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Post n°68 pubblicato il 02 Agosto 2009 da bewmind
La notte è passata tranquilla, ho dormito senza neanche svegliarmi mai nonostante il caldo, si potrebbe ipotizzare che sia stato il sonno del giusto, ma è come se cercassi di delle attenuanti al mio senso di colpevolezza, mi sento di non aver fatto abbastanza prima e di non essere capace di fare abbastanza adesso. Eppure le idee chiare ci sono, la prospettiva e gli obiettivi mi danno piacere e stimoli che ritengo giusti, allora perchè chi mi stà intorno si sente ferito? Mi manca la consapevolezza del limite della mia sensibilità? Mi è sfuggito qualcosa? Forse dovrei essere solo un po' più egoista e pensare a stare bene io, troppe volte ho vissuto vite che non erano le mie spacciandolo per generosità, forse invece era incapacità di vivere la mia , mi vergognavo di sentire questo istinto di essere me stesso e lavorare per me stesso. Mi viene da lontano credo, dai giorni in cui restavo a casa assecondando il bisogno di una madre e scambiando quella sensazione di gratificazione per un modo di vivere possibile. No, troppe analisi mi portano sempre lontano dalla verità , mi puzzano sempre più insistentemente di ricerca di alibi, devo smetterla e fare quello che sento, con la consapevolezza, stavolta, che le mie azioni potrebbero oltre che ferire qualcuno, anche non farmi ottenere quello che vorrei, è un rischio grande, forse non ho voluto mai correrlo, e forse questo voler accomodare sempre tutto, anche se è il mio modo di vivere, non mi appartiene più. Quello che voglio adesso, lo voglio ( non “vorrei” quindi) in modo prepotente, lo sento importante al punto da poter lasciare sul campo qualche cadavere, magari poi chiamerò i soccorsi ma intanto porto a termine questa battaglia, so che per mia natura comunque ne soffrirò, e so che nella foga potrei anche ferire compagni di battaglia e di percorso, e anche di questo so che ne soffrirò e tanto. Spero solo che una pallottola vagante non spenga il nostro sorriso e lo tramuti in smorfia di dolore, nel guerreggiare, anche di antica memoria, non ci sono mai vincitori e vinti ma solo definizione di nuovi punti di partenza, delimitati dalle buche dove seppelliamo i rottami che ci hanno permesso di arrivare fin li, sia che siamo i presunti vincitori, sia che siamo i più probabili perdenti, ma comunque insieme si ricomincia e si riparte , ognuno in direzione della propria vita e dei suoi nuovi obiettivi. Scrivere di questo mi ha fatto desiderare la rilettura dell'Iliade o forse di rivedere TROY , evidentemente la considero un'impresa epica, cerco di darle il giusto spessore con questi paragoni, o forse cerco solo di somigliare a qualche eroe a mo di training autogeno, speriamo che funzioni !!!! |
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