MILANO - La cordata tricolore per Alitalia - o perlomeno per la polpa della compagnia di bandiera - esce allo scoperto e pone le sue condizioni "politiche" per il salvataggio: un decreto normativo da approvare in tempi brevissimi (l'auspicio è già nel consiglio dei ministri di giovedì) che consenta non solo di dividere in due la società - attività sane da una parte, debiti e business in perdita dall'altra - ma anche di rivedere il contratto di lavoro dei dipendenti del gruppo per riportare i conti in linea di galleggiamento.
I potenziali investitori in Alitalia si sono riuniti ieri per la prima volta sotto la regia di Banca Intesa per mettere a punto gli ultimi dettagli dell'operazione. Il ruolo di "pivot" nella cordata dovrebbe spettare a Roberto Colaninno, disposto secondo indiscrezioni a investire con la Immsi circa 200 milioni ricevendo in cambio (con l'ok di tutti i soci ribadito ieri) il ruolo di presidente con deleghe forti dal punto di vista strategico. Carlo Toto girerebbe per circa 300 milioni la sua Air One alla newco e ne reinvestirebbe circa un centinaio, probabilmente con il ruolo di vicepresidente.
La poltrona di amministratore delegato andrà invece a Rocco Sabelli che ieri ha illustrato le linee di massima del piano Fenice ai futuri azionisti: il progetto - cui lui stesso ha lavorato nelle ultime due settimane e ancora da finalizzare in alcune parti come la partnership strategica (Lufthansa, interessata pure ad Austrian, è in pole) - prevede una compagnia più snella, con un ritorno parziale a Malpensa, molto outsourcing e una quota vicino al 65% del mercato domestico.
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 12:49
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il 13/05/2010 alle 01:36
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il 02/02/2009 alle 22:10
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il 27/01/2009 alle 10:45