Abbiamo intervistato il Dott Fossà Direttore Sanitario ASL Mi 2 Quale è la sua opinione in merito al Piano regionale triennale per la salute mentale? La Regione Lombardia si è dotata di un sistema di presa in carico dei pazienti all'interno di una rete sanitaria e sociale a scopo prevalentemente riabilitativo e finalizzato al reinserimento del paziente nella sua comunità. Il Piano regionale, raccoglie e valorizza i primi risultati delle esperienze delle Aziende sanitarie che, avendo chiuso gli ospedali psichiatrici entro la fine del 1999, come da norma nazionale (talune anche prima di tale scadenza), avevano avviato serie modalità alternative di cura a scopo riabilitativo, con l'inserimento in piccole comunità vivificate dalla relazione interattiva con il territorio. Il Piano prevede tipologie di strutture e loro modalità di funzionamento a diversi gradi di intensità assistenziale. In tale modo il processo di cura può svilupparsi come vero e proprio percorso di riabilitazione, offrendo ai pazienti opportunità assistenziali adeguate, diversificate in base all'evolversi del quadro della malattia. Quali sono gli attori che intervengono? Diversi sono gli attori che intervengono, dallo psichiatra alla famiglia, ai Servizi sociali comunali, al medico di famiglia, al datore di lavoro. Compito precipuo dell'ASL è creare una rete promuovendo e coordinando l'attivazione delle risorse necessarie per i bisogni dei pazienti, delle loro famiglie e delle comunità in cui sono inseriti. Il governo di questa rete si avvale delle linee di indirizzo per la programmazione locale, denominato "Patto territoriale per la salute mentale", elaborate dall'Organismo di coordinamento per la salute mentale, composto da rappresentanze dell'ASL, dell'Azienda Ospedaliera, delle Strutture psichiatriche accreditate, delle Amministrazioni comunali e del Terzo Settore. L'Organismo convoca annualmente la Conferenza territoriale per la salute mentale allo scopo di promuovere intese le più ampie possibili tra le risorse territoriali. La sfida raccolta da questa ASL è la riconversione delle risorse disponibili per realizzare percorsi riabilitativi inseriti integralmente nel territorio, sulla base di precise indicazioni cliniche, abbandonando ogni residuo criterio di "stampo manicomiale". Nel nostro modello adottato il paziente è al centro del sistema e le risorse devono venire impiegate per la sua riabilitazione in modo appropriato e in un percorso controllato. Quali sono gli obiettivi per il triennio 2006 - 2008 in sintesi? 1. Residenzialità Costituzione in ogni Distretto di appartamenti protetti di residenzialità leggera, fruibili da utenti con consistenti capacità di autonomia. La tipologia, variabile secondo le specifiche esigenze, è riconducibile alla residenzialità sanitaria a bassa protezione, casa alloggio, casa famiglia, ecc. L'obiettivo del triennio è di 3 - 7 posti per ogni Distretto, pari allo 0,7% dell'utenza in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). 2. Integrazione lavorativa - Estensione a tutti i Distretti dei tirocini risocializzanti in ambiente lavorativo. L'obiettivo nel triennio è di coinvolgere il 2% dell'utenza; è necessario un educatore professionale aggiuntivo per gestire 15 - 20 programmi di inserimento individuale. - Creazione di un osservatorio relativo ai dati di inserimento lavorativo per gli utenti dei DSM. 3. Risocializzazione e tempo libero Obiettivo del triennio è il mantenimento della collaborazione tra DSM, Comuni e Associazioni per la realizzazione dei progetti di risocializzazione già sperimentati. LORENA e CINZIA GRASSI
PSICHIATRIA:: L'IMPORTANZA DELLA RETE TERRITORIALE
Abbiamo intervistato il Dott Fossà Direttore Sanitario ASL Mi 2 Quale è la sua opinione in merito al Piano regionale triennale per la salute mentale? La Regione Lombardia si è dotata di un sistema di presa in carico dei pazienti all'interno di una rete sanitaria e sociale a scopo prevalentemente riabilitativo e finalizzato al reinserimento del paziente nella sua comunità. Il Piano regionale, raccoglie e valorizza i primi risultati delle esperienze delle Aziende sanitarie che, avendo chiuso gli ospedali psichiatrici entro la fine del 1999, come da norma nazionale (talune anche prima di tale scadenza), avevano avviato serie modalità alternative di cura a scopo riabilitativo, con l'inserimento in piccole comunità vivificate dalla relazione interattiva con il territorio. Il Piano prevede tipologie di strutture e loro modalità di funzionamento a diversi gradi di intensità assistenziale. In tale modo il processo di cura può svilupparsi come vero e proprio percorso di riabilitazione, offrendo ai pazienti opportunità assistenziali adeguate, diversificate in base all'evolversi del quadro della malattia. Quali sono gli attori che intervengono? Diversi sono gli attori che intervengono, dallo psichiatra alla famiglia, ai Servizi sociali comunali, al medico di famiglia, al datore di lavoro. Compito precipuo dell'ASL è creare una rete promuovendo e coordinando l'attivazione delle risorse necessarie per i bisogni dei pazienti, delle loro famiglie e delle comunità in cui sono inseriti. Il governo di questa rete si avvale delle linee di indirizzo per la programmazione locale, denominato "Patto territoriale per la salute mentale", elaborate dall'Organismo di coordinamento per la salute mentale, composto da rappresentanze dell'ASL, dell'Azienda Ospedaliera, delle Strutture psichiatriche accreditate, delle Amministrazioni comunali e del Terzo Settore. L'Organismo convoca annualmente la Conferenza territoriale per la salute mentale allo scopo di promuovere intese le più ampie possibili tra le risorse territoriali. La sfida raccolta da questa ASL è la riconversione delle risorse disponibili per realizzare percorsi riabilitativi inseriti integralmente nel territorio, sulla base di precise indicazioni cliniche, abbandonando ogni residuo criterio di "stampo manicomiale". Nel nostro modello adottato il paziente è al centro del sistema e le risorse devono venire impiegate per la sua riabilitazione in modo appropriato e in un percorso controllato. Quali sono gli obiettivi per il triennio 2006 - 2008 in sintesi? 1. Residenzialità Costituzione in ogni Distretto di appartamenti protetti di residenzialità leggera, fruibili da utenti con consistenti capacità di autonomia. La tipologia, variabile secondo le specifiche esigenze, è riconducibile alla residenzialità sanitaria a bassa protezione, casa alloggio, casa famiglia, ecc. L'obiettivo del triennio è di 3 - 7 posti per ogni Distretto, pari allo 0,7% dell'utenza in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). 2. Integrazione lavorativa - Estensione a tutti i Distretti dei tirocini risocializzanti in ambiente lavorativo. L'obiettivo nel triennio è di coinvolgere il 2% dell'utenza; è necessario un educatore professionale aggiuntivo per gestire 15 - 20 programmi di inserimento individuale. - Creazione di un osservatorio relativo ai dati di inserimento lavorativo per gli utenti dei DSM. 3. Risocializzazione e tempo libero Obiettivo del triennio è il mantenimento della collaborazione tra DSM, Comuni e Associazioni per la realizzazione dei progetti di risocializzazione già sperimentati. LORENA e CINZIA GRASSI