Creato da mary91dgl0 il 09/12/2014
Aveva rivolto il suo sguardo fuori dalla finestra Alice quel giorno di mezza estate. All'altezza dei suoi occhi soltanto un foglio bianco pronto a sostenerla durante le sue cadute...cadute che facevano male...
 

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BRICIOLE

Post n°17 pubblicato il 17 Dicembre 2014 da mary91dgl0

 

Ti sentivo cosi lontano eppure  eri cosi vicino a me da toccare le tue paure, indossarle su di me e provare   quello che provavi tu. A volte mi sono chiesta se anche tu per almeno una volta avevi sentito il frastuono delle mie paure, il grido dei miei aiuti. . .

Tutto passa. Il tempo, le lacrime, la rabbia, le belle giornate, i treni che non hai preso in tempo e che non hai più voluto prendere, le parole che non hai scritto, gli attimi che non hai saputo fermare nei baci, le persone che non hai abbracciato e a cui non hai detto tutto per paura, forse, ma anche quella passa. Passa tutto soltanto una cosa resta il vuoto incolmabile delle tue assenze. . .

Avevo letto quelle lettere  scritte dalle tue mani migliaia di volte. Le leggevo ogni sera cosi accuratamente da farle mie, da crederci davvero. Poi però sono cambiata e ho incominciato a capire.

 

Aveva un modo tutto suo di essere amore. Fragile e bellissima, con gli occhi di chi non dimentica, gli occhi di chi nasconde un mondo che la tormenta.

 

Avrei voluto essere capita ma non dagli altri , da te. Era cosi evidente il perché di quella scelta che solo tu non ne avevi colto il significato. Come non potevi percepire le mie paure, la mia confusione. Non era la distanza a dividerci erano i momenti in cui non c'eri, quei momenti vissuti troppo poco. Ho sempre cercato di fartelo capire ma più lo facevo più tu non capivi. E mentre Alice scriveva pensava  a quella storia che adesso era un punto interrogativo. Continuare a stare male o vivere? Era questo il problema. Quello che più le dispiaceva e che le aveva fatta cadere ogni brandello di se era quella frase che la assillava continuamente: "Volevo una storia seria con te", cosi gli aveva detto giorni addietro. Ma una storia seria non e vedere la persona che ami ogni mese, non è chiamare quando se ne ricorda, non e dimenticarsela considerandola una delle tante. La storia seria è quando due persone vivono ognuno della propria assenza e non possono fare a meno. La storia seria è aprire le porte delle propria anima e raccontarsi senza paura, senza freni. E mischiare il proprio sangue con l'altro. Con rabbia risposi: Se non volevo costruire nulla di serio non sarei stata due anni con te. Non avrei sofferto nell'aspettarti. Che ne sai di quante volte ho pianto perché sentivo la mancanza di te. Quelli notti insonni in cui mi sono spaccata dentro perché dove resistere, essere forte. Che ne sai di quegli occhi gonfi pieni di amarezza. Che ne sai di quei momenti in cui non sapevo aggrapparmi a nulla. Non lo sai perché non volevo apparire ai tuoi occhi e a quelli degli altri esagerata. Nessuno immagina come mi sono sentita io, perché mettersi nei propri panni e facile ma immedesimarsi in quelli degli altri richiede coraggio. Un coraggio che pochi anni.

 

 

 
 
 
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