ambaradam

Il gioco e le sue crisi


L'altra sera.una parola sbagliata di lui.Un senso di incomprensione.Un senso di assurdo e ridicolo.Che sale.E sale e sale e sale.E riempie riempie riempie.La testa scoppia, lo stomaco di chiude, la pancia formicola.Piango senza disperazione.Batto i denti senza freddo.Dondolo senza musica.Tengo le tempie ma il pensiero è vuoto, offuscato.Ho paura che la gente mi guardi.Ho paura delle emozioni che si affollano.Ho paura che questa volta non finisca.Ho paura di non riuscire a calmarmi.Ho paura di impazzire.Di impazzire rimanendo lucida.Continuo a piangere.Continuo ad assilarmi.Com'è ridicolo quel pianto.Che ridicola che sono.Che fallita.Che stupida.La disperazione mi riempie.E non c'è motivo.Una disperazione senza senso.Una disperazione senza scopo.Una disperazione senza motivo.Una malattia?Non vedo via d'uscita.Mi sento al limite.Un limite invalicabile.Claustrofobico e ingestibile.Insormontabile e impossibile.Inaffrontabile.E poi, d'improvviso, tutto si ferma.E si calma.E la nebbia scende.Si scoglie.La disperazione si scioglie.E cresce un pensiero.Un pensiero unico e fisso.Un pensiero lucido e razionale.E l'azione.La partenza in macchina.Durante il viaggio: "Proviamo a vivere insieme? Dai vediamo come va"Ascolto ma non sento.Il pensiero è unico e fisso e lucido e razionale.Fisso nel viaggio.Destinazione pace.2 grammi e mezzo di pace.E tutto si calma, si ferma.La crisi è finita.Era affrontabile, sormontabile, gestibile.Possibile.Finibile.Sono spossata.Ma ancora non dormo.Inizio a lavorare.Fino al giorno dopo.Fino alle due del pomeriggio.Fino a quando mi addormento.E dormo, dormo, dormo.Fino al mattino dopo.Il mattino dopo.Quando ricomincia la vita normale.E ritorno normale.Normale.La gente ora può guardarmi.E la disperazione ora ha senso.Un piccolo e stupido senso.Ma sempre un senso.Un senso normale.