« La paura rende schiavi | Un motivo per sorridere ... » |
Post n°49 pubblicato il 08 Maggio 2012 da arte1245
C'è il sacro terrore della morte, ma la morte è un fatto naturale, credo che la morte sia un'amica dell'uomo, perché mette fine a quel grande dolore che è la vita. Pensando alla morte viene la nostalgia. Bei tempi quando andavi all’altro mondo per i ca..i tuoi. L’unica cosa certa dell’unica cosa certa nella vita era che sarebbe accaduto alla sua ora. Ma tutto si è evoluto, anche il modo di morire. Ci sono le rianimazioni. Nascono loro e non possiamo morire più in pace noi. Ti fanno respirare, stabilizzano le tue funzioni vitali e ti mantengono in vita quando saresti morto: una quarta dimensione dello stare al mondo. A volte questo fa montare la testa ai medici. Piergiorgio Welby che si commuove per il suo tostapane, rimane imprigionato nel nulla, in un limbo tecnologico, quando dovrebbe incontrare il Creatore. Chiede a Napolitano di poter morire. Basterebbe farsi mettere da qualcuno un piede sul tubo ed è fatta. Ma lui scrive al Presidente che gli risponde, in pratica, che sono caxxi suoi. Si entra in rianimazione, si prende confidenza con i respiratori, le pompe di infusione, i contro pulsatori aortici, i tubi, gli aspiratori e i materassi antidecubito da ventimila euro. E’ bello vedere i monitor con le tracce colorate che accompagnano le telecamere in sala operatoria. Non si venderà più il proprio corpo all’università, lo venderemo a un reality show che quando crepi ti fa l’autopsia in diretta. Chi deve staccare la spina al morente non siamo noi. Non voglio crepare pensando al rapporto costi/benefici. Spegniamo tutto prima che nasca il fitness del cadavere. Marco Pannella si è offerto di staccare la spina a Piergiorgio Welby. Io sarei andata oltre, avrei suggerito a Piergiorgio, da subito, di buttare fuori da casa sua la televisione, i giornalisti e tutti i pornografi della morte ma... |
Chiede di poter scegliere la propria fine e di aprire un dibattito parlamentare sull'eutanasia.
Welby balzò alle cronache negli ultimi anni di vita quando, nei suoi scritti, chiese ripetutamente che fossero interrotte le cure che lo tenevano in vita, allo scopo di poter godere di una "buona morte" e procurare intenzionalmente e nel proprio interesse, la propria morte, la cui qualità della vita sia permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica.
alla fine, un medico, staccò la spina a Piergiorgio Welby, praticando l'eutanasia e quindi, il decesso-suicidio assistito del paziente.
Saluti.
@}->--
"ho un fratello che a 23 anni era un autentico testa di c...o, sembrava il padrone del mondo, era uno di quelli a cui non potevi dire niente perchè era superiore a tutti, in un certo senso diciamo pure che a modo suo era effettivamente superiore alla media in tutto, forza, astuzia, bellezza, cultura ecc, mi ricordo un giorno disse che, se mi ridurrò ad un vegetale per qualche incidente o altri motivi, voglio che stacchiate subito la spina.
A San Valentino 1994 fece un tremendo incidente automobilistico con ematoma di sangue nel cervello, un'emorragia che non si è fermata in nessun modo comprimendo il cervello e portandolo dopo una settimana vicino alla morte.
Fu operato in extremis ma senza nessuna speranza di poterlo salvare, visse come un vegetale per 40 giorni, nessuno dava la minima speranza di salvezza, e io ricordavo quel fratello arrogante e presuntuoso che disse di non voler vivere in quelle condizioni.
Oggi è vivo, cammina con le sue gambe, si ricorda della sua gran testa di c...o, non è cambiato molto nel carattere di base pur essendo invalido, vive come può aiutato dalla famiglia, non può più vantare tutto quello che era ma ringrazia chi si è accanito terapeuticamente pur non vedendo più nessuna possibilità di salvezza.
C'è chi grida al miracolo, chi dice che s'è salvato per il suo eccellente fisico atletico ecc., ognuno dice la sua ma se non ci fosse stato qualche testardo in rianimazione non sarebbe più vivo.
Io non staccherei la spina nemmeno a uno dei miei cani, la sofferenza fa parte della vita, impariamo ad accettarla.
lo so che è facile parlare quando si sta bene, a mente fresca e lucida, ma è così che si deve ragionare sempre, a mente libera e lucida, il dolore, la disperazione, ma quando mai hanno portato a decisioni sagge?
Tuttavia rispetto anche chi non la pensa così, ma che decida solo della sua vita e mai di quella degli altri.
L'aborto, un contraccettivo pesante che trasforma un feto in un rifiuto.
Forse ha salvato la dignità della fecondazione omologa da quella eterologa e di avere un figlio ad ogni costo, anche se, c'è solo il 10% di successi, come se i figli fossero un diritto e non un dono.
Della donazione di organi se ne fa un commercio iniquo e insolidale.
E una legge che legalizzi la possibilità di far fuori una persona, che ovviamente non è un essere umano, ma un costo solamente.
Intanto è bene fare una cosa: SVEGLIARSI E VEGLIARE.
Io proporrei ai dipendenti una legge, che qualsiasi individuo sano di intendere e di volere, dichiari prima che qualsiasi causa, che dovesse renderci esseri vegetali, la sua volontà di poter far staccare i contatti che lo potessero tenere in vita, un po' come la tessera dei donatori di organi.
Io personalmente credo che non la sottoscriverei, ma cosi si da la facoltà alla persona malata di far incontrare la sua vita che per lui e giunta alla fine a sorella morte