Alitalia news

Ossia: tutti la cercano, tutti la vogliono. Nella ridda di indiscrezioni il titolo sale e salirà probabilmente ancora grazie ai "chiarimenti" del Governo italiano sui limiti del bando di gara per la cessione delle azioni statali ("l'unico limite è quello dell'acquisto del 30.1% della compagnia" aveva ribadito il ministro dell'economia Padoa-Schioppa). Una precisazione necessaria vista che la reazione degli operatori finanziari e del mercato erano state "alquanto" gelide.

Alitalia non è messa bene. Un imprenditore di sinistra - De Benedetti - nei giorni scorsi aveva criticato la pretesa del Governo di porre paletti su occupazione e gestione dei servizi. E forse qualcuno nel Governo se ne è convinto...

Da azionista di Alitalia e da osservatore sono ottimista: la fase più difficile della compagnia - l'aumento di capitale - è andata a buon fine. Adesso basterà solo fare un bando appetibile e vendere la compagnia... al migliore offerente. Il Governo, che giustamente si è posto l'obiettivo di salvaguardare l'occupazione - avrà la possibilità di scegliere il partner che offre migliori garanzie.

Ma attenzione: nessuno si illuda che il nuovo compratore potrà mantenere gli attuali livelli occupazionali... Ci saranno sicuramente delle dismissioni. Interi rami aziendali saranno venduti. In primis parte dell'area amministrativa (almeno 1000 impiegati) e in secondo luogo nel personale di terra.

Alitalia deve tornare a essere competitiva e per ottenere questo risultato dovrà rivedere il suo modello produttivo, altrimenti è destinata a fallire (e questa è la prospettiva meno favorevole per azionisti e dipendenti). 

Il problema del costo del lavoro non è stato ancora risolto. Non si tratta di ridurre gli stipendi (che sono già stati ampiamente decurtati) ma di porre rimedio alla pletora di assunzioni clientelari risalenti a quando Alitalia era monopolista di Stato.