Creato da alice_s_velata il 06/01/2009

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il riscatto del solito

 

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attimo

Post n°5098 pubblicato il 20 Luglio 2021 da alice_s_velata

"Un giorno ti svegli
-e con un po’ di cautela-
inizi a toglierti
gli insulti di dosso
come pezzi di corteccia.

Ti togli l’ansietà
come fini garze di seta.

Ti strappi il disprezzo
che si è incrostato sulle tue vene.

Ti confronti con lo specchio
come fosse la prima volta.
Vesti il tuo corpo con manti di tenerezza
e perdoni.

Non c’è tempo
per scagliare pietre."


silvia cuevas-morales

Commenti al Post:
paracelso0
paracelso0 il 21/07/21 alle 12:23 via WEB
mi sembra una sorta di addio al mondo, ci si libera di tutto ciò che ci ha offeso, fatto arrabbiare, lascio tutto ciò che è stata la mia vita e mi guatrdo con occhio diverso.Saggezza o rassegnazione? Leggendola mi è tornato in mente un episodio visssuto alvuni anni fa a Cipro, girando per le stradelle di di una cittadina passiamo davanti ad una bottega di falegname, costruttore di bare. Lui, essendo mezzogiorno, era seduto su ua sedia in posizione rilassata,e dormiva, io gli feci una foto che intitolai "in attesa del riposo eterno..." Ecco era significativa la serenità di quell'uomo addormentato... Ciao Alice
 
cassetta2
cassetta2 il 23/07/21 alle 12:34 via WEB
Com'è difficile restare calmi e indifferenti, mentre tutti intorno fanno rumore.
 
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"Non tessevo, non lavoravo a maglia,
cominciavo uno scritto, lo cancellavo
sotto il peso della parola
perché l’espressione perfetta è ostacolata
quando dentro sei oppressa dalla pena.
E se l’assenza è il tema della mia vita
– l’assenza dalla vita –
sulla carta viene fuori il pianto
e il dolore naturale del corpo
che sa la privazione.

Cancello, strappo, soffoco
le urla vive:
“dove sei, vieni, ti aspetto
questa primavera è diversa dalle altre”
e al mattino ricomincio
con nuovi uccelli e lenzuoli bianchi
che si asciugano al sole.
Tu non sarai mai qui
ad annaffiare i fiori con la canna
e i vecchi soffitti che gocciolano
impregnati di pioggia
e la mia personalità
ch’è dissolta nella tua
quietamente, autunnalmente...
Il tuo cuore eletto
– eletto perché io l’ho scelto –
sarà sempre altrove
e io taglierò con le parole
i fili che mi legano
a quest’uomo particolare
del quale ho nostalgia
finché Ulisse diventi simbolo di nostalgia
e navighi per i mari
nella mente di ognuno.
Ogni giorno ti scordo
con passione
perché ti lavi dai peccati
del profumo e della dolcezza
e così purificato
entri nell’immortalità.
È un lavoro duro e ingrato.
Unica ricompensa, se alla fine
capirò cosa sia la presenza umana,
cosa sia l’assenza
o come funziona l’io
in tanta desolazione, in tanto tempo
come nulla fermi il domani
il corpo continua a rigenerarsi
si alza e si corica sul letto
quasi abbattuto a colpi d’ascia
a volte infermo a volte innamorato
sempre con la speranza
che quanto perde in tatto
lo guadagni in sostanza."


Katerina Anghelaki-Rooke

 

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