ambaradam

A volte ritornano


E se tornano, tornano!Si perchè la mia vita è come la mia fame.O c'è troppo o non c'è per niente.A prescindere dal mio appetito.Ed è sempre stato così.E allora posso stare giorni senza toccare cibo. Uno, due, tre, quattro. Tanti da far sì che il primo - successivo - boccone bruci nel palato.Tanti da far sì che il primo - successivo - boccone già riempia l'elasticizzatissimo stomaco.O al contrario mangiare e mangiare e mangiare, indiscriminatamente, qualsiasi cosa mi capiti tra le mani, strafogandomi fino ad arrivare al colmo della faringe.Tanto da far sì che il successivo - ultimo - boccone bruci lo stomaco fino a lacerarlo.Tanto da far sì che il successivo - ultimo - boccone mi conduca con le braccia attorno al cesso a conare un magma sputato di sangue.Eccessivo per spiegare un post in più?Forse.Ma d'altra parte, qui, non si è mai trattato di semplice scrittura.Ma di studio, analisi, interpretazione, introspezione.E allora una banale idea si trasforma in un flusso logico di emozioni descritte che provo a valutare. E allora mi accorgo di analogie (e dislogie), di simmetrie (e asimmetrie), di ripetizioni (e ridondanze) che non interessano nessuno fuorchè me. E quindi sono importanti, essenziali.E allora mi rendo conto di come quei prevedibili meccanismi che ho sempre criticato negli altri, sono soprattutto miei. E di come sarebbe facile controllarli, modificarli, automatizzarli, plasmarli se solo avessi un briciolo di quella che chiamano volontà.E invece...E invece imperterrita continuo a seguire i miei indiscriminati impulsi, mangiando troppo o non mangiando per niente. E la colpa non si sa.Che non è poi (e non può essere) questione di gusto, di appetito, di voglia.Ma solo di pure e semplice fame.Pura, semplice, istintiva e indiscriminata fame.Si parli di cibo, di post, di lavoro, di sesso.Di vita.