Sarà la bad company di Alitalia a restituire il prestito-ponte da 300 milioni concesso dal governo alla compagnia aerea e che, probabilmente, la commissione Ue boccerà in quanto aiuto di Stato. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ai microfoni di Sky-Tg24. Il prestito, ha sottolineato Matteoli, «è un problema che riguarda la bad company, la vecchia Alitalia. Questa incasserà soldi dalla Cai, potrà vendere aerei e proprietà di Alitalia e restituirà così al governo italiano i 300 milioni di euro».
Quanto alla scelta di un partner straniero, Matteoli ha detto che la compagnia straniera non può prendere più del 20 per cento. È però indispensabile che ci sia questo accordo perché altrimenti i viaggiatori di Alitalia resterebbero un po' sparsi per il mondo, cosa che invece con l'accordo con una grande compagnia di livello internazionale non accadrà. L'intesa, poi, renderà ancora più forte Cai. Non è un compito del governo, ha ribadito il ministro, stabilire con chi fare l'accordo, ma è un compito dell'amministratore delegato, di Colaninno e Sabelli. «Ci faranno sapere qual è la compagnia prescelta».
Cai volerá, ha assicurato il ministro, «perché non è consentito a nessuno di mettere veti a una possibilità imprenditoriale che salva 12.600 posti di lavoro». Il ministro si è detto amareggiato per la mancata firma all'ultimo momento alcune sigle sindacali. L'alternativa, ha sottolineato il ministro Matteoli, è il fallimento. «Oggi se Cai non avesse presentato l'offerta, gli aerei non volerebbero e Alitalia sarebbe dichiarata fallita». Il ministro ha ringraziato le sigle sindacali che hanno firmato e la cordata Cai che, nonostante le difficoltà economiche del momento, hanno deciso di acquisire una parte di Alitalia e consentire di salvare tanti posti di lavoro
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il 30/12/2016 alle 12:49
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