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Si puņ rinunciare al sesso per scelta? Si, succede a Londra. Un'altra idiozia Britannica e Americana

Post n°1680 pubblicato il 17 Luglio 2012 da procino995

Di solito le battaglie sulla sessualità sono incentrate sul diritto a esprimere la propria diversità nei confronti della “norma”.
Anche astenersi però è una differenza e così a Londra lo scorso 8 luglio si sono radunati gli asessuali,

persone cioè che hanno rinunciato al sesso per scelta.
Gli attivisti si sono riuniti in occasione

della World Pride Asexual Conference 2012 dove hanno espresso il loro diritto e orgoglio

per la scelta della castità e non per seguire regole o dettami.
Si tratta di persone che hanno rinunciato al piacere del sesso perché indifferenti, non interessati, come hanno spiegato gli organizzatori.
David Jay è uno dei leader del movimento: il trentenne ha fondato nel 2001 l’Asexual Visibility and Education Network, un gruppo che riunisce

tutte quelle persone non interessate al sesso e che, come spiega lo stesso Jay in un’intervista al Globalist, conducono una vita normale e felice.
La loro è solo una scelta di vita che li vede indifferenti e non interessati a un aspetto predominante nella nostra società: anche il mondo dei media

e della comunicazione lo sa e ci bombarda con messaggi a sfondo sessuale di continuo.


Per gli asessuali però, si tratta di un modo di vivere che si traduce nella castità ma solo perché è una cosa che non interessa.
La rinuncia al piacere non arriva per patologie o da motivi sociali e religiosi: semplicemente non è un aspetto della vita che interessa gli asexual.
In un mondo dove la scelta sessuale sembra essere sempre più importante e che costringe molte persone a lottare per i loro diritti,

c’è anche chi rivendica con orgoglio la castità come scelta di vita.
“Siamo persone completamente normali dal punto di vista biologico, l’unica differenza con il resto delle persone è che il sesso non ci interessa.
Come esistono l’omosessualità, la bisessualità e altre tendenze, esiste anche l’asessualità”, dice Jay.
L’associazione ha tra i 50mila

e i 60mila aderenti, tra cui anche degli italiani:

che la loro sia una battaglia per la libertà del “non sesso” lo dimostra anche il fatto che

in alcuni stati americani come il Vermont o quello di New York, ora sono riconosciuti

come

“categoria protetta”.

 
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