Creato da alice_s_velata il 06/01/2009

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novembre

Post n°5037 pubblicato il 01 Novembre 2019 da alice_s_velata

 "Addio sorrisi dell’albe rosate,
Addio tramonti che d’oro parte!
Novembre porta le tristi giornate
E delle nebbie la bigia quïete!

Gli uccelli migran in file serrate
Cercando a volo contrade più liete,
Ma noi restiamo, calcando immutate,
Sul fango vecchio, le vie consuete.

Restiamo e sempre le stesse infinite
Noie e le stesse speranze remote
C’infliggeranno le stesse ferite.

Finché abbassando le teste canute,
Chinando al suolo le pallide gote,
Qui marcirem come foglie cadute."

olindo gurerrini

Commenti al Post:
paracelso0
paracelso0 il 02/11/19 alle 11:40 via WEB
Perfettamente in linea con la giornata odierna, anche se non condivido la conclusione...io amo l'autunno, i suoi colori, il famoso "feuillage", le limpide giornate di sole e anche la nebbia, che come bambagia avvolge le cose e pare costituire una sorta di protezione per le tue cose più recondite. Chiaro non quando devo fare l'autostrada da Milano a Venezia o a Livorno...amo l'autunno perchè, a differenza della primavera con i suoi colori ed il rinnovamento anche del corpo oltre che dello spirito, l'autunno ti induce a pensare alla caducità della vita ed alla bellezza della natura, avvicinandoti a Dio,nostra destinazione ultima . Ciao ALICE un abbraccio
 
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"Non tessevo, non lavoravo a maglia,
cominciavo uno scritto, lo cancellavo
sotto il peso della parola
perché l’espressione perfetta è ostacolata
quando dentro sei oppressa dalla pena.
E se l’assenza è il tema della mia vita
– l’assenza dalla vita –
sulla carta viene fuori il pianto
e il dolore naturale del corpo
che sa la privazione.

Cancello, strappo, soffoco
le urla vive:
“dove sei, vieni, ti aspetto
questa primavera è diversa dalle altre”
e al mattino ricomincio
con nuovi uccelli e lenzuoli bianchi
che si asciugano al sole.
Tu non sarai mai qui
ad annaffiare i fiori con la canna
e i vecchi soffitti che gocciolano
impregnati di pioggia
e la mia personalità
ch’è dissolta nella tua
quietamente, autunnalmente...
Il tuo cuore eletto
– eletto perché io l’ho scelto –
sarà sempre altrove
e io taglierò con le parole
i fili che mi legano
a quest’uomo particolare
del quale ho nostalgia
finché Ulisse diventi simbolo di nostalgia
e navighi per i mari
nella mente di ognuno.
Ogni giorno ti scordo
con passione
perché ti lavi dai peccati
del profumo e della dolcezza
e così purificato
entri nell’immortalità.
È un lavoro duro e ingrato.
Unica ricompensa, se alla fine
capirò cosa sia la presenza umana,
cosa sia l’assenza
o come funziona l’io
in tanta desolazione, in tanto tempo
come nulla fermi il domani
il corpo continua a rigenerarsi
si alza e si corica sul letto
quasi abbattuto a colpi d’ascia
a volte infermo a volte innamorato
sempre con la speranza
che quanto perde in tatto
lo guadagni in sostanza."


Katerina Anghelaki-Rooke

 

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