nel suo strano  lavoro. Chiusosi nel suo studio, fra computer e carte, Ross si mette immediatamente  in contatto con la NASA, e parla con  Al Simon responsabile del Centro Spaziale di Houston. Ma viene a sapere che  lo Starring non è più nelle buone grazie della nota Agenzia Spaziale per via di certi servizi irriguardosi e molto critici sulle sue recenti attività. Così Glasswater  ha difficoltà a farsi  fissare un appuntamento con Simon che dovrebbe chiarirgli alcune cose importanti sull’ambizioso progetto spaziale denominato Lunar Alpha. Ma nei giorni seguenti, è ospite del Centro Spaziale di Houston. E’ finalmente  riuscito a farsi dare  un appuntamento dal   numero uno della NASA, Albert Simon. Questi è un uomo piacevole e cortese, immediatamente simpatico, e mette subito a suo agio l’interlocutore, esprimendo così al meglio la sua alta carica nei grandi progetti di colonizzazione del Sistema Solare. Ma Ross sul lavoro è un vero mastino, un segugio che non molla. Così fra una Strike e l’altra,  e con in mano diverse carte geografiche  della Luna,   tutte cerchiate e segnate, sfida  l’astuto Simon a farsi rivelare  ciò che realmente sta accadendo a 350.000 chilometri dalla Terra. Infatti i conti di Glasswater non tornano sui recenti allunaggi, e gli antichi progetti di colonizzazione lunare non coincidono con quelli resi pubblici dall’Agenzia Spaziale, e dopo aver messo alle corde Simon, indicandogli quasi con rabbia, un punto di una  mappa lunare, insistendo che lì, proprio lì,  in quelle coordinate gli astronauti hanno trovato qualcosa che le autorità  non vogliono rendere pubblica, deve abbandonare la presa senza avere ottenuto da Simon le informazioni desiderate. Ma la storia di Ross al Centro Spaziale non sembra finita. A contatto con quel materiale strano e quasi stravagante, Glasswater assiste con piacere, ma anche con dolore, all’emersione di antichi ricordi che riguardano la sua infanzia ad Hana, un piccolo centro rurale del sud, e la storia sentimentale con Patti Wilson, una graziosa compagna di scuola, storia  finita malamente. Quello era il tempo in cui Ross divorava intere biblioteche di fantascienza e di storie insolite e quello fu il tempo della sua grande amicizia con Ben Hershell più tardi divenuto  un noto  scrittore di best seller di fantastico, fantasy ed horror, e con Billi Kaufmann, figlio di un venditore di salsicciotti, per questo ribattezzato Billi Salsiccia. Intanto, mentre i flash improvvisi di memoria lo invadono caoticamente, Ross cerca di uscire da quel labirinto che è lo Space Center  di Houston, ma  finisce dentro ad una stanza riservata ai tecnici, piena di monitor e di altre apparecchiature. Sui numerosi  video  scorrono scene inedite dei cantieri e delle basi lunari. Sono immagini piene di luci accecanti che ricordano a Ross quelle già viste la vigilia di Natale sul grosso televisore di casa. Glasswater si sofferma a guardare alcuni fotogrammi in replay, vi sono gli astronauti in tuta e casco che si aggirano in una zona che sembra controllata e perimetrata da vari sistemi di sicurezza, ed in cui su una specie di cartello si legge << The Space Sheep Here>>. Ma a sbarrare la strada alla sua curiosità professionale si frappone David Primrose, un tecnico in camice bianco della Base, e un famoso minerologo lunare, che lo allontana da quel posto interdetto ai non addetti ai lavori e parla a quattrocchi e con durezza a Glasswater. Primrose sembra saperla lunga su quella storia, ma come gli altri, tiene la bocca cucita e fa anche qualche minaccia al giornalista. Alla richiesta di Ross di spiegargli qualcosa dell’astronave trovata, il tecnico risponde che sulla Luna non c’è nessuna astronave che possa destare la sua curiosità. Sono  stati trovati invece  dei frammenti di  incerta  identificazione, forse appartenenti a qualche sbarco segreto della vecchia Unione Sovietica. La stessa solfa sentita altre volte, pensa Glasswater.

Uscito dal Centro Spaziale, Ross si precipita a telefonare subito a  Larry Dana e gli parla del suo colloquio con Simon e naturalmente di David Primrose. Un volpaccia  astuta, commenta subito Dana e spedisce Ross a Pasadena, stavolta al Jet Propulsion Laboratory. Ross deve incontrare Frances de Luna, un brillante ingegnere astronautico e consulente scientifico dei vari Progetti Lunar Alpha. Dana si aspetta  molto da quell’ incontro, e Ross deve dare prova di tutta la sua abilità professionale.

De Luna è un tipo immediatamente  simpatico e molto socievole, che mette subito a suo agio Ross. Non ha alcuna difficoltà ad ammettere che qualcosa di misterioso sta accadendo  a centinaia e migliaia  di chilometri da Terra. Ma dopo un rilassato colloquio, a Ross viene il sospetto che il mittente anonimo del plico con le foto sia proprio lui, Frances de Luna, uno dei massimi  responsabili  del progetto. Ma perché?  A quale scopo? E’ quello che il giovane giornalista  deve  scoprire.

De Luna non nega i frammenti,e aggiunge che vi è una zona altamente radioattiva sul satellite della Terra, ma ben controllata, che alcuni astronauti tornati dalla Basi, si trovano  attualmente in quarantena per strani incidenti accaduti lassopra, e consiglia Ross di andare a parlare con gli astronauti. Il tecnico  fornisce a Ross una lista e delle foto. In tutta riservatezza, aggiunge, perché nel futuro sarà pronto a negare di averlo favorito.

Ross si allontana dalle colline di Pasadena con in testa quella bizzarra storia di astronavi e di misteriose presenze. Sembra  una storia scritta dal suo lontano compagno di giochi Ben Hershell, e la faccia singolare di Ben gli si stampa  subito davanti, mentre lui con la sua vecchia  Ford sta ripercorrendo la strada di casa. Hershell, come Ross, è figlio di un fattore di Hana, un ragazzo strano ed allampanato con delle spesse lenti da miope ed un ciuffo di capelli rossicci che gli cadono  sulla fronte e tanta efelidi sulla  faccia da rospo. E’ un ragazzo timido, ma ferocemente attaccato al suo mondo fantastico fatto di strani marchingegni di sua costruzione, come ad esempio una macchina del tempo ed  un complicato  congegno capace di rendere invisibili. Possiede  una vasta biblioteca di libri di fantascienza, con in testa i romanzi  di Jules Verne, una collezione di mappe per individuare luoghi insoliti fatti di tunnel misteriosi, di presenze Aliene e di strani tesori che sconfinano nel fantastico e nel fantasy. Ad Hana ricordano la sua  bicicletta azzurra scorazzante per la regione, con un campanello squillante e i suoi colorati papillon su abiti sempre in ordine ed inappuntabili. Ma le ragazze  non sono il suo forte, e Ben Hershell viene snobbato e preso in giro proprio da loro, e soprattutto da Patti Wilson che non lo sopporta. Giunto a casa, Glasswater  cerca di contattare telefonicamente il capitano Jimmie Anderson dell’Air Space Force, uno degli astronauti indicato  sui documenti di Simon. Ross riesce a beccarlo al Johnson Space  Center di Houston e a farsi dare un appuntamento. Ma Glasswater è interessato ad un altro contatto. Infatti, in sua assenza, lo ha cercato  a casa e per telefono un certo  Vallèe, Louis Vallèe. Ross sempre telefonicamente riesce a rintracciarlo.  Vallèe si presenta come studioso di fatti anomali ed ufologo. E’  di origine francese ed ha pubblicato vari libri, fra cui uno abbastanza noto sul Triangolo delle Bermuda. Per un attimo  Glasswater è sconcertato dal lavoro di quest’uomo. Il giornalista  è sempre stato scettico verso le storie di campi magnetici, Dischi Volanti,  mostri di  Loch Ness e roba simile, ma lentamente sembra stare  entrando in questo mondo suggestivo in cui si muove da diversi giorni, ed accetta di andare a trovare l’ufologo a Miami in Florida dove abita e trascorrervi un fine settimana.

Ma la storia degli UFO gli  ha fatto emergere dal profondo dell’inconscio  un ricordo singolare dell’infanzia. Un giorno Patti Wilson se ne era uscita dicendo di essere stata rapita da un UFO sceso sulle colline di Hana, e di essere stata depositata davanti la soglia di casa. In quell’occasione Patti era finita sui giornali, e ad Hana erano piovuti strani personaggi e persino alcuni agenti dell’F.B.I.

Così, il 3 gennaio del 1997 Glasswater si trova sull’aereo diretto in Florida. Vallèe sembra possedere informazioni del tutto riservate sul Lunar Alpha, ed è per questo che il giornalista dello Starring lo sta andando a trovare. Sull’aereo ha appena finito di leggere un romanzo fantasy di magie e meraviglie scritta dal suo vecchio amico Ben Hershell ed ora attende di sbarcare a Miami.

 

 

…..il soggetto continua.

 

Salvo Gagliardo

 

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storia marziana

Post n°5 pubblicato il 18 Luglio 2009 da fantastikalbi
 
Tag: spazio
Foto di fantastikalbi

Albi di FantastiKa

                                                                       **************

 

 

 

 

Mistero Marziano

racconto fantastico di

Salvo Gagliardo

Soggetto


 

 

 

Sulla grande e veloce astronave interstellare Fox 25 in viaggio per Tau Beta, il Sistema a due stelle, e  a cinque anni luce dalla Terra, muore il tenente della Interplanetary  Space Force, George Inconn. Il suo corpo viene lanciato fuori dall’astronave e abbandonato nello Spazio, dopo essere stato per così dire tumulato  o meglio chiuso in una sacca sintetica, ed aver ricevuto la benedizione e le preghiere estreme secondo la chiesa a cui Inconn appartiene, così come è in uso nello Spazio, e secondo le leggi ed i regolamenti sottoscritti da ogni astronauta prima della partenza. Inconn era felicemente sposato a Johan Schindler, una bella ragazza dell’Utha, ed insieme avevano un simpatico bambino, David.

Tutto rientrerebbe nella normale routine se una mattina nel suo cottage a Quark Village, nell’Utha, a Jennie non appare una specie di spettro, di ologramma o qualcosa di simile a George che le dice che lui, George Inconn,  è morto, ma che presto tornerà da lei anche se per un tempo molto limitato.

Intanto l’avventura umana della colonizzazione di Marte è abbastanza avanzata e le <> marziane sono state popolate dai numerosi coloni giunti da Terra e dalle Basi in orbita. Ma il pianeta rosso riserva ancora molti misteri, e diverse sue regioni sono del tutto inesplorate. Ed è qui, nel Bacino del Barrey che un giorno in una missione esplorativa, i piloti  Jack Elleroy e Frank Morello si imbattono in uno strano astronauta sperduto fra i deserti di Marte, con tuta e casco. Lo strano e solitario  vagabondo in quelle regioni ignote risulta assai presto, una volta portato alla Base, il tenente della Interplanetary Space Force George Inconn che dovrebbe trovarsi in viaggio per Tau Beta sull’astronave interstellare Fox 25, ed inoltre, Inconn è una nota conoscenza delle colonie marziane, avendovi trascorso nel passato diversi anni.  Il mistero si infittisce, ed Inconn che appare vivo e vegeto, con delle strane turbe comportamentali, viene presto spedito sulla Terra dove c’è Johan ad accoglierlo, felice di trovarlo vivo, ma anch’essa impensierita per quello strano fatto che nessuno riesce a spiegare. Ed è lei che deve dolorosamente sperimentare sulla sua pelle quel mistero, cioè, il fatto che l’ uomo che gli hanno spedito da Marte non è il suo George, o almeno non lo è del tutto. Infatti  l’astronauta appare sdoppiato, così come è stato definito dai medici che lo hanno in cura.

In tanto Inconn trascorre i suoi giorni nel cottage di alta montagna nell’Utha quasi adorato dal piccolo David che lo vede come un eroe dello Spazio. Di  lui hanno parlato abbondantemente i media, e non sono in pochi che lo vanno a trovare a Quark Village. Ma la sua salute sia fisica che psichica  sembra peggiorare a vista, e Johan ne è molto preoccupata. I medici sono certi che le cellule dell’astronauta stanno degenerando irreversibilmente. Ma la ragazza è così innamorata del marito che non vuole accettare che quello non è più George, il suo George.

 

 

……la storia continua.

 

©salvogagliardoproduzione. 2000-2009. Albi di  FantastiKa.All rights reserved.

Gentile lettore, se queste mie storie ti sono piaciute, contattami, un tuo parere mi sarà molto gradito. Grazie. Salvo Gagliardo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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storia da leggere

Post n°4 pubblicato il 10 Luglio 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

 

 

Albi di FantastiKa

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Un sogno o cosa?

    racconto fantastico di

   Salvo Gagliardo

 

Mi trovavo in una  piccola borgata, cerano  poche case, ma non c’era nessuno attorno. Era sera ma poteva anche essere notte, le stelle in cielo brillavano di una strana luce, e c’era una luna piccola, piena e molto luminosa, ogni tanto si copriva di  qualche nuvola scura ma poco estesa. Io ero finito lì senza sapere come. Mi ero avvicinato per  una strada asfaltata ad una specie di spiazzo all’ interno di alcune case, erano case piccole di qualche piano come ce ne sono nelle borgate della mia città. E la borgata era circondata dalla campagna e dalla strada si potevano vedere le luci di Palermo  in fondo. C’era attorno un silenzio quasi assoluto, interrotto ogni tanto dallo stormire di qualche cicala  estiva  o di qualche grillo e dall’ abbaiare lontano di qualche cane. Lo spiazzo era largo con attorno frammenti di  marciapiedi, l’ aria era quella calda di luglio, ed ogni tanto si levava del vento. Io mi sentivo attratto dalle luci che avevo visto da lontano, dalla strada, erano le luci delle case con le finestre e i balconi con le serrande abbassate, ma erano anche le luci delle lampade esterne, quelle che pendevano dai cavi elettrici in alto, lampade vecchie con i paraluce di metallo scuro a forma di disco. Erano quelle che mi attraevano di più perché mi parve che mandassero una strana luminosità, avvolte invitante. Ma avvolte anche incerta perché avevo l’ impressione che la luce si riducesse e si rafforzasse in modo irregolare man mano che mi avvicinavo. Non c’era nessuno attorno, ma anche questa non era una sensazione completa perché sentivo che qualcuno mi stesse spiando nascosto da qualche parte. Ma questo stranamente non mi allarmava ma mi spingeva a procedere. Insomma provavo quelle sensazioni che si provano a guardare nei  vicoli bui delle città o scarsamente illuminati, uno strano desiderio di avventura. La piccola   luna e le stelle erano sempre in alto, e pulsavano come non avevo mai visto. Era come se anche loro mi attirassero. Intanto le grosse e vecchie lampade oscillavano nei cavi smosse dal vento. Ero vicinissimo allo spiazzo  perimetrato  dai muri dei piccoli fabbricati. La sensazione che qualcuno mi  stesse osservando si faceva sempre più intensa.  Qualcuno che forse si nascondeva fra le ombre di quella specie di cortile da periferia. Perché c’erano delle ombre che potevo vedere e che le luci delle grosse lampade non riuscivano a mettere in chiaro. C’era anche uno strano silenzio, quasi pauroso, il traffico delle auto scorreva più lontano sulla stradale. La gente restava chiusa nelle loro case a vedersi forse la Tv di cui si sentiva  ogni tanto il cicaleccio. In ogni caso mi sentivo solo, enormemente solo, solo sotto le stelle , la luna  e quelle lampade che si muovevano in alto, ma non era la sensazione esatta, perché sapevo che c’era qualcosa o qualcuno là. Infatti guardando fra le ombre  li vedevo, vedevo qualcosa che si muoveva come degli esseri. Poi li vidi chiaramente, erano dei bambini, o così mi parve e mi meravigliai che a quell’ ora si trovassero  dei bambini a giocare in quello spiazzo.  Ora li potevo vedere chiaramente, si erano dei bambini, si muovevano e sembrava che giocassero fra di loro con degli strani giocattoli e che non mi avessero ancora visto, bambini  piccoli, alcuni avevano  i capelli biondi, ma non c’erano   solo loro, perché c’erano  anche altre creature che  alle prime avevo scambiato per bambini, erano piccoli anche loro, ma più che bambini mi sembravano dei nani dalla testa molto grande quasi sformata. Mi parve che avessero un ruolo di comando in quei giochi e che guidassero quelli che ero certo fossero dei bambini umani, due o tre di quelli voltarono le loro grandi teste verso di me come se mi avessero visto ma non c’era nessun allarme in loro, piuttosto mi fissavano con indifferenza e fu allora che mi accorsi dei loro strani occhi, occhi che   non avevo  mai visto, occhi molto grandi e sporgenti e totalmente scuri o neri così mi parve, mi ricordarono gli occhi degli insetti. Avevano colli e corpi  sottili che muovevano a scatti, mi guardavano come potrebbero fare degli animali, dei rettili forse, con lo stesso  distacco. Questi mi parve che indossassero delle tute forse di un colore laminato, mentre i bambini indossavano degli abiti tradizionali ma con qualcosa di strano, come se fossero abiti di altri tempi. Fra i bambini c’erano anche delle bambine, alcune avevano i capelli biondi e si muovevano come se giocassero incuranti di me che stavo a qualche metro da loro e sembrava che tenessero molto ai comandi impartiti dalle altre creature che più che giocare con loro sembrava che li sorvegliassero. Ma i bambini non sembravano  impressionati dai loro strani compagni, anzi. Poi dalle ombre si materializzarono altre creature, erano simili a quelli dai grandi occhi ma di statura più alta. Anche loro si muovevano stranamente e a scatti. I bambini continuavano a giocare con degli strani giocattoli, erano degli oggetti strani per lo più luminosi, sfere, aste ed altro. Fui di nuovo osservato da alcune di quelle creature che però non si mossero verso di me, e  se ne stettero  a guardarmi con quegli strani occhi. Le luci in alto intanto continuavano a mandare una strana luce che sommava il bianco giallo ad una coloritura azzurra, una sorta di nebbia bluastra che sembrava avvolgere tutto il  cortile. Poi  mi parve che le luci si spegnessero o si riducessero, non riuscivo più a vederli. Era come  se le ombre si fossero espanse. Sentii un forte vento caldo o un enorme calore e vidi che sulle palazzine e sui fabbricati si stava alzando  qualcosa di molto luminoso, dapprima mi parve una sfera gigantesca, ma poi prese la forma di qualcosa, forse di un disco che circondato da quelle forte luci si alzò velocissimo e scomparve nel cielo.

 

 

 

©SalvoGagliardo  produzione 2008. All rights reserved

 

 
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