E alla fine è arrivata pure la galera.Un’infamata, le due del pomeriggio, una macchina che mi blocca sul viottolo di casa mia, 8 sbirri che perquisiscono me e la mia casa, urla, foto, 2 palline e mezzo io e 2 palline su Petrillo appena uscito da casa mia, 100 euro, stagnole, buste e bilancino, le quattro del pomeriggio, la questura, 5 ore di interrogatorio, “perché una come te si butta via così”, foto e impronte, un’offerta di 3 mila euro per infamare il tunisino spacciatore, la telefonata al mio amico per andare su dai cani, una colletta per darmi sigarette e soldi, frasi di circostanza degli sbirri, la promessa di tenere fuori i giornali, consigli e “ci dispiace”, le 9 di sera, una pantera che mi porta alla casa circondariale, sezione femminile, una piccola stanza dove lasciare le cose in “matricola”, una bella voce che canta Grande Grande Grande, una nuova perquisizione, ”via il reggiseno perché imbottito!”, lenzuola, asciugamani, tazze, scarpe, una piccola cella dotata di tutti i comfort, tv funzionante compresa, una ragazza accusata di rapina a mano armata come compagna di cella moglie di uno zingaro anche lui in cella e con tra figli che sicuramente non faranno fine diversa, le 10 di sera, il grande fratello da guardare alla tv, 10 gocce di EN e la prima notte da passare tra muscoli tirati da un’astinenza da due grammi al giorno, conati di vomito, dolori di pancia, lacrime, richiami all’assistente per qualsiasi altra medicina, voglia di accoltellarsi pur di non sentire un minuto ancora di dolore, le tre di notte, le parole della compagna che cerca di calmarmi con i suoi racconti, le 4, ancora dolori lancinanti, le 5, “ma quanto cazzo arriva l’infermiera?”, le sei, il cambio dell’assistente, una sarda che mi dice “lo hai voluto te e non puoi romperci i coglioni”, le 7, le 8, finalmente l’infermiera, 30 gocce di valium, e giù in matricola per nuove impronte, e poi di nuovo su in cella, per continuare con i dolori, “latte, te o caffè?”, urla di una detenuta malata di aids che chiede di andare in ospedale di “non farla morire lì dentro”, altre parole della mia compagna, tecniche di furto e poi la sua storia, un primo figlio a 15 anni con uno zingaro, poi altri due con un altro, storie di ordinaria tristezza, furti, rapine, spaccio di droga, i carabinieri che sfondano la porta alle 4 di notte, i bambini che urlano, lo sciacquone che viene tirato giù e un’accusa di 6 mesi di galera, le 12, la socializzazione, un’altra cella con la mia compagna una bulgara e una napoletana, nuove urla con le assistenti, altre storie, per fortuna nuovamente l’infermiera, nuovamente la terapia, nuovamente il valium, “niente pranzo che mi viene ancora da vomitare”, le due, il ritorno in cella, i programmi del pomeriggio, beautiful, centovetrine, uomini e donne, amici, settimo cielo, il milionario e nel frattempo una merendina, neanche mezzora di sonno, altre litigate con le assistenti, accuse di aver fatto la furba durante la notte, “si vede proprio che non avete idea di un’astinenza, eppure qui dentro sono quasi tutte recluse per droga!”, le 8 di sera, la notifica dell’incontro per la convalida dell’arresto, la cena, altri racconti con la mia compagna, di una sua precedente compagna con problemi di droga e la sua solidarietà, le 9 di sera, i RIS, la promessa di farsi un giro di carte la mattina seguente, consigli su come affrontare la convalida, un bel ragazzo che passa con la terapia per la notte, commenti e risa delle carcerate, 30 gocce di valium e finalmente un sonno lungo fino alle 8 della mattina seguente, colazione, lavaggio tra bidet e lavandino del bagno della cella, vestiti “nuovi” dati dall’assistente, qualche goccia di EN, il medico del sert che vuole parlarmi, “S. ma che ci fa qui? L’ultima terapia l’avevi finita bene…”, “Dottore, lo sa anche lei come vanno queste cose, comunque domani provo a riiniziare”, “ti aspetto e sta tranquilla”, ore 9 di nuovo in cella, ore 10, “c’è l’avvocato di sotto per te”, l’avvocato di ufficio, la mia storia, qualche consiglio e poi davanti al giudice, un giudizio abbastanza duro ma seguito dall’ovvio ordine di scarcerazione con l’obbligo di firma, ore 11, ultimo ritorno in cella, un giro di lettura di carte, saluti, raccomandazioni, consigli, promesse di sentirci e finalmente l’uscita, il recupero delle cose in matricola, il saluto delle carcerate, degli assistenti, delle guardie, il cancello, la porta, la fermata dell’autobus e finalmente la mia casa.E così mi sono violentemente risvegliata da uno stato semi-catatonico commisto di un delirio di onnipotenza e di uno stato di perenne d’ansia, imparando che:1 – gli sbirri non sono poi così male(*)2 – in carcere non bisogna mai andare con reggiseno e scarpe imbottite che tanto te li tolgono3 – in carcere si possono trovare bravissime persone4 – le sarde sono triste impestate5 – le crisi di astinenza sono una brutta bestia6 – forse forse è arrivato il momento di riprendersiMi sento bene solo seMi faccio male eIl bene in fondo che cos'èOgnuno ne ha per seRovescia e contrariata a Contraddizioni diDonna arrivata e liberaSono stonata aUn gran dolore come seSpina nel cuore e Diversa da com'ero oNero mistero oDistorta ed eccitata a Donna vietata a Scema mi sto sentendo oVenire meno La la la laMi sento bene solo seMi faccio male eIl bene in fondo che cos'èOgnuno ne ha per seRovescia e contrariata a Contraddizioni diDonna arrivata e liberaSono stonata aLa la la laDeviata stonataDeviata stonata
Stonature
E alla fine è arrivata pure la galera.Un’infamata, le due del pomeriggio, una macchina che mi blocca sul viottolo di casa mia, 8 sbirri che perquisiscono me e la mia casa, urla, foto, 2 palline e mezzo io e 2 palline su Petrillo appena uscito da casa mia, 100 euro, stagnole, buste e bilancino, le quattro del pomeriggio, la questura, 5 ore di interrogatorio, “perché una come te si butta via così”, foto e impronte, un’offerta di 3 mila euro per infamare il tunisino spacciatore, la telefonata al mio amico per andare su dai cani, una colletta per darmi sigarette e soldi, frasi di circostanza degli sbirri, la promessa di tenere fuori i giornali, consigli e “ci dispiace”, le 9 di sera, una pantera che mi porta alla casa circondariale, sezione femminile, una piccola stanza dove lasciare le cose in “matricola”, una bella voce che canta Grande Grande Grande, una nuova perquisizione, ”via il reggiseno perché imbottito!”, lenzuola, asciugamani, tazze, scarpe, una piccola cella dotata di tutti i comfort, tv funzionante compresa, una ragazza accusata di rapina a mano armata come compagna di cella moglie di uno zingaro anche lui in cella e con tra figli che sicuramente non faranno fine diversa, le 10 di sera, il grande fratello da guardare alla tv, 10 gocce di EN e la prima notte da passare tra muscoli tirati da un’astinenza da due grammi al giorno, conati di vomito, dolori di pancia, lacrime, richiami all’assistente per qualsiasi altra medicina, voglia di accoltellarsi pur di non sentire un minuto ancora di dolore, le tre di notte, le parole della compagna che cerca di calmarmi con i suoi racconti, le 4, ancora dolori lancinanti, le 5, “ma quanto cazzo arriva l’infermiera?”, le sei, il cambio dell’assistente, una sarda che mi dice “lo hai voluto te e non puoi romperci i coglioni”, le 7, le 8, finalmente l’infermiera, 30 gocce di valium, e giù in matricola per nuove impronte, e poi di nuovo su in cella, per continuare con i dolori, “latte, te o caffè?”, urla di una detenuta malata di aids che chiede di andare in ospedale di “non farla morire lì dentro”, altre parole della mia compagna, tecniche di furto e poi la sua storia, un primo figlio a 15 anni con uno zingaro, poi altri due con un altro, storie di ordinaria tristezza, furti, rapine, spaccio di droga, i carabinieri che sfondano la porta alle 4 di notte, i bambini che urlano, lo sciacquone che viene tirato giù e un’accusa di 6 mesi di galera, le 12, la socializzazione, un’altra cella con la mia compagna una bulgara e una napoletana, nuove urla con le assistenti, altre storie, per fortuna nuovamente l’infermiera, nuovamente la terapia, nuovamente il valium, “niente pranzo che mi viene ancora da vomitare”, le due, il ritorno in cella, i programmi del pomeriggio, beautiful, centovetrine, uomini e donne, amici, settimo cielo, il milionario e nel frattempo una merendina, neanche mezzora di sonno, altre litigate con le assistenti, accuse di aver fatto la furba durante la notte, “si vede proprio che non avete idea di un’astinenza, eppure qui dentro sono quasi tutte recluse per droga!”, le 8 di sera, la notifica dell’incontro per la convalida dell’arresto, la cena, altri racconti con la mia compagna, di una sua precedente compagna con problemi di droga e la sua solidarietà, le 9 di sera, i RIS, la promessa di farsi un giro di carte la mattina seguente, consigli su come affrontare la convalida, un bel ragazzo che passa con la terapia per la notte, commenti e risa delle carcerate, 30 gocce di valium e finalmente un sonno lungo fino alle 8 della mattina seguente, colazione, lavaggio tra bidet e lavandino del bagno della cella, vestiti “nuovi” dati dall’assistente, qualche goccia di EN, il medico del sert che vuole parlarmi, “S. ma che ci fa qui? L’ultima terapia l’avevi finita bene…”, “Dottore, lo sa anche lei come vanno queste cose, comunque domani provo a riiniziare”, “ti aspetto e sta tranquilla”, ore 9 di nuovo in cella, ore 10, “c’è l’avvocato di sotto per te”, l’avvocato di ufficio, la mia storia, qualche consiglio e poi davanti al giudice, un giudizio abbastanza duro ma seguito dall’ovvio ordine di scarcerazione con l’obbligo di firma, ore 11, ultimo ritorno in cella, un giro di lettura di carte, saluti, raccomandazioni, consigli, promesse di sentirci e finalmente l’uscita, il recupero delle cose in matricola, il saluto delle carcerate, degli assistenti, delle guardie, il cancello, la porta, la fermata dell’autobus e finalmente la mia casa.E così mi sono violentemente risvegliata da uno stato semi-catatonico commisto di un delirio di onnipotenza e di uno stato di perenne d’ansia, imparando che:1 – gli sbirri non sono poi così male(*)2 – in carcere non bisogna mai andare con reggiseno e scarpe imbottite che tanto te li tolgono3 – in carcere si possono trovare bravissime persone4 – le sarde sono triste impestate5 – le crisi di astinenza sono una brutta bestia6 – forse forse è arrivato il momento di riprendersiMi sento bene solo seMi faccio male eIl bene in fondo che cos'èOgnuno ne ha per seRovescia e contrariata a Contraddizioni diDonna arrivata e liberaSono stonata aUn gran dolore come seSpina nel cuore e Diversa da com'ero oNero mistero oDistorta ed eccitata a Donna vietata a Scema mi sto sentendo oVenire meno La la la laMi sento bene solo seMi faccio male eIl bene in fondo che cos'èOgnuno ne ha per seRovescia e contrariata a Contraddizioni diDonna arrivata e liberaSono stonata aLa la la laDeviata stonataDeviata stonata