Creato da: alexfain il 06/11/2004

House Music
  Dietro le quinte delle produzioni dance direttamente da www.alexfain.it

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Messaggio N° 13
 22-01-2005 
 

Post N° 13

Diventare producer House

 

Descrivo  i passi base per diventare produttore di house music.

 

1)      Ci si appassiona al “fare musica”, e si comincia a procurarsi le attrezzature idonee .

Questo e’ un periodo che varia dai 6 mesi ( per chi ha le idee chiare) ai 5 anni.

Conosco centinaia di ragazzi che si fanno le seghe mentali per 5 anni alla ricerca dello studio perfetto.

Ricordo che , non sono le macchine che fanno la differenza , le idee si.

Gente che perde mesi a comprare, vendere tastiere,schede audio, installare e disinstallare programmi .

Al punto 1 si fermano in tanti. Se in 6 mesi non hai trovato la tua attrezzatura per fare musica, e ti poni ancora la domanda: “ la hit non la faccio perche’ non ho le macchine adatte”, allora vendi tutto e vai a giocare a golf o altro.

Poche storie, in pochi mesi , si deve essere sicuri che la buona uscita del disco non dipende dalle macchine.

Io ho fatto dischi con un pc e un campionatore.

E’ chiara sta cosa? Se hai la scheda pulsar o m audio o gina o altro, le casse ns10, un pc 2000 , un cubase 5 , 100 plug in e un amplificatore, e non riesci a fare un disco , allora vendi tutto.

Con quello che ho descritto sopra io sono in grado di riprodurre tutto cio’ che esiste al mondo,  quindi , pochi alibi .

2)      Si cerca di capire come si fa a ricreare un suono o un effetto.

  Esempio, sentendo un disco dobbiamo riuscire a fare lo stesso suono o effetto che abbiamo sentito.

Dobbiamo riuscire a non avere limiti, lo scopo e riuscire a ricreare ogni disco che abbiamo sentito.

Mi spiego , dobbiamo arrivare al punto che il nostro limite non e’ “non saperlo, o come fare” , ma il nostro limite non deve esistere.

L’effetto delay che usava kid creme per esempio era un effetto lunghissimo , con un feedback lungo. Noi producer ci chiedevamo come cazzo faceva a farlo, alla fine abbiamo scoperto che usava un plug in chiamato hom boiz ( non si scrive cosi , attualmente non mi ricordo ) , a quel punto abbiamo capito il suo segreto e l’abbiamo messo ai posteri.

La compressione alla daft punk , un segreto una volta, ora non piu’. Insomma si dave saper creare tutto.

Questi sono i limiti che non ci fanno crare una hit. I limiti piu’ piccoli .

Per diventare producer , il limite non e’ “come fare” ma il “cosa fare”.

Avere l’idea vincente.

Per me fare un disco e vederlo stampato , non me ne fotte nulla. Sono passati i tempi che ci si faceva le seghe davanti al vinile con scritto su il nostro nome.

Avere l’idea e’ la chiave.

3)      Rendersi conto che, e’ l’idea che fa la differenza!

Io ritengo che un disco con 123.000 suoni messi giu’ bene , ma senza un idea portante ,e’ un disco ordinato , ma vuoto. Un disco con tre suoni ma con l’idea ……. Allora e’ hit .

Ricevo provini di ragazzi che fanno dei bei lavori ma totalmente insipidi e privi di carisma.

In gergo ogni disco deve avere un “hook” un uncino che di attrae. Una voce che dice una frase vincente, una melodia con una personalita’ , un campione geniale.

La cosa importante non e’ avere 1000 plug in o tastiere. L’idea cazzo! Sono capaci in molti ad assemblare i suoni, ad avere un idea , un Hook vincente, in pochi.

Non e’ facile, e’ come inventare un brevetto, scoprire una cosa che non esiste. Per niente sono in pochi a fare hit milionarie.

Conosco ragazzi che mi dicono: “ ho trovato un plug in nuovo , una figata!” Sinceramente a me non me ne frega un casso dei plug in nuovi . perdi tempo a studiarli e non produci. C’e’ un ragazzo che conosco , che sono 3 anni che ha lo studio, e non ha mai finito un pezzo. E’ sempre fermo al punto 1 . Fare pezzi e’ un esercizio, e’ come star a suonare la chitarra per imparare. Fare dischi e’ uguale. Non viene mai al primo colpo. Fate pezzi e basta!!

4)      Essere umili e acettare le critiche di chi ne sa di piu’ . Se ogni volta che mi scartano un pezzo dovessi incazzarmi, avrei l’ulcera a quest’ora.

Bisogna saper accettare il fatto che le etichette hanno le loro visioni in fatto di cosa va o cosa non va. Ci investono dei soldi e quindi sono da capire se ci scartano i pezzi. Se non abbiamo una produzione forte non andiamo avanti.

5)      Per entrare in contatto con le etichette ci sono 2 modi. Uno via mail , oggi ci sono tutte le labels che hanno un sito con indirizzo mail per mandare i demo. Quindi spedire via mail il demo e aspettare. Due, farsi aiutare da un producer.

     Se ci rendiamo conto che non siamo in grado di fare da soli il pezzo, per inesperienza, per mancanza di idee o altro, allora si contatta un producer che , con il suo aiuto riusciamo a completare il pezzo. Logico che il producer non lo fa gratis , gli si da una percentuale dalle vendite.

Ad esempio io all’inizio , non ero in grado di fare un pezzo da solo. Portavo belle idee, ma i pezzi erano un ‘po ‘ poveri. Con l’aiuto di un producer affermato imparai ,lavorando con lui , quello che mi mancava. Dopo varie collaborazioni ho imparato a camminare con le mie gambe.

Attenzione che pero’ un producer per collaborare con voi deve essere attirato da buone idee. Visto che ci investe tempo, deve ritenere forte il vostro demo.

Esempio ,il pezzo di Erick Prydz  “call on me” .

Se ricevevo un demo con quel sample ma con una ritmica piu’ fiappa, avrei detto a chi lo aveva spedito :” hai in mano una hit se ci facciamo una ritmica piu’ tirata!” . A questo punto se non c’era il producer ad aiutare a rendere piu’ tirata la ritmica , il pezzo non avrebbe mai spaccato cosi!

E’ un esempio, ripeto , io erick prydz manco lo conosco di persona.

Ci si avvale del producer  perche’ serve una persona che ci indirizzi il sentiero.

Tanti mi mandano mail dicendomi che vogliono fare un disco. E allora? Dico io.

Perche’ lo dici a me?  Posso dirti che fai bene, ma non posso dirti altro. Hai fatto una domanda io ho risposto. Il “ ho tante idee , facciamo un disco “ e’ come dire :” voglio costruire una casa, ho con me un bancale di mattoni “.  Capisco che e’ un inizio, ma tu ci metti ben poco, il resto? Lo metto io?  Funziona cosi gente. Un conto e’ dire , Alex , senti qua …… ti piace? Si? Bene mi piacerebbe che ci mettessi del tuo.  Allora e’ diverso.

 Mi sono stufato  di scrivere.

Alla prossima.

 

 

 

 



 
  Inviato da alexfain @ 19:19 COMMENTI: 2

Messaggio N° 12
 06-01-2005 
 

Post N° 12

Il mixaggio di un pezzo

Il mixaggio di un pezzo e' in poche parole la regolazione volumetrica dei singoli strumenti che compongono un brano.
Esempio: mettiamo un pezzo strutturato in questa maniera.
Batteria,basso,chitarra,synth e voce.
Il mixaggio , che avviene per ultima cosa prima della registrazione, e' regolare il volume della voce in modo che non sia troppo alta, posizionare la batteria in modo che non dia fastidio agli altri suoni, etc.
Insomma se' capito no?
Sembra cosa semplice , invece e' la parte piu' complessa di tutta la fazenda.
Oltre che i volumi , si devono regolare le frequenze (equalizzatori) e gli effetti ( delay,chorus ,etc)
Il mixaggio incide al 70% sul successo che avra il disco.
Infatti se un pezzo e' bello ma suona male il dj non lo apprezza come dovrebbe.
pensate che i commenti tra producer verso i dischi di altri sono:" Hai sentito il nuovo di... suona un merda" oppure :" il disco di ...suona da paura".
Sembra strano ma i commenti non sono mai sul disco in se , ma su come suona.
Saper fare dischi e farli suonare a 1000 e' un eldorado per tutti i dj/producer.
La soddisfazione arriva quando ti telefonano e ti chiedono:" come cazzo fai ad avere quel suono?"
per chi non sa nulla di queste cose , un disco che suona bene e' un disco che ha un volume che spacca
e allo stesso tempo i suoni ben bilanciati e puliti.
Detto in maniera propio primitiva.

Come si ottengono i risultati?
Si deve avere delle casse monitor che vadano bene, e poi si deve ascoltare tanta musica. La musica deve uscire dai monitor, di modo da farci l'orecchio
su come suonano le casse.Siccome si tende ad usare lo studio solo per fare musica e non per ascoltarla (a mo di hifi).
Quindi ci si deve abituare al suono delle casse monitor e si devono ascoltare dischi di riferimento che suonano bene.
Una volta fatto l'orecchio alle casse ci dobbiamo armare di sensibilita' auditiva ( si forma negli anni), l'unico segreto di
chi sa mixare bene i pezzi e' l'orecchio. Le macchine ci aiutano, ma in fatto di sensibilita' l'uomo e' unico.



 
  Inviato da alexfain @ 17:14 COMMENTI: 3

Messaggio N° 11
 19-12-2004 
 

Post N° 11

Padronanza delle macchine

 

Su consiglio di un amico pubblico questo articolo.

Programmi per fare musica   mmmmhhh  … oggi vado a comprarne uno….

Il ragazzetto si infilo’ la sua giacca, il casco e con la vespa  corse a comprare il software tanto sognato per fare musica dance.

Al rientro a casa lo installo’ nel suo pc .

” Ecco fatto! “  disse entusiasta.

“ Ora posso diventare il re della house music!”

Passarono alcune ore e il ragazzetto era gia’ nello sconforto piu’ totale.

“Ma come si fa? Non ci capisco nulla !! uffa pensavo che facesse tutto il programma!!?? “

Questo e’ quello che succede normalmente.

Un programma per fare musica e’ uno strumento come lo e’ la chitarra,la batteria, il pianoforte etc.

Quanti anni ci vogliono per saper suonare uno strumento in maniera decorosa? Normalmente 10 .

Per i software e’ uguale.

Ma credo che valga per tutti i software dedicati ad uno scopo professionale. Cad , 3d studio, Dreamwaver , Flash e mille altri. I programmi per fare musica ( di quelli sono maestro) sono molto complessi , hanno migliaia di funzioni ( alcune non utili) , impararle tutte e’ un odissea. Personalmente uso il Cubase al 60% delle sue capacita’ , nel senso che ho imparato in 13 anni quello che mi serve. Il 40 % di Cubase che non so e’ perche’ non mi servono quelle funzioni. ( le ho lette ,provate ma non le uso).

Quindi, tutti quelli che comprano o scaricano un programma per fare” qualcosa” ,  devono essere piu’ umili e pazientare molto. Conosco ragazzi che sono venuti in studio da me per vedere come “facevo” … morale … eeee ma io credevo fosse facile!! Se la musica dance all’ascolto e’ un genere “facile” non e’ detto che sia ugualmente facile suonarla. A volte e’ piu’ complicato fare una cosa semplice che una cosa difficile.

La padronanza si ottiene con la pratica.

Ho cominciato ad usare cubase nel 91 con il mitico ATARI . ho fatto pratica facendo pezzi su pezzi senza farli ascoltare a qualcuno ,sol per fare esercizio.Solo dopo 2 anni di clausura e 300 pezzi “prova “ ho voluto mettermi in gioco con le case discografiche. Ho 31 anni , non 68 e non sono un anziano saggio che dice al giovane scavezzacollo “ studia che ti serve” , ma nella musica ho studi come farla e impari ascoltandola o sei tagliato in partenza.

Studiate “pinocchi” del cubase!!



 
  Inviato da alexfain @ 10:41 COMMENTI: 4

Messaggio N° 10
 18-12-2004 
 

Post N° 10

CHI FA VERAMENTE I DISCHI?

 

Nel mondo dance non sempre chi dice di fare dischi e’ il vero creatore della musica.

Normalmente uno studio che produce dance e’ di qualche dj che, arricchito dalle serate , si e’ comprato delle strumentazioni per fare musica.Il problema e’ che non tutti i dj , anche se bravissimi, non hanno talento musicale. Quindi sono incapaci di usare le macchine. In aiuto loro di solito c’e’ qualche musicista o ragazzetto genio che traduce in musica le idee del dj incapace.

Il dj completo ,secondo me , e’ in grado anche di saper suonare la propia musica senza aiuti esterni.

Personalmente se nei miei dischi ci mette mano qualcuno oltre a me, non e’ la stessa cosa.

Filosoficamente, fare un disco house da solo e’ mettersi in gioco. Vedere cosa si e’ capaci di fare, cosa riusciamo a trasmettere alle dita che suonano. Si e’ mai visto un quadro fatto da 2 o 3 persone?

Si e’ mai vista una scultura fatta da 5 persone? Una casa,un muro,un ponte forse. Per me fare un disco e’ come fare un quadro . Lo faccio da solo . Sample, batteria, basso, voci,tastiere. La cosa che odio sono i team di produzione dove in mezzo c’e’ sempre il dj “noto” che da l’idea, il resto lo fanno gli altri “poveretti”. Si d’accordo  se lui non dava l’idea il disco non nasceva, ma la cosa che limita quel dj e’ che non riesce a tradurre in musica le sue idee. E’ limitato. Io starei male se non riuscissi a tradurre in musica le mie idee. Avere qualcuno che guarda le cose per me e le descrive agli altri…non e’ la stessa cosa che vederle io e descriverle. Non sara’ mai tuo. Ci tengo a queste cose perche’ i dischi li faccio principalmente per Amore verso la musica, se poi ci si guadagna meglio. Molti lo fanno solo per guadagnare soldi a palate senza lavorare (chiamali scemi).In questo caso il dj non e’ interessato al lato artistico ma solo quello economico. Io sinceramente preferisco l’arte che l’economia.

Secondo me e’ l’amore che manda avanti il mondo ( per la gente , per l’arte ,per qualsiasi cosa).

Tutto quello  che e’ fatto con passione viene apprezzato.

Tornando al filo del discorso non sempre chi dice “ il mio disco” dice la verita’.

Se volete sapere esattamente chi si e’ spezzato la schiena per fare il disco e ci ha messo del suo, guardate in basso al titolo del brano. Leggete i cognomi di chi ha firmato e depositato alla SIAE il brano. Al 99% dei casi scoprite chi e’ il vero artista. Il cognome dell’artista e’ tra parentesi, esempio (A.Fain) . Nei mie dischi c’e’ ! anche perche’ uno puo’ dare si l’idea, ma se il giro di basso l’ho inventato IO che cazzo devi firmarlo tu? Tu hai messo l’idea , e ti piglierai il 10% di royalties dalla vendita, ma la siae te la sogni.

Sappiate che in giro e’ pieno di artisti finti che fanno dischi solo perche’ vengono aiutati, se fossero da soli in studio non ne uscirebbe un cazzo.

Dico a quelli che hanno grandi idee ma poca materia ; cercate , almeno cercate, di imparare da soli a tradurre il tutto. Voi direte : si ma nella pop e negli altri generi servono 5 persone per fare un disco (uno che suona il basso, uno la chitarra ,etc,etc) . lo so , io parlo di Dance , gli altri pianeti non mi riguardano.

 

Se dovete commentare questo articolo , accetto commenti solo da persone preparate nell’argomento.

Mi deprime vedere l’ignoranza di commentare una cosa che manco conosci.

 

 

 

 



 
  Inviato da alexfain @ 11:37 COMMENTI: 3

Messaggio N° 9
 10-12-2004 
 

Post N° 9

Come si diventa dj famosi?

 

Il dj famoso non e’ detto che sia anche bravo.

Il dj bravo non e’ detto che sia anche famoso.

Il dj famoso una volta tale ,diventa bravo.

Il dj bravo una volta tale, non diventa famoso.

Questa e’ la legge.

Mi spiego.

Il dj che vuole diventare famoso non deve puntare tutto sulla sua bravura, diventa popolare perche’ e’ un leader di compagnia ( ha tanti amici che lo seguono). Il dj famoso e’ un promoter di se stesso.

Ha leccato piedi e ha fatto faccia tosta con molte persone. Si e’ venduto bene.

Il dj famoso solitamente a molti risulta anche bravo( anche se e’ una mezzasega).

Il gestore di una discoteca chiama il dj famoso perche’ gli porta gente e soldi nel locale.

Il gestore di una discoteca non e’ interessato ad avere un dj che mixa bene se non gli porta che l’amico e la sua fidanzata (magari un cesso).

E’ tutta questione di Busines.

Se volete diventare dj famosi cercate di diventare PR e portare 300 persone in un locale. A questo punto se chiedete ad un gestore di farvi suonare perche’ se mettete voi i dischi vengono 300 persone.. il gestore vi fara’ suonare e si spargera’ la voce che voi siete un dj che porta gente.

Pian piano vi ingrandirete e avrete a seguito migliaia di giovani . Siete famosi e bravi.

I dj famosi che prendono 4000 euro a serata e’ gente che ha 35 anni, 20 di carriera e hanno cominciato in anni dove il dj era una star. Hanno seminato molto e ora raccolgono.

I dj che diventano famosi in questi tempi sono di 2 categorie:

Quelli con 3 anni di esperienza ma con alle spalle un agenzia che gli spinge a palla perche’ sono belli e le fighe diventano matte. Non immaginate quanti ce ne sono che vengono su come funghi.

Sicuramente gli avete visti suonare nel vostro locale preferito e avete pensato:” chi cazzo e’ questo? Bah… sembra famoso visto la gente che ha intorno” . tutta scena credetemi. Quel tipo di dj non vale un cazzo e magari dopo 3 anni lo si vede in qualche programma tv di belli e belle. In questo primo caso l’artista non esiste.

La seconda categoria e’ quella che personalmente gode di piu’ stima , il dj produttore.

Siccome il dj, diventa  artista, quando e’ anche musicista e produttore ( deve farli lui i dischi pero’, non deve solo metterci il nome) .Diventi famoso perche’ fai un disco che diventa una hit e ti chiamano in tutto il mondo a suonare.

Questa strada e’ la piu’ difficile per raggiungere la fama. Se non hai talento nel fare musica ( house) non farai mai il disco che spacca e resterai sconosciuto.Il pro di questa strada e’ che se diventi un bravo producer non ti tira giu’ nessuno dal podio della fama. Se sei un dj famoso solo perche’ hai chi ti spinge …nel momento che nessuno ti spinge piu’ o nel momento che passi di moda sei finito.

Nel caso del dj producer invece il destino dipende solo da te e devi solo ringraziare il tuo talento che ti ha fatto compagnia.

 

Morale.

Decidete voi che strada prendere. La mia l’ho gia scelta.

 

 

 



 
  Inviato da alexfain @ 23:10 COMMENTI: 2


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