Alitalia, il Governo al lavporo sul "piano B"

Post n°112 pubblicato il 21 Luglio 2007 da azpia

Fino a pochi giorni fa il ministro dei Trasporti, Bianchi, sosteneva trionfalmente che su Alitalia "non esiste alcun piano B". Ma ora che la gara di vendita è fallita emerge con prepotenza la necessità di mettere a punto una strategia alternativa. L'Agenzia giornalistica italiana cita i quotidiani italiani di oggi e fa il punto della situazione:

(AGI) - Roma, 21 lug. - 'Brusco stop al piano industriale di Alitalia, le cui linee guida sono state esaminate ieri dal cda. Il consiglio ha infatti deciso di riaggiornarsi venerdi' 27 luglio per l'approvazione degli interventi d'emergenza volti a tamponare le perdite della compagnia (circa 1,6 milioni di euro al giorno) e a rilanciare al piu' presto i ricavi'. Cosi' il Corriere della Sera riporta la notizia dello slittamento del piano industriale per la compagnia di bandiera. 'Insomma - aggiunge la Stampa - altri sette giorni di tempo per definire cosa fare e quali tagli nelle rotte e nei collegamenti rendere operativi per migliorare la drammatica situazione finanziaria della compagnia'. 'Ma da quanto filtra - prosegue il quotidiano torinese - nemmeno dal prossimo cda del 27 luglio dovrebbe uscire la decisione finale sulle linee guida immaginate dal superdirettore Giancarlo Schisano'. Secondo il Sole 24 Ore, infine, il Tesoro 'cerca consigli' su Alitalia: 'Il ministero per l'Economia - riporta il quotidiano finanziario - ha affidato ai tre consulenti Merril Lynch, Chiomenti e Bain&Company il compito di esplorare la percorribilita' e le eventuali problematiche di due possibili vie di uscita dall'impasse su Alitalia', aumento di capitale o commissariamento.

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COMMENTI

Il Governo "cerca consigli"? Un consiglio lo voglio dare io. Non provino neanche lontanamente a proporre un aumento di capitale... In questo momento sarebbe un sicuro fallimento. Quello che serve è un commissario autorevole in grado di ridare un minimo di fiducia agli investitori. Serve un piano industriale che preveda una rimodulazione delle rotte e il ridimensionamento del personale. 

Viva Alitalia

 
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Alitalia, fallita la gara

Post n°111 pubblicato il 19 Luglio 2007 da azpia

Alla fine Air one non se l'è sentita. Troppo incertezze, troppi soldi da investire. Il bluff di Toto è rientrato. La low cost si è ritirata dalla gara e la compagnia di bandiera è stata ancora una volta sconfitta.

Sconfitta grazie ai sindacati che non hanno ancora capito che si rischia la liquidazione; grazie a quegli ultrà del governo che la vorrebbero pubblica nonostane l'Europa non lo permetta; sconfitta a causa di tutte le polemiche stupide e assurde che in questo blog sono state più volte evidenziate, penso a tutte le sciocchezze sparate dai nostri ministri sugli interessamenti di compagnie cinesi, francesi, tedesche...

Non credo che qualcuno OGGI sia disposto a sobbarcarsi la compagnia, senza prima aver l'assicurazione dal Governo che si possa avviare una efficace cura dimagrante. Ma visto che nessuno si fida più del governo e delle sue promesse... sarà il governo stesso a dover dimostrare che Alitalia può essere risanata.

La via maestra, a questo punto, sarebbe quella di rinunciare alla vendita diretta (Air France e le altre compagnia non sono interessate) e nominare un commissario straordinario, che dovrebbe agire in tre direzioni:

- dismissione di Az-servizi
- sfoltimento del settore amministrivo (almeno 2.000 esuberi)
- cassa integrazione per il personale di volo (altri 1.000 esuberi)

Serve una cura dmagrante da cavallo. Io un candidato ideale l'avrei: Enrico Bondi. Il risanatore di Parmalat certamente saprebbe dove mettere le mani per rilanciare la compagnia. Speriamo che il governo si svegli da questo letargo e sidecida a fare la cosa giusta. Solo dopo, diciamo tra 3 o 4 mesi, si potrà pensare a vendere la compagnia. Prima bisogna dimostrare che Alitalia può arrestare l'emorragie di perdite. Altrimenti, continuando così, sarebbe meglio tenere a terra gli aerei, visto che "più si vola più, più si perde"

Viva Alitalia!

 
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Alitalia, il compromesso di Air one

Post n°110 pubblicato il 13 Luglio 2007 da azpia

Una previsione l'avevo avanzata: Air one sarà costretta a scendere a patti con texani e banche: cederà la quota di controllo perchè non ha i capitali per rilanciare Alitalia.

Non tutti gli osservatori politici si sono accorti che Air one, da sola, non ha la forza necessaria per gestire l'affare Alitalia. I ministri "comunisti" del Governo (Bianchi e Ferrero), ad esempio, si illudono rispettivamente che la compagnia italiana abbia le capacità per vincere la gara oppure che Alitalia possa restare pubblica... Utopie.

La verità è più complessa. La proposta di Air one deve essere vista per quello che è: un intelligente bluff di Toto e di Banca Intesa per mantenere la supremazia nella eventuale cordata finanziaria che rileverà la compagnia. E' un gioco di forza per partecipare alla "spartizione" di Alitalia. Una mossa astuta.

Ma le altre banche non sono sciocche. Com'è possibile pensare che gli altri quattro istituti finanziari accettino di buon grado di ottenere una partecipazione di minoranza nella holding di Toto, a fronte di un enorme impegno finanziario? Le banche dovrebbero infatti mettere i capitali freschi mentre Toto, di suo, non metterebbe nulla se non la propria compagnia low cost e un contratto di opzione per la fornitura di aerei di lungo raggio...

E allora è probabile che il Governo sia costretto a rivedere i limiti del bando (come il quotidiano "La stampa" mette in evidenza) per attirare i candidati esclusi. Eliminando ad esempio la clausola del "lock up" (non si potranno cedere le quote azionarie per meno di tre anni) e facendo venire meno il vincolo dell'italianità (questa mossa non è stata ancora ufficialmente annunciata ma credo che se il Governo agisse in questa direzione lancerebbe un forte segnale a Toto e lo spingerebbe ad ammorbidirsi con gli americani).

Se il Governo decidesse di intervenire, con la regia della banche italiane, si potrebbe pensare ad una cordata dove Toto è solo uno dei concorrenti e non il "dominus" della situazione. In AP holding potrebbe entrare i texani (40%), le banche (35%) e Toto (25%). Potrebbero racimolare 2 miliardi di euro. Toto conferirebbe Air one senza sganciare un euro, mentre i Texani e le banche tirebbero fuori 1,5 miliardi.

Una bella cifra: potrebbero dimezzare il debito, rinnovare la flotta e èpagare la penale per l'uscita da "Sky team"... Vedo Alitalia come un grande compagnia ponte tra Stati Uniti e medioriente. Non è un sogno ma quello che potrebbe accadere se il overno decidesse di fare la cosa giusta.

Viva Alitalia!

 
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Alitalia: la vendita si complica

Post n°109 pubblicato il 07 Luglio 2007 da azpia

Problemi gravi e difficili da risolvere. Air one ha difficoltà a trovare i capitali necessari per rilanciare Alitalia (e questa non è una novita: questo blog ha detto fin da subito che Davide non poteva acquistare Golia). Il fatto è che la compagnia è l'unica possibilità di salvezza per il Governo, che sta cercando in tutti i modi di mandare a buon fine la gara: anche a costo di promettere cioè che non può essere mantenuto: ossia che l'antitrust non costringerà Air one a cedere gli slot sulla tratta Roma- Milano...

Ora, chiunque ha un minimo di esperienza in materia di antitrust sa benissimo che questo non è possibile. In primo luogo perchè la fusione delle due compagnie - di per se - crea un problema di "posizione dominante" (insieme avrebbero oltre l 70% del traffico italiano). Ma la cosa diventa più problematica perchè si creerebbe un monopolio in una tratta che è tra le più redditizie d'Europa...

Toto vorrebbe che fosse inserita una clausola che subordina l'efficacia del contratto al nulla-osta dell'antitrust... Una clausola sospensiva in piena regola. Mi sembra un modo per fare pressing sull'antitrust italiana e costringerla a non comminare sanzioni... Tuttavia bisogna ricordare che l'antitrust europeo ha il potere di sostituirsi all'autority italiana. E c'è da scommettere che gli altri paesi europei non staranno con le mani in mano ma tenteranno di opporsi alla nascita di questo monopolista.

A questo punto mi auguro che il Governo smetta di temporeggiare. E' chiaro che Air one non ha le capacità finanziare di gestire il progetto. Bisogna spinegere Toto a scendere a patti con altri soci (ovviamente Air one non può sperare di mantenere la maggioranza della società...).

Se Toto non accetta meglio chiamare Bondi e liquidare Alitalia. Licenziare 2.500 dipendenti e vendere a qualcun altro. Mi dispiace ma non ci sono molte scelte...

 
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Alitalia, dubbi del governo su Toto

Post n°108 pubblicato il 05 Luglio 2007 da azpia

Oggi il quotidiano "La Stampa" ha pubblicato un interessante articolo in cui evidenzia le perplessità del Governo sull'offerta di Air one per l'acquisto di Alitalia. Parto da alcune condiderazioni e notizie contenute in quel pezzo per tracciare il quadro della situazione e avanzare qualche previsione.

In sintesi, sembra che Air one voglia acquistare la compagnia senza pagare un prezzo al Governo, nonostante Alitalia, in borsa, abbia un valore di 0.80 centesimi ad azione. La compagnia low cost sarebbe disposta a anticipare i fondi per un aumento di capitale e niente di più. Il Governo, giustamente, non è d'accordo. Ha già detto di no ad altri pretendenti (De Benedetti, Tpg) che avevano avanzato la stessa richiesta. Anche perchè regalare una compagnia equivale a dare un aiuto di Stato... l'Europa non lo permetterebbe.

Il fatto è che Air one ha le spalle strette. E' una piccola compagnia, ha un volume d'affari inferiore a quello di Alitalia. Come se Davide acquistasse il colosso Golia. Quindi Toto ha bisogno di soci ma non è disposto a cedere lo scettro. E' anche una strategia, s'intende, perchè se Toto volesse potrebbe scendere a patti con Tpg - che ha i fondi necessari per il rilancio della compagnia - e vincere la gara.

A questo punto abbiamo una serie di possibilità.

1) Il primo dilemma è il seguente: la gara va a buon fine / non va a buon fine. Potrebbe fallire: se i pretendenti si ritirano perchè - ad esempio - non sono disposti a pagare il prezzo chiesto dal Governo. In questo caso la compagnia verrebbe assegnata a un commissario fallimentare. E' un'ipotesi improbabile ma pur sempre possibile. Diciamo che io do un 10% di possibilità che accada. Per il governo sarebbe uno smacco ma comunque la brutta figura sarebbe attenuata dall'evidenza che nessuno voleva comprare la compagnia.

2) Ipotiziamo, invece, che la gara vada a buon fine. In questo caso il dilemma è: chi è il vincitore?

2.1) Gli acquirenti potrebbe essere Air one e Intesa, da sole. Ma è un'ipotesi improbabile: diciamo il 10%. Da sola Air one avrebbe problemi a rilanciare Alitalia... uno sforzo economico troppo pesante.

2.2) Un acquirente diverso da Air One (Estremamente improbabile): diciamo 3%. Non si sono fatti vivi prima, perchè dovrebbero farlo adesso?

2.3) Un accordo tra Toto e altri soggetti. L'ipotesi più probabile. Diciamo che al 77% delle possibilità avverrà questo. Probabilmente Toto dovrà scendere a patti con Tgp e - secondo me - dovrà anche cedere la quota di controllo. Non sono mica scemi i texani... sanno che Toto ha bisogno di loro. Inoltre hanno anche altre mire (Iberia) e quindi possono tirare la corda.

* * *

Tutto è incerto. nel frattempo, concludo come al solito col motto. Viva Alitalia.
Ps- Ecco l'articolo della Stampa. http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200707articoli/23385girata.asp

 
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