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Moltissimi uomini che prima conquistano la fiducia degli elettori e poi,
avuto un incarico pubblico, rubano.
Che cosa rende ladro un uomo, in un rapporto di fiducia? Innanzitutto,
alcune caratteristiche di personalità: l'ambizione, l'avidità, il desiderio
di potere e di visibilità. In sé molto diffuse, predipongono al furto quel
sottogruppo particolare di uomini in cui queste caratteristiche sono unite a
un tratto molto specifico: la voglia di emergere senza fatica, "facendo i
furbi", magari sfruttando "una faccia perbene". Quindi non per merito né per
impegno, non per competenza né per disciplina, e nemmeno per sacrificio o
dedizione a una causa di qualità: il furbo cerca di ottenere il massimo con
il minimo sforzo. Quindi anche il massimo del denaro.
Ebbene, ora in periodo d'Avvento , in cui si legge che Giovanni Battista
parlava schitto ai potenti e agli scribi e farisei, sapendo che così facendo
andava incontro a gravi dispiaceri,si viene a sapere che il nostro
cardinale (=cardine) Bagnasco ha cenato amichevolmente con
l'irreprensibile Cavaliere partlando di tutto tranne del nome della
velina che a capodanno dev passare la notte con lui per santificarlo.
E quando si ttrasgrediscono (s'infrangono) i limiti: si ruba a livello
personale, professionale, pubblico. Il punto è che, in questa "furbizia",
c'è un disprezzo sistematico degli affetti e delle regole, la deriva delle
norme, un lassismo morale crescente e trasversale, un semplice
"peccato veniale", anzi venialissimo, quasi inesistente.
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