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Breve storia di una ripresina
08/06/2014
Di F. Allegri
Oggi posso scrivere un’altra verità.
La ripresina che io segnalo da settembre 2013 si è fermata lo scorso febbraio ovvero proprio mentre cadeva il governo balneare/presidenziale di Enrico Letta e mentre troppa gente cercava di valutare questo andamento economico dopo averlo negato per mesi.
Perché si è fermata la ripresina? Ci sono più cause.
Intanto si è fermata di nuovo la locomotiva americana e stavolta l’ha fatto a causa di un inverno lungo e rigido che non si vedeva da tanti anni.
Questa causa naturale porta le solite conseguenze delle altre crisi: quando si fermano gli Stati Uniti, si ferma anche l’occidente!
Ci sono altre cause internazionali.
Da un lato l’Europa continua a non decidere, bloccata dagli interessi divergenti degli stati sovrani, dall’altra ci sono troppe situazioni di instabilità politica nel Mediterraneo e nell’est europeo.
Non si può pensare che la nostra economia vada bene mentre si riaccende il conflitto civile in Libia, mentre permane la tragedia siriana e mentre non si vede una soluzione all’orizzonte per il dissesto ucraino.
Metto per ultima la causa tutta nostra, ma probabilmente è una delle principali o forse è la principale: penso alla causa politica.
La ripresina si è fermata proprio quando il blocco non era rilevabile per chi era interessato alle elezioni europee e locali.
A mio avviso, abbiamo avuto pure una ripresina di breve respiro, funzionale a garantire un clima mite mentre si sono svolte le molte elezioni in programma.
Nel frattempo la nostra classe politica non ha fatto riforme significative e utili per rafforzare questa ripresa o almeno per prolungarla.
Tutto è stato rimandato a dopo le elezioni europee e a ben vedere le riforme già programmate non sembrano consistenti.
Di conseguenza non dobbiamo meravigliarci se questa ripresina è morta in tenera età!
L’Italia è un gigante economico e un nano politico come lo è l’Europa Unita nella BCE e nei vari enti di Bruxelles.
Il nano politico ha una sua sinistra che ha perso almeno 6 mesi dietro a un leader greco che rappresenta un paese marginale ed emarginato, e che resta sconosciuto per il 99% degli italiani, ha un centro destra in disfacimento, ha un populismo di maniera promosso da Beppe Grillo che a ben vedere si rivela come un scrigno pieno di voti che nessuno sa valorizzare e neanche gestire e infine c’è un centro sinistra che va avanti a forza di giochi di potere e tanta burocrazia.
In generale, il nanismo della politica italiana non riesce ad esprimere una figura politica presentabile in Europa e di questo grave problema non si preoccupa nessuno.
Anche per una ripresa vera, serve un campione del popolo.
Mi direte o scriverete: “Abbiamo Renzi!”
Per ora no. Per essere un leader di spessore europeo Renzi deve smettere di incontrare la Merkel ogni 3 giorni e dovrebbe lavorare ad un’intesa internazionale con i paesi maltrattati dalla UE.
Penso soprattutto a Spagna, Portogallo e Grecia e anche ad una Francia che ultimamente si rivela come un secondo nano politico.
Questa causa politica della fine della ripresina prende consistenza se guardo al futuro, magari per cercare o sperare in una nuova ripartenza.
Se getto uno sguardo nel futuro, vedo solo i pericoli di una deflazione continentale.
Quale riforma servirebbe per ripartire?
La madre di tutte le riforme è la riforma fiscale: serve una diminuzione di 3 punti e va finanziata con tagli alla spesa pubblica.
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Inviato da: cassetta2
il 01/01/2023 alle 09:08
Inviato da: luc.conifru.nic
il 25/11/2022 alle 21:24
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il 14/10/2022 alle 20:45
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