Creato da: procino995 il 04/05/2010
L'ALTRA ME

 

 
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Grasse risate sulle macerie e sui morti che, per i clan, hanno l'odore del cemento.

Post n°1480 pubblicato il 31 Maggio 2012 da procino995
Foto di procino995

 

 

 

La scossa che distrusse L'Aquila,

fu solo l'ultima catastrofe naturale che diede il via a spartizioni clientelari e mafiose.

Prima ci fu da ricostruire il Belice, poi l'Irpinia, e via di seguito.

I terremoti nel Paese dei padrini diventano occasioni di accumulazione e guadagno.

A distanza di una settimana dal sisma che ha distrutto case e patrimonio storico del Modenese e affossato l'economia della Bassa,

aleggia lo spettro delle aziende in odore di mafie, presenti sul territorio, pronte a partecipare ai lavori,

protette dallo scudo dell'emergenza dove tutto si deroga e poco si controlla.

E sono soprattutto i sub appalti che fanno gola, già in tempi ordinari, alle cosche del Clan dei casalesi, della 'ndrangheta e di Cosa nostra.

A partire dalle catastrofi naturali, le mafie si inseriscono e sfruttano i danni della calamità naturale per entrare nei cantieri.

E nelle zone ricche e produttive, dove è maggiore la necessità di ricostruire in fretta,

immediato sarà il tentativo di inserirsi nell'industria del mattone da parte delle imprese dei clan.

Il pericolo non porta il marchio dei soli clan campani.

Anche la 'ndrangheta di Cutro che,

a Reggio Emilia ha delle cellule molto attive, potrebbe puntare ai lavori della provincia.

ALL'Aquila per lavorare nei subappalti dei “Moduli abitativi provvisori”,

arrivarono insieme con importanti aziende emiliane,

una reggiana e l'altra modenese che avevano vinto l'appalto, due imprese con sede legale a Reggio Emilia riconducibili,

alla 'ndrina Grande Aracri.

Originaria di Cutro, provincia di Crotone,

ma i cui capiclan vivono tra Brescello e Reggio Emilia da ormai tre decenni.

Nel Reggiano hanno la loro base economica.

E da qui partono per concludere affari in tutto il territorio nazionale.

Altre aziende,

poi sospese per il sospetto di mafia,

sono arrivate all'Aquila per lavorare in subappalto,

non dal sud del Paese

ma da nord

Che rappresenta il polmone economico

e finanziario non solo dell'Italia,

ma anche

delle

organizzazioni mafiose.

 

 

 
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