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Oltre alla diminuzione delle piogge, l'elemento che concorre ad accentuare il fenomeno della crisi idrica è da individuare nella mancanza di una politica ambientale in grado di prevenire il problema più che curarlo. I consumi procapite sono aumentati vertiginosamente e ci siamo abituati ad avere in ogni momento l'acqua disponibile. Abbiamo dato per scontato molte cose ed ora è difficile tornare indietro sfatando usi ed abitudini scorrette. Desiderare l'erba verde del nostro giardino è uno spreco, ma ancor di più annaffiare tutti i giorni e magari nelle ore più calde. Fare il bagno nella vasca o lavarsi i denti con il rubinetto aperto sono dei comportamenti poco sostenibili che vanno a sommarsi a numerosi altri problemi. Ma non è solo il cittadino a dover fare i conti con la crisi idrica: agricoltori e industriali sono già sul piede di guerra. Vogliamo l'acqua! Dobbiamo fare qualcosa! Gridano da tutte le parti. Cosa hanno fatto in tutti questi anni? Perché non hanno investito sul risparmio idrico? E tutta l'urbanizzazione selvaggia che subisce il nostro territorio non è un ulteriore danno? Km di superficie completamente impermeabilizzata impedisce all'acqua di raggiungere le falde che, sempre più prosciugate, rischiano il collasso. Questi sono solo alcuni degli innumerevoli errori che la nostra società commette e fintanto che continuerà a sprecare non ci sarà nessuna soluzione alternativa. La proposta di creare dei grandi bacini per l'accumulo dell'acqua rappresenta un'altra scappatoia dalle nostre responsabilità verso l'ambiente.
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